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Sambucus racemosa

Sambucus racemosa

Il sambuco racemoso o sambuco rosso (Sambucus racemosa L., 1753) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Adoxaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Dipsacales,
Famiglia Adoxaceae,
Genere Sambucus,
Specie S. racemosa.
Sono sinonimi i termini:
– Sambucus arborescens Nutt. ex Torr. & A.Gray;
– Sambucus buergeriana var. glabra Nakai;
– Sambucus praecox Bernh.;
– Sambucus racemosa f. roseiflora (Carrière) Scoggan;
– Sambucus racemosa f. rosiflora (Carrière) B.Boivin;
– Sambucus racemosa var. glabra Miq.;
– Sambucus racemosa var. plumosa H.L.Späth;
– Sambucus racemosa var. plumosa H.L.Späth ex Carrière;
– Sambucus roseiflora Carrière.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie, varietà e forme:
– Sambucus racemosa subsp. pubens (Michx.) Hultén;
– Sambucus racemosa subsp. racemosa L.;
– Sambucus pubens var. dimidiata Schwer., 1909;
– Sambucus pubens var. pubens;
– Sambucus pubens var. verrucosa Schwer., 1909;
– Sambucus racemosa var. laciniata A.Gray, 1884;
– Sambucus racemosa var. melanocarpa (A.Gray) Mc Minn;
– Sambucus racemosa var. racemosa L.;
– Sambucus racemosa f. laciniata (W.D.J.Koch ex DC.) House, 1923;
– Sambucus racemosa f. racemosa;
– Sambucus racemosa f. xanthocarpa House, 1923.

Etimologia –
Il termine Sambucus proviene da sambucus, nome latino del sambuco in Plinio e Columella; secondo alcuni il nome latino deriverebbe dal greco σαμβύκη sambúke sambuca, uno strumento musicale a corde che si suppone venisse realizzato usando legno di sambuco; secondo altri per la somiglianza dei germogli epicormici del sambuco con le corde della sambuca.
L’epiteto specifico racemosa viene da racémus grappolo, raspo: con fiori e frutti disposti in racemo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Sambucus racemosa è una pianta originaria dell’Europa, dell’Asia settentrionale e del Nord America (Canada e Stati Uniti).
Il suo habitat è quello delle radure, nei margini dei boschi di faggio-acero o di altre essenze, nei luoghi a mezz’ombra, nelle pietraie e lungo i pendii montani sino al limite della vegetazionale degli alberi da 800 a 2000 m di altitudine. Si può trovare nella fascia ripariale cioè lungo i corsi d’acqua e in genere forma macchie sparse, sebbene possa formare boschetti in alcune aree del suo areale. Questa pianta nel suo habitat naturale spicca per il colore dei suoi frutti specie se accostato al verde scuro di abeti e pini o al verde più chiaro di faggi e dei frassini.

Descrizione –
Il Sambucus racemosa è una pianta decidua che cresce in forma arbustiva o arborea e raggiunge un’altezza di circa 2–6 m. Gli steli sono morbidi con un centro midolloso.
Le radici sono molto ramificate e si estendono fino a 1 m di profondità. Talora sono presenti rizomi.
Le foglie sono lanuginose, di colore verde chiaro nella pagina inferiore, sono opposte, decidue, brevemente picciolate, lunghe 10-25 cm.
Ogni foglia è composta da 5-7 follicoli fogliari, ciascuno dei quali è lungo 16 cm, da lanceolato a strettamente ovale e irregolarmente seghettato lungo i bordi. I follicoli hanno un forte odore sgradevole quando vengono schiacciati.
L’infiorescenza è a pannocchia dalla forma vagamente conica. I boccioli dei fiori sono di colore rosa quando sono chiusi, mentre una volta sbocciati i petali sono bianchi o giallastri. I fiori sono profumati e vengono impollinati da colibrì e farfalle. Ogni fiore ha petali piccoli e ricurvi e un asse bianco a forma di stella di stami a cinque punte in antere gialle. I fiori, che si aprono in tarda primavera e inizio estate, sono profumati e sono visitati da colibrì e farfalle.
Il frutto è una drupa rosso vivo o talvolta viola.
All’interno sono presenti da 3 a 5 semi. La disseminazione è operata dagli animali che ingeriscono i frutti e liberano i semi con le feci (disseminazione endozoocora).

Coltivazione –
Il Sambucus racemosa è un arbusto deciduo che viene raccolto in natura per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
Questa pianta viene coltivata come pianta ornamentale, da utilizzare come arbusto o piccolo albero nei giardini tradizionali e selvatici e negli interventi di progettazione del paesaggio naturale.
Questa specie resiste fino a temperature minime di circa -25 °C.
Dal punto di vista pedologico tollera la maggior parte dei terreni, compresi quelli gessosi ma preferisce terreni umidi e argillosi.
Tollera una certa ombra ma preferisce una posizione soleggiata. Preferisce condizioni fresche e umide. Tollera l’inquinamento atmosferico e le situazioni costiere.
Di questa specie esistono alcune varietà con nome sviluppate per il loro valore ornamentale.
La pianta può essere propagata vegetativamente mediante talee dormienti di legno duro raccolte in autunno o in inverno e piantate su terreni umidi come “palificate vive”, oppure in primavera o estate da talee di radici o rizomi. Tutte le talee traggono vantaggio dall’uso di una soluzione ormonale radicante. Si può riprodurre anche facilmente mediante semi. Per una buona germinazione i semi secchi o freschi si pongono per 30-60 giorni in letto caldo e umido (20-30 °C) quindi per almeno 90-150 giorni in stratificazione fredda (5 °C). La semina è consigliata tra l’inverno e la primavera.

Usi e Tradizioni –
Il Sambucus racemosa è una pianta conosciuta con vari nomi, di cui si riportano: “red elderberry”, “red-berried elder” (inglese), “saúco rojo” (spagnolo).
La specie in passato apparteneva alla famiglia Caprifoliaceae ma, a seguito di prove genetiche, è stata collocata nella nuova famiglia delle Adoxaceae.
La pianta è velenosa ma, nella medicina popolare, trova impiego per le sue proprietà depurative, carminative, purganti e diuretiche. Le foglie fresche triturate riducono i gonfiori e le tumefazioni sierose se applicate sulle articolazioni. Tisane e decotti dei frutti essiccati si utilizzano tradizionalmente per combattere le infiammazioni intestinali. I frutti, privati dei noccioli tossici, possono esser mangiati solo se cotti. Contengono vitamina A e C e sono adatti per la preparazione di confetture e, dopo la fermentazione, acquaviti di qualità.
I frutti venivano cucinati in una varietà di ricette dalle popolazioni indigene dell’America, comprese le popolazioni Apache, Bella Coola, Gitxsan, Gosiute, Makah, Ojibwa, Quileute, Skokomish e Yurok.
In queste località è stata utilizzata come pianta medicinale tradizionale dai nativi americani, tra cui i popoli Bella Coola, Carrier, Gitksan, Hesquiaht, Menominee, Northern Paiute, Ojibwa, Paiute, Potawatomi, Tlingit e Haida. Gli usi includevano come emetico, antidiarroico, rimedio contro il raffreddore e la tosse, aiuto dermatologico e ginecologico e omostasi.
Dal punto di vista ecologico i frutti sono apprezzati dagli uccelli, che ne distribuiscono anche i semi. I fiori attirano farfalle e colibrì.
Tra gli altri usi si ricorda che le foglie servono per respingere gli insetti.
Il legno è comunemente usato nella produzione di vari articoli domestici. Può anche essere scavato per realizzare flauti, pipe, cannucce, ecc.

Modalità di Preparazione –
Il Sambucus racemosa è una pianta utilizzata da varie popolazioni sia per scopi alimentari che medicinali, oltre che per scopi ornamentali o di recupero di alcuni habitat.
È noto che il frutto di questa specie causa disturbi di stomaco ad alcune persone. Qualsiasi tossina che il frutto potrebbe contenere può avere una tossicità molto bassa e viene distrutta quando il frutto viene cotto.
Secondo alcuni questa specie ha il frutto più gustoso di questo genere che ricorda un po’ il ribes rosso anche se il frutto è notevolmente più piccolo e contiene molti semi. È ricco di vitamina C, il seme può essere eliminato e il frutto utilizzato in gelatine, conserve ecc.
Nel consumo di questi frutti si ribadisce di mangiarli cotti ed inoltre è consigliabile di rimuoverli prima di mangiare il frutto.
I fiori sono stati mangiati crudi o cotti.
In vampo medicinale questa specie era ampiamente utilizzata in medicina da varie tribù native degli indiani nordamericani, che lo usavano per trattare una serie di disturbi, ma soprattutto come emetico e purgante per purificare il sistema. È invece poco utilizzato nell’erboristeria moderna.
Le foglie, i fusti e le radici sono anodine, carminative e vulnerarie.
Un decotto viene utilizzato nel trattamento di lesioni traumatiche, fratture, artralgia reumatoide, dolori gassosi, nefriti acute e croniche.
Il frutto è depurativo e lassativo.
Le foglie sono diuretiche, risolventi e sudorifere. Si usano esternamente per lenire ascessi e foruncoli.
La radice e l’olio del seme sono emetici e purgativi.
Un infuso della radice viene utilizzato per curare i dolori di stomaco.
Le radici possono essere strofinate sulla pelle per trattare i muscoli doloranti e stanchi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/262452440/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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