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Hyphaene coriacea

Hyphaene coriacea

La palma lala (Hyphaene coriacea Gaertn. 1788) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Sottoclasse Arecidae,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Sottofamiglia Coryphoideae,
Tribù Borasseae,
Sottotribù Hyphaeninae,
Genere Hyphaene,
Specie H. coriacea.
Sono sinonimi i termini:
– Chamaeriphes coriacea (Gaertn.) Kuntze;
– Chamaeriphes shatan (Bojer ex Dammer) Kuntze;
– Chamaeriphes turbinata (H.Wendl.) Kuntze;
– Corypha africana Lour.;
– Hyphaene baronii Becc.;
– Hyphaene beccariana Furtado;
– Hyphaene coriacea var. minor Drude;
– Hyphaene hildebrandtii Becc.;
– Hyphaene natalensis Kuntze;
– Hyphaene oblonga Becc.;
– Hyphaene parvula Becc.;
– Hyphaene pileata Becc.;
– Hyphaene pleuropoda Becc.;
– Hyphaene pyrifera Becc.;
– Hyphaene pyrifera var. arenicola Becc.;
– Hyphaene pyrifera var. gosciaensis (Becc.) Becc.;
– Hyphaene pyrifera var. margaritensis Becc.;
– Hyphaene shatan Bojer;
– Hyphaene shatan Bojer ex Dammer;
– Hyphaene spaerulifera Becc.;
– Hyphaene spaerulifera var. gosciaensis Becc.;
– Hyphaene tetragonoides Furtado;
– Hyphaene turbinata H.Wendl.;
– Hyphaene turbinata var. ansata Becc.;
– Hyphaene wendlandii Dammer.

Etimologia –
Il ytermine Hyphaene proviene dal greco “ὑφαίνω” (hyphaino), cioè tessere, intrecciare, con probabile riferimento all’intreccio di fibre nella polpa del frutto.
L’epiteto specifico coriacea viene dal latino “coriaceus, a, um”, cioè coriaceo, in riferimento alla “buccia” dei frutti.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Hyphaene coriacea è una palma originaria dell’Africa orientale centro-meridionale (Etiopia, Kenia, Mozambico, Somalia, Sudafrica nordorientale e Tanzania), Juan de Nova e Madagascar occidentale.
Il suo habitat è quello delle savane, lungo le coste, in prossimità di fiumi, laghi e zone paludose o dovunque c’è disponibilità di acqua nel sottosuolo, a basse altitudini, su suoli prevalentemente sabbiosi.

Descrizione –
L’Hyphaene coriacea è una palma dioica variabile cespitosa, a volte solitaria, che cresce generalmente con 2-6 fusti eretti o decombenti, fino a 7 m di lunghezza e 30 cm di diametro, talora ramificati dicotomicamente una o due volte; questi sono di colore grigio e fessurati verticalmente.
Le foglie sono fortemente costapalmate; sono lunghe circa 1 m e larghe 0,7-0,8 m, divise in 40-60 segmenti rigidi lineari-lanceolati con apice acuminato appena bifido, lunghi nella parte centrale 65-80 cm e larghi fino a circa 5 cm, uniti alla base per meno di 1/3 della loro lunghezza, di colore da verde grigiastro a grigio bluastro. Il picciolo è lungo 0,6-1 m e largo circa 3 cm; è provvisto ai margini di robuste spine nerastre ricurve verso l’alto lunghe circa 1 cm; le basi fogliari, lunghe circa 40 cm e fessurate longitudinalmente in corrispondenza del picciolo, di colore bruno e ricoperte da una patina cerosa grigiastra, permangono a lungo sulla pianta.
Le infiorescenze si formano tra le foglie con quelle maschili lunghe 0,6-1 m, ramificate, con rachille, solitarie o in gruppi di 2-4, e fiori giallo-verdastri disposti infossati in gruppi di 3, che si aprono in successione, con 6 stami. Le infiorescenze femminili sono lunghe 0,8-1,6 m, con 2-5 rachille portanti fiori solitari, su un corto pedicello peloso, con gineceo tricarpellato.
I frutti, che solitamente si sviluppano da un solo carpello, sono di forma molto variabile anche nella stessa infruttescenza, da pressoché quadrangolari a piriformi, di circa 6 cm di lunghezza e 5 cm di larghezza, di colore bruno rossiccio lucido a maturità, con polpa fibrosa.
All’interno è presente un seme ovoide di circa 3 cm di lunghezza.

Coltivazione –
L’Hyphaene coriacea è una palma sempreverde a crescita molto lenta, ascendente o prostrata ed è una delle pochissime specie di palma che può ramificarsi, anche se di solito si ramifica solo una o due volte per formare quattro corone di foglie a forma di ventaglio.
La pianta presenta anche polloni e forma cespi.
Si tratta di una pianta importante per la popolazione locale nelle zone semiaride in cui cresce, fornendo cibo, bevande e materiali per realizzare cesti, tessitura, paglia. ecc. ed i prodotti ricavati dalle foglie vengono venduti nei mercati locali.
Queste palme prosperano nei climi tropicali umidi dove le temperature non scendono mai sotto i 10°C, la piovosità media annua è di 1.500 mm o più e il mese più secco ha 25 mm o più di pioggia.
Possono attecchire anche nelle aree più secche con precipitazioni annuali inferiori a 250 mm e in un mese o più dove le precipitazioni sono inferiori a 25 mm.
Le piante crescono bene in pieno sole, anche se piccole e preferiscono crescere nelle sabbie alluvionali; in natura si trovano su terreni scarsamente drenati, leggeri, asciutti e di bassa fertilità.
In generale è quindi coltivabile in pieno sole, anche nelle fasi iniziali di crescita, nelle zone a clima tropicale e subtropicale, sia umide che semiaride, e in quelle temperato-calde più miti, dove può sopportare occasionali temperature di poco inferiori a 0 °C per brevissimo periodo.
Per ottenere frutti e semi è necessario coltivare forme dioiche, sia maschili che femminili.
Questa pianta non è comune nelle collezioni botaniche. Il suo interesse ornamentale risiede nel portamento basso e nella massa delle foglie.
Matura lentamente, impiegando dai 2 ai 3 anni. La crescita particolarmente lenta è stata forse la causa principale della sua scarsa presenza per lungo tempo al di fuori delle zone di origine a scopo ornamentale, nonostante le dimensioni relativamente contenute e quindi più gestibili rispetto alle altre specie del genere.
La pianta si riproduce generalmente per seme, solitamente posto direttamente a dimora oppure in contenitori profondi 40-50 cm, dato che l’ipocotile che si sviluppa dal seme, ed alla cui estremità vi è l’embrione da cui si originerà la pianta, si spinge fino a queste profondità; l’ipocotile è particolarmente fragile, quindi occorre molta cautela durante la fase di germinazione. Per accelerare la germinazione, che solitamente impiega tempi piuttosto lunghi, i semi vanno ripuliti dalla polpa e tenuti in acqua, ricambiata giornalmente, per 8-10 giorni, vanno quindi posti in terriccio sabbioso mantenuto umido, ma senza ristagni, alla temperatura di 28-30 °C; la prima foglia, nelle migliori condizioni di coltivazione, inizierà ad emergere dopo circa due mesi.

Usi e Tradizioni –
L’Hyphaene coriacea è una palma conosciuta con vari nomi comuni; tra questi si riportano: doum palm, gingerbread tree, ilala palm, lala palm (inglese); bar, makoma, mede, mkoma, mlala, qoone (Kenia); satrana, sata (Madagascar); anala, ilala, lilala, mulala, nnala (Sudafrica); kweche, mkoma, mkoma lume, mkonko, mlala, mulala (Tanzania).
Le foglie sono fibrose e vengono utilizzate per realizzare cappelli, cestini e corde. I frutti hanno polpa commestibile e sono apprezzati da elefanti e macachi. Dal germoglio apicale e succulento si ottiene il vino.
La polpa spugnosa del frutto duro e marrone è commestibile e il frutto viene mangiato e venduto in Madagascar. Il sapore è stato paragonato all’uvetta e alla crusca di uva passa.
I frutti eduli rappresentano un’importante risorsa alimentare per la fauna specie babbuini ed elefanti, che contribuiscono alla dispersione dei semi.
Questa palma diffusa nell’Africa centro-meridionale orientale, ha un ruolo fondamentale, come le specie congeneri, nella vita delle popolazioni locali. La parte più utilizzata sono le foglie, da quelle emergenti ancora racchiuse ne viene asportato circa 1/3, apportando quindi solo un minimo danno alla pianta, da cui, con un opportuno procedimento, vengono ricavate le fibre che sono ampiamente impiegate per fabbricare stuoie, ceste, copricapo ed altri oggetti artigianali di uso comune e artistici, che rappresentano anche una risorsa economica per le popolazioni indigene.
I frutti sono eduli, dal sapore dolciastro che ricorda lo zenzero, ma con polpa molto fibrosa, vengono per lo più destinati all’alimentazione del bestiame; l’endosperma di quelli immaturi ha un sapore simile a quello del cocco.
Dai fusti capitozzati, viene raccolta la linfa da cui si ricava una bevanda alcolica molto popolare, ricca di vitamine, in particolare la B2, operazione che purtroppo provoca la morte della pianta o del fusto in quelle cespitose. Stesso esito ha l’uso come ortaggio dell’apice vegetativo e dei giovani germogli.
La polpa dei frutti viene localmente utilizzata nei disturbi intestinali. L’endosperma dei frutti maturi, particolarmente duro, è utilizzato per realizzare piccoli oggetti artigianali e artistici come avorio vegetale. I frutti sono infine una importante risorsa alimentare per la fauna, in particolare babbuini ed elefanti, che contribuiscono alla dispersione dei semi.
Tra gli altri usi si riporta che le foglie vengono utilizzate per la copertura di paglia o per l’intreccio di cestini, stuoie, ecc.
Con le fibre delle foglie è possibile realizzare un’ampia varietà di cestini, stuoie e altri oggetti.
Vengono raccolte le foglie giovani e flessibili, prelevando solo un terzo della foglia, in modo che il resto possa svilupparsi completamente. Vengono bolliti e poi essiccati al sole per ammorbidirli per la tessitura e possono essere colorati utilizzando coloranti naturali.

Modalità di Preparazione –
L’Hyphaene coriacea è una palma di cui si utilizzano molte parti sia per usi alimentari, medicinali e per vari impieghi.
I frutti si mangiano crudi, sono molto fibrosi e costituiscono un alimento povero ma molto graditi ai bambini.
Il frutto impiega due anni per maturare, e poi può rimanere appeso all’albero per altri due anni prima di cadere.
Il liquido, o «latte», del seme immaturo viene utilizzato come bevanda; ha il sapore e il colore del latte di cocco.
Una linfa ottenuta spillando la corona della pianta viene fatta fermentare in una bevanda alcolica di scarsa qualità.
Si dice che abbia il sapore della birra allo zenzero quando è matura.
La linfa viene raccolta tagliando la parte superiore di uno stelo in crescita e raccogliendo l’essudato. A tempo debito la linfa si indurisce sulla ferita e un altro strato di stelo viene tagliato via finché alla fine il punto di crescita viene completamente distrutto e lo stelo muore.
Spesso quando ciò accade l’albero rigetta dalla base, e così la singola pianta non viene uccisa.
I giovani germogli dei semi germinati vengono mangiati come verdura.
In campo medicinale la polpa del frutto viene utilizzata come trattamento contro il mal di stomaco.
I semi vengono utilizzati come fonte di avorio vegetale; hanno consistenza e colorazione molto simili all’avorio vegetale sudamericano, e potrebbero essere utilizzati per gli stessi scopi per realizzare ornamenti, bottoni, ecc.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/342037831/original.jpeg
https://www.straussart.co.za/auctions/lot/30-nov-2021/677

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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