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Agricoltura Versione 5.0 (Agroecologica)

Agricoltura Versione 5.0 (Agroecologica)

Dopo 10.000 anni di storia dell’agricoltura dobbiamo ammettere con estrema franchezza che ci sono tutte le condizioni e tutte le comprensioni per voltare pagina ed ammettere che possiamo mettere in atto un nuovo modello agricolo. Possiamo ammettere che “Il modello della rivoluzione verde, iniziata dopo la seconda guerra mondiale, è esaurito” e questa sentenza, che oramai era attesa in ogni parte del mondo, arriva dal direttore della FAO, José Graziano da Silva.

Così dopo il sistema agricolo lentamente maturato ed evolutosi fino all’alba delle grandi guerre mondiali e quello successivo della cosiddetta Rivoluzione Verde (che è stato un tentativo maldestro di imporre improponibili principi antiecologici) ci si avvia, senza alcun dubbio a quello che dovrà essere il modello che caratterizzerà l’economia e l’ecologia del futuro: Una versione produttiva dell’agricoltura che, in linea con i principi dell’ecologia, rimetta ordine nelle discipline agronomiche e risani i danni di oltre mezzo secolo di un esperimento agricolo tristemente fallito. Una versione perfettamente agro ecologica che, prendendo a prestito un termine informatico, potremmo battezzare: Agricoltura 5.0.
Il costo ambientale, di cui ancora non comprendiamo pienamente l’entità che dovranno pagare le generazioni future, che la Rivoluzione Verde ha generato anche attraverso l’apporto della chimica e dei pesticidi, è troppo salato. L’illusione creata subito dopo il Trattato di Roma e gli annunci della fine della fame nel mondo sono stati tristemente smascherati da un disastro sociale ed ecologico senza appello. Così ancora la FAO, per bocca del suo direttore: “Uno dei due motivi per cui il modello della rivoluzione verde può considerarsi esaurito è l’enorme costo ambientale che questo aumento di produzione e produttività ha avuto”.
È oggi oramai dolorosamente noto come l’uso diffuso di fertilizzanti chimici e pesticidi ha contribuito al deterioramento della terra, alla contaminazione dell’acqua e alla perdita di biodiversità. La fertilità complessiva dell’intero pianeta è stata impoverita senza aver risolto minimamente il problema della fame nel mondo; anzi questo modello agricolo ha generato solo ulteriori poveri (815 milioni di persone nel 2016) ed un problema prima molto marginale e cioè quello degli obesi e delle persone sovrappeso che oggi, secondo i dati ufficiali, ammontano ad un miliardo e 900 milioni (di cui 650 milioni obesi). Insomma uno squilibrio sociale ed ecologico effetto del doping chimico e di sistema della “moderna” agricoltura.
E adesso l’intero Pianeta, sia che si tratti di Paesi in via di Sviluppo, sia che si tratti dei “progrediti” Paesi opulenti dell’Occidente dovranno correre ai ripari attraverso la stesura di Piani Agricoli nazionali e locali che, sui principi dell’agroecologia, rimettano in piedi un sistema non solo produttivo, ma anche di scambi, altamente sostenibili e rispettosi degli equilibri sociale ed ecologici. Una Ecologia Integrale più volte richiesta da Papa Francesco attraverso la sua Enciclica “Laudato Sì”.
In poche parole un sistema che non sia più dopato da chimica, mercati esasperati, sistemi di controllo e strutture burocratiche che hanno fatto implodere quella “Rivoluzione Verde” che abbiamo l’obbligo di ribattezzare “Illusione Verde”.

Guido Bissanti




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