Un Mondo Ecosostenibile
Guide PraticheTecniche

Riproduzione dello Spino di Giuda

Riproduzione dello Spino di Giuda

Lo spino di Giuda (Gleditsia triacanthos L.) è una pianta della famiglia delle Fabacee originaria dell’America settentrionale ma introdotta in Europa nel XVIII secolo.

Habitat idoneo di riproduzione –
Lo spino di Giuda è una pianta originaria della parte orientale del Nord America (Stati Uniti e Messico sttentrionale) è diffusa in gran parte del bacino del Mississippi, dal Texas e dalla Louisiana a sud, fino all’Iowa, all’Indiana e all’Ohio a nord. A ovest, la sua area di estensione si ferma in Kansas e Nebraska, mentre a est si ferma ai piedi degli Appalachi.
La pianta fu introdotta in Europa nel secolo XVIII e in Italia nel 1712, a scopo ornamentale e per il consolidamento dei terreni. È stata introdotta anche in Italia come albero ornamentale in parchi e giardini.
In Italia è una pianta neofita naturalizzata in pressoché tutte le regioni (assente in Basilicata) ed è divenuta invasiva in Trentino.
Il suo habitat preferito è quello dei suoli alluvionali ricchi e umidi anche se supporta terreni calcarei più asciutti.

Propagazione –
Lo spino di Giuda è una pianta che predilige terreni umidi, profondi e ben drenati, nonché esposizioni soleggiate; tollera abbastanza bene l’ombra, l’inquinamento, i terreni alcalini, asciutti e compatti. È abbastanza tollerante alla potatura, che deve essere fatta quasi inevitabilmente durante la fase giovanile di formazione.
Sopporta abbastanza bene il trapianto ed ha una crescita abbastanza veloce e una notevole longevità.
Questa pianta viene, fuori dal suo areale di origine viene considerata inasiva.
Se piantate vicine e potate severamente, questa specie forma buoni frangivento e siepi. Con i loro tronchi e rami solitamente molto spinosi, la siepe diventa una fitta, spinosa e molto efficace barriera anti-intrusione, e con la sua capacità di fissare l’azoto atmosferico, arricchisce anche il terreno.
La propagazione può avvenire per seme; in questo caso si consiglia di pre-immergere per 24 ore in acqua tiepida e poi seminare in vivaio.
Il seme dovrebbe essersi gonfiato, nel qual caso si può seminare, se non si è gonfiato immergerlo per altre 24 ore in acqua tiepida. Se questo non funziona si consiglia di scarificare via parte del rivestimento del seme ma fare attenzione a non danneggiare l’embrione. Un ulteriore ammollo dovrebbe quindi far gonfiare il seme. Una volta che si è gonfiato, il seme dovrebbe germogliare entro 2 – 4 settimane a 20 °C.
Non appena le giovani piantine sono abbastanza grandi da poter essere maneggiate, vanno poste in singoli vasi profondi. Il trapianto va poi effettuato quando sono abbastanza grandi.

Ecologia –
Lo spino di Giuda è una pianta originaria degli Stati Uniti sudorientali, nel bacino del fiume Mississippi (Virginia), e abita anche le Grandi Pianure meridionali, il Texas e il Messico settentrionale.
La pianta introdotta in varie parti del mondo, come in Europa, è divenuta spesso invasiva per cui la sua introduzione andrebbe valutata con attenzione.
Per esempio è divenuta invasiva in molte praterie della Pampa argentina, poiché il bestiame ne gradisce i legumi e ne disperde i semi indigesti (endozoocoria). Anche in Uruguay è divenuta un vero problema e sono state prese misure ufficiali per combatterla.
Oggi è cosmopolita. Si ritiene che sia stato introdotto in Argentina dagli Stati Uniti all’inizio del XIX secolo, con la colonizzazione europea, quando la regione della Pampa era un oceano di erba senza alberi e cominciò a essere necessario cablare i campi e costruire recinzioni. Nel corso degli anni è diventata una specie invasiva molto aggressiva in diversi ecosistemi, da Buenos Aires a Tucumán e da Córdoba alla Mesopotamia argentina.
In Europa fu introdotta direttamente dal Nord America orientale nel XVII secolo. Si è adattata perfettamente al clima della Spagna e di molti altri paesi. Viene utilizzata come ornamentale in parchi e giardini per il suo aspetto elegante. A volte è utilizzata anche come siepe perché presenta spine acuminate a tre punte lunghe fino a 20 cm, anche se esiste una varietà detta inerme caratterizzata dall’assenza di queste spine. Si è naturalizzata in molte zone e cresce nei giardini delle case abbandonate, lungo le strade e sulle sponde dei fiumi.
Una nota a conclusione riguarda la capacità di fissare l’azoto. Molte fonti scientifiche affermano che la Gleditsia non fissa l’azoto. Alcuni supportano questa affermazione con il fatto che Gleditsia non forma noduli radicali con batteri simbiotici, supponendo che senza nodulazione non si possa verificare alcuna fissazione dell’azoto. Tuttavia esistono indicazioni anatomiche, ecologiche e tassonomiche della fissazione dell’azoto nei legumi non nodulanti.
Come ciò avvenga non è ancora ben compreso, ma ci sono state alcune osservazioni sull’attività della nitrogenasi nelle leguminose non nodulanti, inclusa questa pianta.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *