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Lotta biologica alla minatrice serpentina degli agrumi

Lotta biologica alla minatrice serpentina degli agrumi

La minatrice serpentina degli agrumi (Phyllocnistis citrella Stainton, 1856) è un insetto lepidottero della famiglia Gracillariidae, cosmopolita ma giunto in Italia nel 1994; il suo ciclo si svolge su tutti i Citrus, ma è in grado di attaccare anche piante appartenenti ad altre famiglie, tra cui: Oleaceae, Loranthaceae, Lauraceae, Leguminose, Salicaceae e Tiliaceae. In questo contributo vedremo come applicare i principi di lotta biologica alla minatrice serpentina degli agrumi. La minatrice serpentina, nello stadio larvale si nutre principalmente delle giovani foglie dei limoni e, in misura minore, anche di altri agrumi, scavando delle gallerie (mine) nel lato superiore della foglia. La Minatrice può scavare gallerie anche su germogli e rametti verdi più teneri. Il danno, in funzione dell’intensità dell’attacco inizia con l’accartocciamento delle foglie e la lo caduta. La pianta deperisce e spreca molte energie (a discapito della produzione); per di più la pianta si predispone agli attacchi di gravi agenti di malattia come il Mal secco e le infezioni batteriche. I danni maggiori si hanno in primavera e soprattutto in autunno.

Questo insetto inizia ad essere molto attivo soprattutto quando le temperature notturne superano i 15°C e ha un ciclo di vita di circa 15 giorni. La minatrice serpentina degli agrumi trascorre l’inverno in modi diversi ed a primavera, gli adulti depongono le uova sui boccioli fiorali di cui si nutriranno poi le larve. La seconda generazione sarà pronta in circa un mese con la stessa tecnica di deposizione dei genitori. Il contenimento di questo insetto, sotto le soglie di danno, parte dalla preventiva applicazione di appropriate tecniche agronomiche e, successivamente, se ci sono i presupposti perché superi la soglia di danno attraverso l’applicazione di sistemi di lotta biologici. Uno dei maggiori problemi della proliferazione di questo insetto, come di altri come afidi, tignole e cocciniglie, è l’eccessivo uso di nitrati nelle colture agrumicole che aumenta la capacità vegetativa delle piante, intenerisce eccessivamente i tessuti rendendoli più appetibili agli insetti. Il ricorso a letamazioni o apporti di sostanza organica diminuisce molto la presenza della minatrice serpentina degli agrumi. La seconda questione è legata alla eccessiva specializzazione delle produzioni agricole (comprese quelle agrumicole) che creano sistemi agro ambientali molto instabili; la creazione di consociazioni (anche arboree), di inerbimenti, la presenza di muretti a secco (ove possibile), ecc. creano le migliori condizioni per un riequilibrio dell’agroecosistema con diminuzione della virulenza di questi insetti. Si ricorda che in natura la Phyllocnistis citrella è controllata, allo stadio di uovo o di larva, soprattutto da vari Imenotteri Calcidoidei, tra cui svolge un ruolo importane l’ Ageniaspis fuscicollis, endo-parassitoide delle larve. Inoltre le tecniche di potatura: piante troppo fitte all’interno, mal potate e con eccessive parti secche, ecc. creano migliori condizioni per l’annidamento di questo insetto e quindi difficoltà maggiore al suo contenimento. L’osservazioni di queste tecniche può non risolvere totalmente il problema, anche perché un ecosistema può avere bisogno di parecchi cicli prima di tornare a regime (a condizione che si mantengano tecniche agro ecologiche idonee).
Comunque sia, se si presentano le prime larve nei mesi di maggio-giugno circa, si consiglia un ciclo di trattamenti (da effettuare al mattino presto) con “bacillus turingensis” da ripertersi con cadenza ogni tre settimane, fino a settembre. In alternativa si possono utilizzare prodotti a base di azadiractina, neemazal o piretro che limitano il proliferare del lepidottero. Si fa presente che questi principi attivi anche se permessi in agricoltura biologica non sono innocui ne per l’uomo ne per gli insetti utili; quindi il loro impiego va sempre seguito da un Agronomo. Una soluzione sicuramente più biologica è quella della confusione sessuale, utilizzando prodotti a base di feromoni che simulano la presenza degli insetti femmina, che attirano i maschi in apposite trappole. Ma la lotta più importante può essere quella del periodo autunnale per evitare che gli adulti svernino per l’anno successivo. In questo caso non bisogna però intervenire se non sono stati colpiti almeno il 50% dei germogli. Se si supera questa soglia si può intervenire con prodotti a base di zeolite che è efficace contro questo Lepidottero.




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