Carduelis carduelis
Carduelis carduelis
Il cardellino (Carduelis carduelis Linnaeus, 1758) è un piccolo uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Aves, Sottoclasse Neornithes, Superordine Neognathae, Ordine Passeriformes, Sottordine Oscines, Infraordine Passerida, Superfamiglia Passeroidea, Famiglia Fringillidae, Sottofamiglia Carduelinae, Tribù Carduelini e quindi al Genere Carduelis ed alla Specie C. carduelis.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il cardellino è un piccolo volatile che ritroviamo in un areale alquanto vasto della zona paleartica, compreso tra le isole britanniche, gran parte dell’Europa continentale (fatta eccezione della penisola scandinava, della quale la specie colonizza solo la punta meridionale), l’Anatolia, il Levante, il Nordafrica e buona parte del basso corso del Nilo, oltre che la Russia europea e la Siberia occidentale e centrale (dove è visitatore estivo e riproduttore), Mesopotamia, Persia e Asia centrale (dove sverna) e le pendici meridionali dell’Himalaya.
Nel XIX secolo il cardellino è stato introdotto nelle Azzorre, Capo Verde, Bermuda, Sudafrica, Falkland, in molte zone degli Stati Uniti, Canada, Messico, in vaste aree del Sud America (Brasile, Perù, Uruguay, Argentina, Cile), in Oceania (Australia orientale da Brisbane alla penisola di Eyre, Tasmania, Nuova Zelanda).
Il Carduelis carduelis è presente in Italia in tutto il territorio nazionale (isole comprese), risultando particolarmente diffuso in Campania e Sardegna. In Italia è regolare e svernante dove preferisce vivere in aree – anche urbanizzate – con zone alberate. Non ama posarsi a terra, dove a causa delle sue caratteristiche appare goffo e poco elegante, mentre staziona spesso su rami.
Questo piccolo passeraceo si adatta a molti habitat. Può essere visto a varie latitudini, accomunati fra loro dalla presenza di boschi o boscaglie non eccessivamente fitti, aree aperte erbose o cespugliose e fonti permanenti d’acqua dolce. Occupa quindi svariati ambienti: dalla macchia mediterranea alla taiga, ai campi di taglio alle pinete, alle piantagioni ed ai gineprai, oltre che nelle aree antropizzate, dove lo si vede nelle aree piantumate suburbane, nelle aree rurali e nei campi abbandonati con abbondante crescita di erbacce.
Descrizione –
Il Cardellino è un piccolo passeriforme lungo poco più di 10 cm, per circa 12 grammi di peso. La sua livrea è variopinta e sgargiante, con il muso rosso scarlatto, le guance bianche, la testa nera, il corpo beige, le ali nere con una striatura gialla intensa dalla punta bianca. Il dimorfismo sessuale è minimo, in quanto non ci sono differenze evidenti tra il maschio e la femmina, a parte il fatto che quest’ultima presenta tonalità relativamente più “sbiadite”. Il becco è possente e robusto, adatto a spezzare e a perforare i semi, che costituiscono la quasi totalità della sua dieta: predilige semi di cardo, cardo dei lanaioli e girasole, oltre a quelli di agrimonia, cicoria, romice, senecio, tarassaco, crespigno.
Piccolo e dal piumaggio inconfondibile, la leggenda vuole che prenda il nome dalla pianta del cardo, dove era facile incontrarlo per via dei semi dei quali è ghiotto. Secondo la tradizione, gli spinosi rami del cardo sono gli stessi usati dai romani per la corona di spine della crocifissione, e un’altra leggenda vuole allora che un Cardellino si fosse adoperato per estrarre appunto le spine del cardo dalla fronte di Gesù, e che si fosse ferito a sua volta sporcandosi il capo col sangue del figlio di Dio, macchia che sarebbe rimasta per sempre indelebile sulla sua livrea. Per questo il Cardellino è diventato il simbolo della passione, ed è stato rappresentato in numerose opere d’arte del passato, per esempio da Raffello Sanzio, autore de “La Madonna del Cardellino”.
Biologia –
Il cardellino è un uccello molto vispo e vivace, dalle abitudini essenzialmente diurne, che passa la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo, mantenendosi generalmente fra l’erba alta o al suolo, per poi fare ritorno sul far della sera verso posatoi predefiniti al riparo fra i rami degli alberi, dove poter riposare.
Le coppie (sono uccelli monogami) cominciano a formarsi verso febbraio, coi due partner che vivranno a stretto contatto fino a settembre e anche dopo, aggregandosi generalmente al medesimo stormo: i maschi attirano le femmine cantando a squarciagola col becco aperto e le ali aderenti al corpo o con le punte lievemente rivolte verso il basso, ondeggiando il corpo per corteggiarle una volta arrivate. Le femmine ondeggiano a propria volta per segnalare interesse, accovacciandosi all’avvicinarsi del maschio e spostando lateralmente la coda per segnalare la propria disponibilità all’accoppiamento, permettendogli di montarle.
La fase riproduttiva inizia nel periodo tra la primavera e l’estate: una coppia di cardellini può produrre fino a tre covate l’anno, con la femmina che depone da 2 a 7 uova maculate, che cova per circa 12 giorni. Durante la cova, il maschio staziona nei pressi del nido, cantando frequentemente, tenendo d’occhio i dintorni per scacciare eventuali intrusi o individuare l’avvicinarsi di eventuali pericoli ed occupandosi di cercare il cibo per sé e per la compagna.
Il nido viene costruito generalmente a media altezza, alle estremità dei rami di abeti e altre conifere o su alberi da frutto.
Il nido ha la forma di una coppa e viene costruito nel giro di circa una settimana dalla sola femmina, talvolta coadiuvata dal maschio che reperisce parte del materiale da costruzione: esso viene ubicato generalmente verso la biforcazione finale del ramo di un albero (spesso una conifera), e si compone di una parte esterna di rametti e licheni intrecciati e di una parte interna di fibre vegetali foderate ancora più internamente di piumino e lanugine, il tutto tenuto insieme da ragnatele.
I pulli schiudono ciechi ed implumi. I genitori si alternano nelle cure parentali: mentre uno rimane al nido (per i primi 13-18 giorni la sola femmina), rimuovendo le deiezioni e tenendo al caldo e al sicuro la nidiata, l’altro si reca alla ricerca di cibo (semi immaturi, larve e afidi, i primi in proporzioni via via maggiori man mano che passano i giorni), che utilizzerà per imbeccare il coniuge ed i piccoli.
I giovani cardellini sono pronti per l’involo attorno ai 13-18 giorni di vita: essi tendono tuttavia a rimanere ancora per una decina di giorni presso il nido, seguendo i genitori (che in genere stanno preparandosi a portare avanti un’altra covata) nei loro spostamenti e chiedendo loro (soprattutto al maschio), sebbene sempre più sporadicamente, l’imbeccata. In tal modo, i giovani vengono svezzati attorno al trentacinquesimo giorno dalla schiusa, quando sono virtualmente indipendenti e generalmente si disperdono.
I cardellini, in natura, vivono circa 3-4 anni, mentre in cattività questi uccelli (pur venendo generalmente considerati fra i fringillidi da gabbia più delicati e meno longevi) raggiungono i 10-12 anni d’età.
Ruolo Ecologico –
I cardellini sono uccelli prevalentemente granivori, la cui dieta si compone in massima parte dei semi di una gran quantità di piante erbacee: oltre ai cardi, la predilezione per i quali ha fruttato a questi animali sia il nome comune che il nome scientifico, questi uccelli si nutrono anche di semi (maturi o ancora verdi) di acetosa, agrimonia, cicoria, romice, senecio, tarassaco, crespigno e girasole (rivelandosi molto ghiotti anche di quest’ultimo), oltre che dei semi di piante arboree a seme piccolo (principalmente cipresso e ginepro), foglioline, germogli, bacche e frutta matura.
Durante il periodo degli amori, quando il fabbisogno energetico risulta aumentato per via delle operazioni di corteggiamento ed allevamento della prole, i cardellini si nutrono in prevalenza di insetti ed altri piccoli invertebrati, che vengono forniti anche ai nidiacei.
Il Carduelis carduelis è un volatile che quando si muove lo fa in piccoli stormi, soprattutto durante l’inverno, quando non è raro osservare gruppi di cardellini posati sui rami l’uno accanto all’altro, per combattere il freddo. Gli stormi sono talvolta “misti”: vi si possono infatti ritrovare altre specie come il Verdone o il Verzellino, con i quali condivide le aree di raccolta del cibo e può addirittura ibridarsi.
Una particolare attrazione è rappresentata dal canto di questo piccolo volatile. Il canto è emesso quasi unicamente dai maschi in amore (anche le femmine cantano di tanto in tanto, ma hanno un repertorio molto meno vasto e piuttosto monotono), appare continuo, sommesso e liquido. Il canto dei cardellini si compone di tre sequenze principali, emesse in modo casuale. Tali sequenze non hanno nomi standardizzati (come avviene per esempio fra i canarini da canto), ma sono note con numerosi termini dialettali (nella maggior parte dei casi onomatopeici).
La sequenza di questi canti, emesse coi giusti tempi e la giusta scansione fra le sillabe, vengono considerate perfette dai giudici delle gare di canto, e gli esemplari in grado di emetterle senza errori sono estremamente pregiati. A differenza del canarino domestico, il cardellino è piuttosto poco influenzabile da parte dei fattori esterni per quanto concerne il canto, che sembra avere una origine ereditaria.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.