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Amanita lividopallescens

Amanita lividopallescens

L’Amanita pallida (Amanita lividopallescens (Secr. ex Boud.) Kühner & Romagn. 1931) è un fungo appartenente alla famiglia delle Amanitaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Sottodivisione Agaricomycotina,
Classe Agaricomycetes,
Sottoclasse Agaricomycetidae,
Ordine Agaricales,
Famiglia Amanitaceae,
Genere Amanita,
Specie A. lividopallescens.
È basionimo il termine:
– Amanitopsis lividopallescens Secr. ex Boud..
Sono sinonimi i termini:
– Amanita lividopallescens (Boud.) Kühner & Romagn.;
– Amanita lividopallescens (Secr. ex Boud.) Kühner & Romagn. 1953.;
– Amanita lividopallescens (Secr. ex Gillet) Boud. 1905.;
– Amanitopsis lividopallescens Secr..

Etimologia –
Il termine Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos], cioè fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos], Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità.
L’epiteto specifico lividopallèscens è un aggettivo invariante della seconda classe, com- posto dell’aggettivo della prima classe lìvidus,-a,-um, “livido, smorto, nerastro, paonazzo” e di pallèscens participio presente del verbo incoativo della terza co-niugazione pallèscere, che significa “diventare pallido, impallidire”, per il colore del cappello.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Amanita lividopallescens è un fungo della sezione Vaginatae che può cresce in habitat con presenze di Quercus spp., Betula pendula, Corylus avellana ed altre latifoglie.
Questo fungo è poco comune, che si può trovare nel periodo tra l’estate e inizio autunno.

Riconoscimento –
L’Amanita lividopallescens è un fungo non comune che si riconosce per avere un cappello di 60-110 mm di diametro. La forma del cappello è prima campanulato-convessa, poi convessa, e infine appianata, con umbone ottuso poco pronunciato. Questo ha un colore variabile e tonalità uniformi, biancastro, grigio-pallido, grigio-beige, grigio-ocra-pallido, margine regolare, nettamente striato.
Le lamelle sono libere, abbastanza fitte, ventricose, intercalate da lamellule, bianche, biancastre-crema, filo lamellare fioccoso, concolore.
Il gambo è di 90-120 mm, di forma cilindrica, slanciato, allargato alla base, farcito midolloso poi cavo, asciutto, di colore bianco, liscio, in seguito decorato da fioccosità e da resti velari concolori al cappello.
L’anello è assente.
La volva è fragile, membranosa, inguainante, ± sacciforme, di colore bianca, biancastra, sovente con sfumature ocracee.
La carne è bianca immutabile, soda negli esemplari giovani, tenera e molle con l’età, fragile. Ha odore leggero, gradevole e sapore dolciastro.
Reazioni chimiche: spore non amiloidi a contatto con il reagente di Melzer.

Coltivazione –
L’Amanita lividopallescens è un fungo che, pur se commestibile dopo cottura, non rientra tra quelli coltivati.

Usi e Tradizioni –
L’Amanita lividopallescens appartiene alla sezione Vaginatae (ex Amanitopsis = Amanite senza anello), non molto comune, ma di facile riconoscimento per la sua colorazione generalmente sempre chiara, per una volva presto fragile e un gambo con squamosità concolori, che la distinguono dalla A. vaginata.
Per quanto riguarda le possibili confusioni nel riconoscimento, difficile è la distinzione con l’Amanita beckeri e l’Amanita malleata che presentano un aspetto, robustezza e pigmentazione pileica molto simili. Un elemento di distinzione potrebbe essere rappresentato dalla volva, che in Amanita lividopallescens si presenta di norma più sacciforme rispetto a quella delle altre due amanite, in cui, invece, essa è più friabile, ma solo l’analisi microscopica può togliere qualsiasi dubbio.
L’A. lividopallescens è un fungo di non frequente ritrovamento che, comunque, è commestibile solo dopo cottura.

Modalità di Preparazione –
L’Amanita lividopallescens è un fungo commestibile solo dopo cottura.
Tuttavia la commestibilità si ottiene dopo cottura con temperature di 70-80 °C, che permette di dissolvere le sostanze tossiche (emolisine) che contiene.
Si consiglia, comunque, di non raccogliere questo fungo per la sua crescita non comune.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Fonte foto:
https://www.artportalen.se/MediaLibrary/2017/1/cff736f6-3348-4b98-b4ea-17c070324a0f_image.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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