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Mappa geografica dell’Uganda

Mappa geografica dell’Uganda

L’ Uganda è una Repubblica dell’Africa Orientale, con capitale Kampala.
L’Uganda è una repubblica con un sistema politico non partitico; attualmente il capo di Stato è Yoweri Museveni e il capo del governo è Robinah Nabbanja. Le lingue ufficiali sono l’inglese e lo swahili, mentre il costume tradizionale è il kanzu. Il suo nome deriva dall’antico regno Buganda, che comprendeva la sezione meridionale del paese, in cui è inclusa la capitale Kampala.
L’ Uganda ha una popolazione 46.000.001 di abitanti (al 2020) e la sua capitale è Kampala, con una popolazione di 1.507.080 abitanti (al 2014).

Geografia –
L’ Uganda confina a nord con il Sudan del Sud, a est con il Kenya, a sud con la Tanzania e il Ruanda e a ovest con la Repubblica Democratica del Congo; non ha sbocchi al mare. La parte meridionale del territorio comprende una parte sostanziosa del Lago Vittoria che, per il resto, appartiene a Kenya e Tanzania.
Il territorio dell’Uganda è caratterizzato dalla presenza di numerosi laghi, fiumi (il più importante dei quali è il Nilo bianco), foreste equatoriali e savane. Nella parte meridionale è attraversato dall’Equatore. Ha una superficie complessiva è pari a 241038 km², 36 330 dei quali sono acque interne.
Gran parte del paese è situato su un altopiano a circa 1000 m s.l.m. con un clima piuttosto ricco di precipitazioni; solo la parte settentrionale è semiarida. Il punto meno elevato del paese è in corrispondenza del basso corso del Nilo a circa 610 m s.l.m. mentre la vetta più elevata è il Monte Stanley (5110 m s.l.m.) nella catena del Ruwenzori.

Clima –
L’Uganda è un Paese africano attraversato dall’Equatore, il cui clima è mitigato dall’altitudine. Infatti, la gran parte del Paese è attraversata da un altopiano, che ha un’altezza variabile tra i 1.000 e i 1.400 metri, e il cui clima è piacevolmente caldo, con temperature medie oscillanti tra i 20 e i 25 gradi, e precipitazioni comprese tra i 900 e i 1.500 millimetri l’anno. Le variazioni di temperatura nel corso dell’anno sono contenute, comunque vi è un periodo più caldo da dicembre a marzo, più avvertibile al nord, e un periodo più fresco da giugno a settembre. In genere le temperature sono piacevoli, anche se qualche volta può fare molto caldo di giorno, soprattutto da dicembre ad aprile, mentre di notte può fare fresco o persino freddo a seconda della quota, e ciò può accadere tutto l’anno, ma soprattutto da giugno ad agosto.
Per quanto riguarda le piogge, esse si verificano sotto forma di rovescio o temporale pomeridiano o serale: anche quando non portano piogge abbondanti, temporali con tuoni e fulmini possono scoppiare tutto l’anno, soprattutto al sud. Le zone meno piovose sono quella sud-occidentale, al confine con il Kivu nord e il Ruanda, e quella nord-orientale: in entrambe si scende sotto i 1.000 millimetri all’anno, ma quella nord-orientale (dove si trovano il Kidepo Valley National Park e il Matheniko Wildlife Reserve), proiettata verso le zone aride del Kenya, è più esposta al rischio di vivere periodi siccitosi. Le zone più piovose sono invece quelle centro-settentrionali (regione di Gulu) e alcune sponde del Lago Vittoria (vedi Entebbe), dove si raggiungono o si superano i 1.500 millimetri all’anno.
Al nord vi è un periodo caldo e secco da dicembre a febbraio, che vede la prevalenza delle correnti da nord-est, in origine provenienti dalle regioni aride del Sudan e dell’Eritrea, e un periodo piovoso, e un po’ meno caldo ma più afoso, da aprile ad ottobre, in cui prevalgono le correnti più umide provenienti dal Congo. Il fatto che il periodo più caldo sia anche il più secco costituisce un’anomalia rispetto alle altre zone tropicali, dove in genere la stagione secca è la meno calda.
Nel nord-ovest, intorno al Lago Alberto (le cui sponde si trovano a 620 metri) e lungo il corso del Nilo Alberto, l’altitudine scende sotto i 1.000 metri, e il caldo diventa più intenso. Anche la parte occidentale del Nilo Vittoria, dove si trovano le Cascate Murchison, scorre ad un’altitudine inferiore ai 700 metri: qui le temperature diurne da dicembre a marzo sono di 32/33 °C, con punte di 40 °C. In altre zone invece si superano i 1.500 metri, e di notte può fare decisamente freddo.
Al centro-sud, attraversato dall’Equatore, le temperature sono più stabili, comunque anche qui si nota un periodo un po’ più fresco da giugno a settembre, quando prevalgono le correnti relativamente fresche da sud-est, provenienti dall’Oceano Indiano e dagli altipiani della Tanzania. Inoltre in questa zona si osservano due periodi piovosi, da marzo a maggio (detto delle “lunghe piogge”) e da fine settembre a dicembre (detto delle “brevi piogge”), alternati con due periodi relativamente secchi (gennaio-febbraio e giugno-agosto): questo avviene perché all’equatore il sole passa allo zenith due volte l’anno (a fine marzo e fine settembre), e per l’inerzia termica del suolo e dell’atmosfera l’effetto si trascina nelle settimane successive.

Flora-
In Uganda la foresta equatoriale occupa solo una piccola parte del paese; questa è concentrata prevalentemente sulle pendici della catena del Ruwenzori, con piccole aree di foresta intorno ai laghi centrali. Si trovano piante quali mogani, iroko e altre piante ad alto fusto sotto le quali prolifera un ricchissimo sottobosco. Dove la foresta è stata abbattuta o vi sono stati incendi sono ricresciute specie a crescita rapida, dando vita alla cosiddetta foresta secondaria, un impenetrabile insieme di bambù, liane e felci. Il paesaggio ha un aspetto in continuo cambiamento, passando dalle sponde lussureggianti e fertili del lago nel sud-est al semidesertico nord-est. Il manto vegetale è rappresentato da lembi ormai abbastanza ridotti di foresta pluviale con cedri, mogani, podocarpi ed estesissime savane arborate ed erbose quali Pennisetum purpureum (o erba elefante) che diventano arbustive nel nord, più asciutto e meno piovoso. Particolare è la vegetazione del Ruwenzori che varia col variare dell’altitudine; oltre i 3.000 m potremmo trovare una ricca flora di seneci e lobelie, cui seguono praterie fino a arrivare alle nevi, poco sotto i 5.000 m.
Un serio cambiamento alla flora dovuto all’inserimento in Uganda del “giacinto d’acqua”, minaccia seriamente l’ecologia del lago Vittoria, e quindi l’esistenza delle popolazioni che vivono sulle sue sponde. Questa pianta acquatica galleggia formando grandi “isole” che ricoprono la superficie del lago. Cresce con una tale velocità e quantità da ostruire le vie di navigazione, creando strati così fitti da impedire alla luce di filtrare in profondità, causando così la morte della fauna ittica.
Dove la foresta è stata abbattuta o vi sono stati incendi sono ricresciute specie a crescita rapida, dando vita alla cosiddetta foresta secondaria, un impenetrabile insieme di bambù, liane e felci.
Nelle aree meno piovose si è sviluppata, intorno ai corsi d’acqua, la foresta a galleria, habitat di ippopotami e coccodrilli ma anche di insetti portatori di malattie come la malaria (zanzare del genere Anopheles), la malattia del sonno (Glossina palpalis) e la febbre gialla (Aedes aegypti).
L’istituzione dei primi parchi nazionali in Uganda risale al 1952; il provvedimento trasformò il paese in un’ambita meta turistica nell’Africa orientale, ma il turismo subì una battuta d’arresto con i conflitti degli anni settanta e ottanta che danneggiarono notevolmente le infrastrutture e compromisero in parte il programma di tutela ambientale.
Nella metà degli anni ottanta il sistema delle aree protette è stato riorganizzato, sono stati istituiti nuovi parchi nazionali e la gestione delle aree protette è passata sotto l’egida del Ministero del Turismo. Le aree protette rappresentano infatti un’importante risorsa economica per il paese.
Attualmente i parchi nazionali sono i seguenti:
– Parco nazionale impenetrabile di Bwindi (Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO);
– Parco nazionale di Kibale Forest;
– Parco nazionale della Kidepo Valley;
– Parco nazionale del lago Mburo;
– Parco nazionale dei gorilla di Mgahinga;
– Parco nazionale del Monte Elgon;
– Parco nazionale delle Cascate Murchison;
– Parco nazionale della Regina Elisabetta;
– Parco nazionale dei Monti Rwenzori (Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO);
– Parco nazionale di Semuliki.

Fauna –
In un territorio così eterogeneo e diversificato come quello dell’Uganda, si incontra di conseguenza una grandissima varietà di ambienti naturali: si spazia dalle steppe semi-aride alla foresta equatoriale, dalle brughiere di alta montagna alle pianure fertilissime, dalle savane alberate alle paludi e agli acquitrini intorno ai numerosi bacini d’acqua dolce del Paese, dai ghiacciai d’alta montagna sui monti Rwenzori al corso dei fiumi circondati di foresta a galleria. A una simile diversità ambientale, e quindi climatica, è ovvio che debba corrispondere un elevatissimo grado di biodiversità con una enorme ricchezza di specie animali e vegetali.
Tra le specie che si incontrano in Uganda ricordiamo il Kudu; questo è la seconda specie di antilope più alta dopo l’Eland, con una distinta gobba alla spalla e con una pelliccia contrassegnata da fino a 10 strisce bianche. I maschi hanno una lunga criniera lungo il collo e delle bellissime corna a spirale. Le loro corna iniziano a crescere tra i 6 e i 12 mesi di età e raggiungono il peso massimo di 315 kg. Possono estendersi a una grande distanza alla ricerca di acqua, soprattutto nelle stagioni secche. Il Kudu in Uganda può essere visto nel Kidepo Valley National Park a nord-ovest del paese.
I Kudu sono comunemente visti in piccoli gruppi di 4-6 o separati branchi di scapoli maschi. Si nutrono alla notte, alla mattina presto e alla sera, riposandosi durante le ore più calde del giorno. Sono molto agili e possono saltare a 2,4 m per scavalcare un ostacolo.
Altro mammifero è il Jackal. Questo è un membro della famiglia dei canidi e somiglia più che altro a una volpe. Viene anche chiamato sciacallo dalla schiena nera. Tra le specie di cani, i depositi fossili dello sciacallo hanno rivelato che lo sciacallo dalla schiena nera è uno dei più antichi conosciuti tra le specie visto in un safari in Uganda.
Si nutre di resti di animali morti e a volte cacciano piccoli animali come lucertole e insetti.
Solitamente caccia in solitaria durante la notte; la sua caccia inizia al tramonto del sole e finisce all’alba. Una coppia di Jackal sta insieme per anni o addirittura per la vita. Entrambi i genitori si prendono cura dei cuccioli.
Per quanto riguarda invece l’avifauna, l’Uganda è noto per la presenza di alcuni uccelli di notevole interesse faunistico.
Tra questi l’ African green broadbill (Pseudocalyptomena graduerai), un uccello di rara bellezza, la razza verde africana fu scoperta per la prima volta nel 1908 e poi non vista più per i successivi venti anni. È un uccello piccolo e paffuto, con un piumaggio verde brillante e una sfumatura blu pallido alla gola, al petto, alla base della coda corta e alle piume che coprono le orecchie. La fronte è buff, finemente striata di nero, e una striscia nera stretta attraversa gli occhi. Il becco largo, appiattito e leggermente uncinato è nero, così come i suoi artigli.
Questo bellissimo uccello può essere avvistato solo in due luoghi nel mondo: le montagne di Itombwe nella Repubblica Democratica del Congo e la foresta di Bwindi in Uganda. La specie è a rischio di estinzione a causa della perdita del suo habitat, la radura, e dal degrado delle foreste.
Ricordiamo, inoltre il Martin pescatore dalla coda blu (Alcedo atthis). Un uccello con un piumaggio che presenta una colorazione piuttosto vistosa; il petto, il collo e parte della testa sono di colore azzurro brillante, come anche la macchia alare e la coda. Ventre, sottocoda, fianchi e gola sono bianchi, mentre la sommità del capo tende al grigiastro. Si nutre prevalentemente di insetti. Per procurarsi il cibo si posiziona su rami o canne sporgenti sui corsi d’acqua dove vive, che elegge a punti d’osservazione e dai quali si tuffa per catturare le sue prede.
Occasionalmente si nutre di piccoli pesci. Nidifica in cavità non foderate scavate a fianco di termitai.
Altro volatile da ooservare è l’Astore africano (Accipiter tachiro); questo è un cacciatore di agguati, in attesa su un trespolo finché non viene osservata la preda, poi piombando giù per prenderlo. Cattura soprattutto mammiferi di piccole e medie dimensioni e uccelli. Le coppie occasionalmente cacciano in cooperazione con grandi congreghe di prede, come i capanni dei pipistrelli o invertebrati. Gli artigli del primo e secondo dito sono molto forti e vengono infilzati nella preda finché questa non smette di muoversi. Dopo la cattura si nutre a terra o sopra i rami più bassi degli alberi, con esclusione del periodo di riproduzione, quando tutte le prede vengono consumate direttamente nel nido o nei rami o posatoi circostanti più usuali. Vive nella vegetazione densa, anche sempreverde, nella foresta montana e nel bosco.
Il nido è costruito principalmente dalla femmina, costituito da una piattaforma di bastone foderata con foglie verdi, come aghi di pino, licheni e vischio. Viene generalmente posizionato su un ramo lontano dal tronco principale di un albero, soprattutto se ha una fitta vegetazione.
Infine, tra gli uccelli che si possono osservare in questo Paese, ricordiamo l’Anatra nera africana (Anas sparsa). Questo uccello è abbastanza comune sia in Sudafrica che in Zimbabwe, con piccole popolazioni in altri paesi dell’Africa meridionale. È uno specialista del fiume, che raramente si allontana da fiumi e torrenti. La sua dieta non è ben nota, ma si pensa che mangi più invertebrati che prodotti vegetali. La femmina costruisce il nido, che è una ciotola profonda fatta di materia vegetale, posta vicino all’acqua. Depone 4-11 uova, che vengono incubate esclusivamente dalla femmina. Gli anatroccoli sono assistiti dalla madre, che è sempre all’erta per i predatori. Di solito i pulcini possono volare a 77 giorni, dopo di che diventano indipendenti.
È sedentaria, rimanendo per lo più nello stesso luogo per tutta la sua vita.

Guido Bissanti




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