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Byrsonima crassifolia

Byrsonima crassifolia

Il nance (Byrsonima crassifolia (L.) Kunth, 1822) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Malpighiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Rosidi,
Ordine Malpighiales,
Famiglia Malpighiaceae,
Genere Byrsonima,
Specie B. crassifolia.
È basionimo il termine:
– Malpighia crassifolia L..
Sono sinonimi i termini:
– Brysonima coriacea (Sw.) DC.;
– Byrsonima cinerea (Poir.) DC.;
– Byrsonima coriacea (Sw.) DC.;
– Byrsonima coriacea f. typica Nied.;
– Byrsonima coriacea var. swartziana Nied.;
– Byrsonima cotinifolia Kunth;
– Byrsonima crassifolia Lunan;
– Byrsonima crassifolia Lunan ex Griseb.;
– Byrsonima crassifolia f. cubensis (A.Juss.) Nied.;
– Byrsonima crassifolia f. ferruginea (Kunth) Griseb.;
– Byrsonima crassifolia f. kunthiana Nied.;
– Byrsonima crassifolia subsp. insulata Cuatrec.;
– Byrsonima crassifolia var. cinerea (Poir.) Nied.;
– Byrsonima crassifolia var. jamaicensis (Urb. & Nied.) Urb. & Nied.;
– Byrsonima crassifolia var. lanceolata Cuatrec.;
– Byrsonima crassifolia var. moureila (Aubl.) DC.;
– Byrsonima crassifolia var. peruviana Nied.;
– Byrsonima crassifolia var. spruceana Nied.;
– Byrsonima crassifolia var. typica Nied.;
– Byrsonima cubensis A.Juss.;
– Byrsonima cumingiana A.Juss.;
– Byrsonima fagifolia Nied.;
– Byrsonima fendleri Turcz.;
– Byrsonima ferruginea Kunth;
– Byrsonima ferruginea var. moureila Benth.;
– Byrsonima jamaicensis Urb. & Nied.;
– Byrsonima karwinskiana A.Juss.;
– Byrsonima lanceolata DC.;
– Byrsonima laurifolia Kunth;
– Byrsonima laurifolia var. guatemalensis Nied.;
– Byrsonima montana Kunth;
– Byrsonima moritziana Turcz.;
– Byrsonima moureila (Aubl.) G.Don;
– Byrsonima moureila (Aubl.) Loudon;
– Byrsonima moureila Aubl.;
– Byrsonima panamensis Beurl.;
– Byrsonima pulchra DC.;
– Byrsonima rhopalifolia Kunth;
– Byrsonima rufescens Bertol.;
– Byrsonima spruceana Kralik, 1897;
– Byrsonima spruceana Nied.;
– Byrsonima spruceane Nied.;
– Malpighia cinerea Poir.;
– Malpighia coriacea Sw.;
– Malpighia cotinifolia (Kunth) Spreng.;
– Malpighia lanceolata Poir.;
– Malpighia laurifolia (Kunth) Spreng.;
– Malpighia montana Spreng.;
– Malpighia moureila Aubl.;
– Malpighia pulchra (Moc. & Sessé);
– Malpighia rhopalifolia Spreng.;
– Malpighia rufa Poir..
All’interno di questa specie si riconoscono due forme:
– Byrsonima crassifolia f. crassifolia;
– Byrsonima crassifolia f. ferruginea Nied., 1901.

Etimologia –
Il termine Byrsonima è una etimologia non riportata dall’autore, ma Laurent de Jussieu riferisce che il raccoglitore, Richard, le chiama Byrsonia perché queste specie sono impiegate nei paesi di origine per conciare il cuoio. La prima parte viene in genere collegata al greco βύρσα býrsa cuoio, mentre è discussa e oscura l’interpretazione del suffisso, che alcuni collegano al greco ὄνομα ónoma nome, cioè nominate per il cuoio, altri al verbo ὀνίνημι oninemi, essere utile, dunque utile per il cuoio.
L’epiteto specifico crassifolia proviene da latino “crassus”, cioè grosso, spesso, e “folium”, cioè foglia, in riferimento alla consistenza delle foglie.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Byrsonima crassifolia è una pianta originaria di un areale che comprende: Messico centrale, attraverso l’America centrale, alla Colombia, Perù, Bolivia e Brasile; si trova anche a Trinidad, Barbados, Curaçao, St. Martin, Dominica, Guadalupa, Porto Rico, Haiti, Repubblica Dominicana e in tutta Cuba e nell’Isola dei Pini.
Talvolta viene coltivata per i suoi frutti commestibili.
Il suo habitat è quello dei boschi, in aperte pinete e savane erbose, limitatamente ai climi tropicali e subtropicali. Nell’America centrale e meridionale, l’albero cresce dal livello del mare fino a un’altitudine di 1.800 m.

Descrizione –
La Byrsonima crassifolia è una pianta che cresce in forma di arbusto o albero semideciduo, alto fino a circa 10 m.
Il tronco ha un diametro di 25 cm, con corteccia grigiastra fessurata e rami piuttosto sottili su cui sono evidenti le cicatrici delle foglie cadute; i rami giovani sono densamente tomentosi.
Le foglie sono opposte, intere, oblunghe o ellittiche, di colore verde scuro, coriacee e lucide superiormente, ricoperte da un sottile tomento color ruggine inferiormente, lunghe 4-14 cm e larghe 3-6 cm.
Le infiorescenze sono dei racemi terminali compatti, eretti, lunghi 10-15 cm portanti numerosi fiori con corolla a cinque petali tondeggianti, assottigliantisi alla base, lunghi 6 mm, di colore inizialmente giallo, poi arancio, con margini increspati e 10 stami di colore giallo pallido.
L’antesi si svolge durante un lungo periodo che si protrae per 4-8 mesi secondo il clima, anche se il singolo albero fiorisce per una durata notevolmente inferiore.
Il frutto è una drupa di forma globosa, gialla a maturità, di circa 2 cm di diametro, in alcune varietà selezionate anche 5-7 cm, con polpa gialla che circonda l’endocarpo legnoso giallo.
All’interno sono presenti 1-3 semi.

Coltivazione –
La Byrsonima crassifolia è una pianta ampiamente diffusa in natura, ma poco coltivata al di fuori delle zone di origine, essendo i frutti utilizzati quasi esclusivamente dalle popolazioni locali.
L’albero è anche una fonte locale di medicinali e vari prodotti. La pianta viene occasionalmente coltivata per i suoi frutti in Messico e in alcune parti dell’America centrale.
Vive in luoghi con clima caldo, semicaldo e temperato. Cresce e si sviluppa bene in luoghi con precipitazioni comprese tra 600 e 3000 mm all’anno, con temperature medie tra 21 e 28 °C. Non tollera temperature inferiori al punto di congelamento. Cresce sui pendii aperti e pietrosi delle foreste decidue tropicali, nonché sui pendii collinari spesso formati da rocce metamorfiche e terreni pianeggianti. Si trova in terreni piuttosto degradati. Può sopportare condizioni di drenaggio eccessivamente rapido o scarsamente drenati che si verificano inondazioni nella stagione delle piogge, sebbene non tolleri l’acqua stagnante. Si osserva nelle aree coltivate abbandonate.
I suoli in cui cresce in natura sono: rocciosi bruni, argillosi, giallo-argillosi, lavici vulcanici, bruno-pietrosi, calcarei rosso intenso.
Non è particolarmente esigente in fatto di suolo, potendo crescere sia su quelli sabbiosi che rocciosi, anche se cresce al meglio in quelli ben drenati e con aggiunta di sostanza organica.
La pianta è coltivabile in pieno sole nelle zone tropicali e subtropicali, essendo sensibile a temperature già intorno a 0 °C, anche se riesce a sopportare eccezionali ed isolati abbassamenti inferiori di qualche grado per brevissimo periodo. Piante ben radicate possono sopportare lunghi periodi di secco.
Gli alberi sono tolleranti verso un’ampia gamma di ambienti, dalle pianure tropicali umide alle regioni semidesertiche. L’albero si trova spesso su terreno roccioso e cresce bene su terreni sabbiosi e alcalino-sabbiosi.
Sebbene abbia successo nei terreni poveri, si ottengono rendimenti migliori quando viene aggiunta una buona quantità di materia organica. Cresce meglio in un terreno fertile e ben drenato.
Le piante, oltre che alla siccità, sono molto tolleranti ai venti salmastri. Inoltre è un albero resistente al fuoco.
La riproduzione avviene per seme, che germina in 3-6 settimane, in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 20-22 °C.
Tuttavia per riprodurre una particolare varietà si usa la margotta o l’innesto.
La prima fruttificazione si ha dal 3° al 4° anno di età e la pianta è a crescita lenta.

Usi e Tradizioni –
La Byrsonima crassifolia è una pianta conosciuta con vari nomi comuni, tra cui riportiamo: craboo, golden-spoon, shoe- maker’s tree, wild cherry (inglese); coumaté, maurissi, morossif, oreilles d’âne, prunier savane (francese); murici, murici-do-campo, murici-da-praia (portoghese); chaparro, chaparro de sabana, chaparro manteco, indano, maricao cimarrón, muricí, murucí, nancé, nanche, nanche amarillo, nanche dulce, nancite, paraleja, yoco (spagnolo).
È una pianta dalla grande importanza selvicolturale ed ecologica. La specie ripristina la capacità rigenerativa della foresta poiché cresce in pieno sole e produce frutti rapidamente dopo essere stata piantata. Ciò attrae gli animali che contribuiscono alla dispersione dei semi. Si trova ad altitudini comprese tra 50 e 1800 m. Si tratta di una specie primaria o secondaria molto comune che costituisce lo strato arboreo delle praterie o delle cosiddette “foreste della savana”.
Il frutto è consumabile a maturazione. Ha un sapore dolce e un colore giallo intenso, con retrogusto amaro. L’amaro è fortemente accentuato nelle drupe immature, anch’esse commestibili.
In Costa Rica si mangia solitamente il frutto o un liquore aromatizzato noto come vino de nance.
A Panama i frutti vengono consumati crudi o cotti come dessert. In tutto il Paese la si prepara cotta in acqua con zucchero o raschiati, con amido di mais, oppure con latte di mais dolce o anche farina, detta “pesada de nance”, sempre accompagnata da formaggio bianco fresco. In alcune regioni a questa preparazione viene aggiunto il latte. La Nance viene consumata anche in succhi, bibite, duri (congelati) e perfino nei gelati e perfino come dolce preparato con la frutta cotta in acqua e zucchero. Molto apprezzata è anche la sua legna da ardere, che dona un profumo e un sapore squisiti alle carni arrostite.
In Messico viene consumato e preparato in vari modi: crudo, salato, enchilato, sciropposo, nel gelato, nei ghiaccioli ghiacciati, sotto forma di acqua fresca, rasato a neve e persino conciato con il liquore noto come Vino o Licor de changunga o da Nancite , secondo il nome che riceve in ciascun paese. È uno dei frutti più apprezzati che vengono fermentati per la preparazione del tepache.
In Nicaragua si mangia abitualmente il frutto e la caramella nancite è uno dei dolci tipici del paese.
La pianta ha anche impieghi medicinali.
L’uso medicinale più comune di questa pianta è contro la diarrea. Anche se è indicato anche in altri disturbi digestivi come dissenteria, mal di stomaco, vuoto, mancanza di digestione, bile e stitichezza. Nel trattamento di queste condizioni, la corteccia cotta viene utilizzata per via orale.
Viene utilizzato nei problemi ginecologici come infezioni dell’utero e infiammazioni delle ovaie, previene l’aborto e facilita il parto, e viene applicato nelle affezioni della pelle, contro la scabbia, i brufoli e i chiodi di garofano. La sua cottura unita alla corteccia di cedro serve a lavare le ferite.
Altri usi medicinali che vengono dati sono: patologie renali, dolori alla vita, raffreddore, diabete, come tonico, per stringere le gengive, ferite e morsi di serpente. Gli vengono attribuite proprietà antipiretiche e astringenti. La sua efficacia è dovuta all’azione astringente del tannino in esso contenuto.
Documenti storici riportano che nel XVI secolo, Francisco Hernández raccontava: “il frutto è di natura fredda e umida, commestibile e favorevole a chi ha la febbre”.
Non compaiono più ulteriori informazioni fino al XX secolo quando Maximino Martínez lo definisce come: acaricida, antiblenorragico, antidiarroico, antitumorale, aperitivo, astringente, atonia intestinale, catartico, eupeptico, galattogeno, metrorragico e tonico.
La corteccia contiene tannini fino a circa il 28% e acido ossalico e per questo motivo la pianta era utilizzata in passato per la concia delle pelli.
Il legno, duro e flessibile, viene utilizzato nelle costruzioni rurali, per realizzare utensili, come legna da ardere e per produrre carbone.
Dalla buccia del frutto viene ricavato un colorante. Parti della pianta, in particolare la corteccia, vengono utilizzate nella medicina tradizionale per le proprietà antimicrobiche ed antimicotiche. Le popolazioni indigene del Venezuela usano mettere in acqua i rami giovani tagliuzzati per stordire i pesci e catturarli.
L’albero ha infine un limitato uso anche come ornamentale, per il fogliame lussureggiante e la ricca fioritura, ma meriterebbe una maggiore diffusione.
Inoltre la pianta può essere utilizzata per recinzioni viventi ed è stata utilizzata con successo per ripristinare la produttività agricola nei campi incolti. L’albero viene utilizzato nel ripristino di aree degradate e nei sistemi agroforestali, per la sua rapida crescita e per i suoi frutti, che attirano la fauna. In Messico sono presenti piantagioni miste a Spondia ssp.
Studi chimici effettuati nelle savane del Venezuela dimostrano che induce l’accumulo di materia organica nel suolo.
Per quanto riguarda il durame questo è rossastro o marrone-rosato; la sottile fascia di alburno è grigiastra. Ha una struttura grossolana; chiuso e incrociato. Il legno è pesante, duro, tenace, forte, fragile e solo moderatamente durevole. Ci vuole una bella lucidata. Il legno è solitamente disponibile solo in piccole dimensioni; è molto apprezzato per i gommoni delle barche e viene utilizzato per manici di utensili, tornitura, ebanisteria, mobili e piccole costruzioni.
In Brasile, il legno viene scelto per il fuoco caldo su cui si fuma la pasta stimolante di guaraná (Paullinia cupana) perché il legno che brucia ha un odore gradevole.
In alcune zone il legno viene utilizzato per produrre carbone di buona qualità.

Modalità di Preparazione –
La Byrsonima crassifolia è una pianta utilizzata, soprattutto nell’areale di crescita naturale, sia per scopi alimentari che medicinali.
I frutti hanno un sapore e un odore molto pungenti e distinti. Il frutto dal sapore acidulo, ma generalmente gradevole, è consumato fresco, cotto o utilizzato per confezionare gelati o ricavarne bevande rinfrescanti e liquori. Il frutto maturo deperisce velocemente, ma si mantiene per mesi conservato in acqua e in questo modo viene spesso venduto nei mercati locali.
I frutti vengono consumati crudi o cotti come dessert. Nelle zone rurali di Panama è molto popolare il dolce preparato con l’aggiunta di zucchero e farina, noto come pesada de nance. Con i frutti si prepara anche il dulce de nance, un dolce preparato con la frutta cotta in acqua e zucchero. In Nicaragua (dove il frutto è chiamato nancite), è un ingrediente popolare per diversi dolci, tra cui il raspados (un dessert ghiacciato a base di una bevanda preparata con nancite) e un dessert preparato lasciando fermentare il frutto con un po’ di zucchero in una bottiglia. per diversi mesi (di solito dalla raccolta intorno ad agosto-settembre fino a dicembre) – a volte viene chiamata “nancite nell’aceto”.
I frutti vengono spesso utilizzati anche per preparare bevande gassate, gelati e succhi; in Brasile, per aromatizzare liquori a base di mezcal o per preparare una bevanda oleosa, acida e fermentata nota come chicha, il termine standard applicato a bevande assortite simili alla birra a base di frutta o mais. Nance viene utilizzato per distillare un liquore simile al rum chiamato crema de nance in Costa Rica. Il Messico produce un licor de nanche.
A Veracruz, in Messico, si chiama nanche ed è un elemento dolce comune che si può trovare sotto forma di ghiaccioli (percheronas) e sorbetti di ghiaccio (raspado).
A Panama il legno dell’albero viene utilizzato come aromatico per affumicare e grigliare.
Inoltre dal frutto si estrae un grasso commestibile con acqua bollente.
Nell’uso medicinale si utilizzano i seguenti prodotti.
La corteccia (probabilmente la corteccia interna) è ricca di tannini ed è stata utilizzato in medicina da molte popolazioni locali. È antidoto, antinfiammatoria, astringente, emmenagoga, febbrifuga e purgante.
È stata usata per trattare i disturbi gastrointestinali, tra cui indigestione, diarrea e dissenteria; disturbi polmonari; morsi di serpente; febbri; casi di leucorrea; e per promuovere le mestruazioni.
La corteccia è stata utilizzata esternamente come detergente o impiastro per curare ferite, infezioni della pelle, ulcere, ecc.
Come collutorio è stata usata per stringere i denti dove le gengive sono malate.
Un infuso delle foglie viene utilizzato per trattare la pressione alta.
Le foglie vengono usate come lavante per pulire e lenire le ulcere.
La polvere marrone proveniente dalla superficie inferiore della foglia viene applicata sull’estremità tagliata del cordone ombelicale per prevenire l’infezione.
La linfa della corteccia e delle foglie viene inserita nell’orifizio del pene come trattamento per la gonorrea.
Le foglie contengono vari flavonoidi, saponine e terpeni.
Dal frutto verde amaro si può ricavare un inchiostro e la corteccia produce una fibra forte.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/271103724/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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