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Picea obovata

Picea obovata

Il peccio siberiano (Picea obovata Ledeb., 1833) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Picea,
Specie P. obovata.
Sono sinonimi i termini:
– Abies alpestris Stein;
– Abies excelsa var. altaica (Tepl.) Willk.;
– Abies excelsa var. obovata (Ledeb.) K.Koch;
– Abies obovata (Ledeb.) Loudon;
– Picea abies subsp. alpestris (Stein) Parfenov, 1971;
– Picea abies subsp. obovata (Ledeb.) Domin;
– Picea abies subsp. obovata (Ledeb.) Hultén;
– Picea abies subsp. obovata (Ledeb.) Lindm.;
– Picea abies subsp. obovata (Ledebour) A.E.Murray, 1982;
– Picea abies var. obovata (Ledeb.) Lindq.;
– Picea alpestris Bruegg.;
– Picea excelsa subsp. obovata (Ledeb.) Blytt;
– Picea excelsa var. alpestris (Stein) Rouy, 1913;
– Picea excelsa var. obovata (Ledeb.) Ahlfv.;
– Picea excelsa var. obovata (Ledeb.) Blytt;
– Picea obovata subsp. krylovii (Luchnik) Silba;
– Picea obovata subsp. petschorica Govor.;
– Picea obovata subsp. tschiketamanica (Luchnik) Silba;
– Picea obovata var. argentea Luchnik;
– Picea obovata var. brevifolia Luchnik;
– Picea obovata var. caerulea Malyschev;
– Picea obovata var. coerulea Malyschev;
– Picea obovata var. densifolia Luchnik;
– Picea obovata var. krylovii Luchnik;
– Picea obovata var. lucifera Luchnik;
– Picea obovata var. lutescens Luchnik;
– Picea obovata var. pendula Luchnik;
– Picea obovata var. seminskiensis Luchnik;
– Picea obovata var. tschiketamanica Luchnik;
– Picea petchorica Govor.;
– Picea vulgaris var. altaica Tepl.;
– Picea wolossowiczii Sukaczev;
– Pinus abies Pall.;
– Pinus abies f. obovata (Ledeb.) Voss;
– Pinus abies var. obovata (Ledeb.) Andersson;
– Pinus abies var. obovata (Ledeb.) Andersson ex A.Murray bis;
– Pinus obovata (Ledeb.) Turcz.;
– Pinus obovata var. schrenkiana Parl..

Etimologia –
Il termine Picea proviene da picea, nome latino del pino selvatico in Virgilio e Plinio; secondo un’interpretazione etimologica, dovrebbe derivare da Pix picis = pece, in riferimento all’abbondante produzione di resina.
L’epiteto specifico obovata, significa con forma simile ad un uovo, ma con la parte più larga in posizione distale, da ob-, preposizione col senso di andare verso, e da ovatus ovato, in riferimento alla forma di uovo rovesciato dei macrosporofilli dei coni.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Picea obovata è una conifera originaria della Mongolia e della Russia (Altaj, Amur, Krasnojarsk, Jacuzia, Cita, Buriazia, Tuva, Magadan, Irkutsk, Chabarovsk e Siberia).
Questa pianta ricopre un ruolo importante nella taiga boreale del nord della Russia e della Siberia, che diventa dominante nelle zone caratterizzate dal permafrost, anche oltre il circolo polare artico.
Nel suo habitat, nella parte meridionale del suo areale, può ritrovarsi in foreste pure o in associazione con Abies sibirica fino a quote di 2000 m sui monti Altaj. Nelle zone paludose assume forme più strette e quasi stentate, crescendo in associazione con Larix gmelinii, mentre in quelle più secche in associazione con Pinus sylvestris; nelle zone con suoli più drenati e profondi compaiono anche caducifoglie dei generi Betula e Populus. Questa conifera è estremamente tollerante nei confronti delle condizioni rigide siberiane, con temperature che possono raggiungere anche i -60 °C; in queste condizioni, con brevissime estati secche, la crescita di P. obovata è molto lenta con esemplari di 10 cm di diametro che possono anche avere un secolo di età.

Descrizione –
La Picea obovata è una conifera che cresce fino a 40 m di altezza con chioma conica.
Il tronco è monopodiale, diritto, e può raggiungere 1 m di diametro; la corteccia è rugosa, a placche, di colore grigio.
I rami del primo ordine sono slanciati, sviluppati orizzontalmente o pendenti; quelli del secondo ordine sono molto variabili, orizzontali. I virgulti sono glabri o lievemente pubescenti, inizialmente di colore arancione o rosso-marrone, poi grigio, scanalati; i pulvini sono lunghi 1 mm, obliqui.
Le foglie sono aghiformi, di colore verde scuro, lunghe 0,8-2,5 cm, lineari, dritte o ricurve, con punte acute e di sezione quadrangolare; hanno stomi su entrambe le pagine, disposti in 2-4 linee. Le gemme vegetative sono ovoidali-coniche, lunghe 4-5 mm, a volte lievemente resinose; hanno perule triangolari, ottuse, di colore marrone chiaro o marrone rossastro, persistenti per anni.
Gli strobili maschili sono di colore giallo; si formano in posizione ascellare e sono lunghi 1-1,5 cm.
I coni femminili sono terminali, cilindrici, inizialmente eretti, poi pendenti a maturazione, lunghi 4-8 cm e larghi 2,5-4 cm, inizialmente verdi o rossi, poi marroni o marroni scuri. I macrosporofilli sono obovati-oblunghi, lunghi 1,5-2,5 cm, con superficie liscia e glabra, base cuneata e margine superiore ottuso o arrotondato, intero. Le brattee sono rudimentali, ligulate, lunghe 2-3 mm, interamente incluse.
I semi hanno colorazione marrone scuro o marrone-nerastro; sono ovoidali-oblunghi e lunghi 2-4 mm, con parte alata ovata-oblunga lunga 10-15 mm, di colore marrone chiaro.

Coltivazione –
La Picea obovata è una conifera diffusa nella taiga, dove tende a dominare i terreni poco profondi sopra il permafrost e si trova molto più a nord, fino all’interno del circolo polare artico. Nelle parti meridionali del suo areale forma foreste quasi pure, oppure si mescola con l’Abies sibirica sui Monti Altai fino a 2000 m di altitudine.
Nelle zone paludose diventa invece un albero rachitico, strettamente colonnare e spesso cresce con Larix gmelinii (una situazione che ricorda molto quella condivisa da Picea mariana e Larix laricina nel Nord America).
Per la sua coltivazione si tenga conto delle condizioni climatiche dove cresce, essendo una pianta che tollera temperature rigide fino -60 °C mentre è poco adatta a climi con temperature miti ed inverni poco piovosi.
Come altre conifere si riproduce preferibilmente per seme.

Usi e Tradizioni –
La Picea obovata è stata collocata da Ran et al. (2006) e Lockwood et al. (2013) molto vicino a P. abies in un clade composto principalmente da abeti rossi ad aghi quadrangolari dell’Asia orientale. La stretta parentela con P. abies è stata riconosciuta da tempo, tanto che alcune autorità hanno ridotto P. obovata allo status di sottospecie. Una forma intermedia, P. × fennica, rappresenta un ibrido introgressivo tra le due specie (Farjon 1990). Questa introgressione è stata dettagliata da Krutovskii e Bergmann (1995), che hanno analizzato i loci dell’isoenzima per le popolazioni campionate dall’intero areale delle due specie. Hanno trovato così poca variazione tra i due taxa, e una zona così ampia di ibridazione introgressiva (che copre entrambi i lati dei monti Urali) da giustificare la descrizione di loro come “due razze geografiche di una specie di abete rosso”. Tuttavia, le filogenesi molecolari indicano che P. obovata è distinto da P. abies come altri taxa nel clade come P. meyeri o P. koyamae. Un orologio molecolare proposto da Lockwood et al. (2013) suggerisce un’età del Pleistocene inferiore per la divergenza di queste specie.
Questo peccio ha una grande importanza economica in Russia per lo sfruttamento del suo legno, in gran parte utilizzato nell’industria cartaria; altri utilizzi sono quelli classici di altri pecci, compresa la produzione di strumenti musicali (violini).
È poco coltivato fuori dalla Russia dove viene riprodotto ed allevato solo in alcune zone della Russia e dell’est Europa.
Per quanto riguarda il suo stato di conservazione, essendo una delle conifere più comuni, e con areale vastissimo, viene classificata come specie a rischio minimo (least concern in inglese) nella Lista rossa IUCN.

Modalità di Preparazione –
La Picea obovata è una pianta molto diffusa nel suo areale dove trova impiego soprattutto in campo industriale per il suo legno o come combustibile.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/256381067/original.jpeg
https://www.conifers.org/pi/pi/o/obovata03.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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