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Triphasia trifolia

Triphasia trifolia

La bacca di lime (Triphasia trifolia (Burm.f.) P.Wilson, 1909) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Rutacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Sapindales,
Famiglia Rutaceae,
Sottofamiglia Aurantioideae,
Genere Triphasia,
Specie T. trifolia.
È basionimo il termine:
– Limonia trifolia Burm.fil.;
Sono sinonimi i termini:
– Limonia diacantha DC.;
– Limonia retusa D.Don;
– Limonia trifoliata L.;
– Triphasia aurantiola Lour.;
– Triphasia diacantha M.Roem.;
– Triphasia javanica M.Roem.;
– Triphasia trifoliata (L.) DC..

Etimologia –
Il termine Triphasia proviene dal greco τριφάσιος, triphásios, cioè triplice, in riferimento alle parti floreali della pianta.
L’epiteto specifico trifolia proviene dai due termini latini tres, cioè tre e folium, ii, cioè foglia, in riferimento alle foglie che sono composte da tre foglioline.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Triphasia trifolia è una pianta originaria dell’Asia sudorientale tropicale soprattutto delle isole indonesiane e delle Filippine e forse altrove, dove la pianta è coltivata da molto tempo, non è nota in una situazione veramente naturale.
Il suo habitat è quello dei terreni aridi, in boschi a quote basse e lungo le scogliere esposte dell’isola di Guam.

Descrizione –
La Triphasia trifolia è una pianta che cresce in forma di arbusto sempreverde, spinoso e raramente di piccolo albero, eretto, molto ramificato, e che si sviluppa in altezza fino a circa 3 m e, occasionalmente, fino a 7 metri.
I rami sono provvisti all’ascella delle foglie di coppie di spine sottili, dritte, lunghe 3-16 mm.
Le foglie sono composte da tre foglioline, sono quindi trifogliate, di colore verde scuro lucido; ciascuna fogliolina è lunga 2–4 cm e larga 1,5–2 cm.
I fiori hanno tre petali; sono portati su un peduncolo lungo 3-5 mm, solitari o in gruppi di 2-3, ermafroditi, calice di colore verde, lungo circa 2 mm, con 3 lobi triangolari, corolla con 3 petali liberi oblunghi con apice arrotondato retroflesso, bianchi, di 1-1,3 cm di lunghezza e 0,4-0,5 cm di larghezza, 6 stami, ovario triloculare, con un ovulo per loculo, e stilo con stigma trilobato; questi emanano un profumo simile a quello dei fiori di arancio.
Il frutto è un esperidio, di forma ovoidale, di colore inizialmente verde, poi da rosso arancio a rosso scuro a maturità, commestibile di 10–15 mm di diametro, simile a un piccolo agrume; ha una polpa carnosa, con un sapore che ricorda il lime e leggermente dolce. La buccia (epicarpo) è sottile e punteggiata di minuscole ghiandole oleifere.

Coltivazione –
La Triphasia trifolia è una pianta che viene coltivato per i suoi frutti commestibili ed è stata ampiamente introdotta in altre regioni subtropicali e tropicali del mondo; si è naturalizzata in numerose isole dell’Oceano Pacifico tropicale. È stata anche notata come potenzialmente invasiva in diversi arcipelaghi dell’Oceano Indiano e lungo la costa del Golfo degli Stati Uniti, dalla Florida al Texas, nonché nei Caraibi.
Questa pianta ha guadagnato una certa popolarità come pianta bonsai. Infatti per la sua crescita piuttosto lenta si adatta bene alla coltivazione in vaso o per bonsai.
Questa rutacea è più tropicale di alcuni agrumi per cui deve essere tenuta in serra anche in molti luoghi dove prosperano altri agrumi, come limone ed arancio). Nelle località tropicali può avere una certa potenzialità per la produzione di frutta commerciale.
Questa pianta vien coltivata da tempi remoti soprattutto nei tropici e nelle zone subtropicali.
È una pianta abbastanza resistente, in grado di sopravvivere al gelo leggero e di breve durata, ma deve essere protetta da gelate più lunghe o forti gelate.
Se ne può tentare la coltivazione nelle regioni temperato-calde più miti, dove può sopportare temperature di poco inferiori a 0 °C per breve periodo, ma con inverni non eccessivamente umidi. In alcune zone, come detto, tuttavia è sfuggita alla coltivazione, naturalizzandosi e diventando in alcuni casi altamente infestante, grazie alla sua versatilità, formando macchie impenetrabili che soffocano la vegetazione preesistente.
Cresce in zone soleggiate o parzialmente ombreggiate.
Dal punto di vista pedologico preferisce un substrato di medio impasto ricco di sostanza organica; inoltre preferisce un terreno asciutto.
Cresce nei terreni calcarei ma è preferibile che il pH sia compreso tra 5 e 6; inoltre è intollerante al ristagno idrico, detestando fortemente l’umidità invernale. Comunque è una pianta dalla notevole adattabilità a diversi tipi di suolo, da acidi ad alcalini, da semiaridi a umidi, purché perfettamente drenanti, non sopportando ristagni idrici, e di esposizione, potendo vivere indifferentemente sia in aree rocciose in pieno sole che nel sottobosco delle foreste umide.
La pianta produce polloni e tende a dilatarsi.
In alcune aree è sfuggita alla coltivazione e si è naturalizzata in molte isole del Pacifico, dove può formare densi boschi quasi impenetrabili nel sottobosco.
La pianta può fiorire e produrre frutti durante gran parte dell’anno.
La riproduzione può avvenire per seme che va messo a dimora nel più breve tempo possibile, non avendo una lunga durata di germinabilità, in substrato sabbioso perfettamente drenante e aerato, mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C. In queste condizioni i tempi di germinazione sono di 3-4 settimane.
Si può propagare anche per talea e margotta.

Usi e Tradizioni –
La Triphasia trifolia è una pianta conosciuta con vari nomi comuni, come: limeberry, myrtle lime, orange berry, trifoliate lime berry (inglese); orangine, petite citronelle (francese); kalamansito, sua-sua (Filippine); chini naranghi (India); jeruk kingkip (Indonesia); limau kiah (Malaysia); baya lima, lemoncito, limoncito, limón de china, (spagnolo); manao-thet (Tailandia); kim quít (Vietnam).
Questa pianta ampiamente coltivata da tempi remoti e naturalizzata in diversi paesi tropicali e subtropicali, ha diversi usi locali, fornendo cibo, medicinali e materiali vari. È largamente coltivata nelle zone tropicali soprattutto come pianta ornamentale e da siepe, ma anche per i suoi frutti commestibili.
Inoltre, è noto che le foglie della pianta hanno proprietà antimicrobiche racchiuse all’interno del componente chimico dei fiori. Pertanto, ci sono stati casi nelle isole del Pacifico settentrionale in cui la pianta è stata consumata per curare il cancro ai polmoni e la polmonite. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per avanzare un’affermazione definitiva riguardo ai suoi usi medicinali.
Questo albero è considerato però invasivo in altri luoghi dove è stato introdotto.
Infatti, sia per il lucido fogliame compatto, la profumata fioritura, pressoché continua, e i rossi frutti eduli, è stata introdotta in diversi paesi tropicali e subtropicali, dove viene utilizzata prevalentemente per bordure, sia formali che informali, e siepi, anche difensive per la presenza delle spine.
Il frutto può essere consumato crudo, candito, sottaceto o utilizzato per preparare bevande, gelatine, e marmellate. Foglie e frutti sono utilizzati nella medicina tradizionale di diversi paesi del sud-est asiatico; studi di laboratorio hanno evidenziato negli oli essenziali estratti dalle parti aeree della pianta un elevato potere antiossidante.
Tra gli altri usi si riporta che la pianta viene utilizzata come portainnesto per varie specie di Citrus.
Il frutto rosso viene utilizzato come colorante per le unghie.
Le foglie vengono utilizzate come bagno aromatico o come cosmetici; inoltre vengono utilizzate per preparare sali da bagno aromatici.
Dai frutti giovani si può ricavare una buona colla.
Dal tronco può trasudare corre una gomma a cui, però, non si fa menzione del suo utilizzo.
Il legno è estremamente duro e viene spesso utilizzato per fabbricare pali per la sbucciatura del cocco a Guam.
Inoltre è un ottimo combustibile da cui si ricava anche un buon carbone.
Nell’uso agroforestale la pianta ha fusti spinosi e talvolta viene coltivata come siepe, soprattutto nei tropici. Diviene una siepe eccellente e impenetrabile, ma dovrebbe essere posizionata dove sia relativamente facile affrontare eventuali polloni indesiderati.

Modalità di Preparazione –
La Triphasia trifolia è una pianta di cui, tutte le parti sono aromatiche. I fiori bianchi emanano un profumo di fiori d’arancio.
Le foglie sono ricoperte di punti pellucidi e rilasciano un profumo resinoso quando vengono pestate.
I frutti profumano di limone.
Tra gli usi commestibili si consumano i frutti sia crudi che cotti.
I frutti, completamente maturi anno un sapore dolce e gradevole; tuttavia sono gradevoli se consumati in piccole quantità, ma divengono mucillaginosi ed astringenti al palato in quantità maggiori.
Sono aromatici, succosi e alquanto mucillaginosi; tuttavia i frutti possono essere anche marinati o trasformati in confetture, marmellate, ecc.
In campo medicinale si utilizzano le foglie che vengono applicate sul corpo nel trattamento della diarrea, delle coliche e delle malattie della pelle.
Le foglie appena frantumate vengono applicate sul cuoio capelluto per rimediare alla forfora.
Il frutto viene cotto con zucchero in acqua come rimedio contro la tosse e per sciogliere il catarro.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/63564676/original.jpg
https://tropical.theferns.info/plantimages/b/f/bf8399cccdd4d953e4e9c754ca5cd19ce904830d.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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