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Riproduzione della Berretta del prete

Riproduzione della Berretta del prete

La berretta del prete, fusaggine o evonimo (Euonymus europaeus L.) è una pianta della famiglia delle Celastraceae originaria di un vasto areale all’interno dell’Europa.

Habitat idoneo di riproduzione –
L’Euonymus europaeus è una pianta originaria di gran parte dell’Europa, compreso a nord la Gran Bretagna, dalla Svezia meridionale e orientale alla Spagna, al Caucaso e all’Asia occidentale.
In Italia è presente in tutte le regioni, tra lo strato arbustivo dei boschi di latifoglie o nelle siepi, dalla zona basale fino a quella montana; generalmente fra 0÷800 m, ma in Sicilia fra 400÷1.300 m s.l.m.
Il suo habitat è quello dei margini delle foreste, siepi e dolci pendii, tendendo a prosperare su terreni ricchi di sostanze nutritive, terreni calcarei e poveri di sale.

Propagazione –
La berretta del prete è un arbusto deciduo o un piccolo albero che cresce in modo ottimale su suoli alcalini ben drenati. È una pianta facilmente coltivabile, prospera in quasi tutti i terreni, compreso il gesso, ed è particolarmente adatta alle zone asciutte e ombreggiate.
È una pianta ornamentale popolare in giardini e parchi grazie ai suoi frutti rosa o viola brillante e alle attraenti colorazioni autunnali.
È una pianta molto resistente al freddo e che tollera temperature fino a circa -25 °C.
La propagazione avviene per seme; la semina va effettuato subito dopo la maturazione in semenzaio non riscaldato.
I semi immagazzinati richiedono 8 – 12 settimane calde seguite da 8 – 16 settimane di stratificazione a freddo e possono quindi essere seminati in semenzaio.
Le giovani piantine vanno poi poste in singoli vasi e fatte crescere in serra almeno per il loro primo inverno.
Il trapianto in pieno campo va effettuato in primavera o all’inizio dell’estate, comunque dopo le ultime gelate previste.
Si possono preparare anche talee ottenute da legno semimaturo, lunghe 5 – 8 cm e fatte propagare in zona ombreggiata a metà estate.

Ecologia –
L’ Euonymus europaeus è una pianta europea ampiamente naturalizzata al di fuori del suo areale natale.
Il suo legno è molto duro e veniva utilizzato in passato per la fabbricazione di fusi per la filatura della lana e per gli spiedini da macellaio.
Il carbone prodotto da questa pianta è considerato superiore dagli artisti per la sua forza e densità.
Parti della pianta sono state utilizzate in medicina. Tuttavia, il frutto è velenoso, contiene, tra le altre sostanze, gli alcaloidi teobromina e caffeina , oltre a un terpene estremamente amaro. Gli avvelenamenti sono più comuni nei bambini piccoli, che sono allettati dai frutti dai colori vivaci. L’ingestione può causare danni al fegato e ai reni e persino la morte.
In alcuni paesi, come in Francia, è stato utilizzato per stabilizzare le dune di sabbia.
L’intera pianta produce un olio volatile che viene utilizzato nella produzione di sapone.
Inoltre dalla pianta si facevano, soprattutto un tempo, altri usi, quali coloranti, come insetticida e per la produzione di guttaperca, presente nelle radici,una gomma non elastica utilizzata come isolamento elettrico e per la produzione di materie plastiche.




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