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Aedes albopictus

Aedes albopictus

La zanzara tigre (Aedes albopictus Skuse, 1894) è un insetto appartenente alla famiglia dei Culicidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Panorpoidea,
Ordine Diptera,
Sottordine Nematocera,
Infraordine Culicomorpha,
Famiglia Culicidae,
Sottofamiglia Culicinae,
Tribù Aedini,
Genere Aedes,
Sottogenere Stegomyia,
Specie A. albopictus.
Sono sinonimi i termini:
– Culex albopictus Skuse, 1894;
– Stegomyia albopicta (Skuse, 1895);
– Stegomyia nigritia Ludlow, 1910;
– Stegomyia quasinigritia Ludlow, 1911;
– Stegomyia samarensis Ludlow, 1903.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Aedes albopictus, pur se è una specie indigena in zone tropicali e subtropicali, si sta adattando rapidamente anche a regioni più fredde.
Questo insetto, in particolare, è originario del sud-est asiatico ma sfruttando i trasporti commerciali umani si è diffusa in molte zone del mondo: nella metà del XX secolo si diffuse in Africa e nel Medio Oriente e a seguire nel continente sudamericano, negli Stati Uniti d’America, in Oceania e per ultima in Europa.
I primi esemplari riprodotti in Europa sono stati ritrovati a Laç, nell’Albania settentrionale nell’agosto 1979. Il gruppo albanese di sorveglianza ha ipotizzato che la zanzara fosse presente almeno dal 1975 e ha individuato il mezzo responsabile in una nave cargo proveniente dalla Cina attraccata al porto di Durazzo.
In Italia fa la sua comparsa nel 1990 a Genova, in un deposito di pneumatici usati, importati dagli Stati Uniti. Da qui si è diffusa praticamente in tutta la penisola ed è presente in molti altri paesi europei.
L’ Aedes albopictus è inserita nell’elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo redatto dallo IUCN/ISSG.
Nelle zone tropicali calde e umide è attiva tutto l’anno mentre in regioni temperate sverna sotto forma di uova, riprendendo il ciclo in forma adulta durante la primavera (in Italia è attiva da marzo a ottobre).
Le uova delle varietà presenti nelle zone temperate tollerano meglio il freddo (temperature sotto zero, neve) di quelle presenti in regioni più calde. Inoltre, gli esemplari adulti possono sopravvivere durante l’inverno in micro habitat adeguati.

Morfologia –
La zanzara tigre è un insetto che misura dai 5 ai 10 millimetri di lunghezza con i maschi che si distinguono dalle femmine in quanto sono più piccoli di circa il 20% anche se possiedono una morfologia molto simile.
Si presenta con una vistosa tigratura bianca e nero.
Come tutte le specie di zanzare, le antenne dei maschi sono decisamente più folte rispetto a quelle delle femmine.
I palpi mascellari dei maschi sono più lunghi delle loro proboscidi; invece i palpi mascellari delle femmine sono molto più corti.

Attitudine e Ciclo biologico –
L’ Aedes albopictus è diurna ed esplica la propria attività principalmente nel tardo pomeriggio e nelle prime ore del mattino.
Inoltre è antropofila in quanto ha una spiccata preferenza per il genere umano. È la specie più rappresentata negli ambienti urbani, dove trova molteplici luoghi adatti alla propria riproduzione e numerosi ospiti su cui pasteggiare.
Le femmine depongono le uova sulle pareti di contenitori di varia natura in grado di contenere acqua. Prediligono luoghi piccoli e scuri che simulano il loro ambiente naturale, rappresentato da piccole cavità presenti negli alberi delle foreste tropicali da dove provengono. Negli ambienti urbanizzati, la loro scelta ricade su tutti quei piccoli contenitori presenti nei giardini e terrazzi (piccole anfore, sottovasi, pozzetti di raccolta dell’acqua piovana, grondaie, giochi per i bambini, annaffiatoi), ma anche lungo le strade, nei parchi, piazzali e strade.
Le uova resistono alla siccità e possono sopravvivere oltre 6 mesi in queste condizioni, ma per schiudere e avviare così il ciclo larvale dovranno necessariamente essere sommerse dall’acqua. Il ciclo vitale si compone di 4 distinte fasi: uovo, larva, pupa e adulto. Le larve e le pupe possono svilupparsi solo ed esclusivamente in presenza di acqua. La zanzara tigre ha un limitato raggio d’azione (meno di 200 metri), perciò i luoghi di deposizione delle uova sono vicini a dove se ne osserva la presenza.
Il ciclo biologico della Aedes albopictus è simile a quello delle altre zanzare.
Alcuni giorni dopo un singolo pasto di sangue, necessario alla maturazione delle uova, le femmine cercano un sito adatto per ovideporre, costituito di norma dalle pareti interne di un recipiente contenente o che ha contenuto acqua stagnante. La maggior parte delle uova viene deposta pochi millimetri più in alto dell’esistente pelo dell’acqua, dove restano in attesa di un innalzamento di livello. Ogni femmina può arrivare a deporre fino a 100 uova (in media una sessantina) per ciascun ciclo gonotrofico, avendo cura di non deporle tutte nello stesso focolaio. Nei periodi più favorevoli dal punto di vista climatico il ciclo si ripete ogni 3-5 giorni. Ogni esemplare vive in genere dalle 2 alle 4 settimane, pungendo ed ovideponendo numerose volte.
La schiusa avviene quando le uova vengono sommerse, per esempio in occasione di una pioggia. Le uova sono in grado di superare lunghi periodi asciutti in stato quiescente. Come per le altre zanzare, dalle uova nascono delle larve acquatiche che, attraverso 4 stadi di crescita, separati da mute, raggiungono lo stadio di pupa. La zanzara adulta sfarfalla dopo circa 48 ore, abbandonando la spoglia della pupa (esuvia) nell’acqua. Alle nostre latitudini l’intero ciclo di sviluppo può durare da 10 giorni a più settimane, a seconda della temperatura.
Circa 48 ore dopo lo sfarfallamento maschi e femmine sono in grado di accoppiarsi. Subito dopo, la femmina può effettuare il suo primo pasto di sangue, mentre il maschio, esaurita la propria funzione riproduttiva, sopravvivrà solo pochi giorni durante i quali non si nutrirà mai di sangue. Sia maschi che femmine traggono l’energia necessaria alla loro vita da succhi zuccherini di origine vegetale.

Ruolo Ecologico –
Come nelle altre specie di zanzara soltanto le femmine di Aedes albopictus hanno bisogno di assimilare sangue per la produzione delle uova. Esse integrano il loro fabbisogno energetico con nettare ed altri succhi vegetali dolci, esattamente come fanno i maschi. Nella localizzazione dell’ospite hanno un ruolo importante l’anidride carbonica, le sostanze organiche prodotte dall’ospite e segnali visivi.
Questa zanzara punge di giorno. A seconda delle regioni e del biotipo esistono diversi momenti di attività più intensa. Generalmente però è inattiva durante le ore centrali della giornata e nelle ore notturne. Cerca le sue prede dentro e fuori le abitazioni, ma è particolarmente attiva all’aria aperta.
Oltre agli esseri umani, l’Aedes albopictus punge anche altri mammiferi e uccelli. Quando affronta un pasto di sangue la localizzazione dell’ospite è molto perseverante e prudente. La ricerca di un ospite avviene in due momenti. In una prima fase la zanzara mostra un comportamento di ricerca indistinta. Quando poi percepisce l’ospite inizia la fase di approccio mirato.
Spesso interrompe il pasto di sangue prima di aver ingerito la quantità necessaria allo sviluppo delle uova; per questo comportamento possono pertanto pungere vari ospiti durante il ciclo della produzione delle uova. Poiché pungono ospiti di specie diverse sono particolarmente atte a trasmettere malattie da una specie all’altra (ad esempio la dirofilariasi dal cane all’uomo). La quantità di sangue succhiata con ogni puntura dipende dalla grandezza della zanzara, ma di solito è di circa 2 microlitri.
La diffusione di Aedes albopictus a lunga distanza avviene in primo luogo tramite vie marittime. Di solito carichi navali di copertoni usati, bambù portafortuna (Dracaena sanderiana) e fiori possono trasportare le uova, le larve e le pupe delle zanzare tigre. Autoveicoli privati, camion e treni sono importanti mezzi di trasporto a livello regionale.
Per quanto riguarda la stretta socializzazione con gli uomini, la zanzara tigre in Europa è molto simile alla zanzara comune (Culex pipiens) ma oltre alle differenze rispetto alla loro biologia, quelle della specie Culex pipiens preferiscono specchi d’acqua più ampi per la deposizione delle uova e tollerano meglio il freddo. In Europa la Aedes albopictus occupa una nuova nicchia piuttosto ampia che non si sovrappone con quella di specie autoctone e/o naturalizzate, le quali non risultano così in grado di ostacolarne la diffusione. Una possibile competizione fra le specie che depongono le loro uova in tronchi d’albero (Aedes cretinus, Aedes geniculatus e Anopheles plumbeus) è ancora da stabilire. Queste specie, però, non sembrano preferire ambienti popolati dagli uomini.
Per quanto riguarda i pericoli per la salute si ricorda che essendo la Aedes albopictus particolarmente aggressiva nei confronti dell’uomo, il fatto di essere attiva durante il giorno e la capacità di svilupparsi in ambienti urbani, quindi in stretto contatto con l’uomo, può trasmettere nematodi come la dirofilariasi e virus responsabili di malattie come la febbre gialla, l’encefalite di St. Louis, la dengue, la chikungunya e zika.
Questa zanzara è stata responsabile nel tempo di varie epidemie.
Inoltre la zanzara tigre è importante anche nella medicina veterinaria in quanto è vettore di vermi parassiti del genere Dirofilaria, agenti della dirofilariasi cardiovascolare in cani e gatti.
I metodi di contenimento della zanzara tigre si basano sull’uso di anidride carbonica e di una combinazione di sostanze chimiche naturalmente presenti sulla pelle umana (acidi grassi, ammoniaca, acido lattico) che danno i risultati migliori.
Inoltre altre larve di zanzara, vermi piatti, coleotteri nuotatori, funghi, ciliati, parameci, protozoi che agiscono come parassiti, copepodi predatori e ragni sono nemici naturali dello stadio larvale delle zanzare tigre asiatiche.
In particolare le larve di Toxorhynchites speciosus si nutrono delle larve di Aedes albopictus.
Le larve di Toxorhynchites, un genere di zanzara che non succhia il sangue, si nutre di altre larve di zanzara e si trovano spesso con le larve di zanzara tigre. I vermi piatti e i piccoli coleotteri nuotatori sono considerati predatori naturali.
I funghi del genere Coelomomyces (ordine Blastocladiales) si sviluppano all’interno della cavità viscerale delle larve di zanzara. La specie Coelomomyces stegomyiae è stata trovata per la prima volta sulla zanzara tigre asiatica.
Anche i parameci possono interessare le larve della zanzara tigre e la prima specie rilevata è stata Lambornella stegomyiae (Hymenostomatida: Tetrahymenidae). La virulenza, il tasso di mortalità e le successive possibilità dell’adozione di Lambornella come rimedio biologico per il controllo dell’ Aedes albopictus, tuttavia, ha ancora opinioni contrastanti.
Tra gli altri nemici si ricorda che gli sporozoi del genere Ascogregarina (Lecudinidae) infettano lo stadio larvale delle zanzare.
Altri predatori sono stati trovati in altri habitat e sono allo studio gli effettivi impieghi nella lotta bilogica.
In generale per il contenimento e la soppressione della Aedes albopictus a causa della sua notevole capacità di adattamento ad ambienti diversi, del suo stretto contatto con gli uomini e della sua biologia riproduttiva, si è dimostrata molto difficile da attuare.
Tuttavia la sorveglianza delle aree non ancora colonizzate e il monitoraggio delle aree già infestate sono strumenti utili nella gestione del problema. Oltre alla sorveglianza dei porti si dovrebbero tenere sotto osservazione, con metodi adeguati, trasporti carichi di copertoni, punti di rinfresco sulle autostrade, negozi con piante importate e stazioni ferroviarie.
Nel controllo della zanzara tigre gioca un ruolo importante l’eliminazione o inattivazione dei luoghi di deposizione delle uova, che non sono mai lontani da dove le persone vengono punte. Vanno individuati ed inattivati i focolai di sviluppo larvale quali pozzetti stradali, grondaie otturate, copertoni vecchi contenenti dell’acqua, abbeveratoi per uccelli, sifoni di fogne, sistemi di drenaggio con acqua stagnante e qualsiasi altro accumulo di acqua. Per evitare che le zanzare ci depongano le uova, è consigliabile riempire di sabbia o ghiaia fine vasi, buchi di nodi di alberi ed altre fessure in grado di raccogliere dell’acqua. Anche i rifiuti possono contenere acqua piovana e vanno perciò rimossi. (Si pensi ad esempio ad una scatoletta di tonno gettata al suolo o più semplicemente ad un coperchio di un vasetto. L’acqua che può contenere è sufficiente alla riproduzione della zanzara)
I luoghi dove è impossibile evitare la presenza di acqua (tombinatura stradale ecc.) possono essere trattati periodicamente con larvicidi chimici o biologici tra cui il Bacillus thuringiensis israelensis (Bti). Il Bti è un batterio che produce delle tossine in grado di uccidere le larve delle zanzare e certi altri ditteri, senza però essere nocivo ad altri organismi. A fronte di un minore impatto ambientale il BTI sconta una minor efficacia (circa il 20% in meno) nei confronti della Aedes albopictus rispetto a quanto registrato nei confronti della Culex pipiens.
Si ricorda che l’applicazione di insetticidi contro le zanzare adulte ha soltanto un effetto limitato ed hanno invece controindicazione di natura ecologica e sulla salute umana maggiori del rimedio stesso (ISPRA rapporto 2015). Gli spray usati di notte contro le zanzare non hanno alcun effetto se non si trattano anche i luoghi di riposo delle zanzare tigre (usare lo spray durante il giorno può violare le indicazioni per il corretto impiego descritto sulla confezione quando, ad esempio, sono presenti nell’area api in cerca di polline). Le larve e le uova sono una buona riserva per la popolazione di zanzare, la quale, di solito, si riprende velocemente.
La sorveglianza contro queste zanzare può essere effettuata tramite ovitrappole che vengono di solito impiegate per il monitoraggio di Aedes albopictus; sono dei contenitori neri con dell’acqua e dei blocchetti di polistirolo, stecche di masonite o piccole palette galleggianti. Le zanzare tigre femmine depongono le loro uova su queste superfici ruvide, appena sopra il pelo dell’acqua. Tramite l’identificazione delle uova e delle larve che nascono in laboratorio da queste uova si possono stimare la presenza e la quantità di queste specie. Versioni di tali trappole con una pellicola autoadesiva (sticky trap), che catturano le zanzare quando stanno per depositare le uova, facilitano molto l’analisi e la rendono più veloce. Trappole di questo tipo sono però complicate nel modo d’impiego. I risultati delle ovitrap variano spesso e dipendono dall’eventuale vicinanza di altri luoghi per la deposizione delle uova; per poter comparare differenti campionamenti bisogna poi standardizzare il metodo di campionamento e la metodologia di analisi dei dati, tenendo conto del numero di ovitrappole ritrovate effettivamente attive e del numero dei giorni di esposizione in campo.
Si evidenzia, infine, che esistono poche trappole efficaci contro la zanzara tigre adulta; le trappole che catturano altre specie non la intrappolano in maniera soddisfacente. Tuttavia un nuovo tipo di trappola riesce a catturare quantità significanti di Aedes albopictus; questo mezzo produce, con l’aiuto di una ventola, una corrente d’aria impregnata di una miscela di sostanze (ammoniaca, acidi grassi, acido lattico) che è rivolta verso l’alto per simulare la forma e l’odore del corpo umano. Con l’aggiunta di anidride carbonica si può ulteriormente migliorare la resa della trappola. Questa trappola è un mezzo adeguato per la cattura delle zanzare tigre adulte e anche, ad esempio, per esaminare l’esistenza di virus nelle zanzare intrappolate. Prima, per studiare le zanzare, dovevano essere raccolte sul corpo di volontari. Ciò è discutibile dal punto di vista etico, specialmente durante le epidemie.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.
Fonte foto:
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