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Mesoplodon bidens

Mesoplodon bidens

Il mesoplodonte di Sowerby (Mesoplodon bidens, Sowerby, 1804) è un cetaceo appartenente alla famiglia dei Ziphiidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Mammalia,
Ordine Cetacea,
Sottordine Odontoceti,
Famiglia Ziphiidae,
Genere Mesoplodon,
Specie M. bidens.
È basionimo il termine:
– Physeter bidens Sowerby, 1804.
Sono sinonimi i termini:
– Aodon dalei Lesson, 1828;
– Delphinorhynchus micropterus F.Cuvier, 1836;
– Delphinorhynchus sowerbyi Gray, 1846;
– Delphinus dalei (Lesson, 1827);
– Delphinus micropteron Tomilin, 1957;
– Delphinus micropterus G.Cuvier, 1829;
– Delphinus sowerbensis Blainville, 1817;
– Delphinus sowerbi Eschricht, 1851;
– Delphinus sowerbyensis Eschricht, 1852;
– Delphinus sowerbyi Desmarest, 1822;
– Diodon sowerbaei Bell, 1837;
– Diodon sowerbi Hamilton, 1837;
– Diodon sowerbyi Lesson, 1828;
– Heterodon dalei Lesson, 1827;
– Mesodiodon micropterum (Cuvier, 1829);
– Mesodiodon sowerbyi Duvernoy, 1851;
– Mesoplodon sowerbensis (de Blainville, 1817);
– Mesoplodon sowerbiensis J.A.Allen, 1869;
– Mesoplodon sowerbyi (Desmarest, 1822);
– Micropteron bidens Malm, 1871;
– Micropteron micropterus (Cuvier, 1829);
– Micropteron sowerbiensis Van Beneden, 1868;
– Nodus dalei Gray, 1850;
– Physeter bidens Sowerby, 1804;
– Ziphius micropterus (Cuvier, 1829);
– Ziphius sowerbensis (Blainville, 1817);
– Ziphius sowerbiensis Gray, 1846;
– Ziphius sowerbii (Blainville, 1817).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Mesoplodon bidens è un cetaceo odontoceto diffuso da Nantucket al Labrador, nell’Atlantico occidentale, e da Madera al mar di Norvegia nell’Atlantico orientale.
Il suo habitat marino è generalmente quello delle acque profonde dai 200 ai 1500 metri.

Descrizione –
Il Mesoplodon bidens è un cetaceo dalla caratteristica forma del corpo dei membri del suo genere. La colorazione è grigia con un’ombreggiatura più chiara sul dorso e frequentemente presenta (nei maschi) morsi e cicatrici provocati dai denti dello squalo Isistius brasiliensis (Quoy e Gaimard, 1824).
Il maschio si riconosce facilmente per la coppia di denti situati piuttosto all’indietro della bocca. Il rostro di questo è abbastanza lungo e il melone è leggermente convesso.
Le femmine raggiungono i 5 metri e i maschi i 5,5 e pesano 1000-1300 chilogrammi.

Biologia –
Il Mesoplodon bidens, come per altri cetacei, ha una riproduzione ancora da approfondire.
Si sa che il periodo di gestazione dura 12 mesi e i piccoli nascono con una lunghezza compresa tra 2,4 e 2,7 metri con un peso di circa 185 chilogrammi.

Ruolo Ecologico –
Il Mesoplodon bidens è stato il primo mesoplodonte ad essere stato descritto.
Fu James Sowerby, naturalista e artista inglese, che descrisse per primo la specie nel 1804 da un cranio ottenuto da un maschio che si era spiaggiato nel Moray Firth, in Scozia, nel 1800. Lo chiamò bidens, che deriva dai due denti presenti nella mascella, ora nota per essere una caratteristica molto comune nel genere.
La dieta di questo cetaceo consiste principalmente di piccoli pesci mesopelagici e bentopelagici, con i cefalopodi che rappresentano una percentuale molto minore della dieta.
Gli esemplari di questa specie sono creature solitarie che stanno lontane dalle navi e vengono avvistate raramente.
Vengono occasionalmente visti in gruppi fino a 10 individui (maschi, femmine e piccoli) ed è noto che si arenano anche in gruppi. Cacciano a profondità superiori a 500 metri e si immergono a più di 1000 metri durante la ricerca di cibo. I loro comportamenti di nuoto e immersione sono più simili a quelli dei delfinidi delle immersioni profonde come i delfini di Risso e i globicefali che ad altri mesoplodonti.
Rispetto al Mesoplodon densirostris, un esemplare di dimensioni corporee simili, nuota più velocemente mentre scende e mentre cerca attivamente il cibo. Anche le sue immersioni sono relativamente brevi e generalmente durano dai 30 ai 40 minuti.
Questa specie copre lunghe distanze tra le immersioni nuotando a velocità appena sotto la superficie dell’acqua.
Questa specie è stata cacciata raramente dai norvegesi, ma tali pratiche sono state abbandonate da tempo. Si verificano alcuni decessi dovuti a impigliamento negli attrezzi da pesca.
Questo cetaceo è protetto dall’accordo sulla conservazione dei piccoli cetacei del Baltico, dell’Atlantico nordorientale, dell’Irlanda e dei Mari del Nord (ASCOBANS) e l’Accordo sulla conservazione dei cetacei nel Mar Nero, nel Mar Mediterraneo e nella zona atlantica contigua (ACCOBAMS). La specie è inoltre inclusa nel Memorandum d’intesa relativo alla conservazione dei lamantini e dei piccoli cetacei dell’Africa occidentale e della Macaronesia (MoU sui mammiferi acquatici dell’Africa occidentale).
Non sono state effettuate stime sulla popolazione. Nel 1991, c’erano circa 90 segnalazioni della specie, 80 nell’Atlantico settentrionale orientale e meno di dieci nell’Atlantico settentrionale occidentale; la maggior parte dei documenti proviene dalle isole britanniche.
Nel Mediterraneo l’unico avvistamento è avvenuto al largo di Caprera.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Louisy P., 2016. Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo. Il Castello Editore, Milano.
– Nikiforos G., 2008. Fauna del Mediterraneo. Giunti Editore, Firenze.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/123819297/original.jpg
https://ids.si.edu/ids/deliveryService/id/ark:/65665/m324782ab89585442896e1fc017d56aa51




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