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Horsfieldia sucosa

Horsfieldia sucosa

Il darah-darah o kumpang (Horsfieldia sucosa (King) Warb., 1897) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Myristicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Magnoliales,
Famiglia Myristicaceae,
Genere Horsfieldia,
Specie H. sucosa.
È basionimo il termine:
– Myristica sucosa King.
Sono sinonimi i termini:
– Horsfieldia bracteosa Henderson;
– Horsfieldia bracteosa var. bracteosa J.Sinclair.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti varietà:
– Horsfieldia sucosa subsp. bifissa W.J.de Wilde;
– Horsfieldia sucosa subsp. bifissa W.J.deWilde;
– Horsfieldia sucosa subsp. sucosa.

Etimologia –
Il termine Horsfieldia prende il nome da un medico e naturalista britannico di nome Thomas Horsfield (1773-1859), noto per i suoi contributi alla botanica e alla zoologia. Ha svolto una parte significativa del suo lavoro in Indonesia, dove ha raccolto molte specie di piante e animali, contribuendo così alla conoscenza della biodiversità di questa regione.
Il nome è stato coniato in onore di Thomas Horsfield per riconoscere i suoi sforzi e il suo contributo alla ricerca botanica.
L’epiteto specifico sucosa proviene dalla parola latina “succus,” che significa “succo”, in riferimento alla consistenza della polpa dei frutti.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Horsfieldia sucosa è una pianta originaria di un areale che comprende Borneo, Malaysia Peninsulare e Sumatra.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste miste dipterocarpiche e costiere indisturbate fino a 800 m di altitudine. Spesso su siti alluvionali vicino o lungo fiumi e torrenti, ma anche su pendii e crinali o su terreni sabbiosi e calcarei.

Descrizione –
L’Horsfieldia sucosa è un albero sempreverde e dioico, a chioma media alto fino a 35 m.
Il tronco può avere un diametro fino a 1 m, con corteccia grigiastra e linfa appiccicosa rossastra che essuda dalle ferite.
I rametti hanno un diametro di 2-10 mm, di colore grigio-bruno (biancastri) o paglierini, in contrasto con il colore nerastro dei piccioli essiccati, precocemente glabrescenti, dapprima con peli rugginosi o grigiastri lunghi 0,1-0,3 mm; corteccia grossolanamente striata o meno, con tendenza a sfaldarsi; lenticelle cospicue solo sulle parti molto giovani.
Le foglie si trovano su un picciolo lungo 1-2 cm; sono semplici, alterne, solitamente distiche, da oblungo-ellittiche a oblanceolate con margine intero ed apice appuntito; hanno dimensioni in lunghezza di 12-25 cm e larghe 4-8 cm, con nervature prominenti inferiormente, coriacee, di colore verde scuro lucido superiormente, più chiaro e opaco inferiormente.
Le infiorescenze sono a pannocchia, portate sotto l’ascella delle foglie; quelle femminili sono lunghe 1-2 cm e portano pochi fiori globosi a 2-3 lobi, raramente 4, di 2-3 mm di diametro, di colore giallo verdastro; quelle maschili sono lunghe 6-15 cm con numerosi fiori, in gruppi di 3-7, della stessa forma e colore, di 1,5-2 mm di diametro.
I frutti sono delle drupe carnose, presenti in 1-4 per infruttescenza, di forma da ovoidi a ellissoidi, di 2,5-3,5 cm di lunghezza e 2-2,5 cm di diametro, con pericarpo spesso circa 0,4 cm, di colore inizialmente verde, poi giallastro o rosato, che si aprono spontaneamente in due metà quando mature, contenenti un seme della stessa forma ricoperto da un arillo.

Coltivazione –
L’Horsfieldia sucosa è un albero sempreverde che viene talvolta raccolto allo stato selvatico per il suo legname e i suoi frutti commestibili, che vengono utilizzati localmente.
Per la sua coltivazione si tenga conto che è una pianta delle pianure tropicali umide, dove si trova ad altitudini fino a 500 – 800 metri.
In queste condizioni l’albero può fiorire e fruttificare tutto l’anno.
Questa pianta è pressoché sconosciuta al di fuori delle zone di origine e poco coltivata, richiede un clima tropicale e subtropicale umido, una esposizione in pieno sole o una leggera ombreggiatura e suoli preferibilmente sabbiosi mantenuti pressoché costantemente umidi.
Essendo una specie dioica, devono essere coltivate, se sono necessari frutti e semi, sia la forma maschile che quella femminile.
La pianta si riproduce per seme, che va messo a dimora quanto prima possibile avendo una germinabilità di breve durata, in terriccio sabbioso ricco di humus mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C.

Usi e Tradizioni –
L’Horsfieldia sucosa è una pianta conosciuta con vari nomi comuni; tra questi ricordiamo: darah-darah, kumpang (Borneo); darahan, merampat, penarah, penarahan pendarahan, (Malaysia Peninsulare); darah-darah (Sabah); bindara, binarah, kayo bela (Sarawak).
Questa pianta viene utilizzata sia per il legno, di discreta qualità, è occasionalmente per vari usi e i frutti eduli, ma poco appetibili, sono a volte consumati localmente.
Localmente si usa il legno che è di colore varabile tra il giallastro e il rosa.

Modalità di Preparazione –
L’Horsfieldia sucosa è una pianta utilizzata localmente per il suo legno ed anche per i frutti commestibili.
Non si conoscono invece utilizzi medicinali né di altra natura oltre a quelle del legname.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://www.kew.org/herbcatimg/934482.jpg
https://tropical.theferns.info/plantimages/0/c/0c5591a0301f077f63ceeba44cd15c84acbf06e6.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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