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Ammotragus lervia

Ammotragus lervia

L’udad o ammotrago o muflone africano (Ammotragus lervia Pallas, 1777) è un mammifero appartenente alla famiglia dei Bovidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Mammalia,
Ordine Artiodactyla,
Famiglia Bovidae,
Sottofamiglia Caprinae,
Genere Ammotragus,
Specie A. lervia.
È basionimo il termine:
– Antilope lervia Pallas, 1777.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Ammotragus lervia subsp. angusi W.Rothschild, 1921;
– Ammotragus lervia subsp. blainei (W.Rothschild, 1913);
– Ammotragus lervia subsp. fassini Lepri, 1930;
– Ammotragus lervia subsp. lervia (Pallas, 1777);
– Ammotragus lervia subsp. ornatus (I.Geoffroy Saint-Hilaire, 1827);
– Ammotragus lervia subsp. sahariensis (W.Rothschild, 1913).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Ammotragus lervia è un caprino originario delle montagne rocciose del Nord Africa e vive in Marocco, Algeria, Ciad, Libia, Mali, Niger, Sudan. Nel Sahara Occidentale ed in Tunisia è stato reintrodotto in molte zone montagnose; è molto diffuso nell’Algeria meridionale, dove gli arabi lo chiamano arni.
Al di fuori della sua naturale area di distribuzione, è stato introdotto per scopi venatori in Spagna (Sierra Espuña dal 1970 e isola La Palma-Canarie dal 1972), in Messico e negli Stati Uniti.
In Spagna, dove ha trovato un habitat ideale, si è così ben acclimatato da divenire una specie invasiva, che sta creando notevoli problemi alla vegetazione autoctona ed è in competizione con lo stambecco locale. Per cercare di eradicarlo, non gode di alcuna protezione dalla caccia.
In Italia è molto comune negli zoo e nei parchi faunistici. Tuttavia, un piccolo nucleo vive libero sul monte Beigua, in Liguria. Si tratta di alcuni esemplari, fuggiti nel 2016 da un parco privato, che si sono ben adattati all’ambiente montano. Questo piccolo nucleo contribuisce a suscitare attriti tra cacciatori e animalisti.
Nel suo habitat naturale vive in zone scoscese che vanno dal livello del mare fino alle montagne di 4.100 m (come nelle montagne dell’Atlante).

Descrizione –
L’ Ammotragus lervia ha un aspetto distintivo, con un corpo massiccio e una pelliccia ruvida di colore bruno-rossastro o grigio chiaro.
Un maschio perfettamente sviluppato ha circa metri 1,80 di lunghezza ed oltre un metro di altezza, con un peso che può raggiungere i 140 kg.
Il carattere più peculiare dell’animale è una folta criniera che ha inizio sulla parte superiore del collo e scende sino al petto, prolungandosi sulle zampe davanti sino all’articolazione del ginocchio.
Le corna, che sono lunghe quasi 60 centimetri, sono quasi quadrangolari inferiormente, compresse di sopra, profondamente scanalate sulla faccia esterna. Cominciano ad innalzarsi verticalmente, poi si curvano all’indietro, rivolgendo anche l’estremità in tale direzione. Esse hanno infatti la tipica forma rotonda, la stessa di animali come lo stambecco caucasico o il bharal del Tibet. Ad eccezione della criniera e del breve fiocco caudale, il pelame somiglia a quello delle capre, essendo ruvido e aderente al corpo.
La parte inferiore e quella interna delle zampe è di colore biancastro mentre una fascia scura scorre lungo il dorso.

Biologia –
Nel periodo dell’accoppiamento i maschi dell’Ammotragus lervia impegnano spesso dure lotte. Dopo un periodo che va dai quattro ai cinque mesi dopo l’accoppiamento, la femmina partorisce uno o due agnelli, che per circa quattro mesi stanno presso la madre, ma diventano indipendenti molto tempo prima del successivo accoppiamento della loro genitrice.
Vive in piccoli gruppi di 3-6 individui dai quali restano fuori i maschi adulti. È molto abile nell’arrampicarsi sulle rocce ed è in grado di saltare agilmente.

Ruolo Ecologico –
L’Ammotragus lervia è conosciuto in arabo come waddan o uaddan, in berbero del nord awdad, udad, addad, in tuareg del nord udad e nel sud efital.
È un animale che si è adattato a vivere in ambienti aridi e montuosi, come le catene montuose dell’Atlante.
È in grado di sopportare condizioni climatiche estreme, compresi lunghi periodi di siccità.
La sua alimentazione è costituita principalmente da piante dure e resistenti, come cespugli e arbusti, che riesce a digerire efficacemente grazie al suo sistema digestivo specializzato.
La dieta cambia ovviamente con la stagione: in estate, piante succose alpine e licheni secchi, erbe in inverno. Può restare a lungo senza bere poiché le bastano la rugiada notturna e l’acqua contenuta nei vegetali di cui si nutre.
Questi animali sono solitamente territoriali e vivono in piccoli gruppi familiari composti da una femmina dominante, il suo harem di maschi e i relativi cuccioli. Durante la stagione degli accoppiamenti, i maschi lottano tra loro per il diritto di accoppiarsi con le femmine.
Questa specie è considerata vulnerabile a causa della caccia e della perdita di habitat. Tuttavia, in alcune aree protette, gli sforzi di conservazione stanno contribuendo alla ripresa delle popolazioni. L’Ammotragus lervia è anche stato introdotto in altre regioni del mondo per scopi venatori o per la gestione delle popolazioni di vegetazione.
Sono stati introdotti nel sud-est della Spagna, negli Stati Uniti sud-occidentali (Chinati Mountains su La Escalera Ranch, Guadalupe Mountains National Park, Palo Duro Canyon, Trans-Pecos e altre parti del Texas, così come New Mexico), l’isola di Niihau (Hawaii), il Messico e alcune parti dell’Africa.
In Spagna sono diventati comuni in una regione limitata della parte sud-orientale, sin dalla sua introduzione nel 1970 nel Parco Regionale della Sierra Espuña come specie di selvaggina. La sua adattabilità gli ha permesso di colonizzare rapidamente le aree vicine e le proprietà di selvaggina private hanno fornito altri centri di dispersione. La specie è attualmente in espansione, secondo recenti indagini sul campo, ora si trova nelle province di Alicante, Almería, Granada e Murcia.
Questa specie è un potenziale concorrente degli ungulati autoctoni che abitano la penisola iberica. La specie è stata introdotta anche a La Palma (nelle Isole Canarie) e si è diffusa in tutta la parte settentrionale e centrale dell’isola, dove rappresenta una seria minaccia per la vegetazione endemica.
È stato più volte introdotto anche in Croazia, dove è presente una popolazione a Mosor.

Guido Bissanti

Fonti-
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Daniele Bigi, Alessio Zanon , 2010. Atlante delle razze autoctone. Bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia, Edagricole-New Business Media, Bologna.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/270670368/original.jpg



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