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Antidesma bunius

Antidesma bunius

Il bignay o albero del ribes (Antidesma bunius (L.) Spreng.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Phyllanthaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
(clade) Angiosperme,
(clade) Mesangiosperme,
(clade) Eudicotiledoni,
(clade) Eudicotiledoni centrali,
(clade) Superrosidi,
(clade) Rosidi,
(clade) Eurosidi,
(clade) COM,
Ordine Malpighiales,
Famiglia Phyllanthaceae,
Sottofamiglia Antidesmatoideae,
Tribù Antidesmateae,
Subtribù Antidesmatinae,
Genere Antidesma,
Specie A. bunius.
Sono sinonimi i termini:
– Antidesma andamanicum Hook.f.;
– Antidesma bunias (L.) Spreng.;
– Antidesma bunius var. bunius;
– Antidesma bunius var. cordifolium (C.Presl) Müll.Arg.;
– Antidesma bunius var. floribundum (Tul.) Müll.Arg.;
– Antidesma bunius var. genuinum Müll.Arg.;
– Antidesma bunius var. pubescens Petra Hoffm.;
– Antidesma bunius var. sylvestre (Lam.) Müll.Arg.;
– Antidesma bunius var. wallichii Müll.Arg.;
– Antidesma ciliatum C.Presl;
– Antidesma collettii Craib;
– Antidesma cordifolium C.Presl;
– Antidesma crassifolium (Elmer) Merr.;
– Antidesma floribundum Tul.;
– Antidesma glabellum K.D.Koenig;
– Antidesma glabellum K.D.Koenig ex Benn.;
– Antidesma glabrum Tul.;
– Antidesma retusum Zipp.;
– Antidesma retusum Zipp. ex Span.;
– Antidesma rumphii Tul.;
– Antidesma stilago Forsyth f.;
– Antidesma stilago Poir.;
– Antidesma sylvestre Lam.;
– Antidesma thorelianum Gagnep.;
– Sapium crassifolium Elmer;
– Stilago bunius L..

Etimologia –
Il termine Antidesma, secondo alcuni autori, proviene dalle due parole greche “ἀντί” (anti) = contro e “δέσμα” (desma), cioè legame, vincolo, benda. Per il medico e botanico Joannes Burman (1706-1780) significherebbe veleno, con riferimento all’uso contro il morso di serpente.
L’epiteto specifico bunius deriverebbe, secondo il biologo e botanico tedesco Georg Eberhard Rumph (Rumphius) (1627-1702), da un nome locale (Herbarium Amboinense).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Antidesma bunius è una pianta originaria del sud-est asiatico e dell’Australia settentrionale.
La pianta è presente in Assam, Bangladesh, Borneo, Cina (Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Jiangxi, Yunnan e Xizang), Filippine, Giava, India, Isole Andamane, Isole Christmas, Isole Nicobare, Himalaya orientale, Laos, Malaysia Peninsulare, Molucche, Myanmar, Nuova Guinea, Singapore, Sri Lanka, Sulawesi, Sumatra, Thailandia e Vietnam.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste pluviali e foreste tropicali semi-sempreverdi, foreste di Dipterocarpaceae e di teak, sulle rive dei fiumi, ai margini dei boschi, lungo i bordi delle strade, in boschetti di bambù, nelle aree semicoltivate e coltivate, in zone ombrose o aperte, di solito nella vegetazione secondaria ma anche in quella primaria. In queste aree vegeta fino a circa 1800 m di altitudine.

Descrizione –
L’Antidesma bunius è una pianta a morfologia variabile da bassa e arbustiva o alta ed eretta, che può arrivare fino a circa 30 metri di altezza.
Negli esemplari più grandi il tronco può avere un diametro fino a 1 metro e non ramificato per 10 metri. Di solito è dritto, ma spesso è scanalato o con contrafforti che possono essere alti fino a 3 metri e larghi 10 cm.
Le foglie sono sempreverdi, coriacee di forma ovale, lunghe fino a circa 20 centimetri e larghe 7 cm. Sono portate ai ramoscelli dell’albero con piccioli corti, creando una fitta chioma.
È una pianta dioica, con fiori maschili e femminili che crescono su alberi separati. I fiori hanno un profumo forte, un po’ sgradevole.
I fiori sono raggruppati in infiorescenze con numerosi minuscoli fiori, di circa 2 mm di diametro, privi di petali; quelle maschili sono ascellari o terminali, ramificate, lunghe 6-20 cm; quelle femminili sono terminali, raramente ramificate, lunghe 8-20 cm. I fiori maschili sono sessili con calice a 3-4 lobi, raramente 5, lungo 1-1,5 mm, e stami, in numero pari ai lobi, lunghi 2-3 mm, con antere rossastre; I fiori femminili sono su un pedicello lungo 0,5-1,5 mm, 2-6 mm in frutto, con calice simile a quello maschile, ovario glabro o pubescente e 3-4, raramente fino a 6, stimmi.
Gli esemplari femminili possono portare anche fiori ermafroditi e fruttificare abbondantemente in assenza di piante maschili.
I frutti sono delle drupe sferiche e larghe poco meno di 1 cm, pendenti singolarmente o accoppiati in grappoli lunghi e pesanti. Sono di colore bianco quando sono immaturi e diventano gradualmente rossi e poi neri.
Ogni grappolo di frutti matura in modo non uniforme, quindi i frutti in un grappolo sono tutti di colori diversi. La buccia del frutto ha succo rosso, mentre la polpa è bianca e ha un succo incolore.
Il frutto contiene un seme di colore chiaro. Il frutto ha un sapore aspro simile a quello del mirtillo rosso quando è immaturo e un sapore aspro ma dolce quando è maturo.

Coltivazione –
L’Antidesma bunius è una pianta sempreverde ornamentale per il fogliame lussureggiante e le vistose infruttescenze dai frutti variamente colorati.
Questa pianta è adatta ad essere coltivata nelle zone tropicali e subtropicali umide e marginalmente a quelle temperato-calde più miti, dove temperature appena inferiori a 0 °C sono una eccezione di breve durata, ma dove solitamente non arriva a fruttificare. Richiede pieno sole o leggera ombreggiatura e non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche povero, da leggermente acido a leggermente alcalino, ma cresce al meglio in quelli fertili mantenuti pressoché costantemente umidi.
La pianta prospera ad altitudini fino a 1.200 metri a Giava e può crescere anche fino alla Florida centrale ed è una specie abbondante e invasiva nelle Filippine.
Cresce meglio in una posizione soleggiata o all’ombra leggera in un terreno fertile e che trattiene l’umidità.
Dal punto di vista pedologico vegeta in molti tipi di suolo ma preferisce un pH compreso nell’intervallo 6 – 7, tollerando 5,5 – 8.
Per le piante giovani si consigliano frangiventi protettivi.
Gli alberi possono iniziare a produrre frutti in 5 – 6 anni se riprodotti da seme, o in appena 2 – 3 anni da piante innestate.
Per la coltivazione si consiglia di piantare un albero maschio per ogni 10-12 femmine per fornire l’impollinazione incrociata.
Si riproduce per seme, con la prima fioritura dopo 4-6 anni, ma solitamente e facilmente si ricorre alla riproduzione vegetativa per essere sicuri del sesso e della varietà, tramite talea, innesto o margotta, con la prima fioritura dopo 2-3 anni.

Usi e Tradizioni –
L’Antidesma bunius è una pianta conosciuta con vari nomi: chinese laurel, salamander-tre, wild cherry (inglese); wǔ yùe chā (Cina); bignay, bugnai (Filippine); buni, wuni (Giava); amati, bol aborak, cerutali, janu polari, kari komme, nolaittali (India); kho lien tu (Laos); barune, berunai, buni, lundu (Malaysia); kata kuti (Molucche); himalcheri (Nepal); bunih (Sulawesi); buni, huni (Sumatra); ma mao dong, ma mao luang (Thailandia); choi moi tia, chòi mòi lá dày (Vietnam).
Questa specie viene spesso coltivata in alcune aree di origine, spesso in prossimità dei villaggi e nei frutteti familiari per i frutti. Questi sono ricchi in acido citrico, consumati crudi o utilizzati in salse per accompagnare il pesce, per sciroppi e confetture o per ricavarne bevande alcoliche, mentre le foglie giovani vengono consumate, come verdura, con pietanze a base di riso.
I frutti possono essere consumati crudi o cotti e utilizzati in gelatine, conserve, ecc. A piena maturazione, il frutto è succoso e leggermente dolce.
Il frutto è paragonato da alcune persone ai mirtilli e viene mangiato principalmente dai bambini.
Il frutto macchia le dita e la bocca.
Alcuni assaggiatori rilevano un retrogusto amaro o sgradevole, impercettibile per altri; tuttavia è un fattore genetico in quanto esiste una correlazione inversa tra la capacità di gustare la feniltiocarbamide e l’amaro in A. bunius.
Nell’uso medicinale si impiegano radici, foglie e frutti che vengono utilizzate nella medicina tradizionale nei traumi, i frutti nei disturbi gastro-intestinali, indigestione, dissenteria e nel diabete, in particolare l’attività ipoglicemizzante degli estratti sembra confermata da alcuni studi di laboratorio. La corteccia infine viene impiegata localmente per fabbricare robusti cordami.
Le radici degli esemplari che crescono in Africa sono velenose. Parti della pianta oltre al frutto possono essere tossiche.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
È una specie pioniera naturale, spesso comune nelle prime fasi della successione forestale secondaria e che invade anche praterie marginali.
L’albero è stato occasionalmente impiegato in progetti di rimboschimento. Tuttavia anche se questa specie sembra essere una scelta eccellente come pioniera per la creazione di un bosco, preferibilmente utilizzato all’interno del suo areale nativo, ha la tendenza a invadere gli habitat naturali.
Il legno è rossastro e duro. Se imbibito nell’acqua diventa pesante e duro; è apprezzato per l’edilizia in genere, anche se è poco durevole a contatto con il suolo ed è anche soggetto agli attacchi delle termiti. Il legname è stato sperimentalmente spappolato per fare il cartone.
La corteccia produce una fibra forte per cordami.

Modalità di Preparazione –
L’Antidesma bunius è una pianta coltivata nelle aree tropicali e subtropicali per i suoi frutti che sono commestibili crudi e molto spesso usati per fare vino e tè, oltre a marmellate e gelatine.
Il frutto commestibile è molto apprezzato in molte zone dell’Asia, dove viene sia raccolto allo stato selvatico e spesso coltivato nei villaggi e nei frutteti domestici. La frutta viene talvolta venduta nei mercati locali.
Se il succo estratto dai frutti viene tenuto in frigorifero per un giorno o due, si deposita un sedimento alquanto astringente, che può essere scartato, migliorando così il sapore.
Inoltre le foglie giovani possono essere consumate crude in insalata o cotte al vapore e utilizzate come contorno del riso. Sono di sapore leggermente acidulo ma diventano brune a cottura e mantengono bene la consistenza. Possono essere cucinate con altri cibi per conferire il loro sapore aspro.
Nella medicina tradizionale si impiegano foglie, frutti e foglie per vari rimedi.
La corteccia, inoltre, contiene un alcaloide tossico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/45921487/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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