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Grampus griseus

Grampus griseus

Il grampo o delfino di Risso (Grampus griseus (G. Cuvier, 1812)) è un cetaceo appartenente alla famiglia dei Delphinidae.

Sistematica –
dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Superphylum Deuterostomia,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Infraphylum Gnathostomata,
Superclasse Tetrapoda,
Classe Mammalia,
Sottoclasse Theria,
Infraclasse Eutheria,
Superordine Laurasiatheria,
Ordine Cetacea,
Sottordine Odontoceti,
Superfamiglia Delphinoidea,
Famiglia Delphinidae,
Sottofamiglia Globicephalinae,
Genere Grampus,
Specie G. griseus.
È basionimo il termine:
– Delphinus griseus G.Cuvier, 1812.
Sono sinonimi i termini:
– Delphinus aires G.Cuvier, 1812;
– Delphinus griseus G.Cuvier, 1812;
– Delphinus griseus Gray, 1828;
– Delphinus orca Temminck & Schlegel, 1841;
– Delphinus risso Risso, 1826;
– Delphinus rissoanus Desmarest, 1822;
– Delphinus rissoi Gervais, 1859;
– Globicephalus rissii Hamilton, 1837;
– Gramphidelphis griseus Kellogg, 1940;
– Grampidelphis exilis Iredale & Troughton, 1933;
– Grampidelphis griseus Iredale & Troughton, 1933;
– Grampidelphis kuzira Iredale & Troughton, 1933;
– Grampus cuvieri Gray, 1846;
– Grampus griseus subsp. richardsoni Gray, 1850;
– Grampus griseus subsp. sakamata (Gray, 1846);
– Grampus griseus subsp. sowerbianus (Fischer, 1881);
– Grampus griseus subsp. stearnsi (Dall, 1873);
– Grampus richardsoni Gray, 1850;
– Grampus rissoanus (Desmarest, 1822);
– Grampus sakamata Gray, 1846;
– Grampus sakata Tomilin, 1957;
– Grampus sowerbianus Fischer, 1881;
– Grampus stearnsii Dall, 1873;
– Phocaena griseus F.Cuvier, 1836;
– Phocaena rissonus F.Cuvier, 1836.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Grampus griseus è un cetaceo circumglobale pelagico che vive nei mari profondi anche se non di rado si avvicina alla costa.
Vive in tutto il mondo nelle acque temperate e tropicali, negli oceani Indiano, Pacifico e Atlantico, anche nel Golfo Persico, nel Mar Mediterraneo e nel Mar Rosso, ma non nel Mar Nero (uno spiaggiamento è stato registrato nel Mar di Marmara nel 2012). Il loro areale si estende a nord fino al Golfo dell’Alaska e alla Groenlandia meridionale e a sud fino alla Terra del Fuoco.
Dal 2017, i delfini di Risso hanno cominciato ad apparire al largo della costa norvegese, a Bleik’s Canyon, Andenes. I ripetuti avvistamenti regolari implicano un ampliamento del loro areale naturale. Possibili spiegazioni sono il cambiamento del clima e delle correnti, nonché l’espansione verso nord delle specie di prede o la competizione con altre specie nel loro areale naturale, come le balene pilota.
Nel Mar Mediterraneo è piuttosto comune, soprattutto nel Mar Ligure, nell’Arcipelago Toscano e a nord della Sicilia. È presente in abbondanza nel golfo di Taranto.
Il loro habitat preferito è appena fuori dalla piattaforma continentale su sponde ripide, con profondità dell’acqua che variano da 400 a 1.000 m e temperature dell’acqua di almeno 10 °C e preferibilmente di 15-20 °C. Sono registrate immersioni a una profondità di 600 m all’inseguimento della preda.

Descrizione –
Il Grampus griseus è un cetaceo che può raggiungere una lunghezza di 4 m ed un peso di 500–600 kg.
Presenta un capo senza rostro e la fronte bombata, ma non globosa, che presenta un caratteristico solco a forma di V nel mezzo, con l’apice rivolto verso il basso.
La mascella superiore sporge leggermente.
La pinna dorsale è situata circa a metà del corpo, molto alta, appuntita e falcata. Le pinne pettorali sono lunghe e appuntite. Presenta, inoltre, pochissimi denti perché si nutre di prede viscide quali i calamari.
La livrea è inconfondibile; i neonati sono di colore grigio chiarissimo uniforme, ma crescendo diventano prima di color brunastro e poi del grigio ardesia dell’adulto. Con il passare degli anni il corpo viene ricoperto da numerosissime ed estese graffiature chiare, che finiscono col fargli assumere una colorazione quasi bianca, soprattutto nella parte anteriore.
Si ritiene che tali graffiature siano un effetto di interazioni sociali, ma l’eventuale funzione adattativa di questa particolarissima depigmentazione rimane un mistero. Si pensa che alcuni graffi derivino dai morsi dei calamari. In alcuni esemplari è visibile una gualdrappa sottile e appena accennata. Sul lato ventrale è presente una macchia biancastra a forma di ancora, simile per forma e posizione a quella dei globicefali.

Biologia –
Il Grampus griseus ha una gestazione che richiede circa 13-14 mesi, a intervalli di 2,4 anni.
Il parto raggiunge picchi stagionali in inverno nel Pacifico orientale e in estate e in autunno nel Pacifico occidentale.
Le femmine maturano sessualmente all’età di 8-10 anni e i maschi all’età di 10-12 anni. L’esemplare più vecchio ha raggiunto i 39,6 anni.
Il piccolo, appena nato, è lungo circa 1,5 m; il peso del neonato non è noto.
Inoltre un particolare della riproduzione poco conosciuto è che, sembra, che in Mediterraneo si accoppino in autunno.

Ruolo Ecologico –
Il Grampus griseus è l’unica specie del genere Grampus Gray, 1828.
Questi cetacei si nutrono quasi esclusivamente di calamari neritici e oceanici, prevalentemente notturni. La predazione non sembra significativa. Gli spiaggiamenti di massa sono rari. Le analisi effettuate sul contenuto dello stomaco di esemplari spiaggiati in Scozia hanno dimostrato che la specie più importante predata nelle acque scozzesi è il polpo arricciato (Eledone cirrhosa).
Una popolazione si trova al largo dell’isola di Santa Catalina dove sono simpatriche con le balene del genere Globicephala macrorhynchus ed entrambe le specie si nutrono della popolazione di calamari. Sebbene queste specie non siano state viste interagire tra loro, approfittano della pesca commerciale dei calamari che si svolge di notte.
Viaggiano anche con altri cetacei. Cavalcano le onde di prua delle balene grigie, così come le onde dell’oceano.
Questi delfini hanno un’organizzazione sociale stratificata. Viaggiano tipicamente in gruppi compresi tra 10 e 51, ma a volte possono formare aggregati maggiori che raggiungono fino a poche migliaia di individui. Esistono sottogruppi più piccoli e stabili all’interno di gruppi più grandi. Questi gruppi tendono ad essere simili per età o sesso. Questo delfino tende a sperimentare la fedeltà verso i propri gruppi. Si vede che i legami a lungo termine sono correlati con i maschi adulti. Gli individui più giovani sperimentano meno fedeltà e possono lasciare e unirsi a gruppi. Le madri mostrano un’elevata fedeltà nei confronti di un gruppo di madre e piccoli ma non è chiaro se queste femmine stiano insieme o meno dopo che i loro piccoli se ne sono andati o rimangono nei loro sistemi natali.
Come molte specie di delfini, anche questo cetaceo, usa l’ecolocalizzazione per prendere di mira cefalopodi e pesci che si nutrono al di sotto.
Questo cetaceo può raggiungere profondità superiori a 600 m utilizzando l’aria dei polmoni e operando diversi giri per scendere rapidamente, quasi verticalmente, e aumentare il tempo trascorso a cercare cibo. Ciò consente alla specie di sfruttare uno strato profondo e disperso di prede come i calamari, quelli che si rifugiano durante il giorno quando diventano più vulnerabili alla predazione.
Inoltre, anche se è capace di notevole agilità (può raggiungere i 25 km/h), questo delfino ha di solito movimenti lenti e rilassati. A differenza del delfino comune e del tursiope, le barche non sembrano attrarre questo cetaceo, ma non è difficile avvicinarlo.
Come altri delfini e animali marini, ci sono state documentazioni di questi delfini catturati in reti a circuizione e reti da imbrocco in tutto il mondo. Molti di questi incidenti hanno provocato la morte. Anche piccole operazioni di caccia alle balene sono state causa di alcune di queste morti. L’inquinamento ha colpito anche molti esemplari che hanno ingerito plastica. I campioni di questi animali mostrano una contaminazione all’interno dei loro tessuti.
Per quanto riguarda il loro stato di conservazione, le popolazioni dei mari del Nord, del Baltico e del Mediterraneo sono elencate nell’Appendice II della Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie della fauna selvatica (CMS), poiché hanno uno stato di conservazione sfavorevole o trarrebbero notevoli benefici dalla cooperazione internazionale organizzata da accordi mirati.
Inoltre questo delfino è coperto dall’accordo sulla conservazione dei piccoli cetacei del Baltico, dell’Atlantico nord-orientale, dell’Irlanda e dei mari del Nord (ASCOBANS), dall’accordo sulla conservazione dei cetacei nella regione del Mar Nero, del Mediterraneo e dell’Atlantico contiguo (ACCOBAMS), dal memorandum d’intesa per la conservazione dei cetacei e dei loro habitat nella regione delle isole del Pacifico (MoU Cetacei del Pacifico) e il Memorandum d’intesa relativo alla conservazione del lamantino e dei piccoli cetacei dell’Africa occidentale e della Macaronesia (MoU sui mammiferi acquatici dell’Africa occidentale).
I delfini di Risso sono protetti negli Stati Uniti dal Marine Mammal Protection Act del 1992. Attualmente, il Giappone, l’Indonesia, le Isole Salomone e le Piccole Antille cacciano ancora questo delfino.
Le minacce per questo cetaceo sono rappresentate, oltre che dalla caccia in alcuni Paesi, dall’inquinamento acustico dovuto principalmente all’attività militare (sonar), ai sismografi di profondità ed alla pesca accidentale. Inoltre l’uomo compete sottraendo le prede, principalmente calamari. Tuttavia, tenuto conto della vastità dell’areale e della consistenza della popolazione, la Lista rossa IUCN ha attribuito a questa specie lo status “LC” (rischio minimo).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, la Facilidad Global de Información sobre Biodiversidad.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/236847430/original.jpg
https://www.artstation.com/artwork/Kb5RR




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