Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Flacourtia rukam

Flacourtia rukam

Il rukam (Flacourtia rukam Zoll. & Moritzi 1846) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Salicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Salicales,
Famiglia Salicaceae,
Genere Flacourtia,
Specie F. rukam.
Sono sinonimi i termini:
– Flacourtia cataphracta Blume;
– Flacourtia edulis Griff.;
– Flacourtia euphlebia Merr.;
– Flacourtia megaphylla Ridl.;
– Flacourtia peninsula Elmer;
– Flacourtia peninsularis Elmer;
– Flacourtia peninsularis Elmer ex Merr.;
– Flacourtia sulcata Elmer;
– Hisingera grandifolia Turcz..
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti varietà:
– Flacourtia rukam var. micronesica Fosberg & Sachet;
– Flacourtia rukam var. rukam.

Etimologia –
Il termine Flacourtia è in onore del francese Étienne de Flacourt (1607-1660) che fu Governatore del Madagascar.
L’epiteto specifico rukam proviene dal nome vernacolare malese.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Flacourtia rukam è una pianta originaria dell’Asia sudorientale insulare della Melanesia e della Cina (Guangdong, Guangxi, Hainan e Yunnan) e presente in Indonesia, Malaysia, Papua Nuova Guinea, Taiwan, Thailandia e Vietnam; di qui la pianta si è diffusa nell’Asia sudorientale continentale, in India e in Polinesia.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste umide sempreverdi fino a circa 1500 m di altitudine, spesso lungo le rive di corsi d’acqua ma viene anche coltivata per i suoi frutti commestibili.

Descrizione –
La Flacourtia rukam è un albero generalmente dioico, sempreverde, molto ramificato fin dalla base.
Il tronco è di 5-18 m di altezza e fino a 30 cm di diametro, provvisto di robuste spine semplici o biforcate, lunghe fino a 10 cm, presenti anche sui rami più vecchi, a volte assenti nelle piante coltivate.
Le foglie sono portate da un picciolo lungo circa 0,5 cm, sono semplici, alterne, oblungo-ellittiche con margine lievemente dentato e apice lungamente assottigliato, di 6-13 cm di lunghezza e 3-6 cm di larghezza, glabre, di colore verde scuro superiormente, più chiaro inferiormente; le foglie giovani sono pendenti, di colore da rosa carico a rosso bruno.
Le infiorescenze sono dei corti racemi ascellari lievemente pubescenti portanti minuscoli fiori unisessuali, raramente bisessuali, privi di petali di colore giallo verdastro.
I frutti sono bacche globose, arrotondate, di 1,5-2,5 cm di diametro, con gli stili persistenti all’apice, di colore da verde pallido, a rosa, a porpora scuro a maturità, con polpa biancastra succosa e acidula.
All’interno sono presenti, solitamente, da 4 a 7 semi appiattiti di forma irregolare di circa 8×5 mm.

Coltivazione –
La Flacourtia rukam è un albero spesso spinoso che, oltre che crescere allo stato naturale, viene coltivato in alcune zone dei tropici, in particolare in Asia, per i suoi frutti commestibili.
La pianta cresce meglio in condizioni tropicali umide fino ad un’altitudine di 1.500 metri sul livello del mare e preferisce una posizione in pieno sole in terreno fertile e ben drenato.
È una specie adatta a zone a clima tropicale e subtropicale umido, se ne può tentare la coltivazione in quelle temperato-calde più miti, dove valori di temperatura intorno a 0 °C sono eventi eccezionali e di brevissima durata. Richiede una esposizione in pieno sole o in ombra parziale e non è particolarmente esigente riguardo ai suoli, anche poveri, mantenuti pressoché costantemente umidi, anche se cresce al meglio in quelli sabbiosi e acidi.
Tuttavia l’albero sembra essere abbastanza adattabile a una vasta gamma di temperature, precipitazioni e condizioni del suolo.
Le piante sono generalmente dioiche, anche se occasionalmente si trovano forme monoiche; così mentre gli alberi femminili spesso fruttificano in assenza di una pianta maschio, per ottenere raccolti migliori dovrebbero essere coltivate sia piante maschili che femminili.
La pianta si riproduce facilmente per seme, tanto da essersi naturalizzata in molte aree tropicali dove è stata introdotta, in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C, con tempi di germinazione di 6-8 settimane, per margotta o tramite i polloni radicali che solitamente produce.

Usi e Tradizioni –
La Flacourtia rukam è una pianta conosciuta con vari nomi comuni; tra questi riportiamo i seguenti: Indian prune, rukam (inglese); da ye ci li mu (cinese); prunier de Chine, prunier malgache (francese); rukam gajah, rukam manis, rukem (malese); ciruela de Madagascar (spagnolo); Madagaskarpflaume (tedesco); khrop dong, ta khop thai (thailandese); mung guan ru’ng (vietnamita).
I frutti sono eduli anche se la polpa acidula e astringente non viene solitamente consumata cruda, anche se schiacciando il frutto, per esempio tra le mani, pare si attenui l’astringenza, ma è utilizzata per conserve e condimenti; i giovani germogli vengono consumati in alcune località sia crudi che cotti come verdura.
Il legno, particolarmente duro, è utilizzato nelle costruzioni e per oggetti di uso comune. Foglie, frutti e radici vengono usati nella medicina tradizionale per varie patologie.

Modalità di Preparazione –
La Flacourtia rukam è una pianta che viene raccolta allo stato naturale o coltivata per vari usi, quali quelli alimentari, medicinali e per il suo legno.
I frutti si mangiano crudi o cotti. I frutti maturi sono violacei, succosi e subacidi, spesso vengono mangiati anche in natura.
Far rotolare il frutto tra le palme appena prima di mangiarlo riduce l’astringenza naturale del frutto.
Il frutto viene utilizzato anche per preparare marmellate, gelatine e conserve.
I giovani germogli, di un bel rosso, si consumano crudi in insalate e contorni.
In campo medicinale il frutto immaturo è ricco di tannini e viene utilizzato per preparare un medicinale tradizionale per curare la diarrea e la dissenteria.
Il succo delle foglie si applica sulle palpebre infiammate.
Un decotto di radice viene assunto dalle donne dopo il parto.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/3676366/original.JPG
https://sweetgum.nybg.org/images3/4095/757/04710815.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *