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Dillenia indica

Dillenia indica

La mela dell’elefante (Dillenia indica L., 1753) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Dilleniaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Dilleniales,
Famiglia Dilleniaceae,
Genere Dillenia,
Specie D. indica.
Sono sinonimi i termini:
– Dillenia elliptica Thunb.;
– Dillenia elongata Miq.;
– Dillenia indica f. elongata (Miq.) Miq.;
– Dillenia speciosa Thunb..

Etimologia –
Il termine Dillenia è stato dedicato in onore del botanico tedesco Johann Jacob Dillen (latinizzato in Dillenius) (1687-1747).
L’epiteto specifico indica proviene dal latino “indica”, cioè dell’India in riferimento ad uno dei luoghi di origine.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Dillenia indica è una pianta originaria di un’area che comprende lo Yunnan (Cina), India, Indonesia, Malaysia, Sri Lanka, Tailandia e Vietnam.
Il suo habitat è quello della foresta sempreverde o foresta pluviale tropicale, spesso lungo i fiumi. A Giava è presente soprattutto nelle foreste di teak, fino a 1.100 metri di altitudine.

Descrizione –
La Dillenia indica è un arbusto o albero sempreverde di piccole e medie dimensioni, con una chioma arrotondata, che cresce fino a un’altezza di 15 (25) m. La corteccia è liscia di colore bruno rossastro che si sfalda; i rami giovani sono tomentosi. Il tronco può raggiungere i 120 cm di diametro, spesso ramificandosi dal basso.
Le foglie sono di colore verde intenso, lucide superiormente, alterne, solitamente raggruppate all’apice dei rami, di forma ellittico-oblunga o obovato-oblunga; sono di 15-40 cm di lunghezza e 7-14 cm di larghezza con nervature laterali parallele prominenti e margini dentati; i piccioli, lunghi 2-6 cm, sono scanalati e pubescenti alla base.
I fiori sono solitari, terminali, pendenti su un peduncolo lungo circa 8 cm, grandi, fino a circa 20 cm di diametro, con cinque sepali tondeggianti, concavi, spessi e carnosi, lunghi 4-6 cm, di colore verde pallido. La corolla, formata da cinque petali obovati bianchi, lunghi 7-10 cm e larghi 6-8 cm, circonda numerosi stami gialli che formano una massa compatta su cui spiccano i bianchi stili lanceolati, disposti radialmente, lunghi circa 2,5 cm.
I suoi frutti sono grandi, rotondi, di colore giallo-verdastro, con molti semi, e sono commestibili. Il frutto è un aggregato di 5-12 cm di diametro composto da 15 carpelli, ciascuno dei quali contiene cinque semi immersi in una polpa fibrosa ed edibile.

Coltivazione –
La Dillenia indica è una pianta sempreverde molto ornamentale che fornisce un frutto commestibile, sapone e medicinali per la popolazione locale. Viene spesso coltivata nei giardini, dove è molto apprezzata per i suoi fiori grandi, belli e profumati, nonché per i suoi frutti commestibili.
In India non viene coltivata a fini commerciali, ma si trova allo stato selvatico nella regione di Duars e Terai nelle riserve di Katha, Burihiding, Duarmara, Tarani, Dumduma, Nalni, Philobari, Takowani, Kakojan, Digboi, Bogapani e Upper Forest. . Trattandosi di uno degli alimenti principali per elefanti, scimmie e cervi, la raccolta dei frutti è vietata nelle aree centrali delle riserve forestali. È vietata anche la vendita del frutto, per evitare il totale smantellamento della catena alimentare della giungla.
È una pianta coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido, con temperature minime che è bene non scendano sotto +10 °C, anche se può sopravvivere, per breve periodo, a temperature intorno a -2 °C e dove si trova fino a 1.100 metri di altitudine.
Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 30 e 40 °C, ma può tollerare 7-47 °C.
Preferisce una piovosità media annua compresa tra 3.000 e 4.000 mm, ma tollera 2.000 – 5.500 mm.
Dal punto di vista pedologico preferisce terreni sabbiosi, neutri o acidi, mantenuti umidi, se tenuta a secco in inverno può perdere le foglie. In generale suoli ben drenati e posizioni soleggiate e cresce meglio in un terreno ricco con un pH compreso tra 5,5 e 7, tollerante fino a 8.
Preferisce una posizione soleggiata, ma le piante sopportano molto bene l’ombra: sono stati trovati alberelli vigorosi in fitta ombra.
La pianta si riproduce per seme e pare che la dispersione dei semi sia effettuata da animali, tra gli altri da elefanti, o dall’acqua corrente. In quest’ultimo caso i semi possono germogliare nel frutto, che viene lasciato sulla riva di un fiume, spesso in parte riempito di fango che dà un substrato favorevole alla germinazione.
Si può propagare anche tramite talee di legno semimaturo.

Usi e Tradizioni –
La Dillenia indica è una pianta che fu una delle tante descritte per la prima volta da Linneo nella decima edizione del suo Systema Naturae nel 1759.
Viene conosciuta con vari nomi comuni tra cui si riportano: chulta, dillenia, elephant-apple, hondapare tree (inglese); chalta (bengalese); babau, graine bourrique, pomme d’éléphant (francese); chilta, girnar, karambel, hondapara, outenga (hindi); fruta-estrela, árvore-da-pataca, árvore-do-dinheiro, bolsa-de-pastor, dilênia, flor-de-abril, maçã-de-elefante (portoghese); manzano de los elefantes (spagnolo); chalthafrucht, elephantenapfel, indischer rosenapfel (tedesco); owtenga (ঔটেঙা) (assamese); chalta (চালতা) (bengalese); ouu (ଓଉ) (oriya).
La polpa del frutto è agro-amara e viene utilizzata nella cucina indiana nel curry, nella marmellata (ouu khatta) e nelle gelatine. Viene spesso mescolata con cocco e spezie per la preparazione del chutney. In Assam è ampiamente utilizzata nella preparazione del dal e del pesce.
Il nome mela elefante deriva dal fatto che produce un grande frutto commestibile e duro accessibile solo ai megaerbivori in natura come gli elefanti. Uno studio condotto dagli ecologisti Sekar e Sukumar nella Riserva della tigre di Buxa ha dimostrato che gli elefanti asiatici sembrano avere una particolare predilezione per i frutti della D. indica e sono quindi un importante dispersore di semi per questo albero. Con la prospettiva dell’estinzione degli elefanti, questo albero ha sviluppato un sistema di riserva, in base al quale i suoi frutti duri, accessibili solo ai megaerbivori, si ammorbidiscono lentamente sul suolo della foresta durante la stagione secca per consentire l’accesso ad animali successivamente più piccoli come macachi, roditori e scoiattoli. I semi sia dei frutti vecchi che di quelli teneri sono in grado di germinare bene, consentendo alla persistenza di questo albero di essere indipendente dalla sopravvivenza del suo principale dispersore megaerbivoro.
Studi di laboratorio hanno evidenziato anche una attività antileucemica degli estratti dei frutti, dovuta probabilmente alla presenza di acido betulinico.
Il legno è compatto e resistente ed ha un moderato uso nelle costruzioni e per fabbricare casse, compensato ed altri oggetti.
Il legno, moderatamente duro e con una durabilità sott’acqua di circa 3 anni, viene talvolta utilizzato per l’edilizia o per calci di fucile.
I suoi rami vengono utilizzati per produrre legna da ardere di buona qualità.
Tra gli altri usi si ricorda che i frutti si possono strofinare nell’acqua per farne un sapone. La polpa viene utilizzata come detergente per capelli.
Il succo delle foglie viene applicato sul cuoio capelluto per prevenire la calvizie.
Le foglie essiccate servono per lucidare l’avorio.
La cenere di legno viene aggiunta ai mattoni di argilla per aumentarne la resistenza al fuoco.

Modalità di Preparazione –
La Dillenia indica è una pianta che cresce sia allo stato spontaneo che coltivata per vari usi.
La polpa dei suoi frutti è acida e viene utilizzata nella cucina indiana nel curry, nella marmellata (ouu khatta) e nelle gelatine, in bevande o fermentata in aceto.
I sepali carnosi, dal gradevole sapore acidulo, vengono consumati crudi o cotti, o utilizzati per preparare marmellate e gelatine e per aromatizzare il curry; anche i frutti vengono consumati, sia pure in misura minore e per lo più cotti, avendo un sapore decisamente acidulo, sono leggermente lassativi per cui è prudente non abusarne.
Le foglie, la corteccia e i frutti sono utilizzati nella medicina tradizionale principalmente come antinfiammatori; il succo del frutto è utilizzato per preparare sciroppi per la tosse e miscelato con acqua e zucchero per abbassare la febbre, la corteccia per cataplasmi nelle artriti.
I frutti hanno un gusto e un sapore simile alla mela acerba. La maggior parte del frutto è infatti costituita dai sepali, molto spessi, che hanno un sapore molto aspro. Anche i frutti più piccoli e succosi all’interno sono aspri.
In campo medicinale il frutto è tonico e lassativo; viene utilizzato nel trattamento dei disturbi addominali e viene mescolato con zucchero per essere usato contro la tosse.
La corteccia e le foglie sono astringenti.
La corteccia viene utilizzata come collutorio per curare il mughetto.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/236902447/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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