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Apus apus

Apus apus

Il rondone comune o rondone eurasiatico o, semplicemente rondone (Apus apus Linnaeus, 1758) è un uccello appartenente alla famiglia degli Apodidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Aves,
Sottoclasse Neornithes,
Superordine Neognathae,
Ordine Apodiformes,
Famiglia Apodidae,
Sottofamiglia Apodinae,
Genere Apus,
Specie A. apus.
È basionimo il termine:
– Hirundo apus Linnaeus, 1758.
Sono sinonimi i termini:
– Cypselus apus (Linnaeus, 1758);
– Cypselus murarius Temminck.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie:
– Apus apus subsp. apus;
– Apus apus subsp. pekinensis (Swinhoe, 1870).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Apus apus è una specie migratoria tra il continente africano e quello europeo.
L’areale di riproduzione va dal Mediterraneo settentrionale fino alla Scozia e alla Scandinavia. Si riproduce anche nell’africa Nord-occidentale e nel Medio Oriente. Di solito sverna nell’Africa sub-sahariana, giunge alle nostre latitudini intorno alla fine di aprile, e riparte all’inizio di agosto.
Nel dettaglio il loro areale riproduttivo estivo va dal Portogallo e dall’Irlanda a ovest fino alla Cina e alla Siberia a est. Si riproducono a sud fino al Nord Africa (in Marocco e Algeria), con una presenza nel Medio Oriente in Israele, Libano e Siria, nel Vicino Oriente attraverso la Turchia e in tutta l’Europa fino a nord come Norvegia, Finlandia e gran parte della Russia sub-artica. Migrano in Africa seguendo diverse rotte, finendo nell’Africa equatoriale e subequatoriale, escluso il Capo. Tuttavia non si riproducono nel subcontinente indiano.

Descrizione –
L’Apus apus è un piccolo uccello con un piumaggio molto scuro, quasi nero che non presenta bimorfismo sessuale, con differenze morfologiche tra maschi e femmine minime. Ha il piumaggio completamente nero, tranne la gola che è biancastra.
Ha una lunghezza totale di 16-17 cm, un’apertura alare di 42-48 cm, per un peso di 31-56 grammi.
Il piumaggio dell’adulto è di colore marrone molto scuro, mentre la gola e il mento sono chiari. I giovani hanno il piumaggio sulla gola più chiaro e le piume della parte superiore del corpo sono bordate di bianco.
Le ali sono lunghe e sottili, portate all’indietro. Le lunghe ali a falce formano una stretta semiluna dal cui centro concavo sporge la coda, corta e biforcuta.
La coda è leggermente biforcuta. Il becco è molto corto, con una grande apertura boccale.
Spesso questa specie di uccello viene confusa con le rondini, con cui tuttavia non è neanche lontanamente imparentata. La rondine, infatti, appartiene all’ordine dei passeriformi.
Il volo, agile e potente, è veloce con planate e virate improvvise, alternate a brevi fasi di battuta.
Caratteristiche sono le strida emesse in continuazione che sono: “shuirr – shuirr – shuirr”.
Durante i voli di gruppo, frequenti soprattutto al tramonto, emette un canto stridente e prolungato, che, da maggio a metà luglio, rappresenta una delle voci animali più facilmente udibili nei centri abitati e nelle campagne europee.

Biologia –
L’Apus apus è un uccello che spesso forma coppie stabili fino a quando uno dei due partner muore, ma il vero legame di fedeltà è quello con la cavità scelta per riprodursi, dove puntualmente i partner si ritrovano dopo aver migrato e svernato separatamente.
Il nido viene costruito con materiale raccolto in aria all’interno di cavità artificiali su edifici e costruzioni dell’uomo (cornicioni, coppi, buche pontaie, cassettoni delle persiane), raramente su alberi e rupi. Costruiscono i nidi impastando con la saliva piume e materiale vegetale.
La femmina vi depone da 1 a 3 uova bianche, a volte 4, nella tarda primavera e le cova insieme al compagno per 18-21 giorni.
Dopodiché i nidiacei vengono allevati per una quarantina di giorni da entrambi i genitori fino a quando sono capaci di volare e procurarsi il cibo da soli.

Ruolo Ecologico –
Il nome scientifico Apus, che significa senza piede, ha favorito la credenza che tali uccelli abbiano piedi atrofizzati, che gli impedirebbero di riprendere il volo una volta toccato il suolo. In realtà il piede dei rondoni è tutt’altro che atrofizzato, ed è un esempio di efficace adattamento evolutivo: esso rappresenta una robusta tenaglia, in cui tutte e quattro le dita consistono solo della falange prossimale e dell’artiglio, senza falangi intermedie. Tale conformazione anatomica consente all’uccello di aggrapparsi saldamente a pareti verticali e sporgenze e costituisce anche un importante strumento di attacco e difesa.
Questo uccello caccia in volo gli insetti senza rallentare la velocità del volo. Specie sociale, ama vivere in stormi, a volte anche molto numerosi.
Il rondone trascorre gran parte del tempo in aria dove si alimenta, accoppia e, addirittura, dorme. Batte velocemente le ali ed è abilissimo in picchiate, cabrate, virate. È estremamente veloce e può raggiungere in volo dai 160 ai 220 km/h, un vero record per uccelli della sua taglia.
Si nutre esclusivamente di aeroplancton, e cioè di insetti aerei e invertebrati non volatori dispersi dal vento a grandi altezze, diversi dei quali nocivi per l’agricoltura e l’uomo, come i nematoceri che comprendono, tra gli altri, la zanzara tigre.
Questo uccello ha la caratteristica di riuscire a dormire in volo. Tale capacità è stata confermata nel 2016 da uno studio condotto dai biologi dell’Università di Lund (Svezia) e pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology, basato sull’uso di micro data logger per tracciare un gruppo di esemplari durante la migrazione per e dalle aree di svernamento nell’Africa subsahariana.
Grazie all’evoluzione della tecnologia è stato finalmente possibile confermare le osservazioni di Lazzaro Spallanzani nel 1797, Emil Weitnauer nel 1951 e, in epoca più recente, dell’ornitologo Luit Buurma, noto per l’uso dei radar per seguire l’attività notturna dei rondoni e per gli studi sul fenomeno del bird strike (collisione tra aeromobili e volatili).
Ancora allo studio è invece il modo in cui avvenga lo stato di riposo nel rondone comune mentre vola.
Questo uccello è un migratore a lungo raggio: nidifica in quasi tutta Europa, dalla penisola iberica alla Scandinavia, nei paesi del Mar Mediterraneo, dal Nordafrica al Medio Oriente, e in parte dell’Asia, sino alla Cina e alla Siberia; sverna in gran parte dell’Africa subsahariana. Vive in città e paesi soprattutto con centri storici ricchi di cavità, a volte anche su coste rocciose o altri dirupi naturali, mentre comunemente nella taiga e ormai solo localmente altrove nidifica nelle cavità scavate dai picchi negli alberi.
Per quanto riguarda lo stato di conservazione, se a livello globale lo stato di conservazione del rondone comune è classificato come rischio minimo (LC), con una popolazione globale stimata intorno al centinaio di milioni di individui; in Europa è stato considerato prossimo alla minaccia (NT) nel 2021. Le cause sono individuate nella perdita dei siti di nidificazione, costituiti perlopiù dalle costruzioni dell’uomo sia antiche che moderne, a seguito di ristrutturazione, rifacimento o demolizione di edifici. Il trend negativo si registra anche in Italia in alcuni ambiti locali come la Lombardia.
I soggetti di uno studio di tracciamento geolocalizzato hanno dimostrato che i rondoni che si riproducono in Svezia svernano nella regione africana del Congo. I rondoni trascorrono dai tre ai tre mesi e mezzo in Africa e un tempo simile per riprodursi; il resto lo trascorrono in volo, volando verso casa o lontano. Gli allevatori senza successo, i piccoli e gli uccelli di un anno sessualmente immaturi sono i primi a lasciare la loro area di riproduzione. Seguono i maschi riproduttori e infine le femmine riproduttrici. Le femmine riproduttrici rimangono più a lungo nel nido per ricostruire le loro riserve di grasso. L’orario di partenza è spesso determinato dal ciclo di luce e inizia il primo giorno con meno di 17 ore di luce. Per questo motivo gli uccelli più a nord, ad esempio in Finlandia, partono più tardi nella seconda metà di agosto. Questi ritardatari vengono costretti ad affrontare le giornate che si accorciano rapidamente in Europa centrale e vengono visti a malapena dagli osservatori di uccelli.
La direzione di viaggio prevalente attraverso l’Europa centrale è sud-sudovest, quindi le Alpi non rappresentano una barriera. In caso di maltempo, i rondoni seguono i fiumi, perché lì possono trovare una migliore riserva di cibo. La popolazione dell’Europa occidentale e centrale attraversa la penisola iberica e l’Africa nordoccidentale. I rondoni provenienti dalla Russia e dall’Europa sudorientale hanno compiuto un lungo viaggio sulla parte orientale del Mediterraneo. Non è chiaro dove si incontrino i due gruppi. Il gruppo occidentale dei rondoni segue per lo più la costa atlantica dell’Africa, altrimenti dovrebbero attraversare il Sahara. Una volta arrivati nella savana umida, girano a sud-est per raggiungere le zone di alimentazione invernale. Durante l’estate in Africa c’è una grande abbondanza di insetti per i rondoni, poiché la regione si trova nella zona di convergenza intertropicale. I rondoni hanno una presenza quasi ininterrotta nel cielo.
Alcuni rondoni, di solito alcuni esemplari sessualmente immaturi di un anno, rimangono in Africa. La maggior parte vola verso nord attraverso l’Africa, per poi virare verso est verso la propria destinazione. Gli uccelli utilizzano i fronti di bassa pressione durante le loro migrazioni primaverili per sfruttare il flusso di aria calda sud-occidentale e, durante il viaggio di ritorno, cavalcano i venti nord-orientali sul retro dei fronti di bassa pressione.
Nell’Europa centrale i rondoni ritornano nella seconda metà di aprile e nella prima metà di maggio e preferiscono stare in pianura e vicino all’acqua piuttosto che in luoghi alti. Nelle regioni più settentrionali i rondoni arrivano più tardi. Il tempo lungo il viaggio ha un’enorme influenza sulla data di arrivo, quindi in una regione i rondoni possono tornare in periodi diversi di anno in anno.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.

Fonte foto:
https://en.wikipedia.org/wiki/Common_swift#/media/File:Apus_apus_-Barcelona,_Spain-8_(1).jpg




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