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Arancia biondo di Scillato

Arancia biondo di Scillato

L’Arancia biondo di Scillato è il frutto derivante da piante di arancio (Citrus sinensis (L.) Osbeck, 1765) che vengono coltivati in una particolare area della Sicilia e rientrano nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf).

Origini e Storia –
L’Arancia biondo di Scillato è una varietà d’arancia dal colore “biondo” un tipo d’arancia “ombelicata” dove si distinguono i generi: Washington Navel, Naveline e Navelate.
Sono arance ombelicate, così chiamate per quella particolare formazione presente nella parte inferiore del frutto, simile ad un ombellico, e sono conosciute anche come “brasiliane”, queste varietà trovano le condizioni ideali in questa zona collinare di Scillato.
Da diversi anni a Scillato nel piccolo paesino della provincia di Palermo situato ai piedi del versante sud-occidentale del complesso Madonita, si svolge, nel mese di aprile, la sagra dell’arancia, frutto che cresce rigoglioso in questo territorio con una particolare differenza che con il sole della primavera lo rendono succoso e profumato fino a maturazione che s’inoltra fino alla buona stagione.
La storia di questo frutto nasce tra il X e il XII secolo quando gli Arabi introdussero nel Mediterraneo ed in particolare in Sicilia l’arancio amaro a scopi ornamentali per abbellire i loro giardini, ma sicurmente a Palermo arrivò il “portuàlla” dai magrebini portoghesi.
Nel 1500 si diffusero in Europa le arance dolci, aiutati dalle comunicazioni marittime che effettuavano i Genovesi e i Portoghesi.
Ancora oggi la Sicilia è il maggior produttore di questo frutto dopo la Spagna, Grecia e Israele, la terra siciliana s’identifica nell’arancia che è diventata un simbolo diffuso in tutto il mondo.
La sagra dell’arancia che si svolge nel piccolo centro madonita è un pretesto per trascorrere un giorno nel parco, di cui il comune di Scillato fa parte con 1.990 ettari di territorio, per conoscere le bellezze naturali di questo borgo medioevale con i suoi quattordici mulini disseminati nel suo territorio e alle sorgenti che li fanno funzionare.
Dopo una lunga tradizione di coltivazione, si arriva così al riconoscimento storico di questa coltivazione da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che ha inserito l’arancia biondo di Scillato nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Area Geografica –
L’Arancia biondo di Scillato viene prodotta nel territorio adiacente l’omonimo Comune.
Scillato, Xillato da Xilos in greco legno da qui la denominazione di quest’antico borgo medioevale fondato con molta probabilità intorno al 1150, ricco di vegetazione arborea per la presenza copiosa d’acqua: due le grandi sorgenti, quella della zona di Guelfone e l’altra in territorio Agnello che alimentano da numerosi anni la città di Palermo.
Questo Comune sorge a 220 metri s.l.m. in un delizioso luogo collinare ed ha alle spalle tre fra le più spettacolari vette del gruppo montuoso delle Madonie.
Il comune che conta circa 800 abitanti, ha acquisito la sua autonomia amministrativa nel maggio del 1960, in precedenza dipendeva da Caltavuturo e successivamente da Collesano.
L’area collinare in cui sorge il paese e la presenza dell’acqua hanno favorito l’agricoltura che ha permesso di coltivare ricchi frutteti, producendo: olive, albicocche e agrumi, in special modo le arance che rappresentano il volano dell’economia locale.

Materie Prime –
L’Arancia biondo di Scillato è il frutto derivante da piante di arancio (Citrus sinensis (L.) Osbeck, 1765) dal caratteristico “colore biondo”, con forma leggermente ovale, non totalmente sferica, e ombelicata.
La coltura vanta diverse tipologie di prodotto che sono:
– Washington;
– Navel;
– Naveline e Navelate.
Ognuna di queste classificazioni si differenzia dall’altra per gusto, profumo e consistenza, dando vita ad un frutto con la presenza di: semi; buccia sottile di colore arancio pallido e polpa chiara.

Descrizione –
L’arancia Biondo di Scillato è una varietà antica che matura da marzo a maggio, non ombelicata dalla forma sferica o leggermente piriforme. Caratterizzata da una pezzatura media (diametro minimo 50 millimetri), con una buccia giallo-dorato intenso, sottile e resistente ed a grana fine, ricca in oli essenziali e molto profumata. La polpa è di colore arancio e si distingue per il suo sapore gradevole e dissetante; la resa in succo è molto elevata.
Le arance bionde di Scillato sono soprannominate “brasiliane” perché originarie dell’ America Latina, introdotte negli anni ’30 in Sicilia.
Il frutto si è adattato perfettamente al clima collinare della zona di Scillato, grazie alle temperature favorevoli.

Modalità di Produzione –
La produzione Arancia biondo di Scillato si differenzia dalle altre produzioni per le particolari condizioni microclimatiche e pedologiche di questa zona.
La produzione si effettua in periodi diversi dalle altre arance, ovvero ad Aprile; il ritardo della raccolta rende il frutto vantaggioso per il commercio.
Contribuiscono a dare un particolare aroma, sapore e profumo a questo frutto, oltre alle condizioni pedoclimatiche anche la tipologia delle acque di irrigazione.

Uso Gastronomico –
L’Arancia biondo di Scillato è molto usata nella cucina siciliana soprattutto nella tradizione pasticcera, invece per le spremute si preferisce l’arancio di tipo standard. In cucina si usa per condire le sarde a beccafico, le carni in genere e la cacciagione. Si usa molto per l’insalata di arance. In pasticceria è utilizzata per la preparazione della cassata siciliana, ridotta in scorze è usata per decorare ed insaporire i cannoli. Con la scorza grattugiata si preparano anche gelati e liquori come il rosolio.
L’arancia biondo di Scillato, inoltre, trova impiego in preparazioni alimentari tipiche siciliane, sia dolci che salate.
Alcuni esempi di queste preparazioni sono:
– i cannoli guarniti con la scorza;
– l’insalata di aringhe e arance;
– un antipasto agrodolce.
Inoltre si utilizza il suo succo per aromatizzare le carni o le famose “Sarde a Beccafico”, nonché i liquori tradizionali tra cui il “Rosolio” dal sapore antico e originale.

Guido Bissanti




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