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Mappa geografica dell’Ecuador

Mappa geografica dell’Ecuador

L’ Ecuador è una repubblica presidenziale del Sudamerica con un’estensione territoriale di 283.561 km² e una popolazione di 16.866.664 abitanti.
La capitale del Pese è Quito con 2.215.820 abitanti (2010).
L’ Ecuador è situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica, l’Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e a sud con il Perù, e a ovest si affaccia sull’Oceano Pacifico; è attraversato dall’equatore, da cui prende il nome.
La capitale Quito, nel 1970, è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità in quanto ha il centro storico meglio conservato e meno alterato dell’America Latina.
La città più popolosa è Guayaquil, mentre Cuenca, la terza città più popolosa, è anch’essa Patrimonio dell’umanità, perché è un ottimo esempio di città pianificata in stile coloniale spagnolo.
Entra a far parte dell’Ecuador anche l’arcipelago delle Isole Galápagos, situato a circa 1.000 km dalla costa e particolarmente ricco di specie endemiche, che nel XIX secolo furono profondo oggetto di studio del naturalista britannico Charles Darwin, che stava elaborando la teoria dell’evoluzione, descritta poi nel celebre libro L’origine delle specie.

Geografia –
Dal punto di vista geografico l’Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e sud con il Perù mentre ad occidente si affaccia sull’Oceano Pacifico. Nella parte settentrionale il territorio dello stato è attraversato dall’Equatore. Da un punto di vista geografico si possono distinguere 4 regioni con caratteristiche molto differenti: la Costa, la Sierra, El Oriente e la regione insulare che comprende le isole Galápagos.
La costa è situata nella parte occidentale del paese ed è caratterizzata da una fascia di pianure costiere di origine alluvionale seguita, inoltrandosi nell’interno, dalla catena montuosa della Cordillera Costanera (max. 800 m s.l.m.). Un tempo la Cordillera era ricoperta di foreste, mentre ora è sfruttata con vaste piantagioni di banane, palme, cacao e caffè, che si estendono fino ai piedi delle Ande, che, più a sud prende il nome di Cordillera Chongón-Colonche. La folta vegetazione di mangrovie che un tempo caratterizzava la costa è stata in parte eliminata per far spazio ad allevamenti di crostacei in acquacoltura.
Nella parte settentrionale della costa si trovano i porti di Esmeraldas, terminale di un oleodotto utilizzato per l’esportazione di petrolio, mentre il porto di Manta era usato dalla United States Air Force come base di appoggio nella lotta al traffico di narcotici.
La parte meridionale della costa e la penisola di Santa Elena a occidente di Guayaquil, città più popolosa e principale porto dello stato, appartengono geograficamente alla zona desertica che si estende verso il Perù, mentre il clima in questa zona è notevolmente più arido rispetto alla regione costiera settentrionale.
La parte centrale del’Ecuador è attraversata da nord a sud dalla Cordigliera delle Ande; questo territorio montagnoso, costituito da numerosi altopiani, è chiamato la Sierra. È costituita da due catene parallele: la Cordigliera Centrale (chiamata anche Cordillera Real) e la Cordigliera Occidentale, separate da un’ampia vallata la cui altezza media supera i 2000 m s.l.m. e nella quale si trovano le principali città dell’area, tra cui Quito, capitale del paese, situata a circa 2.800 m s.l.m. su di un vasto altopiano collocato ai piedi del vulcano Guagua Pichincha.
Le vette situate nella parte settentrionale della Sierra sono costituite per lo più da vulcani ancora attivi. In quest’area si trova uno dei più alti vulcani attivo del mondo, il Cotopaxi (5.897 m s.l.m. ). La cima più elevata è il monte Chimborazo (6.130 m s.l.m.), un vulcano estinto. Nella stessa area si trova anche il vulcano Cayambe, punto più elevato sul parallelo dell’Equatore. Numerosi sono anche i laghi vulcanici come ad esempio il lago Quilotoa.
La zona costituita dalle pianure del bacino del Rio delle Amazzoni situate ad est delle Ande è chiamata El Oriente. In quest’estesa area (poco meno del 50% della superficie complessiva dello stato) vive poco meno del 5% della popolazione totale. L’area è ricoperta da un’impenetrabile foresta pluviale. I numerosi fiumi che attraversano questa zona sono tutti affluenti del Rio delle Amazzoni : il Rio Napo (850 km), il Rio Coca, il Rio Pastaza, il fiume Putumayo e l’Aguarico. La maggior parte di questi nascono in una regione andina molto umida, situata ai piedi del Cotopaxi.
Infine l’area insulare che comprende le isole Galápagos situate nell’Oceano Pacifico a circa 1000 km dalla terraferma. Il nome ufficiale dell’arcipelago è Archipélago de Colón, la cui superficie totale è di circa 8000 km², oltre metà dei quali occupati dall’isola principale, Isabela. Le isole hanno origine vulcanica, e, dato il loro isolamento naturale, sono interessate da importanti endemismi botanici e faunistici, già segnalati da Charles Darwin, nella famosa spedizione dell’HMS Beagle. La constatazione delle diversità morfologiche enfatizzate delle isole (soprattutto di tartarughe ed uccelli terrestri) portarono alla elaborazione da parte di Darwin della rivoluzionaria teoria della evoluzione delle Specie.
Per quanto riguarda l’idrografia c’è da sottolineare che la maggior parte dei corsi d’acqua dell’Ecuador sorgono nella Cordigliera delle Ande e scendono o verso l’oceano Pacifico, a ovest, o verso il Rio delle Amazzoni, verso est. Nella regione più esterna della costa i fiumi più piccoli sono alimentati dalle piogge che vanno da novembre a maggio, e possono restare in secca nella stagione secca. Fanno eccezione i più lunghi, che nascendo in alta montagna sono alimentati sia dal disgelo delle nevi sulle cime più alte della cordigliera che dalle piogge che cadono nella sierra. La costa più interna invece è attraversata da fiumi perenni, e le abbondanti piogge della stagione invernale portano spesso inondazioni che talvolta possono portare alla formazione di paludi. Il sistema fluviale principale del versante pacifico è quello corrispondente al bacino del fiume Guayas che comprende un’area pari a 40.000 km².
Nel versante orientale, verso il Rio delle Amazzoni, i fiumi più importanti sono il Rio Napo, il Putumayo e il Pastaza.

Clima –
L’ Ecuador è un Paese caratterizzato da una varietà di climi. Questo è dovuto più alla differenza dei versanti e delle morfologie che all’estensione del Paese.
Possiamo dividere i climi dell’Ecuador in quattro diverse regioni, con climi e stagioni contrastanti tra loro, condizionati dall’altitudine e dalle correnti oceaniche, in quanto trovandosi all’equatore l’insolazione rimane la stessa durante tutto l’anno, e non è ininfluente riguardo al clima dell’Ecuador. Le stagioni sono solamente due e vengono contraddistinte dall’abbondanza e dalla frequenza delle precipitazioni: la stagione umida è chiamata inverno e presenta generalmente temperature più elevate della stagione secca, chiamata estate.
La costa, che comprende oltre alla zona costiera anche la parte interna del paese a ovest della cordigliera andina, è caratterizzata da un clima tropicale e una temperatura media di 25 °C. La stagione umida, caratterizzata da copiose piogge, va da dicembre a maggio, mentre la stagione secca va da giugno a novembre, periodo nel quale le temperature scendono di qualche grado, quando spirano correnti più fredde e secche provenienti da sud, ossia la corrente di Humboldt, che proveniente dall’Antartide fa sì che la temperatura nella costa sia mediamente 5 gradi in meno che in inverno, quando invece le umide correnti equatoriali portatrici di intense piogge.
La sierra ha un clima più fresco dovuto all’altitudine; la temperatura oscilla mediamente tra gli 8 °C e 20 °C, con valori massimi compresi tra 22° a 30°. La stagione piovosa nella sierra va generalmente da ottobre ad aprile. Dal punto di vista di un europeo o di un qualsiasi altro abitante delle zone temperate, il clima della sierra appare simile a una primavera o un autunno, come nella stessa Quito, dove durante la giornata soffia un vento fresco e confortevole, seguito da una notte gelida che termina quando si alza il Sole; a quell’altitudine l’aria è rarefatta, e la differenza di temperatura tra i luoghi al Sole e quelli all’ombra è sensibile.
L’oriente, che comprende la regione amazzonica, ha un clima caldo-umido e non è influenzato dalle correnti oceaniche, trovandosi a est delle Ande, ma dal clima proprio del bacino dell’Amazzonia. Le temperature medie sono di 25 °C e la stagione piovosa va da aprile a novembre, anche se, a differenza che nella costa, le precipitazioni sono presenti pressoché tutto l’anno.
Infine il clima delle isole Galapagos. Qui il clima è più stabile delle regioni continentali dell’Ecuador, con temperature costantemente comprese tra 22 e 32 °C, anche se talvolta alcune correnti fredde provenienti dal Perù possono far calare la temperatura di qualche grado.

Flora-
L’Ecuador è uno dei paesi al mondo con la maggior percentuale di biodiversità; entra a far parte, infatti, dei 17 paesi cosiddetti megadiversi ed ha la più alta concentrazione di biodiversità per km². Infatti il bioma della foresta pluviale e della foresta tropicale si estende su gran parte del suo territorio, mentre a ovest, vicino alla costa, è presente la foresta di mangrovie, e, della provincia di Esmeraldas, in una zona chiamata Majagual, si trovano le mangrovie più alte del mondo. Le isole Galápagos hanno una grande varietà di specie endemiche, un tempo oggetto di studio del celebre naturalista inglese Charles Darwin, studio che gli ha permesso di sviluppare la nota teoria dell’evoluzione. Le isole sono diventate famose in tutto il mondo grazie alle originali caratteristiche della sua fauna, in particolare le tartarughe. Nel 1978 l’UNESCO dichiarò le isole e la riserva marina come patrimonio dell’umanità, e nel 1986, il mare che circonda le isole è stato dichiarato riserva marina. Tuttavia, una ventina d’anni dopo, nel 2007, la stessa UNESCO inserì l’ecosistema in pericolo a causa di fattori come la proliferazione di specie invasive e per l’aumento indiscriminato del turismo e dell’immigrazione. Nel 2010 comunque, la stessa UNESCO ha tolto dalla lista dei siti in pericolo le isole dopo che l’Ecuador ha mostrato un maggior impegno nel far fronte ai problemi che compromettevano l’integrità delle Galapagos.
A protezione di questo ingente patrimonio naturalistico l’Ecuador ha istituito negli anni una serie di parchi ed aree protette.
Tra questi ricordiamo il Parco nazionale Yasuní, che in lingua waorani significa “terra sacra”, si estende su un’area di 9.820 km ed è compreso tra le province di Pastaza, Napo e Orellana, tra il fiume Napo e il fiume Curaray. Il parco è prevalentemente boschivo ed è considerato dall’UNESCO nel 1989 Riserva della biosfera, e fa parte del territorio dove si trova il popolo Waorani e i gruppi Tagaeri e Taromenane, tribù mai contattate dalla civiltà moderna. Secondo uno studio recente, il Parco Nazionale Yasuni e la zona circostante sono considerate le zone che possiedono la più vasta biodiversità del mondo, grazie alla sua ricchezza di anfibi, uccelli, mammiferi e piante. Questo parco ha più specie di animali per ettaro dell’intera Europa e, sempre in un solo ettaro, contiene 644 specie di alberi, cioè più di quelli presenti negli Stati Uniti e nel Canada messi assieme. Il sito è stato preso di mira dalle compagnie petrolifere per la gran quantità di greggio che è stato stimato essere presente nel sottosuolo; questo e l’aumento del turismo nella zona del Parco hanno portato a tensioni con gli indigeni nativi del luogo, in particolar modo con i Waorani, sfociati in violenze nel 2013 e che hanno portato gli stessi Waorani a chiedere a gran voce l’intervento delle autorità per la loro protezione e per quella dei loro “fratelli” Taromenane, tuttora mai contattati dalla civiltà.
Altre aree protette di particolare interesse sono il Parco nazionale di Sangay, Patrimonio dell’Umanità dal 1983, il Parco Nazionale El Cajas, il Parco Nazionale Podocarpus e il Parco Llanganates, situato nei pressi di Baños.
Per comprendere, in definitiva, l’ingente patrimonio floristico dell’Ecuador si stima che il numero totale di piante sia tra le 16.000 e le 18.000 specie; di queste, circa 230 famiglie sono piante vascolari (felci, licofite e varie piante appartenenti al genere equisetum). La foresta Amazzonica rappresenta un ecosistema estremamente ricco: in un solo ettaro di foresta ecuadoriana si contano più di 300 specie di alberi e piante rampicanti, delle quali, gran parte è costituita da palme dell’altezza di oltre 30 m.
Il Paese è inoltre ricco di alberi dal legno tra i più pregiati, quali il mogano, l’ebano, la rovere, l’alloro, la cannella, l’albero del pane, il balsamo, il mandorlo ed alcune specie di fiori come le magnolie e le orchidee.
Le coste del Paese sono caratterizzate da un ricco ecosistema la cui sopravvivenza, tuttavia, è in grave pericolo: le foreste di mangrovie stanno quasi completamente scomparendo per lasciare spazio agli allevamenti di gamberetti.

Fauna –
La fauna dell’Ecuador, come detto, è abbondante ed eterogenea; tra le specie di grossa taglia si trovano orsi, giaguari e linci; nelle zone costiere vivono diversi tipi di rettili, tra i quali lucertole, serpenti e coccodrilli.
La vera e propria ricchezza dell’Ecuador, in termini di biodiversità, si trova alle isole Galapagos, habitat singolare grazie all’abbondanza di specie di flora e fauna uniche al mondo, come le celebri tartarughe giganti e le iguane, veri e propri simboli delle isole.

Guido Bissanti




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