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Zelkova sicula

Zelkova sicula

La zelkova siciliana (Zelkova sicula Di Pasquale, Garfi & Quézel, 1992) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Ulmaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rosales,
Famiglia Ulmaceae,
Genere Zelkova,
Specie Z. sicula.

Etimologia –
Il termine Zelkova deriva dall’idioma caucasico, come dimostrato nel nome georgiano, ძელქვა (dzelkva), ძელ dzel che significa “barra, trave” o “traversa” e ქვა kva che significa “roccia”.
L’epiteto specifico sicula, è in riferimento al suo ritrovamento in Sicilia, il cui nome proviene dal greco Sikelìa, dal nome del popolo che abitava l’isola: i Siculi, in greco Sikeloi, originari del centro Italia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Zelkova sicula è una pianta endemica dei Monti Iblei (Sicilia) e presente in due piccole popolazioni vicino alla costa orientale dell’isola; una nel bosco Pisano di Buccheri, Comune più alto degli Iblei (SR) e l’altra nella c.da Ciranna di Melilli (SR).
L’unica popolazione esistente di Z. sicula, scoperta nel 1991, è ubicata sul versante settentrionale dei Monti Iblei, nella Sicilia sud-orientale, ed è formata da 200-250 esemplari nel bosco Pisano, una querceta di circa mezzo ettaro che cresce a 450 m di altitudine, in prossimità di Buccheri, e nella zona di Melilli.
Il suo habitat di ritrovamento è stato all’interno di un fondo di burrone con riserva idrica sotterranea tutto l’anno, tra i 318 e i 526 m. s.l.m.

Descrizione –
La Zelkova sicula è una pianta che cresce in forma di arbusto o alberello deciduo (anche se la statura potenziale è ancora sconosciuta ma, sicuramente, di portamento arboreo), talvolta a portamento cespuglioso, alto fino a circa 5 m.
La corteccia è grigia, liscia negli alberi giovani e nani, probabilmente esfoliante alla fine in placche sottili. I ramoscelli sono pubescenti e di colore bruno-cinerino.
Le foglie sono di forma ovoidale, piccole, scarsamente lobate, coriacee e pelose, simili a quelle di un olmo, si distinguono da questo per il margine grossolanamente seghettato e per la simmetria della lamina (asimmetrica nell’olmo); le foglie sono lunghe 1–5 cm e larghe 0,5-3,5 cm, con un picciolo di 1–4 mm; i margini presentano 6-8 lobi su ciascun lato; le foglie sono rugose su entrambe le superfici per la presenza di corti peli rigidi, più abbondanti lungo le nervature della pagina inferiore.
Nel clone di Bosco Pisano la foglia è ovata e più larga vicino alla base, di circa 5 × 3 cm, con (3–)4–6 paia di vene principali, ciascuna terminante con un dente grande e con occasionali denti intermedi o vene biforcute. Nel clone di c.da Ciranna la foglia è largamente lanceolata, circa 6 × 3 cm, con (3–)5–8 paia di vene maggiori che terminano con un grosso dente.
Il frutto è una drupa larga circa 3 mm, di forma irregolare.

Coltivazione –
La Zelkova sicula è una pianta di recente scoperta tanto da essere la specie di albero europea scoperta più di recente.
Nel 1991, l’ecologo siciliano Giuseppe Garfi stava effettuando un’indagine floristica sui Monti Iblei nella parte orientale dell’isola (Garfi 2013); durante questo sopralluogo in un canalone roccioso del Bosco Pisano lungo meno di 200 m, intravide in un burrone un paio di centinaia di cespugli rachitici e brulicanti di cui Garfi non riconobbe il fogliame. Ben presto furono identificati come una specie di Zelkova, molto somigliante a Z. abelicea (Zelkova abelicea (Lam.) Boiss.), la cui distribuzione naturale è limitata all’isola di Creta, oltre 700 km a est.
L’analisi genetica ha mostrato che queste piante erano triploidi, piuttosto che diploidi come le altre specie Zelkova, indicando un’antica origine ibrida. Erano sopravvissuti in un clima sempre più arido all’interno del burrone, dove l’acqua scorreva sottoterra tutto l’anno, grazie alla capacità del genere di succhiare copiosamente. Il polline di questi alberi è anormale e da essi non è stata sollevata alcuna piantina; la popolazione del Bosco Pisano rappresenta quindi un unico clone. Sebbene fossero ampiamente esplorate dal bestiame in libertà, gli agricoltori locali non erano a conoscenza di queste piante (Kozlowski et al. 2018).
Si è operato così uno sforzo concertato per salvaguardare la specie e nel 2009 è stata scoperta una seconda popolazione leggermente più numerosa in un’altra valle più ampia presso Ciranna, 17 km a est e ad un’altitudine inferiore nei Monti Iblei.
La popolazione di c.da Ciranna è un altro clone a propagazione vegetativa, e ha un aspetto leggermente diverso da quella di Bosco Pisano, come descritto in precedenza.
La popolazione complessiva si estende a quasi 2000 polloni cespugliosi. Incendi violenti e siccità sempre più gravi rappresentano le principali minacce alla sopravvivenza della specie; 23 polloni del Bosco Pisano si sono seccati a causa dello stress da siccità nel 2007 (IUCN 2017; Kozlowski et al. 2018). Ciascuna delle due popolazioni è stata ora recintata contro il pascolo.
Per quanto riguarda la sua propagazione e conservazione, data l’inadeguatezza dei microclimi in cui la specie si è trovata abbandonata, la Z. sicula si è subito presentata come un forte candidato per la conservazione ex situ.
Così un pollone della popolazione del bosco Pisano è stato trapiantato nel 1993 in un giardino a Buccheri, che a 820 m sui Monti Iblei riceve precipitazioni notevolmente maggiori; nel 2012 questo ha formato un albero ben fatto alto 7 m e continua a crescere in modo abbastanza vigoroso (Kozlowski & Gratzfeld 2013).
Inoltre si è subito dimostrato che la Z. sicula era idonea alla traslocazione (migrazione assistita), ovvero la creazione artificiale di nuove popolazioni come azione di conservazione in situ.
Quattro nuove popolazioni si sono stabilite nelle montagne più umide del nord della Sicilia e stanno crescendo molto più vigorosamente delle piante madri, anche se la neve, ironicamente, ha danneggiato alcuni alberelli (Garfi 2018); una quinta nuova popolazione è stata impiantata vicino a quella esistente a bosco Pisano, per confronto.
È possibile che la Z. sicula sia ancora più adatta alle condizioni più settentrionali dell’Europa. D
al 2010, la micropropagazione delle talee per una più diffusa conservazione ex situ e per la vendita commerciale è coordinata dal Conservatorio Botanico Nazionale di Brest in Francia (Garfi 2013). Sia le popolazioni di bosco Pisano che quelle di Ciranna sono ormai ben affermate nelle collezioni di tutta Europa ed entrambe sono state date a vivai specializzati.
La potenziale resistenza di questo albero, come suggerito sopra, è ancora una questione discussa, tuttavia gli alberelli si sono affermati anche a nord, fino nel Regno Unito, e promettono di creare piante molto più grandi di quelle selvatiche.

Usi e Tradizioni –
La Zelkova sicula, come detto, è una pianta scoperta nel 1991, durante un sopralluogo per realizzare un inventario forestale nelle campagne della Sicilia sud-orientale.
Il botanico Giuseppe Garfì dopo aver raccolto alcuni campioni, ha iniziato una ricerca minuziosa nel tentativo di classificarla, senza però giungere ad alcuna conclusione. Con l’aiuto del Prof. Quezel dell’Università di Marsiglia, uno dei massimi esperti al mondo di flora mediterranea, la sorpresa non tardò ad arrivare. I ricercatori erano davanti a quella che è stata considerata una delle più grandi scoperte botaniche avvenute in Italia nell’ultimo secolo; era una nuova specie: la Zelkova sicula.
Da precisare che, un tempo diffusa in tutto il Mediterraneo, la Zelkova è una pianta relitta della flora terziaria che oggi si rinviene soltanto in alcune aree rifugio dell’emisfero settentrionale. Circa 30.000 anni fa, a causa delle glaciazioni quaternarie, questo genere si è estinto in tutto il continente europeo, sopravvivendo soltanto in due ‘nicchie ecologiche’, rispettivamente sulle montagne dell’isola di Creta (Zelkova abelicea) ed in Sicilia (Zelkova sicula).
Oggi le popolazioni siciliane si trovano, come osservato, soltanto sui Monti Iblei, nei territori di Buccheri (260 piante) e Melilli (1540 piante). L’enorme valore botanico ed ambientale della Zelkova sicula e l’esiguo numero di esemplari viventi pongono la pianta nella lista IUCN delle 50 specie a maggiore rischio di estinzione del Mediterraneo, motivo che ha spinto il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, prima, e l’Unione Europea, dopo, a finanziare dei progetti per la sua conservazione.
Infatti, pur essendo incluse in due siti di importanza comunitaria (SIC), le popolazioni di Zelkova sicula non erano soggette fino al 2013 ad alcuna misura di protezione legale. Una situazione paradossale che è stata superata grazie al Decreto di tutela del Presidente della Regione (D.P.R.S. n°312 del 27/05/2013), emanato nell’ambito dell’interessante progetto Zelkov@zione, che fa parte del programma LIFE della Commissione Europea e che vede come partner coordinatore il Dipartimento Regionale dell’Ambiente della Regione Siciliana (DRA), e come partner associati il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana (DRSRT), il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Bioscienze e BioRisorse di Palermo (CNR-IBBR), il Conservatoire Botanique National di Brest (CBNB) e Legambiente Onlus.
Il progetto si presenta come una grande sfida in quanto va eseguito attraverso alcune tappe fondamentali tra cui il censimento dell’intera popolazione, la conservazione ed il restauro dell’habitat naturale, lo studio della struttura genetica delle popolazioni, la produzione di materiali di moltiplicazione, la diffusione della specie e ovviamente la realizzazione di campagne di sensibilizzazione ed educazione.
Il team di ricercatori del CNR di Palermo, in collaborazione con il CBNB, ha messo a punto uno specifico protocollo di propagazione a cui è seguita l’individuazione di quattro siti-pilota, in alcuni boschi siciliani, per una prima campagna di reintroduzione in natura (‘colonizzazione assistita’).
Inoltre un nuovo nucleo di piante di Zelkova sicula è stato reintrodotto il 5 dicembre 2019 in un nuovo sito localizzato sui Monti Iblei a circa 880 m s.l.m., in contrada Bosco Contessa (Libero Consorzio di Siracusa). Il sito è incluso all’interno del Demanio Forestale Regionale gestito dal DRSRT. In totale sono state messe a dimora 18 piantine di età da 1 a 3 anni ottenute da colture in vitro presso i laboratori del CNR-IBBR di Palermo. L’impianto, effettuato da operai forestali del DRSRT con il coordinamento di personale CNR-IBBR, porta a 5 il numero totale dei siti di reintroduzione della specie target.
Il giorno 15 maggio 2019 due piante di Zelkova sicula, ottenute da colture in vitro presso i laboratori del CNR-IBBR, sono state impiantate, altresì, nell’Orto Botanico di Palermo, arricchendo l’importante patrimonio botanico della prestigiosa istituzione siciliana. I due esemplari sono stati collocati rispettivamente nella sezione Ulmaceae dei quartini linneani e nella collinetta mediterranea, che ospita una collezione di endemismi originari di tutto il Bacino del Mediterraneo
A tutt’oggi, tuttavia, la Z. sicula è considerata dalla IUCN una specie in pericolo critico di estinzione (Critically Endangered) ed è stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea.

Modalità di Preparazione –
La Zelkova sicula è una di quelle piante, come l’Abies nebrodensis, il cui obiettivo è, ovviamente, la conservazione e diffusione.
Non esistono pertanto altri impieghi se non quello di conservazione in situ ed ex situ.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto.
https://www.treesandshrubsonline.org/articles/zelkova/zelkova-sicula/

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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