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Dhaulagiri

Dhaulagiri

Il Dhaulagiri, parola che nella lingua locale significa Montagna Bianca, è un massiccio montuoso himalayano.
Il Dhaulagiri è la settima montagna più alta del mondo con i suoi 8.167 metri sul livello del mare ed è la montagna più alta all’interno dei confini di un singolo paese (Nepal).
Questa vetta fu scalata per la prima volta il 13 maggio 1960 da una spedizione svizzero-austriaca-nepalese.
L’Annapurna, con i suoi 8.091 m si trova a 34 km a est del Dhaulagiri. Il fiume Kali Gandaki scorre tra i due nella gola di Kaligandaki, che si dice sia la più profonda del mondo.
La città di Pokhara si trova a sud dell’Annapurna, un importante centro regionale e la porta di accesso per gli alpinisti e gli escursionisti che visitano entrambe le catene montuose come destinazione turistica a sé stante.

Geografia –
Guardando a nord dalle pianure dell’India, la maggior parte delle vette di 8.000 metri sono oscurate da montagne più vicine, ma con il bel tempo, il Dhaulagiri è evidente e visibile dal Bihar settentrionale e fino a Gorakhpur nell’Uttar Pradesh.
Nel 1808, i calcoli del rilievo mostrarono che era la montagna più alta mai rilevata. Ciò durò fino al 1838, quando il Kangchenjunga prese il suo posto, seguito dal Monte Everest nel 1858.
L’improvvisa ascesa di Dhaulagiri I da un terreno più basso è quasi ineguagliabile. Sorge a 7.000 m dal fiume Kali Gandaki a 30 km a sud-est. Le pareti sud e ovest si innalzano precipitosamente per oltre 4.000 m. Anche la parete sud del Gurja Himal nello stesso massiccio è notevolmente immensa.

Storia –
Il fu scoperto nel 1808 e venne ritenuto, come detto, per circa 30 anni, fino alla scoperta del Kangchenjunga, il monte più alto della Terra.
Il Dhaulagiri è un massiccio composto da 10 cime, che sono:
– Dhaulagiri I 8.167 m;
– Dhaulagiri II 7.751 m;
– Dhaulagiri III 7.715 m;
– Dhaulagiri IV 7.661 m;
– Dhaulagiri V 7.618 m;
– Churen Himal (Centrale) 7.385 m;
– Churen Himal (Est) 7.371 m;
– Churen Himal (Ovest) 7.371 m;
– Dhaulagiri VI 7.268 m;
– Putha Hiunchuli 7.246 m;
– Gurja Himal 7.193 m.
La storia delle ascensioni a questa vetta inizia il 13 maggio 1960 da una spedizione svizzero/austriaca guidata da Max Eiselin, insieme a Kurt Diemberger, Peter Diener, Ernst Forrer, Albin Schelbert, Nyima Dorji and Nawang Dorji. Fu la prima spedizione himalayana supportata da un aereo, che però si schiantò durante l’avvicinamento. L’aereo, un Pilatus PC-6, fu successivamente abbandonato sulla montagna.
La prima ascensione femminile fu compiuta da Lutgaarde Vivijs il 6 maggio 1982, facente parte di una spedizione belga, lungo la via normale.
La prima ascensione invernale fu realizzata il 21 gennaio 1985 da Jerzy Kukuczka e Andrzej Czok, facenti parte di una spedizione polacca, lungo la via normale.
Nel tempo, comunque, si sono susseguiti varie scalate e tentativi e, purtroppo, anche alcuni decessi.

Flora –
La differenza delle condizioni climatiche in questa regione è responsabile della sua variegata flora e fauna. La regione del Dhaulagiri possiede una varietà di flora e fauna. Il vasto massiccio ricopre il Dolpo a nord-ovest, seguendo il fiume a monte, felci e boschi di querce e altre latifoglie e boschi di ginepri. I fianchi delle montagne pieni di rododendri si colorano di colori durante la primavera. Molte specie di fiori si trovano in abbondanza sul sentiero, anche nei passi di alta montagna al di sopra del limite degli alberi, piccoli fiori alpini si possono trovare che punteggiano il terreno battuto dal vento. Questa regione trans-himalayana è tranquilla, pacifica e piena di questa zona è relativamente circondata da una natura piena di pace e tranquillità. La vegetazione sparsa si trova fino a 4.500 metri.

Fauna –
La regione attorno al Dhaulagiri ospita anche alcuni degli animali più belli del Nepal. Ci sono segnalazioni di molte specie in via di estinzione che risiedono in quest’area, incluso l’elusivo leopardo delle nevi. Sebbene rari, il leopardo delle nevi e l’uccello Danphe sono molto ricercati tra i visitatori. Questo posto è una delle poche vere aree selvagge accessibili agli escursionisti in Nepal.

Guido Bissanti




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