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Thrips tabaci

Thrips tabaci

Il tripide degli orti (Thrips tabaci Lindeman, 1889) è un insetto appartenente alla famiglia dei Thripidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota;
Regno Animalia;
Sottoregno Eumetazoa;
Ramo Bilateria;
Phylum Arthropoda;
Subphylum Hexapoda;
Classe Insecta;
Sottoclasse Pterygota;
Coorte Exopterygota;
Subcoorte Neoptera;
Superordine Paraneoptera;
Sezione Thysanopteroidea;
Ordine Thysanoptera;
Sottordine Terebrantia;
Famiglia Thripidae;
Sottofamiglia Thripinae;
Genere Thrips,
Specie T. tabaci.
Sono sinonimi i termini:
– Limothrips allii Gillette, 1893;
– Parathrips uzeli Karny, 1907;
– Ramaswamiahi kallarensis Ananthakrishnan, 1960;
– Ramaswamiahiella kallarensis Ananthakrishnan, 1960;
– Thrips adamsoni Bagnall, 1923;
– Thrips bicolor Karny, 1907;
– Thrips brachycephalus Enderlein, 1909;
– Thrips bremnerii Moulton, 1907;
– Thrips communis Uzel, 1895;
– Thrips communis subsp. annulicornis Uzel, 1895;
– Thrips communis subsp. pulla Uzel, 1895;
– Thrips debilis Bagnall, 1923;
– Thrips dianthi Moulton, 1936;
– Thrips dorsalis Bagnall, 1927;
– Thrips flava subsp. obsoleta Uzel, 1895;
– Thrips frankeniae Bagnall, 1926;
– Thrips hololeucus Bagnall, 1914;
– Thrips indigenus Girault, 1929;
– Thrips mariae Cotte, 1924;
– Thrips seminiveus Girault, 1926;
– Thrips solanacearum Portchinski, 1883;
– Thrips solanaceorum Widgalm, 1883;
– Thrips tabaci f. atricornis Priesner, 1927;
– Thrips tabaci f. irrorata Priesner, 1927;
– Thrips tabaci f. nigricornis Priesner, 1927.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Thrips tabaci è un insetto che pare abbia avuto origine nella regione del Mediterraneo, ma ora si trova in tutti i continenti tranne l’Antartide. Infesta una vasta gamma di piante ospiti che includono cipolla, porro e aglio, piante brassicacee come cavoli, cavolfiori e broccoli, asparagi, barbabietola da zucchero, melone, zucca, zucchina e cetriolo, fragola, patata, tabacco, cotone e molte piante fruttifere e piante ornamentali.
È abbastanza polifago e diffuso anche in Italia.
Questo tripide è stato il primo vettore identificato per il virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro, segnalato nel 1927. Attualmente sono identificate alcune popolazioni che non sono in grado di trasmettere il virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro, probabilmente a causa della diffusione genetica nella popolazione globale.

Morfologia –
Il Thrips tabaci è un insetto che, allo stadio adulto, misura circa 1-2 mm di lunghezza.
Il corpo ha una tonalità variabile dal giallo, bruno-giallastro o marrone.
Le antenne sono costituite da sette segmenti; le ali sono allungate, strette e finemente frangiate; sono ben sviluppate e le femmine presentano un ovopositore sulla punta dell’addome a forma di sega.
In alcune popolazioni, quasi tutti gli individui sono femmine e i maschi sono molto rari.
Le larve sono di colore verde chiaro, quasi bianche o giallastre, con la testa grande e occhi rossi brillanti.
Le uova sono inizialmente bianche, poi diventano arancioni.
Gli stadi prepupale e pupale si riconoscono per le ali immature (abbozzi alari) in via di sviluppo. Rispetto alla prepupa, la pupa ha abbozzi alari più lunghi e sviluppati e antenne più lunghe, portate ricurve sopra la testa.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il Thrips tabaci è un insetto polifago diffuso in tutto il mondo, che interessa spesso piante coltivate.
La femmina inserisce il suo ovopositore a forma di sega nei tessuti vegetali e depone le uova sotto l’epidermide. Le uova, che vengono deposte sulle foglie, sui petali di fiori e sulle parti morbide degli steli, si schiudono in quattro o cinque giorni.
Le larve appena emerse succhiano la linfa dai tessuti vegetali.
Si hanno due stadi larvali della durata di circa nove giorni in totale, seguiti dagli stadi prepupali e pupali di non alimentazione che durano da quattro a sette giorni in totale. L’adulto sopravvive per due o tre settimane durante le quali le femmine depongono circa ottanta uova. La maggior parte delle uova non sono fecondate e sono prodotte dalla partenogenesi.
Nei climi più caldi si riproduce durante tutto l’anno; in quelli più freddi sverna nei detriti vegetali e diventa nuovamente attivo in primavera.
Il T. tabaci si trasforma in pupa nel terreno; ciononostante le pupe possano trovarsi anche sulle foglie, nei fiori o in altri luoghi riparati.
In totale il Thrips tabaci si sviluppa in sei stadi: uovo, due larve, prepupa, pupa e infine l’insetto adulto.
Negli stadi prepupale e pupale, le larve non si nutrono e si muovono solo se disturbate.
Nelle popolazioni di aree diverse, il rapporto tra maschi e femmine varia. Un rapporto maschi-femmine pari a 1 maschio a 2 femmine è stato registrato nella Spagna centrale e 1 maschio a 6 femmine in Colorado. Al contrario, in Sudan sono stati registrati conteggi fino a 1 maschio ogni 300 femmine, e alle Hawaii una raccolta di oltre 5000 esemplari conteneva solo 5 maschi in totale. Nel corso degli anni, in alcune raccolte provenienti da Francia, Giappone, Taiwan e India non è stato segnalato alcun maschio. Uno studio della letteratura pubblicato nel 1990 ha suggerito una correlazione tra la longitudine e il numero della popolazione maschile, con i conteggi maschili più elevati che si verificano nell’emisfero occidentale.

Ruolo Ecologico –
Il Thrips tabaci è un insetto polifago che attacca, come detto, varie piante; tra queste: cipolla, porro e aglio, piante brassicacee come cavoli, cavolfiori e broccoli, asparagi, barbabietola da zucchero, melone, zucca, zucchina e cetriolo, fragola, patata, tabacco, cotone e molte piante fruttifere e piante ornamentali. In serra attacca le cucurbitacee, i pomodori, i peperoni, le melanzane, le rose, i crisantemi, le gerbere, i garofani, e molte altre.
Il danno si manifesta sulle foglie e sui fiori ed è dovuto alle punture trofiche di tutte le forme mobili, inoltre si possono avere danni anche per l’ovideposizione.
Sulle foglie le punture provocano una tipica argentatura; questa è preceduta da alterazioni clorotiche localizzate ed è seguita da necrosi punteggiate.
Alcuni danni possono essere provocati anche dalle ovideposizioni fatte all’interno dei tessuti fogliari, dove provocano necrosi a volte molto evidenti.
Sui fiori i danni possono essere molto gravi e consistono in deformazioni e depigmentazioni più o meno localizzate.
Gli organi colpiti possono anche deformarsi lievemente ed essere soggetti a disseccamenti più o meno intensi, a seconda dell’intensità dell’attacco.
In caso di forti attacchi, oltre ai danni diretti sopra descritti, si possono manifestare anche rallentamenti dell’attività metabolica (minori scambi gassosi che rallentano la fotosintesi) e danni estetici alla vegetazione, per la grande quantità di deiezioni ed esuvie deposte sugli organi attaccati.
Infine il Thrips tabaci è anche vettore, diretto o indiretto, di gravi infezioni, soprattutto virosi.
La lotta contro questo insetto viene eseguita sia per via chimica che biologica.
Nella lotta chimica si utilizzano prodotti diversi, a seconda delle coltivazioni da trattare per le diverse registrazioni dei principi attivi.
In ogni caso si interviene, alle prime infestazioni, eseguendo eventuali monitoraggi della popolazione con trappole cromotropiche blu o bianche, effettuando almeno 2 trattamenti ravvicinati, circa 10 giorni.
Per quanto riguarda la lotta biologica questa deve avvalersi sempre più dei principi dell’agroecologia attraverso la biodiversificazione colturale e l’introduzione di parassitoidi e parassiti naturali dell’insetto.
Alcuni interventi sono già stati sperimentati con l’allevamento di alcune specie di Orius (Rincoti Antocoridi) per la lotta biologica in serra, contro Tripidi su coltivazioni orticole (Melanzane e Cetriolo) e floricole (Gerbera); gli Orius sono predatori attivi delle forme mobili.
Inoltre si è operato l’utilizzo della Chrysoperla carnea che pur non essendo specifico predatore dei Tripidi, manifesta una certa attività anche contro di essi.
Infine, da alcuni anni, in prove sperimentali, vengono utilizzati alcuni Acari Fitoseidi (Amblyseius cucumeris e Amblyseius barkeri) contro Tripidi dei quali sono attivi predatori; questi Acari hanno dimostrato un’ottima azione di contenimento delle popolazioni del fitofago.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.

Fonte foto:
https://www.artportalen.se/MediaLibrary/2021/10/3d94539a-2dcf-46b0-8f28-2d983fea37ea_image.jpg



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