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Piper methysticum

Piper methysticum

La kava o kava-kava (Piper methysticum G. Forst.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Piperaceae.

Sistematica –
Dalpunto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Piperales,
Famiglia Piperaceae,
Genere Piper,
Specie P. methysticum.
Sono sinonimi i termini:
– Macropiper methysticum (G.Forst.) Hook. & Arn.;
– Macropiper methysticum Miq.;
– Methysticum methysticum (G.Forst.) Lyons
– Piper wichmannii C.DC..

Etimologia –
Il termine Piper proviene dal greco πέπερι péperi (in sanscrito píppali): pepe.
L’epiteto specifico methysticum deriva dal greco latinizzato methysticum, per intossicante o inebriante.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Piper methysticum è una pianta originaria del Pacifico nord occidentale e sud occidentale ed attualmente cresce in un certo numero di isole del Pacifico meridionale (Micronesia, Fiji, Hawaii, Nuova Guinea, Samoa, Tonga e Vanuatu), ma non si conosce il luogo specifico di origine.
Il suo habitat è quello delle aree umide come vicino a corsi d’acqua, dal livello del mare fino a 800 metri.

Descrizione –
La kava kava è un arbusto dioico sterile, sempreverde, molto ramificato, che cresce fino intorno a 3 – 4,5 metri di altezza. Produce diversi steli di 1 – 3 cm di diametro che si formano da un rizoma grande, spesso e legnoso.
La pianta si riproduce solo per via vegetativa, con rizoma molto sviluppato e ramificato.
Le foglie sono larghe, a forma di cuore di colore verde scuro e lucide, e lunghe fino a poco meno di 40 cm.
Le piante maschili producono piccole infiorescenze cilindriche, lunghe fino a 13 cm, costituite da piccoli fiori di colore bianco crema, mentre le piante femminili raramente fioriscono.
I fiori femminili, che sono particolarmente rari, non producono frutti anche se impollinati a mano.

Coltivazione –
Il Piper methysticum Kava kava è un arbusto utilizzato come un’erba con un importante significato rituale e culturale nelle isole del Pacifico, dove è ampiamente utilizzata nelle cerimonie sociali e come mezzo di comunicazione con gli dei.
Spesso viene raccolto allo stato selvatico, è anche coltivato, specialmente negli orti domestici nel Pacifico.
Questa pianta è stata storicamente coltivata solo nelle isole del Pacifico di Hawaii, Stati Federati di Micronesia, Vanuatu, Fiji, Samoa e Tonga. Un inventario della distribuzione di P. methysticum ha mostrato che era coltivato in numerose isole della Micronesia, Melanesia, Polinesia e Hawaii, mentre gli esemplari di P. wichmannii provenivano tutti dalla Papua Nuova Guinea, dalle Isole Salomone e da Vanuatu.
La pianta è comunemente venduta nei mercati locali ed è anche esportata in Europa, America, ecc., dove viene utilizzata in medicina.
Per la sua coltivazioni si ricorda che è una pianta dei tropici umidi e di pianura, dove si trova ad altitudini fino a 800 metri. Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 22 e 35 °C, ma può tollerare 14-40 °C.
Predilige una piovosità media annua compresa tra 2.200 e 4.000 mm, ma tollera tra 1.800 e 5.000 mm.
Preferisce una posizione ombreggiata quando è giovane, anche se le piante più adulte sono più tolleranti alle posizioni soleggiate.
Dal punto di vista pedologico preferisce un terreno ben drenato, pietroso con abbondante acqua ma cresce nella maggior parte dei suoli di fertilità almeno moderata, con un pH nell’intervallo 5,5 – 6,5, tollerando 5 – 7; inoltre richiede una posizione riparata dai forti venti ed è una pianta a crescita lenta.
Questo arbusto può essere coltivato in contenitori che vengono svernati al chiuso dall’autunno alla primavera.
All’età di 10 mesi il peso medio delle radici è di circa 1 chilo per pianta.
Il raccolto è potenzialmente redditizio se raccolto dopo 3 – 4 anni.
La durata della vita della pianta può essere di 15 – 30 anni.
La propagazione avviene sia per seme che per talee di legno semimaturo.
La Kava è costituita da cultivar sterili clonate dal suo antenato selvatico (Piper wichmanii). Oggi comprende centinaia di diverse cultivar coltivate in tutto il Pacifico. Ogni cultivar non solo ha requisiti diversi per una coltivazione di successo, ma mostra anche caratteristiche uniche sia in termini di aspetto che in termini di proprietà psicoattive.
Così negli ultimi anni sono stati istituiti organismi di regolamentazione governativa e ONG senza scopo di lucro con lo scopo dichiarato di monitorare la qualità della kava, produrre rapporti regolari, certificare i venditori che vendono kava nobile e corretta e mettere in guardia i clienti contro i prodotti che possono contenere varietà tudei.

Usi e Tradizioni –
Il Piper methysticum nome comune kava(-kava) che deriva dalle lingue dell’area di origine della pianta, tongano e marchesano, che significa amaro.
Altri nomi per questa pianta sono: awa (Hawai), ava (Samoa), yaqona o yagona (Fiji), sakau (Pohnpei), seka (Kosrae) e malok o malogu (parti di Vanuatu).
La Kava viene consumata per i suoi effetti sedativi in tutte le culture dell’Oceano Pacifico della Polinesia, comprese le Hawaii e Vanuatu, la Melanesia, alcune parti della Micronesia, come Pohnpei e Kosrae, e le Filippine.
Nel mondo, il termine kava è utilizzato per riferirsi, oltre che alla pianta, sia alle radici e ai rizomi essiccati messi in commercio come integratori, sia alla bevanda il cui consumo è diffuso tra le popolazioni della Polinesia (comprese le isole Hawaii), della Melanesia, della Micronesia, oltre che in Australia.
Le radici hanno una lunga storia di utilizzo nelle isole del Pacifico meridionale per alcune preparazioni erboristiche/medicinali, inclusa una bevanda sedativa chiamata kava che ora viene venduta commercialmente in bottiglie. Kava è un raccolto da reddito a Vanuatu e nelle Fiji. La bevanda viene consumata per favorire il rilassamento e alleviare lo stress senza interferire con un vigile funzionamento mentale. Viene anche preso come sacramento prima delle cerimonie o nello spirito di amicizia durante le riunioni sociali.
I principi attivi della kava sono dei derivati fenilpropanici detti kavalattoni, tra i quali ne sono stati identificati almeno 18, di cui almeno 15 sono psicoattivi. Solo sei, però, producono effetti significativi e la loro concentrazione relativa può variare a seconda della varietà e dei metodi produttivi generando effetti diversi; possiedono anche proprietà sedative e anestetiche.
Oltre a queste sostanze i principali componenti responsabili dell’azione psicoattiva degli estratti sono la kavainaa, diidrokavainaa, metisticina, diidromiristicina, yangoninaa e desmetossiangonina. Solo questi sono responsabili del 96% dell’azione farmacologica della pianta. Componenti minori sono Flavocaine, Calconi e componenti responsabili dell’attività tossica però non presenti nelle radici, come pipermetistina e altri alcaloidi.
Dalla radice della pianta si ricava una bevanda dalle proprietà sedative, anestetiche ed euforizzanti. Una revisione sistematica condotta dall’organizzazione no profit britannica Cochrane ha concluso che era probabile che fosse più efficace del placebo nel trattamento dell’ansia a breve termine.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo moderato di kava nella sua forma tradizionale, cioè come sospensione acquosa delle radici di kava, presenta un “livello di rischio per la salute accettabilmente basso”. Tuttavia, il consumo di estratti di kava prodotti con solventi organici o quantità eccessive di prodotti di kava di scarsa qualità possono essere collegati a un aumento del rischio di esiti avversi per la salute, tra cui potenziali danni al fegato.
Per quanto riguarda l’attività terapeutica di questa pianta è dovuta alle seguenti attività biologiche:
– Potenziamento dell’attività del recettore GABA (da parte di kavaina, diidrokavainaa, metisticina, diidromiristicina e yangonina), similmente alle benzodiazepine.
– Inibizione del reuptake di norepinefrina (da parte di kavaina e metisticina) e probabilmente della dopamina (da parte di kavaina e desmethoxyyangonina), che potrebbero avere effetto antidepressivo.
– Legame al recettore cannabinoide CB1 (da parte di yangonina).
– Inibizione dei canali del sodio voltaggio dipendenti e dei canali del potassio voltaggio dipendenti (da parte di kavaina e metisticina).
– Inibizione delle MAO-B (da parte dei 6 maggiori kavalattoni).
Il legame con il recettore GABA potrebbe essere responsabile delle proprietà ansiolitiche e sedative, similmente ad alcuni ansiolitici, mentre l’aumento della dopamina nel nucleus accumbens dovuta all’inibizione del suo reuptake e delle MAO-B potrebbe essere responsabile delle proprietà leggermente stimolanti che contrastano quelle sedative. Inoltre l’inibizione delle MAO-B potrebbe avere effetti protettivi nei confronti del sistema nervoso centrale. L’Inibizione dei canali voltaggio dipendenti è alla base dell’effetto ansiolitico e stabilizzante dell’umore di alcuni farmaci. Inoltre induce effetti sul sistema della serotonina responsabili del miglioramento della qualità del sonno.
L’insieme bilanciato di queste azioni genera complessivamente un’azione ansiolitica e leggermente sedativa, senza però generare effetti marcati sulle capacità cognitive e stordimento tipico invece dei sedativi benzodiazepinici (come diazepam e alprazolam).
In riferimento al consumo di Piper methysticum, viene assunto sotto forma di infusi delle radici o di estratti essiccati, che possono inoltre essere contenuti in capsule. Gli effetti dipendono dalla varietà consumata, metodo di preparazione, età della pianta e modalità di assunzione. In genere, si può affermare che le specie più nobili producono uno stato di rilassamento, ansiolitico e benessere senza diminuzione delle capacità cognitive.
Il suo potere ansiolitico è stato trovato essere sovrapponibile a quello delle benzodiazepine. A differenza di queste non induce però fenomeni di dipendenza e tolleranza. Le radici della pianta sono comunemente utilizzate per produrre degli estratti dagli effetti ansiolitici, distensivi e anti-dolorifici e ciò ne ha promosso la scoperta nel mondo occidentale come fitoterapico per gli stati ansiosi e l’insonnia.
Particolare attenzione è stata rivolta alla sua possibile epatotossicità e ciò ha avuto ampia risonanza nei media. Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il consumo moderato di estratti acquosi delle radici di Kava, prodotti con adeguati standard qualitativi, non presenta particolari rischi per la salute. Rischi potrebbero invece sussistere quando ad essere consumati sono estratti di bassa qualità contenenti altre parti della pianta, oltre alle radici, prodotti con solventi organici e che contengono un’eccessiva quantità di composti potenzialmente tossici.
In via precauzionale, in alcuni Paesi, i ministeri competenti hanno ha vietato la vendita di prodotti omeopatici a base di Kava. Tuttavia non è illegale l’acquisto ed il possesso di prodotti a base di tale pianta.
Tra gli usi commestibili si ricorda che le radici e gli steli sono la fonte di una bevanda alcaloide stimolante chiamata kawa che, come detto, è ampiamente consumata in alcune isole polinesiane.
Tra gli effetti medicinali la radice è un’erba amara, molto pungente, riscaldante con un aroma di lillà. Ha un sapore caldo, aromatico e amaro che lascia la bocca leggermente intorpidita.
È diuretica, allevia il dolore, rilassa gli spasmi e ha un effetto stimolante sul sistema circolatorio e nervoso. È calmante e stimolante a basse dosi, alte dosi provocano intossicazione ed euforia.
La radice ha anche una reputazione come afrodisiaca.
Viene assunta per via interna nel trattamento di infezioni genito-urinarie, disturbi della cistifellea, artrite e reumatismi.
I raschiati della corteccia della radice vengono masticati per lenire mal di gola e mal di denti.
Per via esterna la radice viene utilizzata per alleviare i dolori articolari.
Nelle Fiji, le convulsioni e la rigidità nei bambini sono trattate con liquido spremuto dalle foglie.
Le foglie vengono masticate come trattamento per la bronchite.
Per via esterna, invece, vengono strofinate su morsi di millepiedi, punture di insetti e punture di pesci velenosi.
I rami sono usati come rimedio contro il mal di gola.
Un infuso di foglie viene spalmato su alcune infiammazioni e viene utilizzato per trattare le perdite vaginali acquose.

Modalità di Preparazione –
Della pianta di Piper methysticum si utilizzano varie parti, alcuni per scopi alimentari, come produzioni di bevande ed altre per vari fini medicinali o religiosi.
Le radici vengono raccolte secondo necessità e possono essere utilizzate fresche o essiccate.
Per preparare la bevanda, le parti della pianta vengono polverizzate mediante macinazione o masticazione, sospese in acqua e poi setacciate per eliminare il residuo. Il liquido lattiginoso risultante è la bevanda.
La kava viene consumata in vari modi nelle culture dell’Oceano Pacifico della Polinesia, Vanuatu, Melanesia e alcune parti della Micronesia e dell’Australia. Tradizionalmente, viene preparata masticando, macinando o pestando le radici della pianta. La molatura viene eseguita a mano contro un blocco conico di corallo morto; la mano forma un mortaio e il corallo un pestello. La radice/corteccia macinata viene combinata solo con un po’ d’acqua, poiché la radice fresca rilascia umidità durante la macinazione. Il martellamento viene eseguito in una grossa pietra con un piccolo tronco. Il prodotto viene quindi aggiunto all’acqua fredda e consumato il più rapidamente possibile.
L’estratto è un’emulsione di goccioline di kavalattone in amido e latticello. Il sapore è leggermente pungente, mentre l’aroma caratteristico dipende dal fatto che sia stato preparato da pianta secca o fresca e dalla varietà. Il colore va dal grigio al marrone chiaro al verdastro opaco.
La kava preparata come descritto sopra è molto più potente della kava lavorata. La masticazione produce l’effetto più forte perché produce le particelle più fini. La kava fresca e non essiccata produce una bevanda più forte della kava secca. La forza dipende anche dalle specie e dalle tecniche di coltivazione.
A Vanuatu, una forte bevanda kava è normalmente seguita da un pasto caldo o da un tè. Il pasto tradizionalmente segue un po’ di tempo dopo la bevanda in modo che gli psicoattivi vengano assorbiti più rapidamente nel flusso sanguigno. Tradizionalmente, non viene aggiunto alcun aroma.
In Papua Nuova Guinea, i locali della provincia di Madang si riferiscono al loro kava come waild koniak (“cognac selvatico” in inglese).
I Fijiani condividono comunemente una bevanda chiamata grog fatta pestando la radice di kava essiccata al sole in una polvere fine, filtrandola e mescolandola con acqua fredda. Tradizionalmente, il grog viene bevuto dal mezzo guscio tagliato di una noce di cocco, chiamato bilo. Grog è molto popolare nelle Fiji, soprattutto tra i giovani, e spesso riunisce le persone per raccontare storie e socializzare. Bere grog per alcune ore porta un effetto paralizzante e rilassante a chi lo beve; Il grog intorpidisce anche la lingua e il consumo di grog in genere è seguito da uno spuntino “cacciatore” o dolce o piccante per seguire un bilo.
Si ricorda comunque che un eccesso di assunzione della radice può causare stupore.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://www.missouribotanicalgarden.org/PlantFinder/FullImageDisplay.aspx?documentid=23511
http://www.plantillustrations.org/illustration.php?id_illustration=56367&uhd=0&mobile=0

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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