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Geranium robertianum

Geranium robertianum

Il geranio di san Roberto (Geranium robertianum L., 1753) è una specie erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Geraniaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Geraniales,
Famiglia Geraniaceae,
Genere Geranium,
Specie G. robertianum.
Sono sinonimi i termini:
– Althaea officinalis L., (1753);
– Geranium briceanum Sweet;
– Geranium eriophorum H.Léveillé (1904);
– Geranium foetidum Moench (1794);
– Geranium graveolens Stokes (1812);
– Geranium inodorum (Pursh Ex Dc.) G. Don;
– Geranium lindleyanum Royle;
– Geranium littorale (Rouy) A. W. Hill;
– Geranium lebelii Boreau (1840);
– Geranium mediterraneum Jordan (1852);
– Geranium minutiflorum Jordan (1852);
– Geranium modestum Jordan (1849);
– Geranium mosquense Goldb.;
– Geranium neapolitanum A. Terraccino;
– Geranium palmatisectum Dulac (1867);
– Geranium purpureum Vill. in Gilib. (1786);
– Geranium purpureum Vill. subsp. forsteri (Wilmott) H.G. Baker (1956);
– Geranium purpureum Vill. var. eriosepalum (Hausskn.) Graebn. in Asch. and Graebn.;
– Geranium purpureum Vill. var. intricatum Gren. Ap. R. Knuth in Engl.;
– Geranium purpureum Vill. var. leiosepalum Hausskn.;
– Geranium purpureum Vill. var. liosepalum (Hausskn.) Graebn. in Asch. and Graebn.;
– Geranium purpureum Vill. var. littorale (Rouy) Graebn. in Asch. and Graebn.;
– Geranium rubellum Moench;
– Geranium rupertianum Beckhaus (1893);
– Geranium scopulicola Jordan ex Nyman (1878);
– Geranium semiglabrum Jordan ex Boreau (1857);
– Geranium villarsianum Jordan (1849);
– Robertianum nostrum Goldb.;
– Robertiella robertianum (L.) Hanks in Underw. and Britton (Eds.);
– Robertium minutiflorum (Jord.) Fourr.;
– Robertium vulgare Picard.
All’interno di questa specie sono inoltre presenti numerose varietà e sottospecie su cui operare ulteriori verifiche per via anche dei numerosi sinonimi.

Etimologia –
Il termine Geranium proviene dal greco γεράνιον gheranion geranio in Dioscoride, derivato da γέρανος ghéranos gru: per i frutti simili al becco delle gru.
L’epiteto specifico robertianum viene dal nome latino medioevale herba roberti, forse in ricordo di Robertus (San Roberto, † 1067) un ecclesiastico francese che fondò l’Ordine dei Certosini, oppure da Rupert, arcivescovo di Salisburgo († 717) o Riberto, Duca di Normandia (1000-1035) o altri ancora.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il geranio di san Roberto è una pianta originaria dell’Eurasia e del Nord Africa ed è una specie Sub-cosmopolita, presente nel continente Eurasiatico e Nord Americano.
È comune in tutta l’Eurasia, Africa settentrionale e America atlantica.
In Italia è comune su tutto il territorio.
Il suo habitat è quello delle rovine dei muri o nelle schiarite dei boschi; e tutte le zone a mezza ombra. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro con terreno a valori medi di nutrizione e umidità, dove vegeta dal piano fino a 1.600 m s.l.m..

Descrizione –
Il Geranium robertianum è una pianta erbacea annua o più spesso bienne, vellutato-ghiandolosa, spesso rossastra con cattivo odore e con una corta radice a fittone di colore rosso, che cresce normalmente fino a 40 cm di altezza.
I suoi fusti sono prostrato-ascendenti, pelosi e con sfumature rossastre, ramificati, rigonfi ai nodi, misurano 15-50 cm.
Le foglie basali in rosetta persistente a livello del suolo, pelose su entrambe le facce, portate da lunghi piccioli, larghe 3-8 cm, hanno contorno pentagonale e sono divise fino alla nervatura mediana (rachide) in 5 lobi romboidali a loro volta divisi in segmenti lanceolati, dentati, arrotondati e mucronati all’apice, le foglie superiori simili, opposte, con picciolo più corto. Tutte con stipole rossastre, ovate, glabre e cigliate.
Le infiorescenze sono in racemi biflori su peduncoli che sorpassano la foglia ascellare, sono lunghi 15-22 mm, con fiori di colore violetto, rosso, rosa ma anche bianco, hanno calice vellutato, con 5 sepali mucronati, eretti e conniventi, corolla formata da 5 petali eretto-patenti, raramente retusi, interi, ovali, arrotondati all’apice, con tre strisce bianche longitudinali, misurano 1-1,5 cm e sono due volte più lunghi del calice. Bratteole ovate, glabre, connate, rossastre, peduncoli eretti, pelosi più lunghi della foglia ascellante. 10 stami violetti tutti con le antere aranciate, filamenti rosei, polline giallo, Stimmi rosei, 5 pistilli saldati e prolungati in un lungo becco.
Il frutto è uno schizocarpo dal lungo becco che misura circa 2,5 cm che a maturità si divide in 5 singole porzioni (mericarpi) che contengono i semi rossicci.

Coltivazione –
Il geranio di san Roberto è una pianta che predilige le zone umide e ombreggiate del sottobosco o rocce e muri, argini di siepi, bordi di strade e aree di rifiuti.
La pianta cresce in qualsiasi terreno ritentivo moderatamente fertile, anche in posizione soleggiata e tollera un’ampia gamma di tipi di terreno, riuscendo a svilupparsi anche nei suoli asciutti.
La propagazione può avvenire per seme con semina primaverile in situ o per divisione dei cespi.
Questa specie come tutti i Geranium ha elaborato una speciale tecnica per la disseminazione: quando il frutto schizocarpico (regma) è maturo si separa in cinque porzioni (mericarpi) contenenti ciascuna un solo seme appeso ad una codetta collegata ad un asse centrale. Questa coda avvolgendosi su se stessa per igroscopia, riesce a lanciare i semi lontano dalla pianta, favorendo in tal modo la colonizzazione del territorio.

Usi e Tradizioni –
Il geranio di san Roberto, conosciuto anche con i nomi di Erba Roberta, Erba cimicina o Cicuta rossa è una pianta con un aroma sgradevole. Il suo odore è particolarmente pronunciato dopo la pioggia.
Questa pianta è poco utilizzata nell’erboristeria moderna, ma occasionalmente è impiegata come astringente per arrestare l’emorragia, trattare la diarrea, ecc..
Le foglie sono antireumatiche, astringenti, leggermente diuretiche e vulnerabili.
La ricerca moderna ha dimostrato che le foglie possono abbassare i livelli di zucchero nel sangue e quindi possono essere utili nel trattamento del diabete.
Oltre alle proprietà tonico-astringenti, antinfiammatorie, antiemorragiche e antidissenteriche svolge anche azione emostatica e antisettica e le sue foglie fresche vengono usate per cicatrizzare piaghe e ferite della pelle e delle mucose.
In generale essendo una pianta ricca di tannini è spesso usata in fitoterapia. Inoltre le sono riconosciute le seguenti proprietà: diuretica (facilita il rilascio dell’urina), antireumatica, vulneraria (guarisce le ferite), emostatica (blocca la fuoriuscita del sangue in caso di emorragia), astringente (limita la secrezione dei liquidi) e antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso).
Questa pianta contiene tannini, sostanze amare e oli essenziali.
Da questa pianta si ricavano repellenti per gli insetti ed altri animali e coloranti.
Una credenza popolare consigliava di tenere alcuni rametti di questo Geranium con due castagne d’india (frutti dell’ippocastano) negli armadi, per tenere lontane le tarme. Infatti le foglie appena raccolte vengono strofinate sul corpo per respingere le zanzare.
Tra gli altri usi si ricorda che è una pianta che occasionalmente può essere impiegata nel giardinaggio; infatti si può propagare facilmente e ricoprire vaste aree diventando così invasiva.

Modalità di Preparazione –
Dal Geranium robertianum si può ottenere un infuso dalle foglie che viene utilizzato nel trattamento di emorragie, disturbi di stomaco, infezioni renali, ittero ecc.
Viene impiegato per uso esterno per effettuare dei lavaggi che vengono applicati al seno gonfio e doloroso e per articolazioni reumatiche, lividi, sanguinamento, ecc.. Si consiglia di utilizzare di questa pianta tutte le parti, comprese le radici e la pianta può essere raccolta in qualsiasi momento che va dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno e di solito viene utilizzata fresca.
Dalla pianta si ricava un rimedio omeopatico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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