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Come coltivare le giuggiole in maniera biologica

Come coltivare le giuggiole in maniera biologica

Il Giuggiolo (Ziziphus jujuba Mill.) è un fruttifero minore con origini asiatiche, ampiamente diffuso in quasi tutte le regioni italiane anche allo stato spontaneo. Purtroppo è una pianta sempre meno coltivata (come tanti frutti minori) con una pericolosa erosione della biodiversità agricola.
L’impianto del Giuggiolo si effettua per astoni o tramite i polloni radicati in inverno al sud e nelle zone a inverno mite e in autunno nei luoghi dove le temperature medie stagionali risultano più basse. Il giuggiolo si può innestare sul selvatico (a spacco nei mesi di gennaio o febbraio o a gemma vegetante in estate).
La pianta di giuggiolo non necessita di molte attenzione, tuttavia le buone tecniche aumentano sempre quantità e qualità. Pur se si adatta a qualunque tipo di terreno vi consigliamo un terreno di medio impasto con una buona dotazione di sostanza organica,  un buon drenaggio ed un pH neutro.
Pur se la pianta tollera anche temperature di molti gradi sotto lo zero è bene scegliere sempre una posizione soleggiata oppure, in zone fredde, in aree più riparate. Se dovete impiantarne un certo quantitativo non scendete mai sotto un sesto di tre metri nella fila ed i 3-4 tra le file.

Come tutte le piante rustiche l’irrigazione del giuggiolo va operata nei periodi di caldo intenso e durante lunghi periodi in assenza di precipitazioni. Per la concimazione, effettuarla nel periodo autunnale prima dell’inizio dei freddi intensi con del letame animale maturo con un periodo minimo di riposo di 9 mesi (attenzione all’uso della pollina: operarla di rado e con molta parsimonia). I quantitativi possono essere oscillare dai 20 ai 30 kg rispettivamente per piante in fase di vegetazione e per piante in pieno sviluppo.
La potatura va iniziata subito dopo la messa a dimora onde scegliere la giusta forma di allevamento. Si possono adottare le forme: a colonna, a fuso o a piramide che va regolamentata durante la fase di allevamento che va dai 7 ai 9 anni. Dopo di che si provvede a tagliare ed eliminare i rami in eccesso e quelli secchi.
Per la raccolta delle giuggiole si ricorda che è scalare da ottobre a novembre.
Sul fronte avversità si ricorda che il giuggiolo è abbastanza resistente e poco attaccata dai parassiti; tuttavia le avversità aumentano per errati accorgimenti colturali quali: scelta di terreni con eccessiva acidità e troppo umidi, uso di fertilizzanti di sintesi (azoto su tutti), zone poco soleggiate, irrigazioni non necessarie. Pur tuttavia sappiate che le fitopatie che si possono presentare sono rappresentate da: Antracnosi, Muffa grigia, Ruggine (Phakopsora zizyphi), Marciume del colletto, Cercosporiosi del Giuggiolo (Cercospora jujubae), o insetti quali: Mosca della frutta (Carpomya vesuviana), Cydia molesta, Carpomya incompleta, Ceratitis capitata e Carposina sasakii.
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