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Specie Funghi

Astraeus hygrometricus

Astraeus hygrometricus

Il fungo barometro (Astraeus hygrometricus (Pers.) Morgan, 1889) è un fungo appartenente alla famiglia delle Diplocystidiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Agaricomycotina,
Classe Agaricomycetes,
Sottoclasse Agaricomycetidae,
Ordine Boletales,
Famiglia Diplocystidiaceae,
Genere Astraeus,
Specie A. hygrometricus.
Sono sinonimi i termini:
– Astraeus hygrometricus f. decaryi (Pat.) Pat.;
– Astraeus hygrometricus f. ferrugineus V.J.Stanĕk;
– Astraeus hygrometricus var. anglicum Pers.;
– Astraeus stellatus (Scop.) E.Fisch.;
– Astraeus stellatus var. duplicatus (Chevall.) Hollós;
– Elaphomyces sulphureopallidus Vaek, 1949;
– Geastrum argentum Desvaux;
– Geastrum castaneum Desvaux;
– Geastrum commune Desvaux;
– Geastrum decaryi Pat.;
– Geastrum diderma Desv., 1809;
– Geastrum fibrillosum Schwein.;
– Geastrum hygrometricum Pers.;
– Geastrum hygrometricum subsp. anglicum Pers.;
– Geastrum hygrometricum var. paucilobatum Wettst.;
– Geastrum stellatum (Scop.) Wettst.;
– Geastrum vulgare Corda;
– Geastrum vulgaris Corda;
– Lycoperdon stellatum L., 1753;
– Lycoperdon stellatus Scop..

Etimologia –
Il termine Astraeus proviene dal greco ἄστριος ástrios stellato (= ἀστέριος astérios): per la forma stellata dal carpoforo.
L’epiteto specifico hygrometricus viene dal greco ὐγρόϛ hygrόs umido e da μέτρον métron misura: che assorbe acqua e ne dà la misura.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Astraeus hygrometricus è un fungo a distribuzione cosmopolita in quanto è comune nelle regioni tropicali e temperate del globo, ma non lo si incontra nelle zone artiche, e nelle aree più fredde o con clima alpino. Lo si può trovare in Africa, Asia, Australia, Europa, Nord America e Sud America.
Questa specie cresce in associazione con una grande varietà di alberi. L’associazione mutualistica tra le radici dell’albero e il micelio del fungo aiuta i primi ad estrarre i nutrienti dal terreno (in particolare fosforo), e i secondi ricevono carboidrati dalla fotosintesi. In Nord America sono diffuse le associazioni con le querce e i pini, mentre in India crescono comunemente in simbiosi con Pinus roxburghii e Shorea robusta. In Nepal alcuni di questi funghi sono stati trovati ad una quota di 3.000 metri. Spesso si possono trovare esemplari freschi in prossimità di esemplari vecchi anche di alcuni anni.
Il suo habitat è quello di vari tipi di bosco, non legato ad ambienti particolari, nelle radure, su terreno nudo, poveri, asciutti, normalmente a gruppetti, ma anche singolo, inizialmente semiipogeo poi affiorante, dalla primavera all’autunno, molto comune. Perlopiù cresce nelle zone sabbiose dei boschi, per lo più su terreni nudi, tra settembre e dicembre. È stato osservato anche crescere sulle rocce, preferendo un substrato acido come l’ardesia o il granito, evitando invece suoli ricchi di calce.

Riconoscimento –
L’Astraeus hygrometricus è un fungo i cui esemplari giovani hanno un carpoforo di forma sferica ed iniziano lo sviluppo parzialmente sepolti nel substrato. Un sottile strato miceliale biancastro ricopre il carpoforo, che può essere parzialmente incrostato dai detriti.
A maturazione lo strato superficiale scompare, e lo strato più esterno, l’esoperidio, si apre a stella, con 4-20 petali ocracei esternamente e chiari all’interno. Questo provoca la fuoriuscita dal terreno del carpoforo, rivelando al centro l’endoperidio sferico. I “petali” si aprono e si chiudono a seconda del grado di umidità dell’ambiente: si schiudono in presenza di molta umidità, e si richiudono su sé stessi se l’aria è secca. Questo è possibile poiché l’esoperidio è costituito da molti strati diversi di tessuto; lo strato più interno e fibroso è igroscopico, e causa un arricciarsi dell’intero strato se perde umidità dall’ambiente circostante.
È un adattamento che consente al fungo la dispersione delle spore al momento migliore e di preservare i liquidi interni nei periodi più secchi. Inoltre i carpofori con i petali chiusi possono essere facilmente trasportati dal vento, permettendo così la diffusione delle spore dal foro centrale.
Questo fungo, a petali aperti, ha un diametro di 1–8 cm. L’esoperidio è spesso e i raggi sono tipicamente areolati (divisi in piccole zone distinte da crepe e fessure) sulla superficie superiore, e variano dal grigio al nero. Il corpo sferico centrale è sessile (in quanto manca del gambo), di 3–5 cm di diametro e di colore bruno scuro. L’apice della sfera è forata da una fessura o un poro. Piccoli filamenti simili a capelli chiamati rizomi si estendono dalla base all’interno del substrato.
I rizomi sono fragili, e spesso si rompono una volta raggiunta la maturità.
L’esoperidio è costituito da quattro differenti strati di tessuto: lo strato miceliale contiene ife ramificate di 4 – 6 µm di diametro; le ife dello strato fibroso sono ramificate e spesse 6 – 8 µm; lo strato collenchimale ha ife ramificate di 3 – 4 µm; lo strato morbido, invece, contiene ife spesse dai 3 ai 6 µm.
La carne è sottile; ha un colore grigiastro o brunastro ed è divisa in loculi (una caratteristica che permette di distinguere questi funghi da quelli del genere Geastrum). A maturità diventa poi marrone e polverosa; inoltre ha un odore e sapore nulli.
Al microscopio si osservano delle spore rotonde, di colore bruno rossiccio, ricoperte di verruche e spine. Le dimensioni variano da 7 a 11 μm; le verruche sono lunghe circa 1 µm. Le spore sono non amiloidi e non si macchiano con lo iodio con i reagenti di Melzer. Le analisi con il microscopio elettronico a scansione hanno mostrato che le spine sono lunghe 0,90 – 1,45 µm, strette, affusolate, arrotondate sulla punta e talvolta unite insieme. Sulla superficie della spora sono presenti dei filamenti capillari ialini e ramificati di 3,5 – 6,5 µm di diametro.
I basidi hanno un numero di spore variabile da 4 a 8, con sterigmata molto corti. I basidi sono disposti a gruppi su lunghe catene; ciascun basidio misura 3 – 5,5 µm.

Coltivazione –
L’Astraeus hygrometricus non è un fungo coltivato.

Usi e Tradizioni –
L’Astraeus hygrometricus è una specie micorrizica, che cresce in associazione con numerose piante soprattutto su terreni sabbiosi. Ha un’ampia distribuzione, ed è comune nelle regioni temperate e tropicali.
Nonostante l’aspetto generale, l’A. hygrometricus non è imparentato con i funghi del genere Geastrum, anche se in passato sono stati confusi. La specie fu descritta per la prima volta da Christian Hendrik Persoon nel 1801 come Geastrum hygrometricus. Nel 1885 Andrew Price Morgan propose, date le differenze nelle caratteristiche microscopiche, di creare il nuovo genere Astraeus distinto dal genere Geastrum; questa proposta non fu in seguito universalmente accettata. Alcune popolazioni asiatiche, che si pensava fossero A. hygrometricus, furono rinominate negli anni 2000, dopo che le analisi filogenetiche rivelarono la loro appartenenza a specie diverse, tra cui Astraeus asiaticus e Astraeus odoratus. Le ricerche hanno individuato la presenza di numerosi composti chimici bioattivi nel carpoforo. Le guide solitamente indicano A. hygrometricus come non commestibile, anche se in passato furono utilizzati dalle popolazioni indiane e dalla tribù dei Piedi Neri in Nord America.
Fonti nordamericane elencano infatti l’A. hygrometricus come non commestibile, in alcuni casi a causa della sua tenacità. Tuttavia, vengono regolarmente consumati in Nepal e nel Bengala meridionale, dove “la popolazione locale li consuma come cibo delizioso”. Vengono raccolti in natura e venduti nei mercati dell’India.
Questo fungo non è tossico, ma non ha nessun valore alimentare (è legnoso ed insapore), anche se altre guide del Nord America lo classificano come commestibile. In India sono raccolti nei boschi e poi venduti al mercato.
Tuttavia c’è da tenere in considerazione che le differenze di opinione riguardo alla commestibilità di questo fungo risalgono a fonti pubblicate prima che fosse scoperto che gli esemplari del Nord America e quelli dell’Asia non erano sempre della stessa specie; in alcuni casi gli esemplari raccolti in Asia sono stati identificati come nuove specie, come A. asiaticus e A. odoratus.
Tra le specie simili si ricorda l’Astraeus pteridis che è simile nell’aspetto, ma più grande; si trova nel Nord America e nelle Isole Canarie.
Sebbene A. hygrometricus abbia una somiglianza superficiale con i membri delle “vere stelle della terra” Geastrum, può essere facilmente differenziato dalla maggior parte per la natura igroscopica dei suoi raggi. Le stelle terrestri igroscopiche includono G. arenarium, G. corollinum, G. floriforme, G. ricolligens e G. kotlabae. A differenza di Geastrum, i giovani corpi fruttiferi di A. hygrometricus non hanno una columella (tessuto sterile nella gleba, alla base del sacco delle spore). Geastrum tende ad avere l’apertura del sacco delle spore circondata da un peristoma o da un disco, in contrasto con la singola fessura lacerata di A. hygrometricus. Esistono anche numerose differenze microscopiche: in A. hygrometricus i basidi non sono disposti in colonne parallele, le spore sono più grandi e i fili dei capillizi sono ramificati e continui con le ife del peridio. Nonostante queste differenze, gli esemplari più vecchi possono essere difficili da distinguere dal Geastrum sul campo. Una specie di Geastrum, G. mammosum, ha raggi spessi e fragili moderatamente igroscopici e potrebbe essere confusa con A. hygrometricus; tuttavia, le sue spore sono più piccole di A. hygrometricus, tipicamente circa 4 µm di diametro.

Modalità di Preparazione –
La commestibilità dell’Astraeus hygrometricus, pur se non è un fungo tossico, è controversa anche per via di alcuni report precedenti alla riclassificazione di specie che si ritenevano essere A. hygrometricus. Tuttavia è un fungo senza particolare valore anche per la sua consistenza legnosa e per essere insapore.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/280403196/original.jpeg
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f2/Geastrum_hygrometricus_%28Nees_von_Esenbeck%2C_1816-17%29.png

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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