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Genetta genetta

Genetta genetta

La genetta comune (Genetta genetta Linnaeus, 1758) è un mammifero appartenente alla famiglia dei Viverridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Mammalia,
Sottoclasse Theria,
Infraclasse Eutheria,
Superordine Laurasiatheria,
Ordine Carnivora,
Sottordine Feliformia,
Famiglia Viverridae,
Sottofamiglia Viverrinae,
Genere Genetta,
Specie G.genetta.
Sono sinonimi i termini:
– Genetta vulgaris Lesson, 1827;
– Viverra genetta (Linnaeus, 1758).
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
Genetta Genetta genetta (Linnaeus), 1758 — Presente in Spagna, Portogallo e Francia;
Genetta Genetta afra (Cuvier), 1825 – Presente nel Nord Africa;
Genetta Genetta senegalensis (Fischer), 1829 — Presente nell’Africa sub sahariana;
Genetta Genetta dongolana (Hemprich e Ehrenberg), 1832 – Presente in Arabia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Genetta genetta è un carnivoro originario dell’Africa che, successivamente, è stato introdotto nell’Europa sudoccidentale. È ampiamente distribuito, con le sue sottospecie, a nord del Sahara, nelle zone della savana a sud del Sahara fino all’Africa meridionale e lungo la costa dell’Arabia, dello Yemen e dell’Oman.
È diffusa nell’Europa sudoccidentale, dove è stata introdotta dai Romani.
Il suo areale è in espansione e nel 2008 c’è stato il primo avvistamento nel Parco naturale regionale delle Alpi Liguri di un esemplare proveniente dalla vicina Francia.
Il suo habitat è quello delle zone alberate, sia sempreverdi che decidue, dove è spesso associata con corsi d’acqua. Evita ambienti aperti, sebbene talvolta sia stata osservata nelle savane o nelle fattorie. Invece è assente dalle foreste pluviali e dalle savane alberate. Può raggiungere i 3.300 metri di altitudine sugli altopiani etiopi.

Descrizione –
La Genetta genetta è un carnivoro di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 432 e 552 mm; la lunghezza della coda oscilla tra 331 e 516 mm; quella del piede tra 80 e 90 mm e quella delle orecchie tra 40 e 54 mm; ha un peso che può arrivare fino a 2,5 kg.
Ha una pelliccia relativamente lunga, soffice, densa e lanosa, con un colore di fondo del corpo che varia dal grigio-biancastro al giallo-rossiccio chiaro. Presenta una striscia dorsale nera che si estende dalle spalle fino alla base della coda. Inoltre sono presenti 4 file di piccole macchie nere ben separate lungo i fianchi. Un’altra striscia nerastra è presente sulla fronte, mentre sono presenti delle macchie nerastre su ogni lato dell’occhio. I lati del muso, il mento, il labbro inferiore e la gola sono bianchi.
Le vibrisse hanno una lunghezza di circa 60–70 mm. Le zampe sono scure posteriormente. La parte centrale tra i cuscinetti della pianta della zampa anteriore è ricoperta di peluria. La coda è più corta della testa e del corpo, è nerastra ed ha 8-9 anelli biancastri e la punta bianca.
Le femmine hanno due paia di mammelle.
Le varie sottospecie si differenziano principalmente dal colore della pelliccia e dalla sua lunghezza, evidenziando due principali varianti, la prima caratteristica delle regioni climatiche mediterranee e del Sudafrica dove la pelliccia è più lunga, scura e con le macchie nerastre, e una seconda diffusa nel resto dell’areale con clima tropicale e desertico dove la pelliccia è più corta, pallida e ricoperta di macchie più brunastre. Infine esemplari completamente melanici sono presenti soltanto nella Penisola Iberica.

Biologia –
Il periodo di riproduzione della Genetta genetta varia in funzione dell’areale dove vive; per esempio in Spagna si riproduce tra gennaio e settembre, con un picco in febbraio e marzo e un altro in estate.
La stagione riproduttiva è associata principalmente alle stagioni delle piogge in Africa mentre avviene in primavera ed autunno nelle regioni mediterranee. Femmine che allattavano sono state osservate in Etiopia alla fine di novembre, mentre altre gravide sono state osservate da ottobre a febbraio in Botswana, e più generalmente da settembre a gennaio nell’Africa meridionale. Le femmine raggiungono la maturità sessuale a due anni di età.
Il comportamento di accoppiamento e lo sviluppo dei giovani sono stati studiati in individui in cattività.
La copulazione dura da due a tre minuti e si ripete fino a cinque volte nella stessa notte. Dopo un periodo di gestazione di 10-11 settimane, nascono fino a quattro piccoli.
La cucciolata viene accudita all’interno delle cavità di grossi alberi o in tane di altri animali. I piccoli alla nascita sono ricoperti di peluria, hanno gli occhi e le orecchie chiusi e pesano da 60 a 85 g; crescono molto lentamente, raggiungendo il peso di 1,5 kg dopo otto mesi. Abbandonano il nido dopo 45 giorni e inizieranno a mangiare carne a circa sette settimane di età e sono completamente svezzati a quattro mesi.
Quando hanno cinque mesi, sono abili nella caccia da soli.
Quando hanno 19 mesi, iniziano a segnare il loro territorio e si pensa che siano sessualmente maturi all’età di due anni.
Questa specie, in cattività, vive fino a 20 anni mentre quella allo stato selvatico non supera gli 8 anni.

Ruolo Ecologico –
La Genetta genetta inizialmente fu classificata col nome scientifico di Viverra genetta da parte di Carlo Linneo nel 1758.
È un animale che tende a rifugiarsi nella boscaglia, in ammassi rocciosi o nelle cavità degli alberi, talvolta in tane abbandonate da altri animali come gli oritteropi, dove generalmente vive solitaria e più raramente in coppie.
È una specie prevalentemente terricola, sebbene sia un’abile arrampicatrice, in particolare sugli alberi per cercare frutta o nidi d’uccelli e per fuggire dai predatori. Si riconosce, oltre che per le sue caratteristiche somatiche, perché solitamente cammina o trotta con il corpo mantenuto molto vicino al suolo, la colonna vertebrale, inclusa la coda, pressoché orizzontale, le spalle più basse della base della coda in maniera tale che il centro di gravità rimanga sempre basso. Per spostarsi utilizza spesso strade, sentieri e letti di fiumi asciutti.
Le comunicazioni tra diversi individui avvengono principalmente attraverso segnali olfattivi e visivi, anche se nelle relazioni tra madri e figli sono importanti i richiami vocali. A tal riguardo utilizzano le secrezioni delle ghiandole perineali e l’urina quanto lo sfregamento del corpo e delle zampe.
La marcatura territoriale è più accentuata nei maschi durante le stagioni riproduttive, mentre nelle femmine è più evidente durante il resto dell’anno. Lo sfregamento è associato ad atteggiamenti aggressivi, spesso insieme all’erezione dei lunghi peli della coda e della cresta dorsale, all’inarcamento della schiena in maniera molto simile ai gatti e forti sibili accompagnati da movimenti in avanti della testa verso l’antagonista con la bocca aperta per mostrarne i denti. Il raggio d’azione è molto limitato, con spostamenti che non superano i 3 km.
La Genetta genetta preda di notte, dal tramonto alle prime ore del mattino, mentre i giovani sono attivi anche di giorno.
Una volta individuata la preda, la genetta si muove lentamente, inseguendola in maniera felina per poi avventarsi improvvisamente su di essa. Viene successivamente agguantata con gli artigli delle zampe anteriori e morsa su tutto il corpo, ma se non muore in breve tempo la genetta le si getta a fianco e la afferra con tutte e quattro le zampe cercando di stritolarle la testa o rompergli il collo con alcuni morsi. Generalmente i piccoli roditori ed altri vertebrati vengono sezionati in due o tre parti per poi essere divorati.
L’alimentazione è quindi composta di piccoli mammiferi, uccelli, uova, rettili, anfibi, pesci, insetti, frutta e funghi. È stata segnalata come specie che, in alcuni casi, fa irruzione nei pollai.
Già prima del gatto domestico, nel medioevo la genetta comune veniva utilizzata per limitare la proliferazione di roditori intorno alle case.
Per quanto riguarda il suo status di conservazione non sono note minacce importanti.
In Nord Africa e in alcune località dell’Africa meridionale vengono cacciate per la loro pelliccia. In Portogallo vengono uccise nelle trappole dei predatori. A Ibiza, l’urbanizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture causano la perdita e la frammentazione dell’habitat.
Tra i predatori sono state osservate predazioni da parte di serval, caracal, leopardi, rateli e grossi gufi, suggerendo la vulnerabilità a un grande numero di carnivori africani.
La Genetta genetta è elencata nell’Appendice III della Convenzione di Berna e nell’Allegato V della Direttiva Habitat e Specie dell’Unione Europea.
La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la presenza in numerose aree protette e la presenza in svariati habitat, classifica la G. genetta come specie a rischio minimo (Least Concern).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, la Facilidad Global de Información sobre Biodiversidad.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.

Fonte foto:
https://static.inaturalist.org/photos/105275733/original.jpeg




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