Un Mondo Ecosostenibile
ColtivazioniGuide Pratiche

Come coltivare il bambù

Come coltivare il bambù

Il Bamboo, comunemente chiamato bambù (Bambusoideae Luerss., 1893) è una sottofamiglia di piante appartenenti alla famiglia delle Poaceae. Esistono molte specie da quelle piccole, di meno di 1 metro di altezza e con i fusti di mezzo centimetro di diametro, a quelle giganti, alte anche 25 m e con un diametro di 30 cm. In questo contributo vedremo come coltivare il bambù, sapendo che la sua coltivazione va fatta con specifici scopi e con una buona capacità di controllo della pianta in quanto è alquanto invasiva. La coltivazione del bambù può avere molteplici scopi: si va da quelli alimentari a quelli della bioedilizia; senza però voler fare grandi filiere basti pensare che l’applicazione più pratica del bambù è quella di tutore per alberi ed impalcature molto utili nelle coltivazioni o per realizzare barriere verdi e siepi. Inoltre per poter coltivare il bambù è necessario che il clima sia adatto a questa pianta di origini asiatiche che mal sopporta sia le temperature troppo alte sia le gelate. L’ideale sarebbe un clima tropicale ma negli ambienti litorali insulari del sud Italia è possibile coltivarlo.

Per la coltivazione, viste le molteplici specie e varietà (suddivise commercialmente in bambù a mazzo, rampicante e a canne) si consiglia quella a mazzo che crea agglomerati di piante meno invasivi. Per l’impianto ricordiamoci che la zona dove coltivarla deve avere una esposizione solare di almeno otto ore e di essere ben riparata durante l’inverno; il terreno deve essere molto ricco di sostanza organica e di natura marnosa. Inoltre il bambù ha un apparato radicale molto superficiale che può essere facilmente soggetto ad attacchi parassitari se non viene tenuto pulito e protetto. Inoltre bisogna sapere che tutte le varietà di bambù si propagano attraverso le radici e i rizomi per via monopodiale o simpodiale. Per via monopodiale significa che la propagazione avviene sotto terra in tempi più lunghi; per via simpodiale si ha un’alta variabilità in funzioni di condizioni climatiche e dei tipi di suolo. L’impianto del bambù, sia che avvenga da seme che da piantine va fatto nel periodo di aprile con distanze di almeno un metro. Successivamente all’impianto bisogna irrigare spesso senza creare in alcun modo ristagni. È utilissima per i bambù la tecnica della pacciamatura con paglie o foglie che vi fa sprecare meno acqua e proteggere l’apparato radicale di questa pianta. nella coltivazione di questa pianta poi bisogna avere molta accortezza nel contenimento dei nuovi getti fuori dall’area dove intendete coltivarlo. In generale ciò si può attuare in due modi: il primo metodo consiste nella vera e propria rimozione di ogni rizoma che tenda a sfuggire dai confini dell’area destinata alla coltivazione; il secondo è quello del contenimento delle piante con una barriera fisica, sistema che meglio si adatta alla coltivazione della varietà rampicante. Le barriere (a tenuta di radici) devono avere una profondità di almeno un metro per evitare qualunque diffusione fuori perimetro. Importante è poi la tecnica dello sfoltimento e potatura dei germogli e rami più deboli e di quelli vecchi (che potete utilizzare subito come supporti per le vostre coltivazioni). In questo modo la coltivazione del bambù avrà una grande utilità per la fornitura di materiale da utilizzare in azienda a costo praticamente zero e con un ricavo ecologico notevole. Ricordatevi inoltre che i germogli freschi, possono essere consumati freschi e conditi come vere e proprie insalate, dal sapore che somiglia in qualche modo a quello della cipolla.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *