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Acrocomia aculeata

Acrocomia aculeata

La palma grugru o palma coyoli (Acrocomia aculeata (Jacq.) Lodd. ex Mart.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Sottoclasse Arecidae,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Tribù Cocoseae,
Sottotribù Bactridinae,
Genere Acrocomia,
Specie A. aculeata.
È basionimo il termine:
– Cocos aculeata Jacq..
Sono sinonimi i termini:
– Acrocomia aculeata (Jacq.) Lodd.;
– Acrocomia antiguana L.H.Bailey;
– Acrocomia antioquiensis Posada-Ar.;
– Acrocomia belizensis L.H.Bailey;
– Acrocomia christopherensis L.H.Bailey;
– Acrocomia chunta Covas & Ragonese;
– Acrocomia cubensis Lodd.;
– Acrocomia cubensis Lodd. ex H.Wendl.;
– Acrocomia erioacantha Barb.Rodr.;
– Acrocomia fusiformis (Sw.) Sweet;
– Acrocomia glaucophylla Drude;
– Acrocomia globosa (Gaertn.) Lodd.;
– Acrocomia globosa (Gaertn.) Lodd. ex Mart.;
– Acrocomia grenadana L.H.Bailey;
– Acrocomia guianensis Lodd.;
– Acrocomia guianensis Lodd. ex G.Don;
– Acrocomia horrida Lodd.;
– Acrocomia horrida Lodd. ex Mart.;
– Acrocomia hospes L.H.Bailey;
– Acrocomia ierensis L.H.Bailey;
– Acrocomia karukerana L.H.Bailey;
– Acrocomia lasiospatha Mart.;
– Acrocomia mexicana Karw.;
– Acrocomia mexicana Karw. ex Mart.;
– Acrocomia mexicana var. vinifera Oerst.;
– Acrocomia mexicana var. vinifera Oerst. ex Ant.Molina;
– Acrocomia microcarpa Barb.Rodr.;
– Acrocomia minor Lodd.;
– Acrocomia minor Lodd. ex G.Don;
– Acrocomia mokayayba Barb.Rodr.;
– Acrocomia odorata Barb.Rodr.;
– Acrocomia panamensis L.H.Bailey;
– Acrocomia pilosa León;
– Acrocomia quisqueyana L.H.Bailey;
– Acrocomia sclerocarpa Mart.;
– Acrocomia sclerocarpa var. wallaceana Drude;
– Acrocomia sphaerocarpa Desf.;
– Acrocomia spinosa (Mill.) H.E.Moore;
– Acrocomia subinermis León;
– Acrocomia subinermis León ex L.H.Bailey;
– Acrocomia tenuifrons Lodd.;
– Acrocomia tenuifrons Lodd. ex Mart.;
– Acrocomia ulei Dammer;
– Acrocomia viegasii L.H.Bailey;
– Acrocomia vinifera Oerst.;
– Acrocomia wallaceana (Drude) Becc.;
– Acrocomia zapotecis Karw.;
– Acrocomia zapotecis Karw. ex H.Wendl.;
– Astrocaryum sclerocarpum H.Wendl.;
– Bactris globosa Gaertn.;
– Bactris minor Gaertn.;
– Bactris pavoniana Griseb., 1864;
– Bactris pavoniana Mart.;
– Cocos fusiformis Sw.;
– Palma mocaia Aubl.;
– Palma spinosa Mill..

Etimologia –
Il termine Acrocomia proviene dall’aggettivo greco “ἀκρόκομος” (acrocomos), cioè fogliuto, frondoso in cima, a sua volta derivato dai sostantivi “ἄκρος” (acros), cioè cima, punta e “κόμη” (come), cioè chioma, con riferimento alla folta chioma alla cima del fusto.
L’epiteto specifico aculeata viene dal latino “aculeatus, a, um”, cioè aculeato, provvisto di aculei, per le lunghe spine di cui è provvista.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La specie è originaria di un areale vasto che comprende l’America tropicale che va dal sud del Messico al Brasile e Caraibi: Antille Venezuelane, Argentina, Bolivia, Belize, Brasile, Colombia, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Guyana, Guyana Francese, Haiti, Honduras, Isole Sopravento Meridionali, Isole Sopravento Settentrionali, Nicaragua, Panama, Paraguay, Repubblica Dominicana, Suriname, Trinidad e Tobago e Venezuela. È presente anche sull’isola di Santa Lucia nelle Piccole Antille. Inoltre è stata introdotto con successo in Florida e California.
Il suo habitat in queste aree è quello delle terre aride e foreste aperte semi-decidue, dove è presente sia in fitte formazioni primarie che in formazioni secondarie più aperte, che favoriscono terreni fertili nelle valli e sui pendii collinari più bassi.
In queste aree cresce in diversi tipi di terreno, tranne quelli allagati, anche se sembra preferire terreni sabbiosi e ben drenati, anche in zone di alta quota fino a 1200 m di altitudine.

Descrizione –
La Acrocomia aculeata è una palma sempreverde a stelo singolo che cresce dai 10 ai 15 metri di altezza.
Il fusto è spinoso e non ramificato e può avere un diametro di 25 – 45 cm; è di colore grigio chiaro, ricoperto, tranne nella parte più vecchia, di anelli di fitte spine nerastre, lunghe 3-10 cm, e su cui sono evidenti le tracce anulari delle attaccature delle foglie cadute.
La chioma è densa con foglie pennate, lunghe 3-4 m, con numerose foglioline lineari con apice acuto, lunghe 40-80 cm e larghe 1-2 cm, di colore da verde scuro, a grigio verde, a verde bluastro superiormente, biancastro inferiormente, disposte irregolarmente e ad angoli diversi lungo il rachide. Il picciolo è lungo 10-30 cm, rachide e base fogliare, che avvolge solo parzialmente il fusto, provvisti di spine di varia lunghezza e rivolte in diverse direzioni.
Le infiorescenze crescono tra le foglie e sono lunghe 1,5-1,8 m, inizialmente racchiuse in una brattea legnosa ricoperta da un tomento rossastro e provvista di robuste spine verso l’apice, con ramificazioni di primo ordine portanti fiori unisessuali sulla stessa infiorescenza, di colore giallo pallido ed emananti un penetrante odore, i femminili disposti alla base delle ramificazioni, i maschili all’apice.
I frutti sono globosi, di colore verde giallastro a maturità, di 3,5-5 cm di diametro, contenenti un solo seme.

Coltivazione –
L’Acrocomia aculeata è una palma che viene spesso utilizzata dalla popolazione locale come fonte di cibo e materiali vari.
Normalmente viene raccolta allo stato selvatico ma talvolta è anche coltivata anche come pianta ornamentale.
È una pianta delle regioni di pianura da semi-aride a molto umide dei tropici, dove di solito si trova al di sotto di un’altitudine di 1.000 metri.
Cresce al meglio nelle zone dove le temperature non scendono mai sotto i 10 °C, preferendo una temperatura media annua compresa tra 25 e 35 °C, pur tollerando 20-45 °C.
La piovosità media annua che preferisce è di 1.000 – 2.000 mm, sebbene possa tollerare 500 – 3.000 mm.
Predilige posizioni soleggiate e, da un punto di vista pedologico, richiede un terreno ben drenato e ricco, sebbene riesca anche in terreni poveri; preferisce un pH compreso tra 5,5 e 6,5, sebbene possa tollerare tra 5 e 7,5.
Le piante adulte tollerano la siccità ed è a crescita molto lenta. Infatti la germinazione non è veloce; in natura il seme impiega da 1 a 5 anni per germinare, non si conosce alcuna tecnica collaudata per accelerare la germinazione, anche se alcune persone scarificano il seme e poi lo mettono a bagno in acqua per diverse settimane per farlo germogliare.
Il seme va preventivamente pulito della polpa, scarificato e tenuto in acqua per diversi giorni, in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 24-28 °C, preferibilmente in contenitori singoli, con tempi di germinazione da alcuni mesi a qualche anno. Una volta germinato, cresce rapidamente.
Il profondo apparato radicale rende la pianta resistente agli incendi boschivi.
Il suo principale parassita è un bruco di una farfalla (Brassolis sophorae Linnaeus, 1758) che si nutre delle sue foglie, anche se non è molto comune e non provoca la morte della pianta.

Usi e Tradizioni –
L’ Acrocomia aculeata è una pianta conosciuta con vari nomi, tra questi ricordiamo: macaw palm, gru-gru (inglese); totai (Bolivia); bocaiúva, coco-baboso, coco-catarro, coco-de-espinho, macaiba, macajuba, macauba, macauva, mucaja, mucajuba (Brasile); corozo, tamaco (Colombia); coyol (Costa Rica); corosse (Haiti); coyol (Messico); corozo (Venezuela).
È una pianta che cresce in varie situazioni climatiche; in Paraguay, ad esempio, dove è onnipresente, viene chiamato coco paraguayo (cocco paraguaiano), in quanto è molto meno diffuso nel resto del mondo. È stato suggerito che le noci di questa palma possano essere utilizzate nella produzione di biodiesel.
La noce, sebbene molto dura, può essere tagliata in cerchi sottili da levigare e indossare come anelli. Dal tronco della palma si può ricavare un liquido per produrre una bevanda alcolica fermentata nota come vino di coyol.
Il frutto è industrializzato solo in Paraguay ed è completamente utilizzabile, è composto dal 15 al 20% del guscio (mangime per bestiame, combustibile per forni). La polpa costituisce dal 30 al 40% del peso del frutto e il suo contenuto oleico varia dal 20% al 47% (pannello utilizzato nell’alimentazione animale). L’esocarpo costituisce il 30-40% del frutto (combustibile per caldaie, materia prima per carbone di alta qualità). Dal 7 al 12% è rappresentato dalla mandorla, che è oleosa al 50-60% (pannello commestibile per animali e uomo).
I popoli indigeni e la popolazione meticcia del Paraguay usano la fibra delle sue foglie per fabbricare fili da cui ricavano borse e altri oggetti utilitari come amache.
Il fiore viene venduto durante tutto il mese di dicembre in Paraguay per decorare e profumare la mangiatoia, e c’è persino un canto natalizio con il testo di “Christmas de Flor de Coco, Christmas of Paraguay”.
In Honduras, precisamente nel dipartimento di Olancho, si estrae la linfa del gambo, producendo una bevanda fermentata chiamata “Coyol Wine” che si fa in estate. Per togliere il vino si taglia la palma, posizionandola orizzontalmente, si fa una piccola incisione per estrarre il liquido al mattino e al tramonto, questo spesso genera scambi eccessivi. Il vino contiene alcol, motivo per cui è molto richiesto dalla popolazione e dai turisti che giungono in zona alla ricerca della bevanda esotica. Il vino è usato anche contro i parassiti se bevuto a stomaco vuoto.
In Bolivia si usa generalmente per nutrire i cavalli, i frutti sono molto graditi quando sono maturi e quando sono secchi si spacca il cocco e si toglie la “calucha”, che è molto gustosa.
È una pianta di notevole eleganza ed imponenza il cui uso come ornamentale, in parchi e giardini, è in parte limitato dalla presenza delle pericolose spine sul fusto, che impongono di tenerla lontano da aree di passaggio e stazionamento.
Nei luoghi di origine, dove è ampiamente diffusa, la palma è di grande utilità per le popolazioni locali, i fusti, di lunga durata, sono utilizzati nelle costruzioni rurali, le foglie per realizzare corde, stuoie, reti per la pesca e diversi altri oggetti artigianali, i frutti come alimento per il bestiame e l’olio che se ne estrae per vari usi, anche culinari se raffinato, che presenta caratteristiche molto promettenti per una sua produzione su larga scala.
Per le sue lunghe spine non si addice certo ai luoghi di passaggio, ma offre agli indigeni fibre tessili, olio commestibile e frutti per il bestiame. Dall’apice del fusto, sacrificando la pianta, si ricavano dei “cuori di palma commestibili” e abbondante linfa per una bevanda alcolica nota in Venezuela come “vino de corozo”.
In campo alimentare si consumano i frutti che vengono talvolta venduta nei mercati locali, soprattutto nei mercati messicani.
Dal midollo del tronco e dalle radici si può ricavare un amido.
Il midollo del tronco, come detto, può essere fermentato per produrre una bevanda alcolica.
La frutta viene mangiata cotta; è ricca di olio che può essere piuttosto amaro.
La polpa è di colore giallastra è fibrosa, mucillaginosa e leggermente dolce. La parte dolce e polposa del frutto si consuma cruda.
Il seme può essere tostato e dal nocciolo del seme si può ottenere un olio di alta qualità; una volta raffinato può essere utilizzato per cucinare.
Le giovani foglie vengono cotte e consumate come verdura. Il germoglio apicale, noto come ‘cuore di palma’ viene mangiato; tuttavia se il germoglio apicale viene rimosso l’albero è condannato a una morte lenta poiché non è in grado di produrre rami laterali.
Gli oli di semi e polpa sono usati nella fabbricazione di saponi, chiamati cocco.
Le foglie vengono inoltre utilizzate come foraggio per i bovini rustici; dopo un’attenta macerazione, se ne estrae una fibra utile per fabbricare corde, reti, ecc.
In campo medicinale si utilizzano le radici.
Nello stato messicano del Chiapas si usa il fusto della pianta, detta taverna, una bevanda molto tipica dei comuni di Chicomuselo e Villaflores poiché contiene sostanze alcoliche e si usa nei mesi da marzo a maggio. A Oaxaca questa specie viene utilizzata contro i vermi (parassiti intestinali), che si combattono masticando i semi. A Quintana Roo si prepara un infuso con le radici per curare il diabete.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali; quando cresce spontaneamente, la pianta è vista come un indicatore di terreni buoni e fertili.
Tra gli altri usi dalle foglie si può ricavare un utile spago strappando dalle foglioline strisce della larghezza voluta.
Dalle foglie si ricava una fibra di buona qualità. Fortissimo, si usa per fare funi e cordami.
Dal nocciolo del seme si può ottenere un olio di alta qualità che può essere usato per fare il sapone; un altro olio si può ricavare dalla polpa del frutto, anche questo si usa per fare il sapone.
Il durissimo endocarpo che racchiude il seme può essere tagliato ad anelli oppure intagliato e forato per essere utilizzato come grani del rosario; viene utilizzato anche per la realizzazione di gioielli e bottoni.
Il fusto è costituito da una sezione centrale concisa circondata da un anello di legno. Questo legno esterno è moderatamente pesante, duro e molto resistente. Viene usato localmente come travi e listelli nelle costruzioni rurali.

Modalità di Preparazione –
L’Acrocomia aculeata, è una pianta i cui frutti sono commestibili e possono essere utilizzati per preparare diversi piatti.
La raccolta dei frutti avviene quando sono completamente maturi. I frutti sono grandi e di colore giallo-oro quando sono pronti per essere consumati.
Per preparare i frutti, è necessario rimuovere il guscio esterno duro.
Una volta rimosso il guscio, si dovrà estrarre il seme che si trova all’interno. I semi possono essere grandi e ricoperti da una polpa fibrosa. Sarà necessario rimuovere accuratamente questa polpa per ottenere solo il seme.
Dopo aver estratto i semi, questi possono essere preparati in diversi modi:
– Tostatura: si può fare questa operazione in una padella o in forno a una temperatura moderata fino a quando non diventano leggermente dorati. I semi tostati possono essere consumati come spuntino croccante.
– I semi possono anche essere essiccati al sole o in un essiccatore alimentare. Una volta essiccati, possono essere macinati in una polvere che può essere utilizzata come ingrediente in varie ricette.
– I semi possono essere macinati per ottenere una farina che può essere utilizzata per preparare pane, torte o biscotti.
– I semi di Acrocomia aculeata contengono una quantità significativa di olio. Questo olio può essere estratto e utilizzato per cucinare o come condimento per insalate.
– I semi di possono essere utilizzati in diverse ricette culinarie. La farina o l’olio possono essere aggiunti a impasti per preparare pane, dolci o piatti salati. Inoltre, i semi possono essere utilizzati come condimento o come ingrediente in insalate, frullati o smoothie.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/281730816/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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