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Come coltivare l’Alchechengi in maniera biologica

Come coltivare l’Alchechengi in maniera biologica

La coltivazione dell’ Alkekengi o alchechengi o alchechengio (Physalis alkekengi L.) è possibile nel territorio italiano un po’ ovunque. Vediamo come coltivare l’Alchechengi in maniera biologica . Questa solanacea conosciuta pure come Lanterne cinesi (i frutti dell’alkekengi sono avvolti in piccoli gusci di foglie, che formano dei palloncini “cartacei”, simili a delle piccole lanterne cinesi.), Winter cherry, Chinese Lantern Plant, Fairies Lanterns, sopravvive nel periodo invernale e può vivere sino a 5-8 anni. Si ricorda che di questa pianta sono commestibili solo le bacche (soltanto quanto sono giunte a maturazione)mentre tutte le parti verdi non sono commestibili; possono provocare diversi disturbi gastrointestinali, giramenti di testa e nausea, le bacche sono commestibili soltanto quanto sono giunte a maturazione.

Le bacche possono essere consumate così come sono o caramellate, in confetture e dopo l’essicazione possono essere conservate in salamoia o sottaceto. Questa pianta apprezzata in antichità (possiede effetti diuretici e di prevenzione contro i calcoli renali, viene anche considerato un buon integratore di vitamina C ed ha proprietà antireumatiche, antiinfiammatorie, antiuriche, depurative) può esser coltivata in vaso ed in questo caso rinvasata ogni due anni e concimata annualmente.
L’operazione di impianto dell’ Alchechengi si può fare tramite seme o divisione. Per quanto riguarda la semina, questa dovrà avvenire in ambiente protetto a fine inverno o in primavera direttamente in pieno campo. I semivanno posti in piccoli vasetti o in semenzai contenenti terriccio leggero e vermiculite. Bisogna tenere sempre il terriccio umido facendo attenzione che la temperatura non scenda sotto ai 15°. Quando le piantine avranno messo tre o quattro foglie ed avranno un’altezza superiore ai 12-13 cm possono essere trapiantate in un vaso più grande o direttamente in piena terra, con distanze tra le piante di 60 cm. La divisione per cespi, che si effettua in primavera, si esegue quando la pianta sarà sufficientemente grande; in questo caso può essere zollata e divisa in due parti. Questa operazione va fatta in primavera.
I terreni da preferire sono quelli di medio impasto, a pH neutro, non troppo organici ma ben drenati. Però anche se in natura la pianta può crescere in terreni marginali una dotazione media in sostanza organica fa aumentare la produzione. L’esposizione preferita e a mezz’ombra.
Per quanto attiene alle irrigazioni queste devono essere regolari, più frequenti se la pianta è in pieno sole (cosa però da evitare) per consentire al terreno di non asciugarsi troppo, senza mai bagnare le foglie. Questa pianta non ha necessità di particolari potature se non per ripulire le parti vecchie a fine stagione.
Nei climi più freddi tende a seccare completamente; in questo caso oltre a segnare il posto con una piccola canna, verrà tagliata pochi centimetri dal suolo, avendo cura di pacciamare in modo da proteggere i rizomi che rigetteranno in primavera. La fioritura dell’Alchechengi avviene nel periodo estivo. I frutti a maturazione sono giallo oro.
Tra i parassiti di questa pianta ricordiamo l’Altica, gli Afidi ed il Ragnetto rosso. Interventi preventivi ed in fase di infestazione con macerato di Ortica si rivelano efficaci. Inoltre, ricordiamo che questa pianta può essere soggetta ad attacchi da parte di limacce che si nutrono del fogliame.




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