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Specie Funghi

Agaricus bresadolanus

Agaricus bresadolanus

L’agarico di Bresadola (Agaricus bresadolanus Bohus) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Agaricaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Classe Agaricomycetes,
Sottoclasse Agaricomycetidae,
Ordine Agaricales,
Famiglia Agaricaceae,
Genere Agaricus,
Specie A. bresadolanus.
Sono sinonimi i termini:
– Agaricus alessioi Currelli & Contu;
– Agaricus bresadolianus Bohus;
– Agaricus campestris var. pratensis Vittadini 1832;
– Psalliota campestris var. radicata (Vittad.) Bres. 1931;
– Agaricus campestris var. radicatus Vittad. 1835;
– Agaricus infidus (Alessio) Bon;
– Agaricus radicatus (Vittad.) Romagn. 1938;
– Agaricus romagnesii Wasser 1977;
– Agaricus romagnesii var. crassannulatus Sandor;
– Agaricus romagnesii var. infidus (Alessio) Bon & Cappelli;
– Psalliota campestris var. radicata (Vittad.) Bres.;
– Psalliota infida Alessio 1975;
– Psalliota radicata (Vittad.) R. Sandor 1958;
– Psalliota radicata var. crassanulata R.Sandor (1958).

Etimologia –
Il termine Agaricus proviene dal greco αγαρικόν agaricón agarico, (fungo) degli Agari, perché secondo il medico, farmacista e botanico greco Dioscoride proveniva da Agarìa, paese dei Sarmati.
L’epiteto specifico bresadolanus deriva dal nome di Giacomo Bresadola, micologo italiano (1847-1929).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Agaricus bresadolanus è un fungo saprofita non frequente segnalato in Europa meridionale ed in Asia, dove fruttifica, dalla primavera all’autunno, singolarmente o a gruppi lungo i sentieri e nelle aree erbose dei boschi di latifoglie, nei giardini e nei parchi sotto gli alberi, in zone ruderali, aiuole cittadine.

Riconoscimento –
L’ Agaricus bresadolanus si riconosce per avere un cappello di 4-10 cm, inizialmente convesso poi spianato, alle volte con zona discale depressa, cuticola dapprima unita, poi dissociata in squame triangolari concentriche, brune, che si diradano sempre più verso il margine, che appare biancastro, mentre la zona discale resta unita, più scura, spesso a forma di stella. Le squame possono essere di misura variabile oppure possono essere asportate dalle piogge, lasciando la superficie parzialmente sguarnita. Orlo spesso ornato da resti velari.
Le lamelle sono libere, fitte, presto rosa, poi rosa-grigiastro, infine bruno-nerastre; filo lamellare finemente crenulato, inizialmente biancastro, poi concolore alle facce o con puntini più chiari.
Il gambo è di 4-8 x 1-2 cm, più corto del diametro del cappello, clavato o cilindrico con base bulbosa, bianco, fibrilloso o con cercini bruni nella parte bassa, leggermente ingiallente allo strofinio. Alla base è presente un rizoide o dei cordoni miceliari. Anello: supero, sottile, largo e membranoso, persistente, bianco.
Questo fungo ha carne tenera, bianca immutabile al taglio o appena rosata alla base, soprattutto nella corteccia. Il sapore è gradevole e l’odore di mandorle amare alla base se strofinata, mentre nel cappello odora leggermente di fenolo.
Al microscopio si notano delle spore bruno nerastre in massa, lisce, ellissoidi, misure rilevate: (5.9) 6 – 6.8 (8.9) x (3.9) 4 – 4.6 (5.5) µm. Q = (1.3) 1.4 – 1.57 (1.6). Basidi claviformi tetrasporici. Cheilocistidi da subcilindrici a largamente clavati, spesso simili ai basidioli, alle volte abbondanti, altre volte assenti o non osservati.
La reazione di Schäeffer è positiva, arancione, sul cappello e alla base del gambo.

Coltivazione –
L’ Agaricus bresadolanus è un fungo tossico, responsabile di sindrome gastroenterica incostante e pertanto di alcuno interesse per la sua possibile coltivazione, almeno non per fini alimentari.

Usi e Tradizioni –
L’Agaricus bresadolanus è un fungo descritto dal micologo ungherese Gábor Bohus nel 1969.
Si tratta, come detto, di un agarico tossico che provoca una sindrome gastrointestinale anche intensa.
Questa specie, dopo analisi molecolari, è stato sinonimizzata con Agaricus romagnesii, anche se per molti anni è stata considerato specie separata. La presenza o meno dei cheilocistidi si è visto che è un carattere variabile come sono variabili altri caratteri come il viraggio alla base. Per la determinazione resta la costante presenza di un robusto rizoide, spesso ramificato, e la mancanza di viraggi della carne salvo lievi sfumature.

Modalità di Preparazione –
Per la sua tossicità l’Agaricus bresadolanus non riveste alcun interesse alimentare per cui, anche per preservare gli ecosistemi dove cresce, se ne sconsiglia comunque la raccolta.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://observation.org/photos/26148248.jpg
https://www.unimus.no/felles/bilder/web_hent_bilde.php?id=15371629&type=jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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