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Materialismo o Spiritualismo

Materialismo o Spiritualismo

Qual è la direzione verso cui procede l’uomo? Quale sarà il suo futuro? Domande come queste non possono avere risposte immediate. Potere decifrare gli eventi che stanno caratterizzando questa frazione della storia o, se preferiamo, trovare il cosiddetto bandolo della matassa, in una questione così complessa, corrisponde a rimettere ordine nelle perplessità esistenziali, nelle difficoltà di una generazione, svuotata dai contenuti della tradizione storica e mal orientata dall’illusionismo del modello materialistico e consumistico.

Materialismo o spiritualità, all’interno della nostra vita, non possono trovare coerenza con un tale sistema; l’insoddisfazione di questa civiltà trae origine dalla mancanza di profondità nella visione del futuro; non perché questa generazione sia meno capace delle precedenti di leggere i tempi ma perché, forse, si stanno preparando tempi nuovi, in cui risposte semplici e scontate non possono appagare la domanda; tempi che preannunciano l’avvento di qualcosa che sfugge alla stessa capacità di analisi di uomini, generati dalla storia della tradizione, figli di quella stessa cultura e logica che ci ha condotti fino ad oggi. Tempi che stanno proiettando quindi l’uomo verso una nuova dimensione del pensiero e della storia.
Se ciò è vero si preannuncia un nuovo grande evento storico che definire come nuovo Rinascimento è fortemente diminutivo; se ciò può essere letto attraverso i segni dei tempi, allora quest’epoca della storia prossima futura avrà caratteristiche e forme che l’uomo d’oggi difficilmente può cogliere.
I grandi conflitti bellici mondiali, le grandi scoperte scientifiche e le incredibili applicazioni tecniche (spesso e purtroppo contro l’uomo), il grande processo di globalizzazione, le grandi migrazioni, sembrano annunziare i preparativi per un grande cambiamento degli scenari della storia, storia che a partire dal Big Bang ha portato all’apparizione della logica nell’Universo materiale e all’inseguimento della Sapienza, della Verità.
I grandi eventi bellici, che hanno contraddistinto il XX secolo, non si sono combattuti solo nelle grandi trincee (reali o fredde) ma sono stati generati dalla contrapposizione tra materialismo e spiritualità, tra immantinente e trascendente. Questa dualità dell’uomo e del suo cammino hanno generato movimenti, ideologie, dittature e sottoculture, fondamentalismo, razzismo, discriminazioni.
Marx, Hitler, solo per citarne due, non sono solo fautori di dottrine e movimenti che tendevano a svuotare l’uomo della sua unica e vera identità, togliendogli quella dignità che solo una vita piena può dargli; la razza perfetta, l’uomo materialista, l’illogicità e l’inadeguatezza della fede “nell’era moderna”, sono state e sono purtroppo, ancora oggi, nei “seguaci” di queste ed altre dottrine, le espressioni della deviazione culturale di un’epoca che non poteva esprimere più valori, essendo ancora imperniata su una impostazione filosofica materialistica che, pur se utile, per certi aspetti, nella storia evolutiva dell’uomo, non corrisponde più alle esigenze di una verità che non può avere né limiti né confini. L’uomo non può essere descritto e circoscritto in nessuna tendenza filosofica umana che si basa solo sulla materia come entità assoluta. Oggi più di prima, c’è bisogno di completare ed integrare (e non riscrivere) il senso, il nesso di ogni entità e realtà che ci circonda, da quelle tangibili a quelle trascendenti. Oggi, con maggiore e rinnovato contenuto, è opportuno rispondere alle esigenze dell’unico progresso che l’umanità conosce dal suo primo passo ad oggi: lo sviluppo della logica, lo sviluppo di quella caratteristica che contraddistingue l’uomo dalle altre creature e che non potrà mai fermarsi fino a quando non avrà coscienza piena, cioè Sapienza, Verità.
Allora i grandi eventi bellici, le grandi rivoluzioni ideologiche e di pensiero di quest’ultimo secolo, del secondo millennio dopo Cristo, vanno letti in una visione nuova; una visione che dia alla storia una dignità diversa dagli obbrobri delle guerre e delle loro ingiustizie; gli dia una rinnovata dignità ed il senso ultimo e pieno. Gli dia quel grande impulso che tutta l’umanità, accomunata da un solo bisogno sta, senza saperlo, imprimendo ai tempi.
Non possono essere i grandi armamenti, le testate nucleari, le minacce di qualunque ordine e tipo a mettere ordine nell’Universo; l’unico ordine può derivare dalla conoscenza, che è il vero obiettivo dell’uomo.
La lettura delle parole di Ulisse, nell’opera di Dante “fatti non foste per viver come bruti….” risuona nell’epoca della televisione, dell’informatizzazione, di Internet, come il principio, e non solo in termini filosofici, di un grande cambiamento a cui l’umanità si sta preparando.
Ecco perché questo momento storico, triste per molti versi, esaltante per altri, ma giunto in un momento di complessa lettura, va valutato nel segno di una grande verità: l’umanità non cerca le stelle, non cerca forse nemmeno altri esseri pensanti in altre parti dell’universo; cerca innanzitutto di uscire dalla prigionia di un materialismo che l’ha condotta fino alle soglie della follia.
Gli scismi ideologici-religiosi, le incomprensioni tra occidente ed oriente, tra nord e sud, tra bianchi e neri, sono solo il risultato di un mancato equilibrio tra le due componenti che generano l’uomo: quella trascendentale e quella materiale. Quanto più esse si fonderanno, per essere una sola cosa, tanto più vedremo l’inizio di una nuova alba. Tanto più ci allontaneremo dalla stupida e miope considerazione che una sia incompatibile con l’altra tanto più libereremo l’uomo. Quanto più ci renderemo conto che la Religione (studio del trascendente) e Scienza (studio dell’immantinente) sono rami dello stesso albero, tanto più la creatura umana potrà alimentarsi e crescere.
Troppi sono stati i maestri del nulla e delle parole vuote che hanno solcato i campi dell’ammirazione delle folle, e che ancora oggi colorandosi come i pavoni attirano uomini e ideologie nel vuoto.
Affermava A. Einstein a tal proposito – “Nel corso dell’ultimo secolo, e in parte del precedente, era opinione diffusa che esistesse un conflitto insanabile tra conoscenza e fede. Tra le menti avanzate dominava l’opinione che la fede dovesse ormai essere sempre più rimpiazzata dalla conoscenza; la fede che non si fondasse sulla conoscenza era superstizione, e in quanto tale andava contrastata. Secondo tale concezione, la sola funzione dell’istruzione era aprire la strada alla riflessione e alla conoscenza, e la scuola, doveva servire soltanto quel fine. Probabilmente capiterà di rado, se mai capiterà, di vedere espresso il punto di vista razionalistico in forma tanto grossolana …”.
Non potremo mai amare e, pertanto, gioire del Creato fino a quando il muro che divide il trascendente dall’immantinente non sarà abbattuto. Dopo il muro di Berlino e quello già in via di disfacimento del consumismo materialista, l’ultimo muro a dover essere abbattuto è questo: il muro che separa il finito dall’Infinito.

Guido Bissanti