Hippophaë fluviatilis
Hippophaë fluviatilis
L’olivello spinoso (Hippophaë fluviatilis (Soest) Rivas Mart.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Elaeagnaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Proteales,
Famiglia Elaeagnaceae,
Genere Hippophae,
Specie H. rhamnoides.
È basionimo il termine:
– Hippophaë rhamnoides subsp. fluviatilis Soest;
sono sinonimi i seguenti termini:
– Argussiera rhamnoides (L.) Bubani;
– Elaeagnus rhamnoides (L.) A. Nelson;
– Hippophae littoralis Salisb.;
– Hippophae rhamnoidea St.-Lag.;
– Hippophaes rhamnoideum (L.) St.-Lag.;
– Hippophae salicifolia sinensis (Rousi) Hyvonen;
– Osyris rhamnoides (L.) Scop.;
– Rhamnoides hippophae Moench.
Secondo alcuni autori all’interno di questa specie sono presenti nove sottospecie.
Etimologia –
Il termine Hippophaë secondo De Theis, Gentil e altri proviene dal greco ἵππος híppos cavallo e da φάο pháo risplendere: perché questa pianta veniva usata come foraggio per i cavalli (come citava Plinio, ma con formula dubitativa); per Gledhill e altri invece dal greco ἵππος híppos cavallo e da φένω phéno uccidere: ἵππόφεως hippópheos è il nome attribuito da Teofrasto a una pianta spinosa; per Quattrocchi e Dave’s Garden, da un antico nome greco per una pianta spinosa, forse un’euforbia.
L’epiteto specifico fluviatilis viene da fluvius fiume, corso d’acqua: dei fiumi o corsi d’acqua.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’olivello spinoso è una pianta distribuita su un ampio areale nell’Eurasia e a diverse altitudini. In Europa è presente fino alla Gran Bretagna, dalla Norvegia meridionale e orientale alla Spagna ed in Asia si estende sino al Giappone e all’Himalaya.
Il suo habitat è quello, di solito, vicino alla costa, dove spesso forma boschetti su dune fisse e scogliere marine, sponde e terrazze di fiumi, letti di fiumi asciutti, margini di foreste, boschetti sui pendii di montagne, morene, prati alle quote più elevate; ad altitudini comprese tra 600 e 4.200 metri.
È una specie pioniera e colonizza anche suoli poveri. Sopporta il vento, il freddo intenso e vive anche in terreni salini, vicino al mare, essendo alofita. È utilizzata per contrastare l’erosione dei suoli e delle coste grazie all’apparato radicale e vegeta in ambienti soleggiati, è eliofila e non teme la siccità.
Descrizione –
L’ Hippophaë fluviatilis è un piccolo arbusto, latifoglie e deciduo, con rami spinosi e foglie lanceolate, opposte, di colore verde argenteo.
È una pianta dioica con fiori maschili e fiori femminili su piante diverse, solo quest’ultime producono le bacche.
I fiori sono piccoli e di colore verde giallastro.
Il frutto è un acrosarco di 4-8 x 2-6 mm, da obovato a subsferico, ricoperto da una squama ferreuginea, succoso, acidulo, giallo-aranciato, con endocarpo (achenio) di 3,5 x 2,5 mm.
Coltivazione –
L’Hippophae rhamnoides è una pianta molto resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -25 a -35 °C quando è completamente dormiente.
Si tratta di una pianta di facile coltivazione che richiede, comunque, una posizione soleggiata: le piantine non riescono a crescere in una posizione ombreggiata e gli arbusti maturi muoiono rapidamente se sono messi all’ombra di piante più alte.
Cresce bene in terreni molto sabbiosi, sebbene sia in grado di adattarsi alla maggior parte dei tipi di terreno, compresi quelli poveri, purché non siano troppo asciutti.
Cresce bene in ambienti con acqua e in terreni abbastanza umidi ma le piante adulte e con apparato radicale formato sono molto resistenti alla siccità.
Le piante sono molto resistenti al vento e tollerano l’esposizione marittima.
È una pianta con crescita abbastanza lenta.
Questa pianta viene coltivata anche come pianta molto ornamentale ed è coltivata occasionalmente, soprattutto nel nord Europa, per i suoi frutti commestibili.
Questa specie ha una relazione simbiotica con alcuni batteri del suolo, questi batteri formano noduli sulle radici e fissano l’azoto atmosferico. Parte di questo azoto viene utilizzato dalla pianta in crescita, ma una parte può essere utilizzata anche da altre piante che crescono nelle vicinanze.
La propagazione può avvenire per via gamica che agamica.
Nella propagazione per seme questa va operata possibilmente in posizione soleggiata in serra fredda. La germinazione è generalmente rapida e buona anche se 3 mesi di stratificazione a freddo possono migliorare il tasso di germinazione. In alternativa il seme può essere seminato in una serra fredda non appena è maturo nel periodo dell’autunno. Il trapianta va fatto in tarda primavera nelle loro posizioni permanenti. Le piantine maschili, in primavera, hanno gemme ascellari molto prominenti mentre le femmine nello stesso periodo sono chiare e lisce.
Le piante di solito producono abbondanti polloni, soprattutto se coltivate su terreni sabbiosi.
Si può effettuare la propagazione anche partendo da talee; in questo caso si possono utilizzare talee di legno a mezza maturazione, nel periodo di inizio estate – luglio.
Anche se la radicazione non è elevata risulta il metodo più semplice di propagazione vegetativa.
Si può anche partire da talee di legno maturo, in autunno, ed in questo caso le talee dovrebbero essere prese alla fine del periodo autunnale o molto presto all’inizio della primavera prima che si formino le gemme.
Le talee vanno poste in un substrato di sabbia e torba, fino a metà primavera, devono avere una dimensione di 7 – 9 cm e piantate in una serra.
Il radicamento dovrebbe avvenire entro 2 mesi, dopo di che potranno essere messe nelle loro posizioni permanenti nel periodo autunnale.
Usi e Tradizioni –
L’ Hippophaë fluviatilis è una pianta con un ampio utilizzo, sia in campo alimentare, in medicina che per l’utilizzo di varie parti per varie finalità.
Questa pianta è salita alla ribalta come alimento e medicinale dagli anni ’70, essendo particolarmente apprezzata per i frutti ricchi di sostanze nutritive.
Viene spesso coltivata per fornire frutta per fare succhi, ecc.; inoltre è una specie pioniera nella stabilizzazione dei boschi, del suolo e anche come pianta ornamentale e da siepe.
Tra gli usi commestibili si ricorda che i frutti possono essere consumati sia crudi che cotti; questi sono succulenti ed aromatici anche se sono troppo acidi quando sono crudi per i gusti della maggior parte delle persone.
La frutta diventa meno acida dopo una gelata o se cotta.
Il maggiore utilizzo è comunque per la produzione di succhi di frutta poiché sono ricchi di vitamine e hanno un aroma attraente. I frutti possono anche essere utilizzati in molti modi in cui il succo viene utilizzato in insalate, frullati e vari piatti cucinati .
Il frutto è molto ricco di vitamina C e vitamine A ed E; inoltre i frutti di alcune specie e cultivar contengono fino al 9,2% di olio.
Il frutto oltre alle vitamine contiene flavonoidi e altri composti bioattivi.
Nel dettaglio contiene carotenoidi, antiossidanti, vitamine, minerali, polifenoli e fitosterolo; è la fonte più ricca di acidi grassi naturali omega 3, 6 e 9 insieme agli acidi grassi omega 7 più rari. La bacca è una fonte di grassi omega-7 ed ha, come detto, un alto contenuto di vitamina C, superiore a quello degli agrumi e vitamina A ed E.
Il frutto Viene studiato come alimento in grado di ridurre l’incidenza del cancro e anche come mezzo per arrestare o invertire la crescita dei tumori. Il succo è anche un componente di molti farmaci ricchi di vitamine e preparati cosmetici come creme per il viso e dentifrici.
Per quanto riguarda gli impieghi medicinali si sottolinea che i ramoscelli e le foglie contengono il 4 – 5% di tannino; sono astringenti e vermifughi.
I rami teneri e le foglie contengono sostanze bioattive che vengono utilizzate per produrre un olio ben distinto dall’olio prodotto dal frutto. Si ottengono rese di circa il 3% di questo olio che viene usato come unguento per il trattamento delle ustioni.
L’olio medicinale di alta qualità prodotto dal frutto viene invece utilizzato nel trattamento dei disturbi cardiaci; si dice anche che sia particolarmente efficace quando applicato sulla pelle per curare ustioni, eczemi e lesioni da radiazioni, e viene assunto internamente nel trattamento di malattie dello stomaco e dell’intestino.
Il succo del frutto, appena spremuto, viene utilizzato nel trattamento di raffreddori, stati febbrili, spossatezza, ecc..
I semi contengono il 12-13% di un olio a lenta essiccazione.
Dal frutto, dagli steli, dalla radice e dal fogliame si ottiene un colorante giallo.
Dalle foglie giovani e dai germogli si ottiene un colorante bruno-nerastro.
Il durame è giallo-brunastro; l’alburno è giallo. Il legno è a grana fine, duro, piuttosto duro, pesante, molto resistente. Viene utilizzato per lavori di falegnameria di pregio, torneria, ecc.; inoltre viene utilizzato anche come combustibile e carbone.
Con le sue spine, questo arbusto può essere usato per formare siepi difensive e impenetrabili interpoderali, ai confini degli appezzamenti.
Data la resistenza della pianta ai climi freddi dell’emisfero nord e la sua presenza in regioni dove altre fonti di vitamina C non erano sempre certe, in passato i suoi frutti erano considerati preziosi e quasi miracolosi, soprattutto se conservati e consumati nel caso delle insidiose manifestazioni patologiche dovute a carenza di micronutrienti e vitamine nei mesi invernali.
Modalità di Preparazione –
Dell’ Hippophaë fluviatilis si utilizzano i frutti che vengono consumati sia crudi che cotti; Il maggiore utilizzo è comunque per la produzione di succhi di frutta poiché sono ricchi di vitamine e hanno un aroma attraente. I frutti possono anche essere utilizzati per preparare insalate, frullati e vari piatti cucinati .
Dai frutti si può preparare un decotto che viene utilizzato come detergente per trattare irritazioni ed eruzioni cutanee.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.