Un Mondo Ecosostenibile
Guide PraticheSchede

Olio essenziale di Artemisia

Olio essenziale di Artemisia

L’olio essenziale di Artemisia si ricava da un genere di piante (Artemisia L., 1753) appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.
All’Artemisia appartengono alcune specie con foglie alterne, lanceolate, inciso-dentate, verdi e glabre di sopra, biancastre e tomentose di sotto.
Sono piante originarie sia delle zone temperate dell’Europa, Asia e Nord Africa, è naturalizzata anche in Nord America. Crescono dalla pianura alla zona pedemontana, lungo i fiumi e ai bordi dei campi.
Si tratta di piante con usi officinali la cui droga è costituita sia dalle radici che dalla parte aerea; in particolare, si utilizzano le punte dei ramoscelli secchi.
Queste piante contengono una serie di composti tra cui:
– Olio essenziale ricco in terpeni e tuioni;
– Lattoni sesquiterpenici;
– Flavonoidi;
– Sostanze amare;
– Idrossicumarine.

Composizione –
L’Olio essenziale di Artemisia varia, ovviamente, in funzione della specie da cui si ricava ma anche dalla zona in cui cresce. In generale contiene, comunque, vari oli, flavonoidi, terpeni, e derivati della cumarina, oltre che un principio amaro, l’artemisina, acido tannico, mucillagine, una resina, un olio volatile che contiene cineolo, tuione, eucaliptolo, inulina e tracce di altre sostanze.
La maggior parte dei principi attivi dai benefici curativi della pianta si concentrano nelle foglie e nelle sommità fiorite.
L’olio essenziale viene estratto principalmente dalle foglie ed è ottenuto per distillazione in corrente di vapore.

Proprietà ed usi –
L’Olio essenziale di Artemisia, soprattutto un tempo nella medicina tradizionale, veniva usato come vermifugo.
L’olio essenziale di artemisia viene distillato principalmente dall’artemisia bianca (Artemisia alba Turra, 1764) che è una pianta in grado di prosperare persino in climi aridi.
I Cinesi considerano l’Artemisia una pianta di grande utilità terapeutica.
In generale tutta la pianta viene indicata contro l’amenorrea, atonia nervosa, colica uterina, convulsioni, corea, dismenorrea, disturbi della menopausa, epilessia, flatulenza, inerzia uterina, isterismo, meteorismo, metrospasmo, vomito spasmodico.
Viene invece sconsigliata per gestanti, lattanti. Alle lattanti perché l’amaro si elimina attraverso il latte e il sudore, conferendovi un sapore cattivo ed è incompatibile con il solfato di ferro e di zinco, mentre si associa bene con Assenzio, senecio, zafferano, valeriana.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *