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Aglaia korthalsii

Aglaia korthalsii

L’Aglaia (Aglaia korthalsii (Miq.) Pellegrin) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Meliaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Sapindales,
Famiglia Meliaceae,
Genere Aglaia,
Specie A. korthalsii.
È basionimo il termine:
– Amoora korthalsii Miq..
Sono sinonimi i termini:
– Aglaia aquatica (Pierre) Harms;
– Aglaia cauliflora Koord.;
– Aglaia celebica Koord.;
– Aglaia confertiflora Merr.;
– Aglaia dysoxylifolia Koord.;
– Aglaia dysoxylonoides Koord.;
– Amoora korthalsii Miq.;
– Hearnia aquatica Pierre;
– Hearnia sarawakana C.DC..

Etimologia –
Il termine Aglaia deriva dal greco antico “aglaia” (ἀγλαΐα), che significa “splendore” o “bellezza”. Questo nome è stato scelto per la pianta Aglaia korthalsii per descrivere la sua presunta bellezza o il suo aspetto attraente.
L’epiteto specifico “korthalsii” è un omaggio al botanico olandese Pieter Willem Korthals (1 settembre 1807, Amsterdam – marzo 1892, Haarlem), che è stato il primo a descrivere la specie.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Aglaia korthalsii è una pianta originaria di un areale che comprende il Bhutan, Brunei, Filippine, India (Assam), Indonesia (Kalimantan, Piccole Isole della Sonda, Sulawesi e Sumatra), Malaysia (Malaysia Peninsulare, Sabah e Sarawak) e Thailandia.
Il suo habitat è quello delle foreste primarie di Dipterocarpaceae fino a circa 1700 m di altitudine, solitamente alluvionali, spesso lungo i corsi d’acqua ma comune anche su pendii e creste o su suoli da sabbiosi ad argillosi, anche in prossimità di suoli calcarei.

Descrizione –
L’ Aglaia korthalsii è un albero che cresce fino a 34 m. Il tronco può crescere fino a 16 m, con un dimetro di 76 cm; possono essere presenti contrafforti triangolari.
La corteccia è di colore da bruno-rossastro con diverse tonalità o bruno-arancio, a volte con fessure longitudinali più o meno grossolane, che si sfalda in grandi scaglie tondeggianti irregolari, che espongono la corteccia arancione o verde-giallastra al di sotto; la corteccia interna è di colore rosa, rosa verdastro scuro o rosa violaceo, fibrosa; l’alburno è rosa pallido, giallo pallido, giallo o bianco; il lattice è bianco.
I ramoscelli presentano squame peltate da numerose a densamente ricoperte di lucide squame bruno-rossastre che hanno un centro scuro, che diventano più chiare verso il margine o che si inarcano dappertutto, il margine irregolare o brevemente fimbriato, lattice bianco.
Le foglie sono lunghe fino a 40 cm e larghe 48 cm, di contorno obovale. Picciolo e rachide presentano numerose squame come quelle sui rametti. Le foglioline (3-)5(-7), 8-27(-36) per (2,5-) 3-8 cm, hanno apice acuminato, solitamente arrotondato ma talvolta cuneato alla base asimmetrica; anche queste presentano squame come quelle dei rametti; poche sulla pagina superiore e sparse o numerose su quella inferiore ad intervalli abbastanza regolari, talvolta con deboli fossette bruno-rossastre; presentano 10-25 vene su ciascun lato della costa centrale; i piccioli sono generalmente 5-10(-30) mm.
Le infiorescenze sono poste all’ascella delle foglie o sul legno vecchio dei rametti. L’infiorescenza maschile è lunga e larga fino a 30 cm, con peduncolo di 0,5-2 cm, peduncolo, rachide e rami sono ricoperti di squame come quelle sui rametti. L’infiorescenza femminile è come quella maschile ma spesso molto più piccola, con meno rami e fiori.
I fiori sono di circa 1,5-2 mm di lunghezza e 1,6-2,5 mm di larghezza; il pedicello è di 0,8-3 mm; il calice con poche o numerose squame peltate come quelle sui rametti, divise fin quasi alla base in 5 lobi arrotondati con margini fimbriati. I petali sono 5. Il tubo staminale è lungo 0,8 mm, largo 1,9 mm, obovoide o a forma di coppa con il margine apicale incurvato e 5-lobato poco profondo; le antere sono 5, lunghe 0,4 mm, ovoidali, inserite all’interno dell’orlo del tubo, sporgenti e rivolte verso il centro del fiore. L’infruttescenza è lunga fino a 17 cm e larga 14 cm e porta fino a 15 frutti; il peduncolo è di 1-2 cm; il peduncolo, il rachide ei rami con numerose squame come quelle sui rametti.
I frutti sono lunghi 2-4 cm, larghi 1-3,5(-5) cm, di forma ellissoide o subglobosi, di colore arancione, fittamente ricoperti da squame peltate bruno-arancio che presentano all’esterno un margine fimbriato e con piccole rughe longitudinali, il pericarpo indeiscente con linea di deiscenza che corre longitudinalmente attorno al frutto lungo la quale il frutto maturo si apre sotto pressione, il pericarpo spesso 1-10 mm, fibroso e flessibile, con un po’ di lattice bianco, la superficie interna, priva di peli o scaglie, di colore arancione lucido; peduncoli di frutta 1-2 cm.
All’interno troviamo dei loculi, 2 (o 3), ciascuno contenente 1 seme, con setto persistente, fino a 0,5 mm di spessore, membranosi.
I semi sono lunghi 1,5-2 cm, larghi 1-1,5 cm, ellissoidi, con superficie interna appiattita; l’arillo è di circa 2 mm di spessore, giallo traslucido o arancio pallido, succoso o gelatinoso, commestibile, dal sapore dolce o piuttosto amaro, saldamente attaccato alla testa soprattutto all’ilo e al fascio vascolare principale.

Coltivazione –
L’Aglaia korthalsii è un albero sempreverde che viene raccolto in natura per uso locale come cibo e fonte di legno. Viene coltivato per i suoi frutti in alcune parti del suo areale.
È una pianta dioica per cui, dovendo ottenere i frutti bisogna coltivare la forma maschile e femminile.
Viene coltivato in particolare nel Kelantan che è uno degli stati della Malaysia, fino a 1700 m di altitudine.
È una pianta pressoché sconosciuta al di fuori delle aree di origine, viene spesso coltivata nei villaggi per i frutti ricchi di vitamina C.
Questa pianta si riproduce per seme in terriccio drenante e aerato mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C.

Usi e Tradizioni –
L’Aglaia korthalsii è una pianta conosciuta con vari nomi in funzione di dove cresce allo stato naturale; viene chiamata: korthal gisihan (Filippine); belajang merah, bilajang merah (Indonesia) kiah, piah, keriah, sekeriah, kriah, keriat (Malaysia Peninsulare); langsat munchit (Sabah); segera (Sarawak); ke ya (Thailandia).
È una specie che viene usata anche per scopi commestibili.
I frutti si mangani crudi; di questi si mangia lo strato carnoso (arillo) succoso o gelatinoso, dal sapore dolce o piuttosto amaro, attorno al seme.
La pianta riveste anche interesse medicinale.
I frutti sono ricchi in vitamina C, inoltre l’Aglaia è l’unica fonte del gruppo di circa 50 rappresentanti noti di composti che portano uno scheletro unico di ciclopenta[b]tetraidrobenzofurano. Questi composti sono più comunemente chiamati rocaglate o derivati della rocaglamide, o flavagline, e la maggior parte ha potenti proprietà insetticide, bioattività antimicotica, antivirale, antibatterica o antielmintica. Molti di loro mostrano un’attività citotossica pronunciata contro una serie di tumori umani. Poiché il primo rappresentante di questo gruppo è stato scoperto solo nel 1982, questo è uno dei pochi esempi recenti di una classe completamente nuova di metaboliti secondari vegetali di estrazione naturale.
Tra gli altri usi si ricorda che il legno è usato per i pali delle case: L’alburno è rosa pallido, giallo pallido, giallo o bianco.
Purtroppo, dal punto di vista ecologico la perdita di habitat potrebbe rappresentare una minaccia per questa specie. È classificata come “quasi minacciata” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2011).

Modalità di Preparazione –
L’Aglaia korthalsii è una pianta di cui si mangiano i suoi frutti crudi; di questi si mangia lo strato carnoso (arillo) succoso o gelatinoso.
La pianta negli ultimi tempi sta trovando notevole interesse per uso medicinale o per l’estrazione di sostanze attive come: insetticida, bioattività antimicotica, antivirale, antibatterica o antielmintica.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://tropical.theferns.info/image.php?id=Aglaia+korthalsii#plantimages/8/4/84385b83444fd541be0004b5a6b601b20989f329.jpg
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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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