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Pinus pinaster

Pinus pinaster

Il pino marittimo (Pinus pinaster Aiton, 1789) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Pinaceae e quindi al Genere Pinus ed alla Specie P. pinaster.

Etimologia –
Il termine Pinus deriva dal nome latino del pino, connesso con il sanscrito pítu resinoso, citato da Plinio, Virgilio e altri. L’epiteto specifico pinaster, deriva da pinus pino e dal suffisso dispregiativo -aster: cioè pinastro.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il pino marittimo trova il suo ambiente ideale vicino alle coste del Mar Mediterraneo oppure vicino ad altri mari ed originario delle zone coste che vanno dal Mediterraneo all’Atlantico. Il suo habitat tipico è nei boschi sulle coste sabbiose del Mediterraneo occidentale (mediterraneo-atlantico), con una concentrazione maggiore nella Penisola iberica compresa la costa portoghese risalendo lungo la costa sudoccidentale della Francia. È una specie sensibile al gelo e può formare boschi misti col Pinus sylvestris, con il Quercus ilex o con Pinus nigra. Predilige terreni silicei anche con reazione acida ma si adatta anche a terreni sub-alcalini o alcalini.

Descrizione –
Pinus pinaster è una specie arborea che può raggiungere i 35 metri di altezza, con chioma inizialmente conica e regolare e poi espansa fino a raggiungere una forma irregolarmente a cupola o quasi ombrelliforme. Il tronco dapprima è diritto ma poi tende a crescere obliquamente. La corteccia è grigia e finemente rugosa da giovane, quindi con profonde scanalature e placche che si desquamano. Ha foglie persistenti, aghiformi, appaiate con una guaina alla base, con colore verde chiaro rigidi, appuntiti , di 15-20 cm.
I fiori, o meglio sporofilli, maturano nel periodo di aprile-maggio e distinguiamo:
– Macrosporofilli: a grappolo e rossastri, divisi sulla stessa pianta da quelli maschili.
– Microsporofilli: sono riuniti in grossi grappoli, di colore giallo dorato.
Le pigne che si sviluppano dalla fecondazione delle infiorescenze femminili sono coniche e affusolate di 15-20 cm, color nocciola e che maturano nel 2° anno; queste hanno una consistenza molto legnosa e rimangono sui rami per alcuni anni.
Di questa specie sono note tre sottospecie, che sono:

– Pinus pinaster pinaster, sottospecie nominale, diffusa lungo le coste dell’Oceano Atlantico;
– Pinus pinaster escarena (Risso) K. Richter, diffusa nel bacino del Mediterraneo;
– Pinus pinaster renoui (Villar) Maire, endemica delle montagne dell’Atlante.

Coltivazione –
Il Pinus pinaster può essere coltivato in aree dove la temperatura invernale non si discosti molto da 6 °C; si è comunque diffuso con impianti artificiali sulle dune costiere oltre il suo areale d’origine ed ha minori esigenze di mitezza climatica e di suoli profondi e umidi rispetto a Pinus pinea. Anche se predilige terreni silicei con reazione anche acida, cresce anche in quelli calcarei. Preferisce stazioni di collina o anche di bassa montagna rispetto alle pianure.
Il pino marittimo viene trattato attraverso taglio raso con rinnovazione naturale o artificiale. La rinnovazione naturale può essere indotta anche tramite l’abbruciamento di ramaglia, che simulando l’effetto di un incendio stimola la germinazione del seme. Si possono effettuare inoltre tagli a strisce di 30 – 40m e a buche di 0,5 ettari. Grazie alla sua resistenza è spesso impiantato a difesa delle pinete di pino domestico dall’aerosol marino.

Usi e Tradizioni –
Il pino marittimo, in Italia, è una specie è di dubbio indigenato ed è considerata quindi criptogenica; cresce e si sviluppa in un areale che comprende la fascia peninsulare fino alla Toscana e l’isola di Pantelleria e lo si ritrova in Liguria e in Sardegna; sebbene sembri una specie spontanea, la sua introduzione è stata operata dall’uomo in età storica. È inoltre una pianta considerata nell’elenco delle 100 specie esotiche invasive più dannose al mondo.
Comunque sia, Pinus pinaster è una essenza forestale di primaria importanza che viene usata per consolidare soprattutto i litorali sabbiosi.
Soprattutto nel passato veniva coltivata ed utilizzata anche per la produzione della resina che sgorga dalle incisioni praticate sul tronco. Inoltre dalla distillazione del legno di qualità inferiore si ottiene il catrame vegetale.

Modalità di Preparazione –
Dal Pino marittimo si può ricavare un olio essenziale balsamico che viene utilizzato per proprietà terapeutiche.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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