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Porphyrio porphyrio

Porphyrio porphyrio

Il pollo sultano comune (Porphyrio porphyrio Linnaeus, 1758) è un uccello appartenente alla famiglia dei Rallidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Infraphylum Gnathostomata,
Superclasse Tetrapoda,
(clade) Amniota,
Classe Aves,
Sottoclasse Neornithes,
Superordine Neognathae,
Ordine Gruiformes,
Famiglia Rallidae,
Genere Porphyrio,
Specie P. porphyrio.
È basionimo il termine:
– Fulica porphyrio Linnaeus, 1758;
È sinonimo il termine:
– Gallinula porphyrio Linnaeus, 1758.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie:
– Porphyrio porphyrio subsp. bellus Gould, 1841;
– Porphyrio porphyrio subsp. caspius Hartert, 1917;
– Porphyrio porphyrio subsp. indicus Horsfield, 1821;
– Porphyrio porphyrio subsp. madagascariens (Latham, 1801);
– Porphyrio porphyrio subsp. madagascariensis (Latham, 1802);
– Porphyrio porphyrio subsp. melanopterus Bonaparte, 1856;
– Porphyrio porphyrio subsp. melanotus Temminck, 1820;
– Porphyrio porphyrio subsp. nujagura Boles & Backness, 1994;
– Porphyrio porphyrio subsp. pelewensis Hartlaub & Finsch, 1872;
– Porphyrio porphyrio subsp. poliocephalus (Latham, 1802);
– Porphyrio porphyrio subsp. porphyrio;
– Porphyrio porphyrio subsp. pulverulentus Temminck, 1826;
– Porphyrio porphyrio subsp. samoensis Peale, 1848;
– Porphyrio porphyrio subsp. seistanicus Zarudny & Harms, 1911;
– Porphyrio porphyrio subsp. viridis Begbie, 1834.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Porphyrio porphyrio è un uccello diffuso in Eurasia e Nordafrica anche se alcuni esemplari sono stati esportati in altri paesi dove sono sfuggiti spesso all’allevamento.
Si trova nelle zone umide della Spagna (dove vive la popolazione più numerosa), del Portogallo, della Francia sudorientale, dell’Italia (Sardegna e Sicilia) e dell’Africa nordoccidentale (Marocco, Algeria e Tunisia).
In Spagna, la sottospecie Porphyrio porphyrio porphyrio abita in tutta la costa mediterranea e atlantica, in particolare nel parco de Doñana e in misura minore nelle zone umide della comunità Valenciana, dove è stato quasi completamente espulso dai territori a causa della pressione urbanistica.
In Sardegna è presente nello stagno di Molentargius. Ritenuto finora stanziale, pare che sia migratore parziale.
In tutto il mondo le popolazioni si trovano in uno stato di sofferenza dovuto alla perdita degli habitat umidi e dalla contaminazione degli animali domestici, anche se ancora viene classificata come specie con scarsa preoccupazione.
Il suo habitat è tipicamente quello delle zone umide interne e costiere, laghi, invasi artificiali, paludi, stagni anche temporanei, canali di bonifica e di irrigazione, impianti di fitodepurazione ed aste fluviali.

Descrizione –
Il Porphyrio porphyrio è un uccello piuttosto grande e tozzo, lungo circa 40–55 cm e con un’apertura alare di 90–100 cm.
Ha un grosso becco triangolare di colore rosso sormontato da uno scudo frontale dello stesso colore; le zampe sono di colore variabile dal rosso al rosso-rosato con dita lunghe e sottili, e iride rossa.
La colorazione del piumaggio è molto variabile; le regioni superiori e ali di colore blu-viola scuro, le piume del sottocoda sono bianche. I sessi sono simili ma con le femmine che sono più piccole, e hanno inoltre scudi frontali meno pronunciati. I maschi pesano 720-1000 g e le femmine 520-870 g.
Gli esemplari giovani sono simili agli adulti, ma hanno il piumaggio meno vistoso; alcuni esemplari mantengono la livrea giovanile anche in età adulta. I giovani della sottospecie nominale hanno la faccia, la parte anteriore del collo e il petto di colore grigio chiaro, mentre la gola è quasi bianca; la colorazione delle ali è identica a quella degli esemplari adulti, ma le zone di pelle nuda sono di colore più sbiadito.

Biologia –
Il Porphyrio porphyrio ha, generalmente, una stagione riproduttiva ben determinata, ma all’interno del suo vasto areale il periodo varia da una zona all’altra, in correlazione al picco delle piogge nella maggior parte delle località, o in estate nelle zone dal clima più temperato. Il modello di comportamento sociale tende ad essere la monogamia.
Costruisce il nido nel fitto dei canneti.
Il maschio si esibisce in un elaborato rituale di corteggiamento, prendendo con il becco ciuffi di erbacce acquatiche e inchinandosi verso la compagna, il tutto mentre emette dei richiami striduli.
Nelle regioni occidentali dell’areale gli individui tendono ad avere abitudini monogame, mentre in quelle orientali è molto praticata la nidificazione comunitaria di gruppo. In quest’ultimo caso, questi gruppi possono essere costituiti da più esemplari di ambo i sessi che condividono un nido comune o da famiglie «allargate» comprendenti anche «aiutanti» appartenenti alle nidiate precedenti.
Circa due settimane dopo l’inizio del corteggiamento, le coppie cominciano a costruire il nido disponendo in pile diverse piante e fissandole poi a steli di piante acquatiche, così da ancorarlo e anche da mimetizzarlo. Il nido ha un diametro di 25 cm ed è alto anche 50 cm e termina con un tetto di 5–8 cm di altezza. Di lato costruiscono una passerella di 5–6 cm che conduce quasi ad angolo retto entro il nido. Alcune volte la passerella, anch’essa formata di piante disposte in pile, può estendersi per 25 cm entro il folto della vegetazione, così da poter essere utilizzata dai genitori per lasciare il nido inosservati in caso di pericolo.
Più femmine possono deporre nello stesso nido e condividere gli impegni dell’incubazione.
Ciascun uccello può deporre 3-6 uova di colore variabile dal grigio-giallastro al camoscio-rossastro, ricoperte da macchioline bruno-rossastre. Un nido comunitario può comprendere fino a 12 uova.
L’incubazione dura 23-27 giorni, ed è portata avanti da entrambi i genitori, così come dagli aiutanti, nel caso fossero presenti. I pulcini, precoci, sono ricoperti da un fitto piumino nero e sono in grado di lasciare il nido poco dopo la schiusa delle uova, sebbene spesso trascorrano i primi giorni nel nido.
I pulcini vengono nutriti da entrambi i genitori (e da tutti i membri del gruppo) per 10-14 giorni, dopodiché iniziano ad andare in cerca di cibo da soli.

Ruolo Ecologico –
Il Porphyrio porphyrio è un uccello diffidente che resta nascosto fra la fitta vegetazione, uscendone prevalentemente dal tramonto all’alba. Lo si può tuttavia osservare allo scoperto anche in pieno giorno, purché in zone tranquille. Inoltre può essere rilevato dalla sua caratteristica voce somigliante al verso di una trombetta.
Si ciba prevalentemente di piante acquatiche ma anche di piccoli animali come molluschi e insetti. Nel dettaglio si nutrono di fiori e foglie di piante acquatiche e salgono sugli alberi per mangiarne le bacche, specialmente le more di gelso. Mangiano pure molluschi, crostacei e altri piccoli animali che trovano sulle piante nelle acque basse. Lo studio della dieta è in parte facilitato dal fatto che essi si costruiscono delle «piattaforme di alimentazione», costituite di piante, che molto spesso si trovano ricoperte dai resti dei loro pasti. Non si sa se tutti gli individui si costruiscono queste «piattaforme di alimentazione», ma è certo che quelli della Spagna meridionale e dell’Australia occidentale le costruiscono. Questi uccelli si nutrono spesso di girini e di insetti acquatici; inoltre, si sono spesso ritrovati gusci di lumache. Infine, macchie di sangue indicano che questi animali si nutrono anche di sanguisughe. È risaputo che nella Spagna meridionale si nutrono anche di serpenti d’acqua.
La specie emette richiami forti, rapidi, belati e fischi che difficilmente assomigliano, nel tono, a quelli degli uccelli. È particolarmente rumoroso durante la stagione riproduttiva. Nonostante sia goffo nel volo, può percorrere lunghe distanze ed è un buon nuotatore, soprattutto per un uccello senza piedi palmati.
Secondo quanto raccontano Plinio il Vecchio e altri scrittori latini, sembrerebbe che i ricchi romani tenessero degli esemplari di questo uccello come specie ornamentali nelle ville più grandi e nelle abitazioni lussuose. All’epoca questa specie era considerata un uccello nobile ed era tra le poche specie di volatili che i romani non mangiavano.
Gli esemplari della sottospecie P. p. melanotus erano tenuti in grande considerazione dagli abitanti della Nuova Zelanda (dove ancora oggi vengono chiamati con il nome māori di pūkeko) e delle Samoa (dove sono chiamati manuali’i, letteralmente «uccelli principali»), e in entrambe le località erano tenuti come animali domestici. Il rosso era il colore maggiormente apprezzato dall’aristocrazia polinesiana, e a differenza di altri uccelli con zone del corpo di questo colore (come il fetonte codarossa, alcuni drepanidi hawaiiani, come l’i’iwi, e il pappagallo splendente rosso), questa specie era l’unica a non avere rosse le piume, bensì la faccia, il becco e le zampe. Alle Samoa, in passato, solo i capitribù potevano tenere degli esemplari come animali da compagnia, e i primi marinai europei che vi giunsero notarono uccelli di questo tipo, legati o tenuti in gabbia, considerati alla stregua di veri e propri animali domestici. Alcuni samoani, inoltre, consideravano questo uccello come l’incarnazione di un demone aggressivo e malizioso chiamato Vave. Non vi è testimonianza di esemplari considerati come selvaggina o animali da pollame, a eccezione, forse, dei periodi di maggiore necessità.
Alcuni esemplari, introdotti nel territorio di Pembroke Pines sul finire degli anni ’90, sono sfuggiti al controllo, insediandosi successivamente in molte aree della Florida meridionale, dove sono ormai considerati un elemento stabile dell’avifauna locale. La specie è stata ufficialmente inserita nella American Birding Association Checklist nel febbraio del 2013.
Sulla Lista Rossa della IUCN il Porphyrio porphyrio è elencato tra le specie a minor rischio (Least Concern). Nella regione mediterranea la specie sta diminuendo in seguito alla perdita dell’habitat, alla caccia e all’utilizzo di pesticidi, e necessita di particolare protezione. In Portogallo essa era quasi scomparsa nel corso del XIX e XX secolo, ma ultimamente, grazie alla protezione accordata e ad alcuni programmi di reintroduzione, è nuovamente aumentata, seppur rimanga rara e a distribuzione frammentata.
In alcuni paesi i suoi peggiori nemici sono il bracconaggio e le bonifiche. In Sardegna è una specie rigorosamente protetta (L.R. della Sardegna 32/78).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/255593768/original.jpg




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