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Come si prepara una talea di Cotogno

Come si prepara una talea di Cotogno

Il cotogno (Cydonia oblonga Mill., 1768) è un albero da frutto della famiglia delle Rosacee ed è uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti. Questa pianta era coltivata già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio.
I frutti in generale si chiamano cotogne; in particolare, le varietà a forma di mela sono dette mele cotogne, mentre quelle più allungate sono dette pere cotogne.
Precisiamo subito che quasi tutte le varietà di cotogno sono autosterili, quindi per avere la fruttificazione occorre impiantare o avere presenti, almeno due varietà diverse per impollinarsi a vicenda.
Inoltre, per maggiore informazione, si evidenzia come le piante originate da due semi diversi sono varietà diverse, due piante innestate con la stessa varietà sono lo stesso clone e quindi non sono varietà diverse.
Alcune varietà sono parzialmente autofertili e con una sola varietà la produzione sarebbe limitata, perciò si avvantaggiano comunque dell’impollinazione incrociata (entro qualche decina di metri, con altre varietà). Data la limitata dimensione propria delle piante di cotogno, governata anche da opportune potature, i cotogni trovano spazio e sono ancora coltivati in orti e frutteti domestici.
Purtroppo, il frutto, molto consumato fino a un secolo fa, oggi è diventato una rarità ed è considerato nei frutti dimenticati o minori.
Si ricorda poi che date le limitate dimensioni della pianta e la buona affinità di innesto, il cotogno è usato come portainnesto nanizzante per il pero nelle coltivazioni industriali. Non tutte le cultivar di pero sono compatibili con il cotogno, William ad esempio non lo è e necessita di un intermediario, spesso Butirra Hardy o Passacrassana, che forniscono il tronco alla pianta.

Il frutto è commestibile sia cotto sia crudo. Crudo è aspro e duro, mentre cotto è molto gradevole e dolce.
Per quanto riguarda la propagazione il cotogno si può moltiplicare sia per seme, per talea legnosa che per margotta.
Ovviamente si utilizzano anche i portainnesti per poterlo coltivare.
Per quanto riguarda la moltiplicazione per seme è lentissima e le nuove piante hanno caratteristiche genetiche completamente diverse dalla pianta madre.
La moltiplicazione per talea è quella più utilizzata e si effettua nel periodo di fine autunno prelevando, con cesoie ben affilate e disinfettate, delle talee legnose di rami apicali dell’anno lunghe circa 20 cm. I tagli si praticano al disotto dell’intersezione fogliare e sempre in maniera obliqua.
Successivamente le talee vanno messe a radicare in un substrato soffice mantenuto costantemente umido. Si consiglia di preparare un substrato con rapporto sabbia – torba di 2:1.
Le talee vanno tenute possibilmente i serra fredda, o in mancanza di questa, in un luogo ben ombreggiato ed avendo cura di nebulizzare almeno una volta al giorno le stesse.
Le talee di melo cotogno che hanno attecchito, cosa che si evidenzia con la comparsa di nuovi germogli, potranno essere messe a dimora definitiva nell’autunno successivo. Per favorire la radicazione le talee vanno trattate con un po’ di ormone radicante che potete preparare voi stessi.
Anche la margotta può essere utilizzata utilmente nella propagazione del cotogno.
La margotta, come la talea, è un metodo di propagazione molto difficoltoso ma le nuove piante saranno forti e vigorose ed avranno le stesse caratteristiche della pianta madre in quanto non c’è variabilità genetica.




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