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Tenebrio molitor

Tenebrio molitor

La tarma della farina o verme della farina o tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor Linnaeus, 1758) è un insetto appartenente alla famiglia dei Tenebrionidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Coleopteroidea,
Ordine Coleoptera,
Sottordine Polyphaga,
Infraordine Cucujiformia,
Superfamiglia Tenebrionoidea,
Famiglia Tenebrionidae,
Sottofamiglia Tenebrioninae,
Tribù Tenebrionini,
Genere Tenebrio,
Specie T. molitor.
È sinonimo il termine:
– Tenebrio laticollis Stephens, 1832.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Tenebrio molitor è un coleottero originario dell’Europa, divenuto col tempo cosmopolita, con maggiore diffusione nelle regioni temperate e nell’emisfero settentrionale; tuttavia è incapace di riprodursi nelle aree tropicali.
Il suo habitat naturale in natura è quello del legno marcescente; negli insediamenti umani invece predilige basamenti dei mulini, impianti di essicazione dei cereali, magazzini, dove si nutre di farina e derrate alimentari.

Morfologia –
Il Tenebrio molitor è un coleottero con una lunghezza oscillante tra 15 e 20 mm, di colore bruno.
Questo insetto presenta un ampio protorace ed è dotato di ali membranose, oltre alle elitre, che gli consentono di volare.
Le larve sono subcilindrice, di colore giallo-ruggine brillante e con tegumento ben sclerificato; hanno corte zampe toraciche e misurano circa 30 mm di lunghezza.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il Tenebrio molitor è un insetto con riproduzione sessuata, anche se sono stati segnalati casi di partenogenesi; le uova vengono deposte ogni anno in primavera, ma lo sviluppo delle larve è irregolare, poiché dipende dalla disponibilità di cibo e dalle condizioni ambientali.
Ogni femmina può produrre da 275 a 600 uova, 30-40 al giorno, che si schiudono dopo circa 10-14 giorni.
Le uova sono deposte nella farina o tra i residui delle cariossidi; le larve si nutrono di farina e di derrate affini. Il loro sviluppo può protrarsi anche a lungo, in relazione alle condizioni nutrizionali ed ambientali.
Sebbene questo insetto prediliga l’ambiente secco e una temperatura superiore ai 23-26 °C, è molto resistente e tollera bene anche lunghi periodi al freddo (anche tre settimane a -15 °C) e senza cibo; in condizioni normali, la larva si impupa dopo 6-7 mesi, senza bozzolo e talvolta anche allontanandosi dal luogo dove è cresciuta.
L’adulto emerge dopo 7-24 giorni, apparendo tra maggio e settembre, e può raggiungere i tre mesi di vita; a differenza dei carabidi, cammina piuttosto lentamente, però può volare e di notte entra spesso nelle abitazioni perché è attratto dalla luce.
Le larve sono virtualmente onnivore e si sviluppano in natura nel legno marcescente, mentre negli ambienti antropizzati prediligono i prodotti a base di cereali, specie se in via di scadenza. Tuttavia si nutre anche di residui di cariossidi, crusca, resti di altri vegetali e di carne, tabacco, insetti morti, fertilizzanti, piume e feci di uccello, tanto che può proliferare, oltre che nelle dispense e nei magazzini, anche nei nidi di uccello e di pipistrello; sono state trovate anche in vecchi tappeti e imbottiture.
Generalmente compie una generazione all’anno.

Ruolo Ecologico –
Il Tenebrio molitor è una specie fortemente sinantropa, che si trova soprattutto nelle abitazioni, dove frequenta in particolare le dispense; allo stato larvale, la tarma della farina è infestante e dannosa, dato che si sviluppa all’interno di derrate alimentari, in particolare quelle a base di cereali quali farine, pane, pasta e biscotti; il cibo viene contaminato dagli escrementi e assume un sapore sgradevole.
Questo coleottero vive e si riproduce sia in natura che negli insediamenti umani ove sono presenti farine, cereali, derrate alimentari, ecc.
I danni sono prodotti soprattutto dalle larve e si manifestano sulle derrate descritte che, contaminate dagli escrementi, assumono un sapore sgradevole. Si segnala una specie affine, il Tenebrio obscurus F., che si comporta in modo molto simile al Tenebrio molitor, dal quale differisce solamente per la livrea bruno nerastra. Infine si ricorda il Tribolium castaneum, Tenebrionide rosso-marrone di 3-4 mm che infesta le farine e svariate altre sostanze vegetali, che contamina anche con un secreto di odore molto sgradevole.
Per combattere le infestazioni di questo insetto si possono adottare alcuni accorgimenti, sia di natura chimica che con tecniche di prevenzione.
Ovviamente le più indicate sono le tecniche di prevenzione per evitare di immettere nell’ambiente e negli alimenti principi attivi di natura sintetica.
Nella prevenzione bisogna avere cura di adottare una serie di provvedimenti:
– i locali destinati a magazzino devono essere perfettamente impenetrabili dagli insetti. Le porte e le finestre devono possedere accorgimenti che ne consentano la chiusura ermetica. Lo stesso fabbricato deve essere isolato anche nelle fondazioni, per consentire le eventuali fumigazioni di disinfestazione, anche in pressione; le finestre devono essere dotate di reti di metallo o di nylon, a maglia fine, per impedire l’ingresso degli insetti adulti;
– nei magazzini e nei locali di lavorazione trovano efficace applicazione: trappole alimentari; trappole luminose a scarica elettrica; trappole sessuali: queste sono particolarmente efficaci contro i Lepidotteri.
L’uso delle trappole può contribuire ad interessanti risultati e può essere condotta in varia maniera:
– cattura massiva: in questo modo si diminuisce la consistenza numerica della popolazione, mediante la cattura dei maschi che non possono più compiere gli accoppiamenti;
– cattura di monitoraggio: in questo modo si individua l’entità della popolazione e si segue il ciclo di sviluppo allo scopo di determinare la soglia di intervento. Questa consente di individuare il momento più propizio per intervenire con prodotti disinfestanti e solo quando l’entità della popolazione è tale da provocare un reale danno economico.
La soglia di intervento varia da 1 a 2 insetti per trappola a seconda del fitofago considerato. In caso di superamento della soglia si consiglia di effettuare una disinfestazione che viene effettuata con fumiganti o con insetticidi ad azione residuale; essa può essere fatta sia con infestazioni in atto che con i locali vuoti, a scopo preventivo.
Le fumigazioni devono essere effettuate da personale specializzato, previa autorizzazione della Questura, dell’A.S.L., o della Capitaneria di Porto.
Le dosi e i periodi di esposizione devono essere rigorosamente rispettati per evitare che il prodotto immagazzinato assuma odori che poi si trasmettono anche al pane e agli altri derivati.
Inoltre l’applicazione delle dosi deve essere rigorosa per evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza, avendo cura, altresì, di alternare l’uso dei principi attivi, per ridurre questi fenomeni.
Visti i pericoli crescenti nell’uso di insetticidi e fumiganti, negli ultimi tempi la conservazione delle derrate alimentari si sta orientando sull’impiego di due nuove tecnologie: l’atmosfera controllata e la refrigerazione; queste nuove tecniche che tendono a sostituire i prodotti chimici consentono di limitare le infestazioni e di ottenere prodotti conservati senza residui chimici.
Queste tecniche prevedono ambienti appositamente costruiti e naturalmente a tenuta stagna.
La tecnica dell’atmosfera controllata viene realizzata con l’impiego di Azoto oppure di Anidride carbonica in sostituzione dell’Ossigeno.
I risultati migliori si ottengono con l’Anidride carbonica che richiede tempi di applicazione minori, rispetto all’Azoto, anche in presenza di una certa % di Ossigeno.
Gli insetti muoiono per soffocamento e per l’effetto tossico della CO2 a livello cellulare.
La tecnica della refrigerazione consente di conservare efficacemente i prodotti per lunghi periodi in quanto viene bloccato il metabolismo degli insetti.
I tempi di refrigerazione variano a seconda dell’abbassamento di temperatura prescelto, che dipende dalle specie di insetti presenti e dal loro stadio di sviluppo.
La conservazione potrebbe essere anche integrata, cioè utilizzando entrambe le tecniche: basse temperature associate ad atmosfera controllata.

Uso agroalimentare –
Le larve del Tenebrio molitor vengono allevate e vendute (spesso vive, ma anche essiccate o in polvere) in grandi quantità come cibo per uccelli, rettili, anfibi e pesci, nonché come esche per la pesca. Talvolta, gli allevatori nutrono le larve con un ormone che ne previene la trasformazione in esemplari adulti, portandole a crescere fino a più di 2 cm di lunghezza e 300 mg di peso.
In alcune regioni del mondo (Cina, Sudest asiatico) esse vengono consumate anche come cibo dall’uomo.
In Europa ne è stato autorizzato il commercio per uso alimentare umano dal maggio 2021, a seguito di cui stanno sorgendo alcune aziende anche italiane in grado di creare i primi prodotti contenenti larve essiccate.
Questo perché questo coleottero è costituito dal 53% di proteine, dal 28% di grassi e dal 6% di fibre ed è ricco di vitamine essenziali come la vitamina B1 che stimola i processi metabolici e migliora le funzioni del sistema immunitario. Il contenuto di amminoacidi è superiore a quello di alimenti come l’orzo, il lievito di birra, il pesce, i crostacei e la carne di manzo e vitelli.
Inoltre è caratterizzato da un efficiente tasso di conversione del mangime, basse emissioni di gas serra, bassa impronta idrica, ridotto utilizzo del suolo e ottima capacità di nutrirsi di innumerevoli tipologie di scarti e rifiuti organici e non solo.
Tuttavia nel contesto dell’evoluzione agroecologica delle produzioni agroalimentari l’efficienza energetica di questi metodi non può competere con quella degli agroecosistemi biodiversi.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.

Fonte foto:
https://www.artportalen.se/MediaLibrary/2023/5/788af7f3-623f-40ba-9c40-1f2248d4e367_image.jpg



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