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Psidium cattleyanum

Psidium cattleyanum

La guayabita del Perú o guayaba peruana (Psidium cattleyanum Sabine, 1821) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Myrtaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Myrtales,
Famiglia Myrtaceae,
Sottofamiglia Myrtoideae,
Tribù Myrteae,
Genere Psidium,
Specie P. cattleyanum.
Sono sinonimi i termini:
– Episyzygium oahuense Suess. & A.Ludw.;
– Eugenia ferruginea Sieber ex C.Presl;
– Eugenia oxygona Koidz.;
– Eugenia pseudovenosa H.Perrier;
– Eugenia urceolata Cordem.;
– Guajava cattleiana (Afzel. ex Sabine) Kuntze;
– Guajava obovata (Mart. ex DC.) Kuntze;
– Psidium cattleianum var. littorale (Raddi) Fosberg;
– Psidium cattleianum f. lucidum O.Deg.;
– Psidium cattleianum var. purpureum Mattos;
– Psidium cattleianum var. pyriformis Mattos;
– Psidium coriaceum var. grandifolium O.Berg;
– Psidium coriaceum var. longipes O.Berg;
– Psidium coriaceum var. obovatum O.Berg;
– Psidium ferrugineum C.Presl;
– Psidium indicum Bojer;
– Psidium littorale Raddi;
– Psidium littorale var. longipes (O.Berg) Fosberg;
– Psidium obovatum Mart. ex DC.;
– Psidium variabile O.Berg.
All’interno di questa specie si riconoscono alcune sottospecie e varietà tra cui:
– Psidium cattleyanum var. littorale (Raddi) Fosberg, 1962;
– Psidium cattleyanum var. littorale (Raddi) Mattos, 1984;
– Psidium cattleyanum var. pyriforme Mattos, 1981;
– Psidium cattleyanum f. lucidum O.Deg., 1939.

Etimologia –
Il termine Psidium proviene dal greco ψιδιον psidion melograno in Dioscoride: per la somiglianza dei frutti; l’antico nome greco deriva da ψίω psíø spezzare, sminuzzare, riferimento ai numerosi piccoli semi.
L’epiteto specifico cattleyanum è stato dato in onore dell’orticoltore inglese William Cattley che raccolse anche, e fece raccogliere ad altri per suo conto, piante da località di tutto il mondo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Lo Psidium cattleyanum è una pianta originario della foresta Amazzonica tra Perù e Brasile e tipica degli ambienti della foresta pluviale tropicale mesica; presente in un areale del Sud America che comprende anche Uruguay, Brasile meridionale e orientale, Cile ed altre zone.
Il suo habitat naturale è quello della foresta pluviale atlantica e foresta sempreverde di Araucaria, che si trova principalmente nelle foreste costiere di pianura; privilegiando le zone più aperte in suoli umidi. Cresce a un’altitudine fino a 1300 m, ma si trova principalmente al di sotto di 800 m.

Descrizione –
Lo Psidium cattleyanum è un piccolo albero molto ramificato e frondoso che dove cresce quasi non lascia passare la luce al suolo.
Ha una corteccia liscia, da grigia a bruno-rossastra.
Le foglie sono da ovali a ellittiche grandi da 5 a 10 cm.
I fiori sono di colore bianco, da 2 a 3 cm di diametro, che crescono singolarmente o in gruppi di tre e ogni fiore ha cinque petali.
I frutti sono globosi, da 2 a 5 cm, con una buccia sottile, che va dal giallo al rosso scuro o viola, ed ha una forma ovale ed ha polpa bianca.

Coltivazione –
La guayabita del Perú è una pianta che si coltiva nei paesi della zona intertropicale e subtropicale, sebbene per vari motivi non sia molto diffusa e i suoi frutti siano poco commercializzati.
Nel Cile questa specie è conosciuta, con ampia produzione in Melipilla, zona di Viña Vieja, ed i suoi frutti son chiamati guayabines.
È stata inserita nell’elenco delle 100 tra le specie esotiche invasive più dannose al mondo, in quanto è una pianta invasiva a causa della sua robusta tolleranza a molti ambienti diversi, quali anche condizioni pedoclimatiche.
Nella sia invasività la P. cattleyanum è spesso associata ai maiali selvatici. Le due specie si trovano spesso l’una vicino all’altra, molto probabilmente perché i maiali selvatici aiutano nella diffusione di P. cattleyanum. I maiali disturbano gli habitat scavando nel terreno, rendendo più facile per i semi di P. cattleyanum raggiungere il suolo. Inoltre, i maiali selvatici possono ingerire i frutti, i cui semi raggiungono il suolo negli escrementi dei maiali selvatici.
Inoltre alcune ricerche preliminari suggeriscono che P. cattleyanum è allelopatica, poiché è stato scoperto che le sue radici inibiscono la crescita di almeno altre due specie vegetali in particolari condizioni di pH.
È una pianta che cresce e può essere coltivata, pertanto in differenti condizioni dalle umide pianure tropicali e subtropicali fino a un’altitudine di 1.500 metri.
Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 22 e 28 °C, ma può tollerare tra 9 e 32 °C.
Quando la pianta è in stato di dormienza può sopravvivere a temperature fino a circa -6 °C, ma le piante giovani possono essere gravemente danneggiate a -1 °C.
Preferisce una piovosità media annua nell’intervallo 1.600 – 2.000 mm, ma tollera 600 – 4.000 mm.
Le piante hanno meno probabilità di fruttificare se coltivate in zone tropicali ma crescono sia in pieno sole che in ombra leggera. Dal punto di vista pedologico preferisce un pH compreso tra 5,5 e 6,5, tollerando tra 4,5 e 7,7 in suoli sabbiosi o comunque non compatti.
Le piantine possono iniziare a dare frutti a soli 2 – 3 anni.
Le piante fioriscono e fruttificano generalmente in diversi periodo dell’anno.
La pianta è autofertile, ma cresce meglio se impollinata in modo incrociato.
La propagazione avviene per seme che posto appena maturo in zone parzialmente ombreggiate in un semenzaio. Ci si può aspettare un alto tasso di germinazione, con la germinazione del seme entro 20 – 40 giorni.
Si può propagare anche per talee ottenute da legno parzialmente lignificato o anche da polloni che tendono ad avere un’area fogliare maggiore.

Usi e Tradizioni –
Lo Psidium cattleyanum sebbene sia una pianta originaria dell’Amazzonia ora è distribuita in molte regioni tropicali. È stata introdotto, tra gli altri Paesi, nelle Hawaii già nel 1825 per creare un mercato agricolo per i suoi frutti, ma qui ha un impatto economico modesto per via dei suoi frutti che sono commercializzati legando insieme i singoli frutti. I prodotti a base di P. cattleyanum non sono disponibili in commercio a causa della mancanza di mercato e della forte presenza di moscerini della frutta. Ciò rende i frutti immangiabili subito dopo la raccolta.
Tuttavia i suoi semi hanno molti benefici per la salute, tra cui proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche oltre a un’elevata quantità di vitamina C.
Attualmente è molto diffusa negli ecosistemi delle foreste pluviali tropicali principalmente a causa del trasporto accidentale e delle sue proprietà vegetali invasive.
Per quanto riguarda gli usi alimentari il frutto di questa pianta è commestibile e, generalmente, molto apprezzato, soprattutto allo stato selvatico.
I frutti vengono consumati crudi o cotti e possono essere utilizzati in gelatine, marmellate, creme pasticcere, bevande, ecc.
Sono dolci e aromatici ed hanno un sapore pronunciato, acido-dolce e sono buoni consumati crudi.
Il frutto può essere consumato intero poiché sia la buccia è sottile e l’interno succoso. La pelle viene spesso rimossa per un sapore più dolce.
Le sue foglie possono essere utilizzate preparate per un tè mentre anche i fiori sono a volte consumati ed usati come guarnizione.
Lo Psidium cattleyanum ha anche usi medicinali locali e può essere coltivato come siepe. Per uso medicinale si usano le radici che sono astringenti, diuretiche. Sono state raccomandate come trattamento efficace per le emorragie.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali. Le piante possono essere coltivate come siepe ornamentale.
La pianta è indispensabile per la piantumazione mista nel rimboschimento di aree bonificate e protette del Brasile.
Il legno dell’albero è duro, compatto, durevole e resistente e viene utilizzato per lavori di tornio, manici di attrezzi, carbone e legna da ardere.
Anche se di piccole dimensioni viene utilizzato per lavori di tornio, manici di utensili e per oggetti che richiedono molta resistenza.

Modalità di Preparazione –
I frutti dello Psidium cattleyanum vengono consumati crudi o cotti e utilizzati anche in gelatine, marmellate, creme pasticcere, bevande, ecc.. Spesso la pelle viene rimossa per avere un sapore più dolce.
Se ne ricava, con aggiunta di zucchero, un liquore, molto conosciuto localmente, chiamato “Liquore di guayabines”
Dalle foglie si ottiene un tè mentre anche i fiori sono a volte consumati ed usati come guarnizione.
Lo Psidium cattleyanum ha anche usi medicinali locali; di questa pianta si utilizzano le radici che sono astringenti e diuretiche e raccomandate come trattamento efficace per le emorragie.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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