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Phytolacca americana

Phytolacca americana

L’Uva turca, conosciuta anche come Cremesina uva turca, Fitolacca americana o Uva da colorare (Phytolacca americana L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Phytolaccaceae

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Caryophyllidae,
Ordine Caryophyllales,
Famiglia Phytolaccaceae,
Genere Phytolacca,
Specie P. americana.
Sono sinonimi i termini:
– Phytolacca americana var. lancifolia H.Walter;
– Phytolacca decandra L.
– Phytolacca vulgaris Bubani, nom. illeg.;
– Phytolacca vulgaris Crantz.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti varietà:
– Phytolacca americana var. americana Linnaeus;
– Phytolacca americana var. huadongensis X.H.Li;
– Phytolacca americana var. rigida (Small) Caulkins & R.E.Wyatt.

Etimologia –
Il termine Phytolacca proviene dal greco φυτόν phytόn pianta e dall’indi lakh, un colorante estratto da un insetto che fornisce una tinta simile a quella violacea del succo contenuto nelle bacche.
L’epiteto specifico americana è stato dato per via della sua origine nelle Americhe.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Phytolacca americana è una pianta originaria di un’area tra gli Stati Uniti e l’est del Canada e diffusasi in altre aree quali: Sud America, Europa, Cina e sud est dell’Asia, est dell’Australia, sud Africa ed altre zone, come in Giappone e Nuova Zelanda.
In molte aree è divenuta una pianta neofita invasiva ed oggi viene coltivata nell’Europa meridionale come pianta da giardino e largamente naturalizzata ed infestante in tutta Italia.
Il suo habitat è quello dei suoli ricchi di umidità nelle radure, ai margini dei boschi e ai bordi delle strade; in dettaglio la si trova su terreni incolti in campi, giardini, margini di strade, rive dei corsi d’acqua, massicciate ferroviarie, ambienti ruderali, su suoli freschi e ricchi di humus, al di sotto della fascia montana inferiore, fino a 1.400 m. s.l.m..

Descrizione –
La Phytolacca americana è una grande pianta erbacea, perenne, che può crescere in altezza fino a 2,5 metri, anche nel corso di un’estate, ma di solito è cresce tra 1,2 e 2 metri.
La pianta ha una radice a fittone bianco e carnoso, da cui si accresce uno stelo centrale eretto che si orienta poi in una forma orizzontale allargata in seguito al peso delle bacche; i singoli rami sono robusti, lisci e di colore variabile dal verde al violaceo.
La pianta deve avere qualche anno prima che la radice cresca tanto da sostenere queste dimensioni. Questa radice fittonante cresce in profondità e si diffonde orizzontalmente con un discreto numero di radichette. Le fette di radice tagliate trasversalmente mostrano anelli concentrici.
Le foglie sono intere e semplici con lunghi piccioli e disposte alternativamente lungo il fusto. Le foglie possono raggiungere i 41 centimetri di lunghezza ed hanno un colore verde medio e lisce, con un odore distinto che molti definiscono sgradevole.
I fiori hanno 5 parti regolari con stami eretti e sono larghi fino a 5 millimetri; hanno sepali bianchi simili a petali posti su pedicelli bianchi e peduncoli che formano un racemo eretto o ricadente; questi si scuriscono man mano che la pianta fruttifica. Le fioriture compaiono per la prima volta all’inizio dell’estate e continuano fino all’inizio dell’autunno.
Il frutto è un baccario (Spjut) schizocarpo con 10 frutticini indeiscenti e carnosi che a maturità formano un unico frutto globoso, del diametro di 8-10 mm, lucido, nero-purpureo con endocarpo indistinto simile ad una bacca.
I semi sono 10, di circa 3 mm, subreniformi, compressi, lucidi e neri.

Coltivazione –
La Phytolacca americana è una pianta perenne che viene raccolta in natura per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
È una pianta facilmente coltivabile, che cresce nella maggior parte dei terreni, pur preferendo un terreno che trattiene l’umidità in zona soleggiata o mezz’ombra, anche sotto gli alberi.
È una pianta molto ornamentale che spesso si autosemina quando si trova in posizione idonea ed ha una crescita rapida.
In campo agrario è considerata una specie infestante dagli agricoltori.
La propagazione avviene per seme; la semina va effettuata in autunno o primavera.
Le giovani piantine possono essere poste in singoli vasi dove l’inverno è più rigido e protette dal freddo.
Il trapianto va effettuato in tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste, tuttavia può essere seminata direttamente in pieno campo nel periodo primaverile.
I semi hanno una lunga vitalità, in grado di germogliare dopo molti anni nel terreno.
Si può propagare agamicamente, tramite divisioni, all’inizio della primavera o all’inizio dell’autunno, assicurandosi che ogni sezione abbia almeno un germoglio di crescita. Porzioni più grandi possono essere piantate direttamente in pieno campo.

Usi e Tradizioni –
La Phytolacca americana è una pianta, di cui tutte le parti risultano tossiche per l’uomo e gli animali domestici. I report ci dicono che i bambini sono coloro che vengono più frequentemente avvelenati dopo averne consumato le bacche. Sono noti casi in cui anche solo poche bacche sono risultate fatali. L’intossicazione si manifesta in genere 6 ore dopo l’ingestione: occorre rivolgersi immediatamente ad un ospedale.
Le tossine si trovano in massima concentrazione nella radice, poi nelle foglie e negli steli, e quindi nel frutto maturo. La pianta generalmente diventa più tossica con la maturità, ad eccezione delle bacche, che sono pericolose anche quando sono verdi.
Se si verifica la morte, di solito è dovuta a paralisi respiratoria.
L’avvelenamento dovuto ad ingestione di parti della pianta era comune nel Nord America orientale durante il 19° secolo, in particolare dall’uso di tinture come preparazioni antireumatiche e dall’ingestione di bacche e radici che venivano scambiate per pastinaca, topinambur o rafano.
Questa pianta è conosciuta con vari nomi comuni, in funzione di dove cresce. È Conosciuta come pokeweed o anche come pokeberry, poke root o, semplicemente poke, pigeonberry, inkberry e redweed, nei paesi anglosassoni.
Nella medicina cinese, viene chiamato chuíxù shānglù (垂序商陸). Come alimento, si chiama poke sallet, o più comunemente poke salad, ecc.
La pianta contiene antinfiammatori, proteine antivirali e sostanze che influenzano la divisione cellulare; il succo dei frutti era impiegato come colorante per il vino e dall’industria dolciaria, uso oggi sconsigliato perché, come il resto della pianta, ha proprietà purgative. Alcuni componenti tossici possono facilmente attraversare la barriera cutanea provocando dermatiti da contatto in soggetti sensibili.
Per questo motivo è fortemente raccomandato che le persone indossino guanti quando maneggiano la pianta.
La ricerca con gli esseri umani ha anche dimostrato che questa pianta può causare mutazioni (che possono portare al cancro) e difetti alla nascita.
Le foglie di questa pianta sono velenose anche se le tossine si sviluppano man mano che le piante invecchiano.
Anche i semi e la radice contengono principi tossici e la linfa delle piante può causare dermatiti nelle persone sensibili.
Pur tuttavia la pianta ha, in alcune aree, usi commestibili.
Le foglie devono essere cotte e anche allora è meglio cambiare l’acqua almeno una volta. In primavera e ad inizio estate, germogli e foglie (ma non la radice) sono edibili previa cottura, ma in seguito diventano anch’essi mortali.
Comunque sia dovrebbero essere utilizzate solo le foglie giovani poiché diventano tossiche con l’età ma è meglio evitare e comunque si consiglia cautela.
Anche i giovani germogli sono stati consumati cotti.
I tralci sono talora sbollentati prima dell’uso.
La tenera porzione interna chiara del gambo può essere arrotolata nella farina di mais e fritta.
Questa pianta è coltivata su piccola scala nel Nord America per i suoi germogli.
Anche i frutti vengono consumati cotti e usati nelle torte.
Crudi sono velenosi e provocano vomito e diarrea. Anche i frutti cotti vanno assunti con molta cautela.
Dai frutti si ricava un colorante rosso utilizzato come colorante alimentare.
La Phytolacca americana ha una lunga storia di uso medicinale, essendo impiegata tradizionalmente nel trattamento di malattie legate a un sistema immunitario compromesso. La pianta ha una chimica interessante ed è studiata dal 1995 come potenziale farmaco anti-AIDS.
Come detto contiene potenti agenti antinfiammatori, proteine antivirali e sostanze che influenzano la divisione cellulare. Questi composti sono tossici per molti organismi.
L’uso medico andrebbe seguito da uno specialista in quanto tutte le parti della pianta sono tossiche ed un eccesso provoca diarrea e vomito e, comunque, non dovrebbe essere prescritto alle donne in gravidanza.
La radice è alterativa, anodina, antinfiammatoria, catartica, espettorante, ipnotica, narcotica e purgativa.
La radice essiccata è usata come anodino e antinfiammatorio.
Questa viene assunta internamente nel trattamento di malattie autoimmuni (soprattutto artrite reumatoide), tonsillite, parotite, febbre ghiandolare e altri disturbi che coinvolgono ghiandole gonfie, catarro cronico, bronchite, ecc.
La radice fresca viene usata come impiastro su contusioni, dolori reumatici ecc., mentre un lavaggio ricavato dalle radici viene applicato su tumefazioni e distorsioni.
Il frutto ha un’azione simile ma più mite alle radici.
Il succo è utilizzato nel trattamento del cancro, delle emorroidi e dei tremori.
Un tè ricavato dal frutto è usato nella cura dei reumatismi, della dissenteria, ecc.
L’elevato contenuto di potassio e le ceneri, che contengono oltre il 45% di potassa caustica, sono state utilizzate come balsamo per ulcere e escrescenze cancerose.
Le foglie sono catartiche, emetiche ed espettoranti.
Dalla radice fresca si ricava un rimedio omeopatico e la sua azione principale è sulla gola, sul seno, sui tessuti muscolari e sulle articolazioni.
Tra gli altri usi si ricorda che dal frutto si ottengono un inchiostro rosso e un colorante, di un bel colore, anche se non molto permanente.
Le radici sono ricche di saponine e possono essere utilizzate come sostituto del sapone.
Queste vanno tagliate a pezzetti e fatte bollire in acqua bollente per ottenere il sapone.
Da un punto di vista ecologico si ricorda, comunque che la P. americana è una pianta importante per l’avifauna. Gli uccelli infatti non sono influenzati dai veleni nelle bacche e li mangiano, disperdendo i semi. Si dice che le bacche siano una buona fonte di cibo per uccelli canori e altre specie di uccelli e piccoli animali che non sono influenzati dalle sue tossine. Si ritiene che la distribuzione attraverso gli uccelli sia responsabile della comparsa di piante isolate in aree altrimenti prive.
Tra gli uccelli che si nutrono della bacche di questa pianta ricordiamo:
– Dumetella carolinensis, Mimus polyglottos, Cardinalis cardinals, Toxostoma rufum ed altri come la Zenaida macroura e la Bombycilla cedrorum.
I piccoli mammiferi apparentemente tolleranti delle sue tossine includono il procione, l’opossum, la volpe rossa e grigia e il topo dai piedi bianchi.
Inoltre questa pianta è fonte di cibo per alcune specie di lepidotteri come la falena Hypercompe scribonia.
La pianta non è invece appetibile per la maggior parte degli animali e viene evitata a meno che non sia disponibile altro o sia presente nel fieno contaminato, ma cavalli, pecore e bovini si sono avvelenati mangiando foglie fresche o foraggio verde e maiali mangiando le radici.

Modalità di Preparazione –
La Phytolacca americana è una pianta che ha una lunga storia di usi sia in campo alimentare che medicinale anche se ha causato, soprattutto per persone sprovvedute e bambini frequenti avvelenamenti.
La radice si raccoglie in autunno e può essere essiccata per un uso successivo mentre le foglie giovani devono essere cotte avendo cura di cambiare più volte l’acqua si cottura.
Anche i giovani germogli sono stati consumati cotti.
I tralci sono talora sbollentati prima dell’uso.
Pa parte tenera interna, di colore chiaro del gambo può essere usata nella farina di mais e fritta.
Anche i frutti vengono consumati cotti e usati nelle torte.
Dai frutti si ricava un colorante rosso utilizzato come colorante alimentare.
La radice fresca viene usata come impiastro su contusioni, dolori reumatici ecc., mentre un lavaggio ricavato dalle radici viene applicato su tumefazioni e distorsioni.
Anche un tè ricavato dal frutto è usato nella cura dei reumatismi, della dissenteria, ecc.
Tra gli altri usi si ricorda che dal frutto si ottengono un inchiostro rosso e un colorante, mentre le radici possono essere utilizzate come sostituto del sapone, tagliandole a pezzetti e fatte bollire in acqua bollente.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/255981431/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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