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Bonsai

Bonsai

I bonsai (盆栽), che letteralmente significa “piantato in vaso piatto”, sono degli alberi o arbusti in miniatura che, attraverso particolari tecniche, vengono mantenuti di dimensioni molto ridotte, anche per molti anni.
L’arte del bonsai è di origine giapponese e ha preso origine da quella cinese del penzai (o penjing). Nel secolo VI, l’organico dell’ambasciata giapponese insieme agli studenti buddisti ritornò dalla Cina con alcuni vasi.
La tecnica dei bonsai è nata quindi in Cina ed è stata modificata in Giappone applicando alle piante coltivate canoni estetici propri influenzati dalla filosofia Zen, è legata a quello che gli orientali chiamano seishi: l’arte di dare una forma, di coltivare, il praticare le tecniche più svariate sempre però nel rispetto della pianta.
I bonsai rappresentano quindi una natura viva che, attraverso il dimensionamento in piccoli alberi esprimono comunque tutta l’energia che è racchiusa in una pianta di grandi dimensioni.

Storia –
La storia dei bonsai è antica.
Già intorno al VI secolo dopo Cristo: i primi reperti ci dicono che questi venivano già realizzati dai popoli nomadi di origine mongola che dominavano la Cina: facevano crescere piante medicinali nei vasi per poterli trasportare nelle migrazioni.
Tuttavia la pratica di miniaturizzare gli alberi è probabilmente più antica e risale a una pratica di oltre 2.000 anni fa, chiamata Penjing, che consisteva nel comporre paesaggi con miniature di monti, fiumi e alberi. Il bonsai più antico mai ritrovato, infatti è stato rinvenuto in una tomba risalente a tremila anni fa.
Questa coltivazione, trasformatasi ben presto in arte, fu sviluppata attorno al 700, dai monaci buddisti cinesi, che applicavano ai mini- alberi i principi della loro filosofia: l’uomo doveva ridurre alla sua capacità di visione ciò che lo circonda, miniaturizzando non solo l’albero, ma anche il paesaggio su cui cresce. Altre scuole invece vedevano nei tronchi contorti e nati su una pietra la nascita della vita nonostante le avversità. Tronchi e rami potevano anche essere piegati per creare ideogrammi o numeri magici.
Secondo una leggenda, la nascita dell’arte del bonsai risale al periodo Han (206 a. C.- 220 d. C.), e a iniziarla sarebbe stato un uomo dotato del potere di miniaturizzare i paesaggi. Ma la prima testimonianza certa si trova in un dipinto rinvenuto nella tomba di un nobile della dinastia Tang, morto nel 705 d. C., dove sono raffigurati due uomini che portano un contenitore con un piccolo albero. Nel periodo successivo, intorno al 1000, si diffusero composizioni di paesaggi, con pietre e figure, chiamate pun-wan o bonkei. Il modo di coltivare gli alberi si differenziò in varie scuole, a seconda delle dimensioni, delle varietà utilizzate e delle forme in cui gli alberi venivano piegati. I bonsai arrivarono in Giappone, probabilmente con i monaci buddisti, nel periodo Heian (794-1185 d. C.).

Tecnica –
Per poter realizzare un bonsai bisogna avere a disposizione una pianta; si può comprare un prebonsai (materiale da lavorare che deve essere potato e legato con il filo) oppure si può ottenere attraverso differenti tecniche di coltivazione (es. margotta o talea).
In ogni caso è importante che la pianta scelta si possa adattare bene alle proprie condizioni ambientali.
Per questo motivo il punto di partenza è lo studio della specie che si vuole coltivare e se questa nelle condizioni ambientali dove si vuole coltivare si adatti bene: luminosità, temperatura, umidità, substrato, ecc.
Un risultato più sicuro si ha con la scelta di specie autoctone, in quanto si tratta di pianate che vivono in condizioni pedoclimatiche molto simili al vostro ambiente.
Inoltre bisogna selezionare un albero adatto alla coltivazione dei bonsai. Non tutti gli alberi sono adatti, ma molte specie funzionano bene. Esempi comuni includono pino, abete rosso, olmo, ficus, ginepro e acero.
A questo punto bisogna scegliere un contenitore adatto per l’albero. Dovrebbe essere abbastanza grande da accogliere le radici, ma anche fornire un senso di proporzione rispetto alle dimensioni dell’albero.
Importante è anche la scelta del substrato. In commercio esistono substrati specifici per bonsai; in ogni caso deve essere abbastanza drenante, un buon contenuto di sostanza organica e con un pH idoneo alla pianta che si vuole coltivare.
Una volta immessa la pianta nel vaso ed essere sicuri che questa sia attecchita si passa ad una delle tecniche più importanti per un bonsai: la potatura.
La potatura è fondamentale per mantenere gli alberi piccoli e per modellarli. Bisogna porsi l’obiettivo di formare una pianta che assomigli il più possibile a quella che crescerebbe con dimensioni più grandi allo stato naturale.
Bisogna intanto attrezzarsi di un buon tronchese concavo, soprattutto quando si devono potare dei rami spessi. I tagli cavi lasciati da questi tronchesi si chiudono e cicatrizzano molto meglio da quelli lasciati da qualsiasi altra cesoia.
Per comprendere meglio come effettuare la potatura si consideri che se due rami partono alla stessa altezza della pianta, bisogna tenerne solo uno (valutando il progetto che si ha per scegliere quale ramo conservare). Si consideri che:
– Bisogna eliminare i rami con curve e forme innaturali.
– Eliminare i rami sproporzionatamente spessi dalla cima della pianta.
In generale la potatura è essenziale nei bonsai per mantenere la forma e le dimensioni desiderate. La potatura può includere la rimozione di rami, foglie o aghi indesiderati, nonché la riduzione della crescita eccessiva.
Un’altra importante tecnica per modellare il Bonsai è rappresentata dall’avvolgimento con il filo. Avvolgendo con attenzione alluminio anodizzato (o rame ricotto) intorno ai rami è possibile piegarli e modellarli, almeno fino a un certo diametro.
Questa tecnica, chiamata wireing, ha l’obiettivo di modellare i rami e i tronchi dei bonsai. Consiste in pratica nell’avvolgere dei fili attorno alle parti dell’albero che si desidera modellare.
Altra tecnica è quella della pizzicatura. Si tratta di pizzicare (rimuovere anche con le unghie) la nuova crescita per incoraggiare la ramificazione e la densità delle foglie. Questa tecnica aiuta a mantenere la dimensione e la forma del bonsai.
Durante la fase di allevamento e potatura non bisogna mai trascurare l’irrigazione; bisogna controllare attentamente l’irrigazione per evitare l’eccesso o la mancanza di acqua. La frequenza dell’irrigazione dipenderà dal tipo di albero, dal clima e dalla stagione dell’anno: maggiore in estate, quasi assente in inverno.
Inoltre durante tutto l’anno, soprattutto quando la pianta tende a vegetare bisogna preoccuparsi della fertilizzazione. Serve a fornire nutrienti essenziali ai bonsai attraverso l’applicazione di elementi importanti per la crescita della pianta. È fondamentale per mantenere la salute e il vigore dell’albero.
Anche la posizione del bonsai riveste un ruolo importante.
È sempre opportuno posizionare il bonsai in un luogo adatto alla sua specie. Alcuni alberi richiedono più luce solare diretta, mentre altri preferiscono l’ombra parziale. Ecco perché è importante sempre, preliminarmente, studiare la scheda botanica di una specie.
Altra tecnica molto determinante per la salute di una pianta che si vuole trasformare in bonsai è il rinvaso e trapianto. Ogni pochi anni, gli alberi bonsai dovrebbero essere rinvasati per fornire spazio aggiuntivo per la crescita delle radici e sostituire il substrato impoverito.
Durante questa operazione una tecnica molto delicata è quella del taglio o potatura delle radici. Questa tecnica si esegue all’occasione di ogni rinvaso. Agli alberi giovani le radici si potano di circa 1/3, mentre a quelli molto vecchi si riducono tutti intorno di circa. 2-3 cm. Tanto più vecchi sono gli alberi, tanto meno si tagliano le radici, poiché le piante d’età più avanzata sviluppano germogli più corti e, di conseguenza, anche le radici crescono meno. Fate attenzione che le radici interne rimangano intatte. La sezione di radici grosse dev’essere orientata possibilmente verso il basso.
Infine vanno citate tutte le cure stagionali. Alcuni alberi attraversano periodi dormienti in inverno e potrebbero richiedere meno acqua e fertilizzazione.
La tecnica bonsai richiede pazienza e attenzione costante. Ogni albero è unico e il coltivatore deve adattare le proprie cure alle esigenze specifiche di ciascuna specie ed esemplare.

Piante adatte –
Se vi trovate in un’area caratterizzata da un clima di tipo temperato o mediterraneo le piante che si adattano meglio sono quelle più indicate a queste condizioni climatiche, come la Vite, il Pino, il Ginepro, l’Olivo, la Quercia, il Mirto, il Tasso, l’Albicocco, l’Acero, il Gelsomino, il Melograno, il Melo, la Rosa Canina, il Fico, il Cipresso e il Frassino.
Tuttavia nell’area dove è nata l’arte del bonsai le varietà utilizzate per la coltivazione bonsai sono: Azalea Satsuki o Rhododendron Indicum e l’Azalea Kurume o Rhododendron Kiusianum. L’azalea però è una pianta acidofila, non può essere coltivata in qualsiasi posto.




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