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Passer montanus

Passer montanus

La passera mattugia o passero mattugio (Passer montanus, Linnaeus, 1758) è un uccello appartenente alla famiglia dei Passeridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Superclasse Tetrapoda,
Classe Aves,
Sottoclasse Neornithes,
Superordine Neognathae,
Ordine Passeriformes,
Sottordine Oscines,
Infraordine Passerida,
Superfamiglia Passeroidea,
Famiglia Passeridae,
Genere Passer,
Specie P. montanus.
È sinonimo il termine:
– Fringilla montanus Linnaeus, 1758;
– Passer montanus subsp. hispaniae Jordans, 1933.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Passer montanus subsp. dilutus Richmond, 1896;
– Passer montanus subsp. dybowskii Domaniewski, 1915;
– Passer montanus subsp. hepaticus Ripley, 1948;
– Passer montanus subsp. iubilaeus;
– Passer montanus subsp. kansuensis Stresemann, 1932;
– Passer montanus subsp. malaccensis Dubois, 1887;
– Passer montanus subsp. montanus;
– Passer montanus subsp. obscuratus Jacobi, 1923;
– Passer montanus subsp. pallidus Zarudny;
– Passer montanus subsp. saturatus Stejneger, 1885;
– Passer montanus subsp. taivanensis Hartert;
– Passer montanus subsp. tibetanus E.C.S.Baker, 1925;
– Passer montanus subsp. transcaucasicus Buturlin, 1906.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Passer montanus è una specie che si trova in un vasto areale che comprende tutta l’area temperata e subtropicale asiatica ed Europea e molto comune nell’emisfero boreale.
In Europa il suo areale si estende fino alla parte meridionale della penisola Scandinava, le repubbliche Baltiche e con una linea latitudinale quasi perfetta, arriva sulle coste siberiane del Pacifico.
L’Asia continentale è completamente occupata fino ai versanti nord delle catene Himalayane mancando invece totalmente in medio oriente, nella penisola arabica e nel subcontinente indiano.
Non è presente in Africa sostituita dalla domestica nelle diverse sottospecie seppur comune in tutto il bacino Mediterraneo.
Il suo habitat è quello delle campagne, delle abitazioni rurali, degli orti e dei frutteti, dei boschetti e filari di gelsi, in pratica l’ambiente delle fattorie e dei centri rurali; raramente è presente nei centri abitati.
Sebbene abbia avuto negli ultimi decenni dei cali preoccupanti, in particolare nelle aree sconvolte dalle moderne modifiche agricole, rimane sempre un uccello molto comune ed in espansione nei territori dove è stato introdotto per mano dell’uomo.
Di contro l’introduzione in paesi tropicali ed equatoriali del sudest Asiatico ha visto uno sviluppo notevole della specie, con un adattamento rapido.
Esempi eclatanti sono in Malesia, nel Borneo, nella penisola indocinese ed anche in Australia dove la specie non solo non ha trovato alcuna difficoltà ad insediarsi ma addirittura ha sviluppato popolazioni consistenti ed ormai inamovibili.

Descrizione –
La passera mattugia ha un’apertura alare di circa 23 cm, un peso di 18-27 g ed una lunghezza di 14 cm.
Non esiste dimorfismo sessuale se non nella macchia posta sulla gola spesso, più accentuata nel maschio mentre i giovani, pur vestendo con la prima livrea gli stessi colori degli adulti, sono facilmente riconoscibili per le tonalità più sbiadite e per la commessura labiale molto prominente e gialla. La livrea invernale differisce leggermente da quella estiva avendo colori sensibilmente più opacizzati.
Molto simile al passero domestico ha però una corporatura più snella e sottile ed una coda leggermente meno pronunciata del suo congenere.
Anche la livrea è simile e spesso visto dal lato posteriore potrebbe facilmente essere confuso con il passero domestico.
Il suo colore principale è il marrone nocciola che ricopre le spalle, il capo e la coda, evidenziando sul cappuccio un color cioccolata più compatto e nitido, circondato da un vistoso collare bianchissimo che termina sul petto.
Il becco è nero scuro quando è in abito nuziale ed è accompagnato da un bavaglio anch’esso corvino che scende brevemente sul petto contrastando con il color crema della parte inferiore. Anche gli occhi sono scurissimi.
Sulle guance, in corrispondenza del collare bianco, è presente una macchia nera ben staccata ed evidente che manca nella livrea dei giovani ed è uno degli indizi principali per una corretta classificazione.
La copertura alare è segnata da macchie nerastre e di marrone più accentuato che danno l’aspetto screziato a tutto il dorso.
Vi sono anche due linee bianche in corrispondenza delle copritrici primarie e secondarie che attraversano longitudinalmente l’intera copertura alare. Le zampe sono di colore carnicino.
Gli adulti emettono il tradizionale cip cip cip nervoso e ripetuto mentre è tipico il richiamo dei piccoli appena usciti dal nido che con il loro cirlip cirlip emesso incessantemente per ore da un rametto restando invisibili, richiamano l’attenzione dei genitori ma anche dei curiosi passanti.

Biologia –
Il Passer montanus è una specie buona riproduttrice che nelle annate favorevoli effettua anche tre deposizioni.
Alle parate nuziali partecipano tutti i maschi del clan che si esibiscono anche di fronte a una femmina sola.
Nel periodo di aprile il maschio costruisce il nido e attira la femmina esibendo la gola e drizzando il capo e la coda. La femmina si avvicina e becca i fianchi e la coda del maschio eccitandolo ulteriormente. A questo punto la femmina sceglie il partner entrando nel nido approntato dal maschio.
Nidifica spesso sotto le tegole, nei vecchi nidi di rondine (Hirundo rustica Linnaeus, 1758) o di codirosso (Phoenicurus phoenicurus, Linnaeus, 1758), in buchi nei muri di case coloniche, nei solai abbandonati ed anche in stalle e fienili.
Inoltre è curioso notare come in ogni nido di cicogna vi siano dei nidi di entrambe le specie di passero nascosti all’interno dell’enorme quantità di rametti che forma la piattaforma. Un connubio accettato anche se non è raro vedere cicogne acchiappare al volo eventuali piccoli disattenti.
Il nido è un ammasso di erba secca di forma globulare e con entrata laterale, ben foderato all’interno con piumino raccolto nelle aie od anche svolazzante nell’aria, visto che spesso li si vedono acchiappare al volo con maestria, quelle leggerissime piume trasportate dal vento.
Questo uccello depone abitualmente fino a sette uova di colore e tonalità variabilissime ma generalmente biancastri punteggiati pesantemente quasi a coprirne totalmente lo sfondo, di minute macchioline grigie. Spesso nel nido si possono vedere uova di diverso colore come se deposte da altri uccelli.
La cova viene effettuata da entrambi i genitori per un periodo di circa 12 -14 giorni ed i piccoli rimangono nel nido per altri 15-20 giorni sebbene siano spesso molto impazienti e cadano dal nido precocemente.

Ruolo Ecologico –
La passera mattugia è considerata una specie migratoria sebbene i suoi spostamenti, per quanto regolari, sono a corto raggio e spesso non seguono le direzioni nord sud dei veri migratori. Tuttavia in molte aree è residente e stanziale.
È una specie più solitaria del passero domestico ma non disdegna di vivere in colonie sparse, con un numero di coppie limitato ma con nidificazioni anche a breve distanza. Non era raro trovare più nidi sul medesimo capitozzo, con buchi di entrata anche comuni ma con camere separate.
Ha un comportamento frenetico, mai fermo, continuamente in movimento anche quando appollaiato su un rametto, si agita scodinzolando a destra e manca come un esagitato, saltella e si rigira, guarda in su ed in giù e poi subito via su un altro ramo e di nuovo ad agitarsi.
Per quanto riguarda l’alimentazione è una specie onnivora ma che si nutre prevalentemente di semi, frutta ed insetti, tranne latte e latticini che ne causerebbero la morte immediata.
Sono comunque gli insetti la base della loro alimentazione, in particolare durante l’allevamento della prole ma è allo stesso tempo un granivoro accanito mangiando semi, frutti e materiale vegetale di ogni sorta.
Tra l’altro, avendo un beccuccio molto affilato e fine, gli permette di accedere a semi molto minuti allargando in tal modo a dismisura il già variegato menu vegetale.
Dal punto di vista ecologico la modifica delle pratiche agricole degli ultimi cinquanta anni ha inciso così drasticamente sul suo habitat primitivo da togliere ogni possibilità di mantenimento delle così vaste colonie prima presenti.
Non è mancata poi la diffusione di pesticidi di cosiddetta nuova generazione che hanno peggiorato terribilmente la situazione.
La sostituzione successiva e repentina di prati stabili e di quelli in cui si avvicendavano raccolti stagionali, con intere lande trasformate in monocoltura di mais e soia, ha dato il colpo definitivo a questi poveri uccelletti.
Non è da meno l’abbandono dei cascinali e la risistemazione dei rimasti con ammodernamento di tetti e facciate una volta luogo abituale di nidificazione che hanno provocato l’eliminazione di molti luoghi dove trovavano rifugio.
Come per le rondini, si è notato che i cascinali disabitati vengono a loro volta abbandonati da questa specie.
Ultima e più pesante modifica è stata l’estirpazione di boschetti e filari di vecchi alberi soggetti a potature e tagli a capitozzo, per l’approvvigionamento di legna per il riscaldamento invernale.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.
Fonte foto:
https://jrtracey.artstation.com/projects/wdvwY




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