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Bunias orientalis

Bunias orientalis

Il Cascellore orientale o Bunias orientale (Bunias orientalis L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Capparales,
Famiglia Brassicaceae,
Genere Bunias,
Specie B. orientalis.
Sono sinonimi i termini:
– Bunias perennis Sm.;
– Bunias winterli Schult.;
– Crucifera laelia E.H.L.Krause;
– Laelia orientalis (L.) Desv.;
– Laelia orientalis Rchb.;
– Laelia podocarpa C.A.Mey.;
– Laelia podocarpa C.A.Mey. ex Rupr.;
– Myagrum taraxacifolium Lam.;
– Rapistrum glandulosum Bergeret.

Etimologia –
Il termine Bunias dovrebbe provenire dal greco βουνιάς buniás rapa, navone, riscontrato in Dioscoride. Tuttavia l’etimologia è incerta: potrebbe derivare anche da buonòs, collina, ambiente tipico della pianta.
L’epiteto specifico orientalis viene da sol orientis il sole levante e quindi il levante stesso: del levante, orientale, indicazione dell’area di distribuzione.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Bunias orientalis è una pianta originaria dell’Europa orientale ed in particolar modo delle steppe della Siberia meridionale e presente oggi in Finlandia e Baltico, a sud fino alla Macedonia e alla Bulgaria, Asia dell’ovest, Siberia occidentale, Caucaso, Turchia, Iran, Iraq. Tuttavia la usa origine non trova concordi tutti gli autori. Per alcuni è originaria degli altopiani armeni, altri indicano un areale originario di distribuzione molto più ampio che comprende il Caucaso, la Russia meridionale e centrale, la Siberia occidentale, l’Europa sudorientale fino ai confini meridionali dell’odierna Slovacchia e dell’Ungheria orientale.
In Italia è una specie presente come avventizia nelle regioni settentrionali, dal Piemonte al Friuli. La distribuzione regionale è ristretta a pochissime stazioni sparse nell’alta pianura friulana e nelle valli secche delle Alpi Carniche.
Nel suo habitat naturale è presente nelle praterie sia alpine che subalpine mentre nell’areale invasivo invade prevalentemente gli habitat disturbati come bordi stradali e ferroviari, terreni incolti, pascoli, siti erbosi nelle aree urbane, discariche.

Descrizione –
La Bunias orientalis è una pianta perenne, glabra o scarsamente ghiandolare, alta 25-120 (150) cm con uno o più steli che si ramificano verso l’alto.
Presenta foglie lanceolate, divise. Le foglie, che costituiscono la rosetta basale, sono lunghe fino a 40 cm, pennatopartite, con divisioni strette e con un lobo terminale triangolare, inoltre le foglie superiori sono più piccole e meno incise.
I fiori sono gialli e portati in infiorescenze ramificate; i sepali sono lanceolati, estesi o ispidi; i petali sono di 4-8 mm.
L’antesi è nel periodo di giugno-luglio ma può differire in funzione dell’areale di crescita.
I frutti sono delle siliquette asimmetricamente ovoidi di 3,5(5) x 7(10) mm, ricoperte di piccole e irregolari protuberanze, con 1 o 2 loculi monospermi, stilo di 0,5-2 mm.
I semi sono subglobosi, un poco compressi, bruno-rossastri, di 2-3 mm.

Coltivazione –
La Bunias orientalis è una pianta che si comporta da biennale a perenne e che viene raccolta allo stato selvatico per uso locale come alimento.
Questa pianta è in grado di diffondersi rapidamente in nuove aree, sia per seme che per riproduzione vegetativa. Si è diffusa dal suo areale originario a seguito dell’attività umana e si è naturalizzata in molte aree tra cui il Nord America, la Mongolia e la Cina settentrionale.
Si tratta di una pianta molto rustica, in grado di sopravvivere a temperature invernali che arrivano fino a -45 °C. Tollera una piovosità media annua compresa tra 500 e 3.000 mm, con una stagione secca non superiore a circa 3 mesi.
È una pianta molto facile da coltivare, riesce in qualsiasi terreno purché in posizione soleggiata, anche se queste piante tendono ad adattarsi in condizioni ombreggiate.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata in primavera e la germinazione è solitamente molto rapida e buona.
La produzione di semi può arrivare fino a 1000 per m² di terreno e questa pianta, molto resistente a malattie, parassiti e stress idrico, può riprodursi vegetativamente perché riesce a rigenerarsi anche da piccoli frammenti delle radici.
Siccome è una pianta invasiva sono state messe in atto diverse tecniche per eradicarla da alcuni siti.
L’eradicazione deve consistere nell’eliminazione meccanica prima che la pianta entra in fioritura. Si è pure operato anche il diserbo ma gli effetti conseguenti sono peggiori del rimedio a causa delle ricadute negative sulla fertilità dei suoli, sull’’entomofauna e su altri organismi viventi.
Si può propagare infatti anche con altri sistemi vegetativi come per divisione o talea.
Nel secondo caso si preparano delle talee di 2 – 5 cm di lunghezza in qualsiasi momento durante la stagione di crescita, anche se l’inizio della primavera, quando la pianta inizia a crescere, è la soluzione migliore.

Usi e Tradizioni –
La Bunias orientalis che insieme alla specie molto simile, la Bunias erucago, è una pianta molto antica. Secondo ricerche sulla sua genetica si hanno due principali pool genetici, uno dislocato nella regione irano-turaniana e l’altro nel vicino Caucaso settentrionale.
Questi due pool hanno iniziato a divergere ed espandersi in un periodo presumibile intorno a 930 mila anni fa.
Successivamente a seguito dei cicli di glaciazione e deglaciazione del Pleistocene si è avuta una successiva espansione di un pool genetico europeo intorno a 230 mila anni fa che si è così distaccato dal pool genetico dell’area caucasico-iraniano-turanico. Le popolazioni europee hanno poi colonizzato gran parte dell’Europa occidentale e settentrionale.
La B. orientalis si è diffusa poi grazie alla presenza di suoi semi nel fieno che accompagnava gli animali durante le azioni militari delle guerre russo-persiane, all’inizio e alla metà del Settecento e in Europa dalle truppe russe che inseguivano l’esercito di Napoleone in ritirata nel 1812.
Altri sistemi di diffusione si sono avuti poi intorno al diciannovesimo secolo per via della navigazione marittima anche nei fiumi interni europei e successivamente per mezzo del trasporto ferroviario nell’Impero russo e nei paesi vicini.
Successivamente la pianta si è diffusa anche in America dove la pianta è stata segnalata per la prima volta nel 1944 nell’isola di Grand Manan in Canada, anche se pare che fosse già presente.
Oltre alla sua invasività questa pianta è particolarmente attraente per i pronubi che, trascurando le piante autoctone, riducono ulteriormente le loro popolazioni.
Inoltre questa pianta aumenta la sua invasività per l’effetto allelopatico e presenza di organi sotterranei duraturi, ecc. che ostacolano maggiormente la vegetazione di altre specie.
Tuttavia questa pianta ha anche un rilevante uso come pianta alimentare.
Presso alcune popolazioni viene consumata in insalate e zuppe.
Viene consumata nell’area mediterranea dove le foglie rappresentano le prime e ultime verdure della stagione e vengono consumate crude, quando sono giovani e cotte quando invecchiano.
In Russia le infiorescenze, sono utilizzate al posto dei broccoli anche se piuttosto piccole. In Turchia il fusto, privato dalla corteccia, è consumato crudo.
Inoltre questa pianta rappresenta un buon foraggio e con elevato valore alimentare per molti animali da allevamento.
Questa pianta viene inoltre impiegata in campo medicinale.
È stata utilizzata nella medicina omeopatica, come antiscorbutico, per il cosiddetto disturbo linfatico causato da deficienze immunitarie.
Dal punto di vista fitochimico è ricca di proteine, lipidi, ceneri, acido ascorbico, carotene, ecc.
Una ricerca recente ha rilevato che gli estratti alcolici della pianta hanno attività antimicrobica contro Candida albicans e Salmonella enterica subsp. enterica.
Anche se si tratta di dati incoraggianti ancor oggi sono pochi gli studi che indagano sulle sue effettive proprietà medicinali.

Modalità di Preparazione –
La Bunias orientalis è una pianta utilizzata come pianta alimentare o medicinale.
Si consumano sia le foglie e steli giovani, sia crudi o cotti.
Le foglie giovani hanno un sapore delicato di cavolo che si sposa molto bene con un’insalata mista, anche se alcuni le trovano indigeribili.
Le foglie sono un po’ pelose quindi sono poco gradite se mangiate crude da sole.
Le foglie cotte costituiscono invece un ottimo ortaggio.
Le foglie sono disponibili all’inizio dell’anno, solitamente verso la fine dell’inverno, e la pianta continua a produrre foglie fino al tardo autunno, con un po’ di intervallo quando la pianta è in fiore.
Si consumano anche i boccioli dei fiori e gli steli fioriferi, sia crudi o cotti. Hanno un gradevole sapore delicato con una dolcezza delicata e un sapore simile al cavolo, sono un eccellente sostituto dei broccoli anche se sono piuttosto piccoli.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/275614428/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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