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Aspropaxillus candidus

Aspropaxillus candidus

Il Prugnolo d’autunno o Capra di bosco o Ordinello bianco (Aspropaxillus candidus (Bres.) M.M.Moser, 1953) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Tricholomataceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Classe Agaricomycetes,
Ordine Agaricales,
Famiglia Tricholomataceae,
Genere Aspropaxillus,
Specie A. candidus.
È basionimo il termine:
– Clitocybe candida Bresadola, 1882.
Sono sinonimi i termini:
– Aspropaxillus candidus (Bres.) Raitlh.;
– Leucopaxillus candidus (Bresadola) Singer.

Etimologia –
Il termine Aspropaxillus proviene dalla parola greca “άσπρος” (aspros), che significa “bianco”, che si riferisce al colore del fungo e, paxillus, termine di origine latina che significa “piccone” o “picchetto”, per via del margine del cappello ripiegato verso l’interno.
L’epiteto specifico candidus deriva da candeo, candēre, “essere incandescente”, “risplendere”, a sua volta dalla radice protoindoeuropea kand, “brillare”, “splendere”, per il colore del carpoforo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Aspropaxillus candidus è un fungo che cresce nel periodo autunnale, normalmente nei boschi misti di latifoglia e di conifera in montagna, formando i cosiddetti “cerchi delle streghe” per la sua fruttificazione in cerchi.
Le piante intorno a cui lo troviamo più frequentemente sono: il Pioppo tremulo (Populus tremula), la Betulla (Betula pubescens) e l’Abete rosso (Picea abies).

Riconoscimento –
L’Aspropaxillus candidus si riconosce per avere un cappello del diametro variabile tra 70 e140 mm., all’inizio convesso, poi appianato, infine, coll’invecchiamento, imbutiforme; la cuticola è minuziosamente tomentosa, di colore tra il bianco e il biancastro, che con l’età diventa di colore bianco-crema, con margine sottile, involuto, poi disteso, leggermente costolato.
L’imenio presenta lamelle decorrenti, fitte, intercalate da lamellule, anastomizzate, separabili dalla carne, di colore bianco, che con l’età divengono bianco-crema-pallido.
Il gambo è lungo 60-90 mm; di sezione cilindrica, o ingrossato in basso, liscio o leggermente fibrilloso, pieno, poi spongioso, di colore bianco, che imbrunisce con l’età e alla manipolazione.
La carne è bianca, soda, con odore: più o meno farinoso-spermatico e di sapore dolce.
Al microscopio si individuano delle spore ellissoidali, lisce, amiloidi, (5,80) 5,81-6,60 (7,60) × 4,10-4,40 (4,80) µm, Qm = 1,5. Basidi clavati, tetrasporici, con giunti a fibbia, 42,80-52,38 × 7,14-8,45 µm. Pleurocistidi e cheilocistidi non osservati. Pileipellis formata da ife subparallele, più o meno intrecciate, con terminali subcilindrici, larghi fino a 8 µm. Caulipellis formata da ife parallele, con ife nodulose sulla superficie esterna, su cui si trovano, per lo più a ciuffi, dei caulocistidi 13,70-44,85 × 4,87-6,85 µm. Giunti a fibbia presenti in tutto il carpoforo.

Coltivazione –
L’Aspropaxillus candidus non è fungo coltivato.

Usi e Tradizioni –
L’Aspropaxillus candidus è un fungo alquanto diffuso in alcuni paesi come in Italia ed in Europa nelle radure dei boschi di montagna.
Il suo inquadramento tassonomico inizia nel 1881 quando Bresadola (Ortisé, 14 febbraio 1847 – Trento, 9 giugno 1929) descrive un fungo bianco, carnoso, imbutiforme a maturità, con il margine involuto e pubescente, le lamelle decorrenti sul gambo, bianche e spesso forcate; le spore ialine, ellissoidali, 7 × 3 µm, basidi clavati 30-35 × 6 µm, chiamandolo Clitocybe candida.
Tuttavia nel 1939 Singer (Schliersee, 23 giugno 1906 – Chicago, 18 gennaio 1994) asserisce che questa specie non ha affinità con le Clitocybe per il semplice fatto che le sue spore si colorano di viola sporco con il reagente di Melzer; per questo motivo ricombina la specie in Leucopaxillus candidus (Bres.) Singer, indicando però, tra parentesi, il genere Aspropaxillus R. Kühner & R. Maire; questo genere è stato creato da Kühner & Maire (1934) per inserirvi le specie a spore leggermente amiloidi con habitus clitociboide.
È solo nel 1953 che Moser (Innsbruck, 13 marzo 1924 – Innsbruck, 30 settembre 2002) ricombina il Leucopaxillus candidus di Singer in Aspropaxillus candidus; ricombinazione avallata anche in tempi più recenti, da Vizzini ed altri 2012, in un lavoro sulla filogenesi del genere Leucopaxillus.
Questa specie è abbastanza facile da riconoscere per la crescita gregaria, solitamente in cerchi, il cappello carnoso di colore bianco, il margine involuto con costolature-scanalature corte.
È un fungo molto simile ad Aspropaxillus giganteus (Sowerby) Kühner & Maire [= Leucopaxillus giganteus (Sowerby) Singer], che però ha grandi dimensioni. Può arrivare a 25-30 cm di diametro del cappello, meno carnoso, fortemente imbutiforme anche nei giovani esemplari, margine poco involuto e con costolature-scanalature più evidenti, specialmente negli esemplari maturi. Il suo colore è inizialmente bianco-crema ma vira subito al crema-nocciola con sfumature ocra. Ha carne con odore farinoso-aromatico, nauseante nel vecchio. Cresce in autunno nei prati o pascoli montani, anche ad alte quote, presentandosi in gruppi numerosi, con tendenza circolare, e crescita più veloce rispetto a Aspropaxillus candidus.
Altra specie vicina è Aspropaxillus lepistoides (Maire) Kühner & Maire (= Leucopaxillus lepistoides (Maire) Singer), che però si presenta molto robusto e carnoso, con il cappello da convesso a convesso-appianato, con margine sempre involuto, di colore bianco, crema chiaro, spesso con macchie verdognole.
Ha inoltre il gambo molto corto in relazione al diametro del cappello, clavato con base ingrossata.
La sua carne ha un forte odore aromatico. Specie tipica delle zone mediterranee, è gregario in zone erbose, specie in vicinanza del lentisco (Pistacia lentiscus L.), in autunno.
L’Aspropaxillus candidus è un fungo è un fungo commestibile.

Modalità di Preparazione –
Questo fungo si può preparare alla stessa stregua di altri, sia crudo in insalate ed altre pietanze sia nelle paste, nei risotti o arrostito o fritto.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/324746173/original.jpg
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6a/I_funghi_mangerecci_e_velenosi_dell%27Europa_media_%28Tav._XL%29_%288574876716%29.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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