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Riproduzione della Quercia Vallonea

Riproduzione della Quercia Vallonea

La quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge & Yalt.) è un albero della famiglia delle Fagaceae presente nel bacino del Mediterraneo.

Habitat idoneo di riproduzione –
La Quercus ithaburensis subsp. macrolepis è una quercia originaria di un areale che va dall’Italia sud-orientale ai Balcani (Albania, Bulgaria, ex Jugoslavia), Grecia, comprese Creta e le isole dell’Egeo orientale), fino al Mediterraneo orientale (Turchia, Libano e Siria.
È invece assente dalla regione palestinese, dove è presente solo la sottospecie ithaburensis.
Il suo habitat naturale è rappresentato dai boschi aperti in collina o presenti in areale come alberi solitari, di solito in terreni asciutti.

Propagazione –
La Quercus ithaburensis macrolepis è un albero deciduo con chioma di forma da ellittica a tonda che, di solito, raggiunge un’altezza di 10 – 15 metri, anche se occasionalmente raggiunge i 25 metri. Il tronco è dritto e cilindrico può avere un diametro di 50 – 60 cm.
Si tratta di una pianta moderatamente resistente al freddo, che tollera temperature fino a circa -15°C quando è dormiente. Cresce meglio nelle zone con estati calde, prediligendo i climi mediterranei e si trova nelle regioni dove la piovosità media annua varia da 400 a 700 mm. Nelle zone con estati più fresche, come le regioni marittime della zona temperata, spesso cresce male, non riuscendo a maturare correttamente il suo legno e subendo danni da gelo durante l’inverno.
Questa quercia preferisce una posizione soleggiata, ma le piante giovani tollerano livelli ragionevoli di ombra laterale.
È un albero poco esigente, che cresce bene su suoli calcarei, argillosi e rocciosi e anche in terreni asciutti.
Tuttavia per un buon sviluppo è bene scegliere un substrato fertile e profondo.
La propagazione avviene per seme, ricordandosi che questo perde rapidamente vitalità se viene lasciato asciugare. Può essere conservato umido e fresco durante l’inverno, ma è meglio seminare non appena è maturo in un semenzaio all’aperto, anche se deve essere protetto da topi, scoiattoli, ecc, se presenti nell’areale.
Piccole quantità di seme possono essere seminate in vasi profondi in una serra non riscaldata. Le piante producono un fittone profondo e devono essere trapiantate in pieno campo il prima possibile, infatti i semi seminati in situ producono gli alberi migliori.
Per questo motivo gli alberelli non dovrebbero essere lasciati in un vivaio per più di 2 stagioni di crescita, prima di trapiantarli.

Ecologia –
La Quercus ithaburensis macrolepis è una pianta che è stata utilizzata allo stato naturale per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. Oggi il suo uso per questi fini è molto diminuito.
Tutte le parti della pianta contengono tannini. I tannini sono di bassa tossicità e, a causa del loro sapore amaro e astringenza, è improbabile che vengano consumati in grandi quantità. Tuttavia, se assunti in eccesso, possono causare dolori allo stomaco; costipazione seguita da diarrea sanguinolenta: sete eccessiva; e minzione eccessiva.
Le ghiande venivano un tempo utilizzate per la concia e la tintura.Le ghiande mature si mangiano crude o bollite.
In Italia l’habitat è presente sottoforma di piccoli nuclei boschivi monospecifici ma alterati e molto antropizzati per cui non è possibile riferirli a nessuna associazione. Si fa quindi riferimento all’aggr. a Quercus ithaburensis ssp. macrolepis che viene inquadrata nell’alleanza Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003dell’ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 (classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950).
In Puglia, unica stazione dell’habitat per l’Italia, l’habitat è in contatto catenale con le leccete dell’habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”.




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